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Corso carrelli elevatori (Muletti)

Archivio Direttiva Macchine e Mezzi di Trasporto in genere.
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mirko
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Allora... c'è chi dice che servono otto ore, chi, come Fabio dice che conta la qualità.... insomma ci mettiamo daccordo?

Io dico ancora che in circa 2 ore di formazione, seguito dal successivo  affiancamento con personale esperto già operante, riusciamo a formare BENE i carrellisti.
Lo confermano anche gli organi di vigilanza che ad oggi non hanno mai  contestao questo modo di operare ne (ringraziando DIO), alla faccia del PxD, ci sono stati infortuni degni di nota.

fabio ha scritto:16 ore, 30 ore, 2 giorni...
"NO! NO! NO! NO! E POI NO, MIRKO! Ma dove vivi, sul pianeta Plutone?"
Magari perche non facciamo 24 ore di corso per il rischio chimico allora???!!!

Anzi se sommiamo tutti i rischi e tutte le attrezzature perchè non proponiamo ai DdL di assumere un lavoratore e fargli fare (ad occhio e croce per un Azienda metalmeccanica per esempi) 1 MESE di formazione sulla sicurezza.

Basta evito ogni ulteriore commento.

Rispetto comunque le idee altrui più di quanto immagginiate.

CIAO

Mirko
Gianbisv

Personalmente io non faccio corsi per carrelisti perchè non sono così bravo da far fare la prova pratica a gente che usa carrelli elevatori da 30 anni.
Premesso questo, io mi avvalgo di un tecnico di una ditta che produce e vende carrelli, che viene direttamente in azienda, fa la parte teorica e l'esame pratico, rilasciando il relativo attestato. I lavoratori sono contenti, perchè vedono che il tecnico è davvero bravo ed il corso è utile. La durata è di 4 ore + l'esame pratico (15 minuti a testa).
Otto ore non sarebbero male, ma devo riconoscere che farei fatica a farli fare in questo modo. Credo che il mio possa essere un degno compromesso
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ugo
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Iscritto il: 27 ott 2005 03:16

anche da me con un collega che è nato sul carrello e poi ora è responsabile sicurezza e ambiente di uno stabilimento facciamo corsi da 4 ore... si potrebbe "osare" di più...
aspettiamo la regolamentazione (regionale) e vediamo...

un saluto
la cultura del dono e il gioco della reputazione costituiscono il modo ottimale a livello globale per cooperare verso la produzione (e la verifica!) di lavoro creativo di alta qualità - E. S. Raymond
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Marzio
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Visto che la legge non impone nessuna durata minima (per fortuna visto quello che è successo sul pronto soccorso), a mio avviso la progettazione di un percorso formativo non può prescindere dalla verifica dei prerequisiti in ingresso e non può non porsi degli obiettivi finali; la durata dell'azione formativa sarà funzione di queste variabili (e non solo). A mio avviso è tuttavia preliminarmente necessario intendersi su cosa vuol dire fare formazione, fare informazione o fare addestramento.

Ciao

Marzio
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effenne
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Iscritto il: 18 gen 2005 13:56

Partiamo dal principio ormai appurato che non esiste un monte ore per legge, quindi è tutto a discrezione di chi lo organizza, e dovrebbe essere in funzione della qualità del corso.
Mi spiego con un esempio banale:
A: Azienda con 2 carrellisti che operano in un magazzinetto di cianfrusaglie
B: Azienda con 2 carrellisti che operano sia in magazzino che in banchina, scaricando pallets di scatole regettate
C: Azienda con 2 carrellisti che movimentano frigoriferi

Ora, secondo voi, è professionale fare a tutti questi 3 un corso con lo stesso numero di ore? Il numero dei carrellisti l'ho lasciato volontariamente uguale per tutte le attività, perchè comunque anche questo è un fattore che andrebbe preso in considerazione per decidere il numero di ore del corso.
Questo per dire che a mio modesto parere non siamo di fronte ad una attività per cui si possa stabilire un monte ore di corso standard, indipendentemente da quello che 'sti benedetti carrellisti fanno. Quando parlo di qualità del corso è questo che intendo dire.
Per mirko: 24 ore di corso rischio chimico no, ma uno da 16 aziendale (cioè ai lavoratori) l'ho fatto, in una galvanica, in accordo con DL e MC dove ogni mese c'era almeno un lavoratore che aveva la tosse o c'erano diversi infortuni da schizzi negli occhi e robe varie. Il DL era disperato, e non sapeva come fare a far usare i DPIai lavoratori. Gli ho fatto un mazzo tanto: i lavoratori sono arrivati il primo giorno arroganti, scocciati e svogliati, se ne sono andati facendomi i complimenti e ringraziandomi. E soprattutto cosa più importante ora si schiacciano solo le dita ogni tanto col martello...
Ovvio, questo è un caso limite
Non c'è mai abbastanza tempo per fare tutto il niente che vorrei (Voltaire)
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mirko
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Fabio, ovvio che c'è caso e caso.
Proprio perchè noi siamo i professionisti del settore dobbiamo saper considerare questo importantissimo fattore e comunicarlo al DdL.

I carrellisti molto spesso sono gia dei guidatori e non necessitano di sapere come si gira la chiave o come si preme l'accelleratore. Questo fa parte della formazione che il preposto fa quando il giovincello viene assunto.

Ora, almeno io, con il corso di 2 ore vado a informali e formarli sulle norme e misure di sicurezza da osservare nella conduzion, manovra, ecc...

Certo che non gli dico come si accende perche comunque rischio Sputi in faccia da parte di chi "probabilmente" di come si conduce "più o meno correttamente" un carrello ne sa più di tutti noi messi in sieme.

Ribadisco. Io vado a sanare le lacune in materia di sicurezza riferita alla conduzione e manovra dei carrelli e quando sono fortunato che in quell'azienda ho anche fatto la valutazione dei rischi riesco anche (di norma con mezzora in più) a parlargli dei rischi specifici esistenti nella lora azienda e riconducibili nella conduzione dei carrelli.

Beati voi che trovate aziende cosi disponibii nel fare formazione in aula in modo cosi "universitario".

Per chio che riguarda il rischio chimico di cui mi parlavi, probabilmente, io avrei fatto 16 ore di formazione ai preposti del caso i quali secondo me sono poi quelli che fanno e fanno rispettare la sicurezza anche dal lavoratore più scacchiato che c'è.

16 ore fatte cosi una tantum secondo me non servono a nulla.
Molto meglio incontri periodici trimestrali o max semestrali di un ora massimo in cui si informa e si forma alla prevenzione e protezione nei confronti del rischio considerato.

Non credo ai corsi d'aula, soprattutto se cosi lunghi, per lavoratori che stanno in mezzo ai prodotti chimici come noi stiamo davanti a un PC o in auto tutto il giorno.

Vabbhè, ogniuno a i suoi metodi e secondo me è meglio cosi che non con una legge che ci imponga 12-16-24 ore di corso chissa per cosa.

ragazzi perdiamo di vista il concetto filosofico e prevenzionista del 626 il quale non prevede mai durate minime ma lascia la prevenzione a capo del DdL fornendo solo gli strumenti guida per attuarla obbligatoriamente.
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catanga
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Sarei molto preoccupato se i corsi di 4, 8, 16, 32, 64, 128.......... ore le facesse il personale della ASL della Regione Toscana, della regione Emilia, della regione Veneto, della regione Calabria, della regione Marche, ecc., ecc..

Parliamo di:
- addestramento in ingresso?
- addestramento periodico?
- sensibilizzazione comportamentale?
- ...........

Allora, io come datore di lavoro, anche di un'aziendina di tre dipendenti, non assumerei mai uno che non è mai montato su un carrello.

Ricordo che molti enti di formazione professionale e società che costruiscono/noleggiano carrelli, organizzano corsi specifici per quelli che non hanno mai avuto un carrello elevatore sotto le chiappe.

Andrei a prendere, presso l'ente citato, quello che di meglio trovo. Poi, in azienda, lo metterei sotto l'ala di un collega più esperto che gli sappia trasmettere i comportamenti sicuri e non quelli insicuri (e qui stiamo parlando di affiancamento) da adottare in quel particolare contesto aziendale dove sta operando.

Poi, periodicamente, ripeterei a tutti i miei carrellisti un corso di refresh, per mantenere viva l'attenzione, strutturato in una parte teorica ed in una parte pratica.

Parte teorica e parte pratica la farei fare a chi di mestiere fa l'addestratore e non a chi un muletto non lo ha mai guidato da mulettista.

Quindi, il monte ore va visto in funzione del soggetto e del contesto a cui ci riferiamo.

In sintesi:
- 16 ore di corso per legge, per uno che un muletto non lo ha mai avuto sotto le terga, sono insufficienti;
- 16 ore di corso per legge, per uno che il muletto lo guida da anni, sono troppe.

Quindi, corso con le contropalle, per uno che non ha mai fatto il mulettista e corsi annuali di refresh da mezza giornata, per coloro che di mestiere guidano carrelli.
orso nero

qui non si tratta di ore e nemmeno di tempi minimi o massimi. Qui si gioca sulla formazione e quindi: sul capire cosa è la forza centrifuga in curva, come si frena e quando, le precedenze, i controlli, gli agguati agli incroci, la ponderazione e la fretta  che non paga, il sapere che si è seduti su un "carro armato" che sfonda con calma anche un muro, l'idrogeno e la potenza della corrente delle pile, il saper cadere se accade e le cinture di sicurezza, e molti eccetera ancora. Non poniamo regole e cronometri alla formazione; ma mettiamoci la caparbia volontà di far capire e di capire gli uomini ed i mezzi a noi affidati.
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mirko
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Sono daccordo con Catanga.

ovvio che se il lavoratore non ha mai visto un carrello allora la formazione può durare giorni e non 16 ore.

Bada bene però: ho detto formazione e non informazione e formazione fatta in aula.

Per questa, ribadico secondo me, due ore sono sufficienti per informare sui concetti che noi tutti conosciamo.

Il resto spetta al classico lavoratore anziano e/o preposto con in neo assunto al suo fianco.


Ciao
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effenne
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mirko ha scritto: I carrellisti molto spesso sono gia dei guidatori e non necessitano di sapere come si gira la chiave o come si preme l'accelleratore
ovviamente il mio era un modo di dire, mirko.......

Ribadisco. Io vado a sanare le lacune in materia di sicurezza
Anche io

Beati voi che trovate aziende cosi disponibii nel fare formazione in aula in modo cosi "universitario".
Nelle mie lezioni di universitario non c'è proprio nulla, te lo assicuro. Anche perchè a me, all'università, non mi hanno fatto nemmeno un cenno su cos'è un muletto, se non durante le lezioni di igiene veterinaria...

Per chio che riguarda il rischio chimico di cui mi parlavi, probabilmente, io avrei fatto 16 ore di formazione ai preposti del caso i quali secondo me sono poi quelli che fanno e fanno rispettare la sicurezza anche dal lavoratore più scacchiato che c'è.
Beato te che trovi preposti così "acculturati" e sensibili alle problematiche sulla sicurezza!

16 ore fatte cosi una tantum secondo me non servono a nulla.
Molto meglio incontri periodici trimestrali o max semestrali di un ora massimo in cui si informa e si forma alla prevenzione e protezione nei confronti del rischio considerato.
Perfettamente d'accordo, anche se poi in questo caso il corso è servito eccome! Il problema è che sono si sensibile a questo argomento, ma nessuno scodinzola per niente! Se non vogliono farlo non lo faccio.

Non credo ai corsi d'aula, soprattutto se cosi lunghi, per lavoratori che stanno in mezzo ai prodotti chimici come noi stiamo davanti a un PC o in auto tutto il giorno.
Io invece ci credo ancora. Ovvio, nel 90% dei casi il solo corso in aula con tanti bla bla e basta non serve proprio a nulla
Non c'è mai abbastanza tempo per fare tutto il niente che vorrei (Voltaire)
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