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Microclima, questo sconosciuto ...

Archivio Igiene del lavoro/Microclima/DPI/Segnaletica.
Questo archivio raccoglie tutte le discussioni relative all'igiene del lavoro, microclima negli ambienti di lavoro e DPI - Dispositivi di Protezione Individuale (Riservato agli abbonati)
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effenne
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Iscritto il: 18 gen 2005 13:56

La valutazione del grado di benessere in un ambiente di lavoro non dipende, appunto, da un solo fattore ambientale (umidità, temperatura, ecc.) bensì dalla combinazione di tutti i parametri.
Salvo che per particolari lavorazioni non esistono parametri precisi.
In particolare, nel tuo caso
- l'Allegato I, punto 7.1 direttiva CEE 89/654 prevede che "La temperatura dei locali di lavoro dev’essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori ".
- l'art. 7 comma 1 DPR 303/56 modificato dal D.Lgs. 626/94 prevede che "A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità della lavorazione, è vietato adibire a lavori continuativi i locali chiusi che non abbiano le seguenti caratteristiche:  
buona difesa contro gli agenti atmosferici
isolamento termico sufficiente (tenuto anche conto del tipo di impresa)
aperture sufficienti per un rapido ricambio d'aria
ben asciutti e ben difesi contro l'umidità"
- l'art.11 DPR 303/56 modificato dal D.Lgs. 626/94 che "Quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi di protezione individuali"
guarda anche qui:
http://www.sicurezzaonline.it/primop/pp ... luolav.htm
Non c'è mai abbastanza tempo per fare tutto il niente che vorrei (Voltaire)
fabriz

Salve, sono on dipendente del trasporto pubblico di Roma e volevo sapere qual è la temperatura massima di sicurezza stabilita dalla legge 626 sul posto di lavoro.

Vi faccio questa domanda perché molti dei nostri mezzi non sono dotati di aria condizionata o,se ne sono dotati,molte volte non funziona e la temperatura da me misurata con il termometro digitale raggiunge i 45 gradi mettendo in grave pericolo la nostra salute ma soprattutto quella del personale viaggiante.

La nostra azienda viene più volte sollecitata a provvedere al caricamento dei condizionatori ma,oltre a non effettuarla, ci obbligano a lavorare in condizioni critiche in quanto il non funzionamento degli stessi non è considerato un guasto.

Spero di poter avere da voi ulteriori chiarimenti in merito.

Nell’attesa porgo i miei più distinti saluti

fabriz
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effenne
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Rimane valido quello che ho detto prima, anche per il tuo caso.
Preciso che comunque la temperatura in un ambiente di lavoro dovrebbe essere tra 19 e 23 gradi in estate e tra 17 e 21 gradi in inverno.
Un autobus è a tutti gli effetti, per te, un ambiente di lavoro.
Aggiungo anche una news apparsa qualche giorno fà per tutti coloro i quali fossero interessati all'argomento:
http://www.sicurezzaonline.it/homep/inf ... 060727.htm (è la terza della pagina)
Non c'è mai abbastanza tempo per fare tutto il niente che vorrei (Voltaire)
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Marco
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[2] Tesi:

Io, dal Documento di Valutazione dei Rischi, traggo la considerazione che nei luoghi di lavoro dell’Azienda in esame è possibile avere due insiemi.
Il primo insieme riguarda ambienti di lavoro ove i parametri del microclima devono essere mantenuti entro certi limiti esclusivamente per esigenze di lavoro (laboratorio analisi, magazzino conservazione frutta, magazzino prodotti finiti …).
Il secondo insieme riguarda l’esposizione del personale e le condizioni di discomfort o di stress dovute ai parametri microclimatici.

In altre parole, nel primo insieme, le variabili significative sono la Velocità dell’Aria [Va], la Temperatura dell’Aria [Ta] e l’Umidità Relativa [Ur]. Questo perché alcuni  prodotti o altro hanno necessità di essere conservati o lavorati entro ambiti ben definiti.

Nel secondo insieme, invece, i parametri del microclima sono rivolti all’essere umano che, per le ragioni più svariate, è costretto ad operare in condizioni non ottimali. Oltre alla Velocità dell’Aria [Va], alla Temperatura dell’Aria [Ta], all’Umidità Relativa [Ur], si devono considerare anche l’Attività Metabolica [Ms] e la Resistenza Termica dell’Abbigliamento [Rta].

Negli “Ambienti Termici Moderati”, per poter stabilire quanto i valori microclimatici si discostano della condizione di “Benessere Termico”, è necessario il calcolo di un “Indice Microclimatico”, ossia di un indicatore che metta in relazione i parametri appena elencati e li traduca in un unico “valore numerico” rappresentativo dell’esposizione e, quindi, dell’impegno fisiologico richiesto. Per far questo è necessario svolgere delle misure strumentali complesse in proporzione alle caratteristiche di Omogeneità e Stazionarietà dell’ambiente in esame. Ai valori misurati dei parametri microclimatici vanno correlati i valori stimati dell’Attività Metabolica e della Resistenza Termica dell’Abbigliamento del lavoratore.
Per inciso le “Condizioni di Discomfort” si osservano negli ambienti ove i parametri microclimatici sono prossimi alla condizione di “Benessere Termico”, ossia le grandezze sono contenute entro i seguenti ambiti:

Ta - da 10 a 32 °C
Tmr - da 10 a 40 °C
Ur - da 30 a 70 %
Va - da   0 a 1,0 m/s

In tali ambienti l’intervento del sistema di termoregolazione umano è contenuto.
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effenne
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Caro Marco,
visto che anche tu, come me, sei (purtroppo) appassionato di microclima, spero farti cosa gradita inviandoti questo file, che, secondo me, è fatto molto bene:
Non c'è mai abbastanza tempo per fare tutto il niente che vorrei (Voltaire)
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Marco
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[3] Tesi:

Ora possiamo fare un breve approfondimento. Ennio misura nel suo luogo di lavoro temperature comprese tra 30 °C e 35 °C. Assumiamo per definizione che la strumentazione che Ennio ha utilizzato sia sufficientemente accurata e che l'esecuzione della misura sia da considerarsi significativa dell'ambiente.

La sola misura di Temperatura dell'Aria [Ta] però ci da solo un'informazione parziale. Non sappiamo quanto incide l'Umidità dell'Aria [Ur]; non sappiamo la Velocità dell'Aria [Va]; non sappiamo quanto Ennio è "fisicamente" impegnato nel suo lavoro, ossia non sappiamo il suo dispendio energetico, la sua Attività Metabolica [Ms]; non sappiamo con quali indumenti Ennio è costretto a lavorare, ossia non sappiamo la Resistenza Termica dell’Abbigliamento [Rta].

Volendo essere ancora più precisi non sappiamo se Ennio è appena tornato dalle vacanze ove ha cercato di attraversare il continente antartico da parte a parte, con temperature ambientali medie di -35 °C, oppure è "acclimatato" alla temperatura di 30 °C perché nel suo luogo di lavoro è cosi già da due mesi. Non sappiamo se la Temperatura rimane costante per molte ore oppure se vi è una continua e rapida variazione che costringe Ennio ad adattarsi alle mutevoli condizioni microclimatiche. Non sappiamo se la parte superiore del suo corpo è sottoposta ad una temperatura diversa dei suoi piedi.

L'unica cosa che sappiamo è che la Temperatura [Ta] è talvolta prossima, talvolta superiore, al limite di 32 °C posto dalle condizioni di "Discomfort" termico negli "Ambienti Termici Moderati".

E' evidente che, per valutare il rischio da microclima per Ennio, è necessario effettuare una serie di misurazioni e correlarle in un unico indice microclimatico.

Un ragionamento analogo vale per Fabriz. Solo che Fabriz ha indicato una Temperatura dell'Aria [Ta] di 45 °C.
Ora 45 °C di Temperatura dell'Aria sono molto superiori al limite di 32 °C indicato per la valutazione degli "Ambienti Termici Moderati". Quindi non possiamo più parlare di "Discomfort" ma di "Stress" termico.
In questo caso siamo di fronte ad un "Ambiente Caldo", ed è necessario intervenire con urgenza perché il rischio per la salute potrebbe essere significativo.
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Marco
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[4] Tesi:

Alcuni valori di temperatura ambiente da considerare con particolare attenzione (e da tenere a mente).

Una Temperatura [Ta] minore di 10 °C implica la possibilità di condizioni di "Stress da Basse Temperature". Le condizioni di "Discomfort Termico" non sono più possibili.

Una Temperatura [Ta] maggiore di 10 °C e minore di 32 °C può determinare condizioni di "Benessere Termico" oppure di "Discomfort Termico". E' difficile in tale ambito riscontrare condizioni di "Stress Termico" ma non è impossibile.

Una Temperatura [Ta] maggiore di 32 °C implica la possibilità di condizioni di "Stress da Alte Temperature". Le condizioni di "Discomfort Termico" non sono più possibili.

Una Temperatura [Ta] maggiore di 36 °C non consente più lo scambio termico per irraggiamento. In altre parole il nostro corpo (37 °C) riceve calore dall'esterno anziché dissiparlo. Il pericolo è significativo.
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Marco
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[5] Tesi:

A questo punto facciamo riferimento alle vincolanti indicazioni emanate dal legislatore.

Ad esempio - Decreto Presidente Repubblica n. 303 del 19.03.1956
Comma 1, "La temperatura dei locali di lavoro dev’essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori ".

Comma 2, "Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidità ed il movimento dell'aria concomitanti".

A mio modo di vedere: Si deve intendere "temperatura non adeguata all'organismo umano" quella condizione microclimatica ove l'Indice di Stress Termico che ne sintetizza la pericolosità, superi il valore limite di soglia corrispondente.
Solo per questa condizione si ha contravvenzione alla Legge.

Quando, invece, l'Indice di Stress Termico non superi il valore limite di soglia, oppure quando non si ha nemmeno una condizione di "Stress Termico", ma solo una condizione di "Discomfort Termico", allora non si ha contravvenzione alla Legge.

Al pari è indubbio che non deve essere considerato significativo il solo valore di temperatura [Ta], perché lo stesso legislatore impone di tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidità ed il movimento dell'aria.
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Marco
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[6] Tesi:

Esempio di Indice di Stress Termico.
L'Indice Wbgt dell'American Conference of Governmental Industrial Hygienists [ACGIH] venne inizialmente formulato per la valutazione di condizioni climatiche estreme (Ambienti Caldi), caratterizzate da un forte carico termico radiante e significativo movimento d'aria.
Successivamente venne proposta una variazione dagli igienisti svedesi, per cui nei luoghi di lavoro, in genere, è preferibile utilizzare come prima analisi l'Indice Swedisch Wet Bulb Globe Temperature [SWbgt].

Esempio: Per soggetti acclimatati, che hanno un abbigliamento leggero in cotone, esposti per tutto il loro turno lavorativo (8 ore), con un'Attività Metabolica moderata (Ms = 165 W/mq), si considera un Valore Limite di Soglia ACGIH 1999 = 26,7 °C [SWbgt].

Nelle stesse condizioni, e con l'esposizione ad una Velocità dell'Aria [Va] maggiore di 0,5 m/s, la Norma UNI EN 27243 riporta un Valore Limite di Soglia = 28,0 °C [Wbgt].

Un Datore di Lavoro che espone i propri dipendenti a condizioni di Stress Termico superiori ai limiti appena indicati, commette contravvenzione.
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Mod
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Iscritto il: 04 ott 2004 11:29
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Desideravo ringraziare sentitamente Marco per la completezza e la chiarezza d'esposizione delle sue Tesi sul microclima, argomento molte volte approfondito solo marginalmente.
Un cordialissimo saluto.

Mod :smt039
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