un'ernia no ma un grosso bernoccolo (a quello sotto) o un piede spiaccicato a quello accanto si!
intendo, cioe', magari un riferimento a controllare chi ti sta vicino mentre movimenti un carico magari e' opportuno: tu pensa all'idraulico che muove una barra di tubo di 3 o 4 ml...., comunque il dubbio e' se tale coordinamento e' improprio riferirlo alla movimentazione manuale o alla strutturazione di percorsi e aree di carico e scarico con lavorazioni interferenti
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A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.
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Esempi di PSC e POS (in Word editabile)
Mi sembrava evidente che mi riferivo a quei PSC che riportano il rischio di movimentazione manuale dei carichi e come misure di prevenzione quelle consistenti nel piegarsi correttamente sulle ginocchia etc.cesarean ha scritto:un'ernia no ma un grosso bernoccolo (a quello sotto) o un piede spiaccicato a quello accanto si!
resta il fatto che il PSC deve contenere la parte relativa ai rischi interferenziali
Lo Stato è come la religione: vale se la gente ci crede (Errico Malatesta)
Salve a tutti, ripesco questa discussione perchè mi è stata molto utile per capire davvero (almeno credo!) come si redige un PSC.
Mi sto affacciando in questo campo ed ho il mio primo incarico di CSP. Ovviamente il mio corso di sicurezza, basato sulla 494 e organizzato dall'università, è consistito, nella fase applicativa, in un - ahimè - banale IMPARATE AD USARE QUESTO SOFTWARE.
Dopo aver letto qua e là qualche discussione sui forum, ho pensato fosse il caso di rimboccarsi le maniche:
ho preso un modello di psc che ho trovato (lo confesso)
ho comprato qualche libro di testo
ho parlato con un mio collega che ora fa questo mestiere
ho cercato di ragionare
ho compilato il psc.
Credo di aver fatto quantomeno un lavoro onesto e, soprattutto, non grava su di me la vergogna del "drag&drop"!
Ora, però, vorrei delle conferme da voi, che avete rischiarato la mia mente con la vostra esperienza e disponibilità:
dopo la prima parte di descrizione del contesto e dell'organizzazione del cantiere
ho analizzato i rischi interconnessi cantiere/esterno
ho analizzato le lavorazioni distinguendo i rischi propri della lavorazione (che verranno integrati dal POS) da quelli derivanti dal particolare contesto (che poi credo sia il mio compito effettivo)
ho proposto per le problematiche di cui sopra delle procedure per evitare interferenze con il contesto e delle misure protettive.
Ora:
prima domanda: non credo di dover inserire le schede relative ai macchinari, vero? Perchè sarà l'impresa a dire con quale macchina/attrezzatura effettuare quella lavorazione, giusto?
seconda domanda: come affronto la questione rischio chimico? riguardo a questo devo ancora informarmi, ma se avete qualche dritta la accetterei ben volentieri.
terza domanda: vi sembra corretto il mio "lavoro"? (per quanto ne abbia parlato molto astrattamente..)
Grazie a chiunque risponderà e a quanti lo hanno già fatto...
Mi sto affacciando in questo campo ed ho il mio primo incarico di CSP. Ovviamente il mio corso di sicurezza, basato sulla 494 e organizzato dall'università, è consistito, nella fase applicativa, in un - ahimè - banale IMPARATE AD USARE QUESTO SOFTWARE.
Dopo aver letto qua e là qualche discussione sui forum, ho pensato fosse il caso di rimboccarsi le maniche:
ho preso un modello di psc che ho trovato (lo confesso)
ho comprato qualche libro di testo
ho parlato con un mio collega che ora fa questo mestiere
ho cercato di ragionare
ho compilato il psc.
Credo di aver fatto quantomeno un lavoro onesto e, soprattutto, non grava su di me la vergogna del "drag&drop"!
Ora, però, vorrei delle conferme da voi, che avete rischiarato la mia mente con la vostra esperienza e disponibilità:
dopo la prima parte di descrizione del contesto e dell'organizzazione del cantiere
ho analizzato i rischi interconnessi cantiere/esterno
ho analizzato le lavorazioni distinguendo i rischi propri della lavorazione (che verranno integrati dal POS) da quelli derivanti dal particolare contesto (che poi credo sia il mio compito effettivo)
ho proposto per le problematiche di cui sopra delle procedure per evitare interferenze con il contesto e delle misure protettive.
Ora:
prima domanda: non credo di dover inserire le schede relative ai macchinari, vero? Perchè sarà l'impresa a dire con quale macchina/attrezzatura effettuare quella lavorazione, giusto?
seconda domanda: come affronto la questione rischio chimico? riguardo a questo devo ancora informarmi, ma se avete qualche dritta la accetterei ben volentieri.
terza domanda: vi sembra corretto il mio "lavoro"? (per quanto ne abbia parlato molto astrattamente..)
Grazie a chiunque risponderà e a quanti lo hanno già fatto...
Ciao.
Direi di si, in sostanza io nel P.S.C. per quanto riguarda i rischi analizzo i seguenti elementi:
1) Rischi che il cantiere comporta per l'area circostante, ed analizzo nello specifico i rischi riferibili agli elementi dell'All XV.2
2)Rischi che l'areacircostante comporta per il cantiere, sempre in riferimento all'All XV.2
3)Gli elementi organizzativi del cantiere indicati al punto 2.2.2 dell'All XV.
Passo quindi ad analizzare le lavorazioni e le loro interferenze, cioè:
1) analizzo ciascuna fase/sottofase di lavorazione (e qui è una scelta personale decidere a quale dettaglio di "sottfasizzazione" spingersi) considerando i rischi ad essa legati, ma ad esclusione di quelli specifici propri dell'attività dell'impresa, considero cioè gli elementi del punto 2.2.3 dell'All XV ma solo in un contesto di interferenza (ad es: se ho una demolizione con martello pneumatico, analizzo il rischio rumore in relazione alla presenza di altri lavoratori impegnati nelle vicinanze in altre lavorazioni, prescrivendo ad esempio una distanza di sicurezza, mentre la valutazione del rischio per il lavoratore che usa il martello è a carico dell'impresa)
2)suddivido il cantiere in zone omogenee, cioè in cui posso avere interferenza "spaziale" tra le lavorazioni, e quindi studiando il cronoprogramma individuo all'interno di ogni zona le lavorazioni interferenti e per ciascuno "coppia" di lavorazioni propongo delle procedure o delle prescrizioni per eliminare o ridurre al minimo i rischi.
Sono anche io agli inizi, però ho visto che questo è un modo di operare utlizzato anche da gente che lavora da anni e bene, è un metodo di lavoro razionale e ragionevolmente applicabile, senza produrre tonnellate di carta inutile.
Direi di si, in sostanza io nel P.S.C. per quanto riguarda i rischi analizzo i seguenti elementi:
1) Rischi che il cantiere comporta per l'area circostante, ed analizzo nello specifico i rischi riferibili agli elementi dell'All XV.2
2)Rischi che l'areacircostante comporta per il cantiere, sempre in riferimento all'All XV.2
3)Gli elementi organizzativi del cantiere indicati al punto 2.2.2 dell'All XV.
Passo quindi ad analizzare le lavorazioni e le loro interferenze, cioè:
1) analizzo ciascuna fase/sottofase di lavorazione (e qui è una scelta personale decidere a quale dettaglio di "sottfasizzazione" spingersi) considerando i rischi ad essa legati, ma ad esclusione di quelli specifici propri dell'attività dell'impresa, considero cioè gli elementi del punto 2.2.3 dell'All XV ma solo in un contesto di interferenza (ad es: se ho una demolizione con martello pneumatico, analizzo il rischio rumore in relazione alla presenza di altri lavoratori impegnati nelle vicinanze in altre lavorazioni, prescrivendo ad esempio una distanza di sicurezza, mentre la valutazione del rischio per il lavoratore che usa il martello è a carico dell'impresa)
2)suddivido il cantiere in zone omogenee, cioè in cui posso avere interferenza "spaziale" tra le lavorazioni, e quindi studiando il cronoprogramma individuo all'interno di ogni zona le lavorazioni interferenti e per ciascuno "coppia" di lavorazioni propongo delle procedure o delle prescrizioni per eliminare o ridurre al minimo i rischi.
Sono anche io agli inizi, però ho visto che questo è un modo di operare utlizzato anche da gente che lavora da anni e bene, è un metodo di lavoro razionale e ragionevolmente applicabile, senza produrre tonnellate di carta inutile.
- Il_Fiorentino
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- Iscritto il: 19 apr 2011 09:21
- Località: Firenze
Adesso non ho modo di leggere i documenti allegati, però ti posso dire che il PSC per definizione, analizza appunto i rischi interferenti che siano quelli fra imprese con mansioni diverse presenti nello stesso momento in cantiere, sia nei confronti del vicino di casa o attività posta nelle vicinanze.lauraboh ha scritto:prima domanda: non credo di dover inserire le schede relative ai macchinari, vero? Perchè sarà l'impresa a dire con quale macchina/attrezzatura effettuare quella lavorazione, giusto?
seconda domanda: come affronto la questione rischio chimico? riguardo a questo devo ancora informarmi, ma se avete qualche dritta la accetterei ben volentieri.
terza domanda: vi sembra corretto il mio "lavoro"? (per quanto ne abbia parlato molto astrattamente..)
Grazie a chiunque risponderà e a quanti lo hanno già fatto...
Per quanto riguarda il rischio chimico, benchè a parer mio la cosa sia ben più tangibile in una industria o laboratorio, piuttosto che nel "classico" cantiere, dovresti fare una sorta di valutazione generale per poi dopo passare (fare cioè una integrazione in caso di necessità) ad un qualcosa di più "definito"........basandosi anche sul contenuto dei POS prodotti dalle varie imprese presenti in cantiere: questo nel caso si dovesse verificare (per sbaglio.... :smt003 ) che nei loro pos fossero elencati i prodotti utilizzati invece della classica frase "non sono presenti sostanze e preparati pericolosi in cantiere".....
Riguardo all'elenco pure e semplice dei macchinari, non è indispensabile metterli in un PSC, io mi soffermerei piuttosto sull'argomento nel caso vi sia rischio di interferenza dovuta all'uso di un mezzo nei confronti di altri.....
Riguardo all'impresa che "dice quale attrezzatura vuole usare"...beh....nella prassi comune...poi alla fine succede quasi sempre come dici te.....chiaramente se il CSE è concorde..... ma in caso di lavorazioni "particolari" nelle quali l'uso di un mezzo può far la differenza in termini di sicurezza....il CSE può anche scrivere nel psc........escavatore cingolato, profondità di scavo >4 m, capacità benna 2 mc.... In questo caso, la ditta deve usare un apparecchio con tali caratteristiche o superiori