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Contenuti del documento di valutazione dei rischi

Archivio Documenti di Valutazione dei Rischi (DVR) attività varie/Mobbing/Discussioni Legislative/Tecniche di carattere generale.
Discussioni Legislative e Tecniche, non rientranti nelle categorie specifiche degli altri archivi, dove vengono affrontati gli aspetti di applicazione della legislazione e della normativa tecnica in materia di sicurezza e salute sul lavoro (assetti societari e relative conseguenze sulla sicurezza, documenti di valutazione dei rischi (DVR) di attivita' specifiche, mobbing, ecc...) (Riservato agli abbonati)
Thomas.

Mi collego allo sfogo iniziale del thread 'Lettera aperta di un RSPP (2)' per rilanciare un concetto secondo me importante che mi trovo a discutere spesso nelle occasioni di approfondimento con tecnici ed esperti legali.
Il tema è quello dei contenuti del DVR e del limite tra quello che è giusto riportare e quello che è opportuno omettere per evitare autodenunce.

Uno degli interventi del thread di cui piu' sopra ha a mio avviso correttamente detto che il DVR dovrebbe essere uno specchio della realtà aziendale e che non sempre quindi possono esserci dei "bei" DVR. Questo però il legale lo contesta fortemente sostenendo appunto che certe cose non possono essere riportate per evitare autodenunce.

Non dico di dover elencare le 1000 non conformità presenti nei DVR ma neppure di non poter riportare alcuna misura di adeguamento puntuale se non quelle legate al miglioramento.

E' un tema sul quale ci continua ad essere forte dubbio e contestazione, mi è capitato di parlarne anche con alcuni ispettori dello SPISAL e anche in questo caso ho raccolto versioni contrastanti: chi sostiene di apprezzare l'evidenza dei problemi e la volontà di un percorso di adeguamento, chi sostiene che i fronte ad un problema evidenziato è obbligato ad intevenire.

Qual è il punto di equilibrio giusto???
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Talotz
Messaggi: 257
Iscritto il: 19 nov 2007 16:58

Hai ragione!  :smt026

Il DVR dovrebbe essere un documento specchio per la realtà aziendale, ma se le cose non sono in regola, anche l'immagine non può essere buona... se la realtà è disastrosa ovvio secondo me è meglio evitare di fare il DVR subito (ovvero un bel documento di autodenuncia), e chiarire all'azienda che è meglio mettere a posto un po' di cose e solo poi fare il DVR... o se no fare un DVR dove si omette di dire che la tal cosa manca e che la tal'altra (si scrive così?!) manca, ma dove si scrive solo che "verranno valutati interventi migliorativi a breve-medio termine". E poi, ovviamente, farli  :smt028
Il senno di poi è una scienza esatta..
Ing. Dave
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Renato
Messaggi: 326
Iscritto il: 28 set 2006 12:25

Supponiamo che l'RSPP scriva il DVR ed il Datore di lavoro (DDL) lo approvi.
Cosa scriverà mai l'RSPP per non entrare in rotta di collisione con il DDL, specie se l'RSPP è un consulente esterno ?
Esprimo la mia opinione.
All'RSPP è chiesto di aprire gli armadi con gli scheletri e sollevare i coperchi, percio' descrive la situazione reale con garbo e tatto direttamente proporzionali alla suscettibilità del DDL, muovendosi con l'eleganza di una ballerina classica sopra un cestone di uova fresche.
Poi indicherà le possibili misure di bonifica  delle non conformità, usando sempre il condizionale (si potrebbe fare cosi', si potrebbe fare colà).
Consegna copia al DDL, ne parla e scrive le decisioni del  DDL, se ci sono, altrimenti lascia la casella in bianco o meglio ancora scrive le famose frasi  tipo: "la direzione sta valutando la possibilità si installare un riparo fisso, o altra soluzione equivalente, nella macchina X".
Il discorso si sposta poi sulle procedure, che spettano all'RSPP, li non si puo' fare sconti.
Se per esempio una macchina è pericolosa, l'RSPP dovrà scrivere una procedura sicura senza  "ballerine e da uova fresche".
Ma questo e' solo il mio parere.
ciao
Renato
" - internet  + cabernet "
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Talotz
Messaggi: 257
Iscritto il: 19 nov 2007 16:58

Renato, sono proprio d'accordo con te! In effetti non credo si possa fare altro o molto di più...   :smt001
Il senno di poi è una scienza esatta..
Ing. Dave
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ugo
Messaggi: 1538
Iscritto il: 27 ott 2005 03:16

condivido l'atteggiamento di Renato (e lo metto in atto ogni giorno)

ma mi è capitato degli entri di controllo che han detto e preteso (è una tradizione nella zona) che è da metter tutto dentro il doc vdr senza mezzi termini... se loro lo leggono capiscono e si aspettano un miglioramento nel tempo senza tramutare l'elenco in sazioni da 547...

se so che è così allora basta dirlo che faccio una frittata subito senza problemi

salutoni
la cultura del dono e il gioco della reputazione costituiscono il modo ottimale a livello globale per cooperare verso la produzione (e la verifica!) di lavoro creativo di alta qualità - E. S. Raymond
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Bond
Messaggi: 2685
Iscritto il: 31 ott 2007 14:17
Località: Ferrara

L'argomento è molto interessante e più volte mi sono trovato nelle condizioni di discutere sui contenuti del DVR.

A me (come ad altri che sposano la mia teoria) è innanzitutto necessario stabilire cosa è e cosa deve essere veramente un DVR.
DVR sta per Documento di Valutazione dei Rischi.

A questo punto, la rilevazione da parte del RSPP di una non conformità (di carattere non comportamentale ma tecnico-strutturale) derivante da una carenza di legge è da considerarsi o meno come processo di valutazione?
Mi spiego meglio per non creare caos.
Rilevare che manca un carter in un sistema di cinghie o pulegge o che manca un parapetto su di una scala o che manca un carter sul mandrino del trapano è da considerarsi un processo di valutazione o un processo di perizia?

Cioè... io RSPP che vedo quel trapano non in regola devo valutare (esposizione x gravità) il rischio di proiezione di sfridi sull'operatore più elevato di quel che dovrebbe essere in realtà se il trapano fosse conforme?

Ma soprattutto... è giusto farlo?
E' giusto valutare un maggior rischio derivante da una carenza di legge?
E' giusto valutare una macchina, luogo o impianto che, non rispettando la legge, non dovrebbe essere utilizzato/accessibile in quelle condizioni?

Secondo me no perchè le carenze di legge non dovrebbero esistere "a prescindere" e pertanto, i rischi derivanti non possono essere valutati con precisione.
Questo non è fare valutazione dei rischi ma fare "perizia" e come tale non deve essere inserito nel DVR ma in un documento relativo con tanto di programma attuativo e firma di tutti i responsabili.

In sostanza si tratterebbe di fare un documento parallelo al DVR, come dice in realtà la normativa e le linee guida.

La valutazione del rischio, qualsiasi rischio, secondo me deve essere fatta in totale assenza di carenze di legge tecniche o strutturali e quindi, ridursi al solo rischio residuo e rischio comportamentale.

Io mi comporto così.
Ai miei clienti piace.
Gli ispettori storcono il naso ma non possono obiettare.
Io sono a posto con la coscienza perchè, da un lato ho proposto soluzioni per sanare la ditta e dall'altro o fatto valutazione dei rischi.

Ora so che in molti obiettaranno queste scelte e si ne solleverà un polverone...
ma del resto sono 12 anni che lavoro nella polvere
:smt040


Ciaaa
Bond
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fabrizio
Messaggi: 603
Iscritto il: 18 ott 2004 14:39
Località: Treviglio - Lodi - Crema

Il mio voto per 007; del resto ogni volta che esco da un'azienda qualcuno che urla "polvere siete e polvere ritornerete" lo trovo sempre.Saluti.
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Teo
Messaggi: 97
Iscritto il: 05 mar 2007 11:52
Località: Milano

Voto anch'io per Bond (dato che è la stessa procedura che seguo ormai da un pò di tempo!).


:smt023
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ursamaior
Messaggi: 4904
Iscritto il: 16 dic 2004 14:01
Località: L'isola che non c'è

Di fronte ad un impianto elettrico non a norma, qual è dunque il da farsi?
Se non è a norma non lo è punto e basta. Non lo è un pochino o perlopiù. Non lo è punto e basta.
Che scrivete nel DVR alla voce impianti elettrici? Impianto a rischio residuo di elettrocuzione e di essere residualmente fonte di innesco di incendi?
Concordo anch'io che tutto dovrebbe essere a norma e che nel documento dovrebbero essere valutati unicamente i rischi residui. Va bene anche scrivere tutto quello che non è a norma in un libro nero. Va bene tutto.
Vorrei solo sapere come viene valutato il rischio in casi come questi, ovvero qual è la realtà ufficiale del rischio.
Lo Stato è come la religione: vale se la gente ci crede (Errico Malatesta)
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Marzio
Messaggi: 1321
Iscritto il: 14 ott 2004 16:38
Località: Pordenone

Non saprei, è un discorso antico quanto il 626. Io dico che esiste azienda ed azienda. Un conto è la richiesta di un imprenditore che si fa seguire con continuità, un conto è il DDL che richiede il documento come semplice adempimento normativo e che manco lo leggerà.

Mi pare siano evidenti due diversi approcci:
1) Faccio il documento e indico non solo le misure di miglioramento previste dalla nuova sicurezza (626 e compagnia cantante) ma esplicito pure le criticità derivanti dalla mancata applicazione della normativa anni '50 (con maggior o minor garbo).
2) Faccio il documento e indico solo le misure di miglioramento previste dalla nuova sicurezza. I problemi derivanti dalla mancata attuazione della normativa anni '50 le esplicito in apposito documento separato che consegno con impermeabile scuro, occhiali scuri e all'imbrunire al solo DDL.

Il secondo approccio manifesta a mio avviso almeno due problemi:
1) Il DDL non condivide con il RLS tutte le situazioni di rischio aziendale. In grandi aziende nelle quali sono presenti rappresentanze sindacali "toste", una soluzione di questo tipo, nel caso il RLS mangi la foglia e comprenda che esista un documento "bianco" e un documento "nero", crea più problemi (molti più problemi) di quelli che risolve.
2) L'orientamento della magistratura non distingue tra rischi da 547 e rischi da 626. Ricordo una recente condanna di un RSPP per la mancata valutazione relativa all'assenza di un parapetto (art. 26, DPR 547/55).

Ciao

Marzio
"Ogni soluzione genera nuovi problemi" (Corollario 7, Legge di Murphy)
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