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benzinai e rischio chimico-cancerogeno

Archivio sui Rischi di carattere Chimico/Biologico/Cancerogeno.
Questo archivio contiene tutte le discussioni relative ai rischi da agenti chimici/biologici/cancerogeni, schede di sicurezza di preparati e sostanze pericolose, ecc... (Riservato agli abbonati)
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mirko
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Iscritto il: 23 nov 2004 20:32
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Possibile che le situazioni estreme della sicurezza sul lavoro girino sempre da queste parti???  :smt013

Apparte questo:

1) voi valutereste il rischio chimico da gasolio (R40) ai sensi del D.lgs 25/02?

2) se si considerereste l'operatore che ci lavora 8 ore a rischio moderato?

3) valutereste il rischio cancerogeno da benzina ai sensi del D.lgs 66/00?

4) se si concludereste che è ecvidente un rischio cancerogeno e fareste istituire il registro degli esposti al MC???

5) che conclusione di rischio (mod o non mod) dareste per la relazione ai sensi del 25/02??? Mederato??

:smt030

Lo chiedo perche3 gli organi di controllo qui stanno giocando con le paroline scritte a buon ragione o torto che sai. :smt027

Ciaoo
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dariop
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Iscritto il: 02 mar 2007 16:32

ciao a tutti...
mi sono appena iscritto ma sembra essere interessante come forum...
ho anch'io lo stesso problema per quattro dipendenti di una stazione di distribuzione carburanti in provincia di milano.
l'ASL è stata tassativa nel richiedere valutazioni specifiche per ogni prodotto chimico...
settimana prossima incomincio.
risposte in pillole alle tue domande:
1) SI
2) NO
3) SI
4) SI
5) NO

ciao a presto...
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mirko
Messaggi: 1026
Iscritto il: 23 nov 2004 20:32
Località: Roma

Ok Dariop siamo perfettamente sulla stessa linea allora.  :smt045
Attendo altri commenti.

PS. Ho letto il protocollo sanitario del MC sapete cosa ho trovato???
Visite mediche per i seguenti fattori di rischio:

- VDT (hanno la cassa con il PC LCD che usano circa 1 ora/giorno);

- rischio chimico moderato (ma che c_ _ _o vuol direre)  

- movimentazione manuale dei crichi (certo quando sollevano a mano i serbatoi da 30 MC di carburante)  

- microclima (forse unico sensato)  

Bhè che dire... parolacce e basta direi. ma tante tante parolacce  :smt013  

Mirko

Mi spiace mirko ma devo tagliare qualche faccina.
Come ho avuto modo di dire in altre occasioni troppe 'emoticons' disturbano la lettura (in un post così 2 o 3 possono bastare).
Colgo l'occasione per ringraziare mirko e tutti gli altri amici del Forum per la straordinaria passione e competenza con cui animano quotidianamente le discussioni nella nostra community.
Un cordialissimo saluto a tutti

Mod :smt039
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maxvannu
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Iscritto il: 17 mar 2006 12:36
Località: Frosinone

Secondo me  oltre al rischio chimico sarebbe da valutare anche il rischio da atmosfere potenzialmente esplosive, applicando le direttive ATEX, cosa ne pensate?

Saluti a tutti
Max
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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

io, vado all'antica, già che l'età me lo permette...
mirko ha scritto:Possibile che le situazioni estreme della sicurezza sul lavoro girino sempre da queste parti???  :smt013

Apparte questo:

1) voi valutereste il rischio chimico da gasolio (R40) ai sensi del D.lgs 25/02?
...beh, se faccio una valutazione, io valuto. Nel senso, si può procedere in due modi, come al solito: misuro, oppure stimo.
Per quanto riguarda la stima, scusami ma il sig. distributore è realmente esposto ai vapori di gasolio e/o di benzina, veramente, solo in due occasioni: quando apre il serbatoio e ci infila il tubo dell'erogatore (che di solito sono anche a recupero vapori, per inciso), e quando sfila il tubo, che però non esce più gasolio, fino all'attimo dopo che ci rimette il tappo. diciamo che è al più un minuto a operazione, mettiamo che sia un distributore di quelli che non si fermano mai, se sommiamo tutti i vari "1 minuto" per ogni fornitura che fanno, al massimo arriviamo a 70-80 minuti in un turno lavorativo. Visto il diametro dell'apertura del serbatoio, e la tensione di vapore a c.n. sia del gasolio per autotrazione che della benzina commerciale, io stimo ci sia una concentrazione dell'ordine di unità di microgrammi per mc, valutando non i 5 cm di emisfera immediatamente a ridosso del buco del serbatotio ma questi 5 cm di emisfera in una emisfera più grande del volume di 1 mc. Aggiungo: il tutto in ambiente aperto e forzatamente ventilato, giacchè ci piaccia o non ci piaccia il movimento dei veicoli crea ventilazione.
Per misurare, bel campionamento almeno di 4 ore addosso al sig. distributore, e speriamo di raggiungere il limite di sensibilità analitica.  Anche se io farei anche dei pads per la verifica dell'adsorbimento cutaneo, di cui sono suscettibili praticamente tutti o quasi i composti organici sia aromatici che alifatici, che francamente mi preoccuperebbe di più specie sull'arto che sorregge l'erogatore: ma un seio campionamento personale rende certamente l'ordine di grandezza dell'esposizione, SE esposizione c'è.
mirko ha scritto:2) se si considerereste l'operatore che ci lavora 8 ore a rischio moderato?

per quel che riguarda i vapori di gasolio, senza dubbio alcuno lo chiamerei irrilevante, fosse solo perchè l'esposizione non dura 8 ore, come ho spiegato prima (sapete tutti quanto odio la definizione di moderato in relazione al rischio chimico)
mirko ha scritto:3) valutereste il rischio cancerogeno da benzina ai sensi del D.lgs 66/00?
La norma relativa all'etichettatura delle sostanze pericolose (cfr. DM 14 giugno 2002, circa 800 pagine) dice che se un qualche prodotto/preparato contiene meno dello 0,1% di una sostanza cancerogena non deve essere classificato come cancerogeno. E dunque no, le benzine che contengono meno dello 0,1% di benzene non possono classificarsi cancerogene. L'ipotesi di esposizione trova notizie attendibili in numerosissimi studi scientifici delle maggiori autorità in tema di tossicologia carcinogenetica, dove il sig. distributore per la sola mansione di  distribuzione presenta spesso un'esposizione di circa 20 volte inferiore al TLV-TWA, e come tale ritenuta molto bassa (il cancerogeno in quanto tale non può mai essere considerato a rischio "moderato")
mirko ha scritto:4) se si concludereste che è evidente un rischio cancerogeno e fareste istituire il registro degli esposti al MC???
per tutto quello che ho detto sopra, no, almeno non per il benzene e soprattutto non per la fase di erogazione del carburante.
mirko ha scritto:5) che conclusione di rischio (mod o non mod) dareste per la relazione ai sensi del 25/02??? Mederato??
....Lo chiedo perche gli organi di controllo qui stanno giocando con le paroline scritte a buon ragione o torto che sai. :smt027
La prima conclusione che mi viene in mente è che i signori che stanno dicendo queste cose è evidente che non si sono mai fatti una giornata sana sana in una distribuzione carburanti, come invece mi sono sorbita io e anche per più giorni, e guarda, a farlo apposta!, proprio lungo i distributori delle autostrade tra venezia e trieste, e precisamente 10 anni fa.
Se uno conosce il mestiere di igienista industriale, o almeno di controllore dell'igiene industriale che è già qualcosina, sa che come primo provvedimento si va sul posto di lavoro, e si chiede, si verifica, si domanda,  si osserva e infine, chi può, si pensa e si riflette.
Il problema del gasolio e/o delle benzine NON è all'erogazione, bensì alla rimessa in moto dei veicoli. E questo perchè l'immissione in aria dei gas-vapori è forzata dal calore e dal funzionamento del motore e non lasciata alla tensione di vapore. Il gasolio e la benzina vengono "bruciati" dai motori, ma sappiamo tutti che l'efficienza di combustione di un motore a scoppio non arriva al 55-60% per i motori più innovativi , e che il gasolio nel motore diesel subisce una serie di degradazioni/ricombinazioni di carattere termodinamico.
Dunque, io ho sì dei reali rischi da cancerogeni, ma rappresentati dagli IPA che vengono espulsi (a volte anche piuttosto massivamente, quando le marmitte si fanno vecchiottine, tanto che mo' si sono inventati il c.d filtroantiparticolato) principalmente nei gas combusti dei motori diesel, e magari da benzene, ma sempre in fase di accensione e partenza del veicolo, giacchè a freddo anche la migliore delle marmitte catalitiche non mi catalizza un bell'accidente e men che mai mi brucia il benzene, e vi dirò, nemmeno il paraxilolo che è il parente stettissimo del benzene e viene utilizzato come antidetonante principe da che il PbTetraetile è stato interdetto nelle benzine. E tanto perchè lo sappiate, la luce solare catalizza la fusione di questi gruppi aromatici semplici (benzene e xileni) in anelli policiclici, cioè appunto IPA. Che non ci sono inizialmente nei prodotti-carburanti, ma che sono "prodotti intermedi" indesiderati e senza alcun dubbio si disperdono nell'ambiente di lavoro dei benzinai.
Allora, quando parliamo di rischio chimico, o ci mettiamo tutti d'accordo su cosa intendiamo, oppure ognuno per sè, il Grande Biologo per tutti e chi ha più santi va in Paradiso.
Gli IPA sono una serie di brutte bestie, ma non sono tutti R45, quindi è bene dosarli in maniera qualitativa e rigorosamente quantitativa, lo stesso vale per gli aromatici monociclici. E occorre monitorarli in funzione del numero di veicoli serviti, così da poter prevedere in via estimatoria da che numero di erogazioni in poi si sfiorano le soglie di rischio effettivo.
Uff, non ce la faccio più... l'avevo detto, io, 5 anni fa, che quel decretaccio era uno sturcio immondo e avrebbe creato solo danni...
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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mirko
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Nofer ha scritto:
mirko ha scritto:3) valutereste il rischio cancerogeno da benzina ai sensi del D.lgs 66/00?
La norma relativa all'etichettatura delle sostanze pericolose (cfr. DM 14 giugno 2002, circa 800 pagine) dice che se un qualche prodotto/preparato contiene meno dello 0,1% di una sostanza cancerogena non deve essere classificato come cancerogeno. E dunque no, le benzine che contengono meno dello 0,1% di benzene non possono classificarsi cancerogene. L'ipotesi di esposizione trova notizie attendibili in numerosissimi studi scientifici delle maggiori autorità in tema di tossicologia carcinogenetica, dove il sig. distributore per la sola mansione di  distribuzione presenta spesso un'esposizione di circa 20 volte inferiore al TLV-TWA, e come tale ritenuta molto bassa (il cancerogeno in quanto tale non può mai essere considerato a rischio "moderato")
Grazie Nofer, grazie per tutti i tuoi "incisi" sull'argomento che sento come il frutto di notevole esperienza in merito.

Però, e correggimi se sbaglio, le benzine non hanno un contenuto in benzene <0,1% bensi tutte le schede dati di sicuezza dicono: Benzene fino a 1% in volume. Poi gli adanno la R45 al punto 15) pertanto escludo questa ipotesi e procederei a valutare il rischio cancerogeno secondo il D.Lgs 66/00.

Per quanto riguarda il registro degli esposti però non sono daccordo. Vabbhè che non lo fa nessuno (nessun MC si prende la bega) ma credo che se leggiamo bene il 66/00 non ci sia tanto da interpretare sul tema e l'istituzione scatta in automatico.

Però attendo conferme autorevoli come le tue.  :smt045

Mirko
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Marzio
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Una Noferlezione Magistrale!  :smt003

Marzio
"Ogni soluzione genera nuovi problemi" (Corollario 7, Legge di Murphy)
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Marzio
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Posto un link che mi pare interessante (tratto da sito istituzionale).

http://www.safetynet.it/attach/content/ ... enzine.doc

Marzio

Aggiungo a quanto gentilmente gia' riportato da Marzio altri due links a documenti presenti nella ns. sezione 'In primo piano':

http://www.sicurezzaonline.it/primop/pp ... erocar.htm

http://www.sicurezzaonline.it/primop/pp ... stacar.htm

Un cordiale saluto a tutti.

Mod :smt039
"Ogni soluzione genera nuovi problemi" (Corollario 7, Legge di Murphy)
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mirko
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Grazie  :smt006
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alessandra
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Ricollegandomi al discorso di Nofer sui rischi riferiti ai gas di scarico, vi allego un sunto (non esaustivo) su alcuni fra i principali inquinanti da traffico urbano, che buttato giù  ad uso degli RLS dei casellanti, vigili urbani e autoferrotranvieri.
Non è esaustiva perché, per es., non ho considerato xilene e toluene e svariati IPA.
Baci, Ale


LE NOCIVITA' DA INQUINAMENTO URBANO


PM (Particulate Matter = Particolato)

Sono particelle solide e liquide sospese in aria, inquinanti sia perché veicolano sostanze nocive sia quando la loro concentrazione è troppo elevata. Sono costituite da polveri, fumo, microgocce di sostanze liquide.
Derivano in buona parte da processi di combustione (tra cui quelli che avvengono nei motori a scoppio, negli impianti di riscaldamento, in molte attività industriali e nelle centrali termoelettriche), ma anche da usura di pneumatici, freni ed asfalto.
Gli effetti dipendono dalle dimensioni (quanto più sono minuscole tanto maggiore è la probabilità che raggiungano gli alveoli polmonari) e dalla composizione chimica.

Dalla dimensione dipende la loro capacità di raggiungere le diverse parti dell'apparato respiratorio:
• oltre i 7 µm (micron): cavità orale e nasale
• fino a 7 µm: laringe
• fino a 4,7 µm: trachea e bronchi primari
• fino a 3,3 µm: bronchi secondari
• fino a 2,1 µm: bronchi terminali
• fino a 1,1 µm: alveoli polmonari

Le  PM10 (Particulate Matter 10) sono particelle con diametro aerodinamico inferiore ai 10 micron (circa 1/6 del diametro di un capello). Rappresentano la frazione respirabile delle polveri. Con analogo criterio sono definite le PM2,5 e le PM1.
Le PM2,5: queste  particelle più fini sono le più interessanti per quanto riguarda gli effetti sulla salute in quanto raggiungono gli alveoli polmonari e sono a diretto contatto con il circolo ematico .

Benzene (C6H6)

Il Benzene è un solvente utilizzato principalmente come antidetonante nei carburanti. La sua presenza nell’aria è dovuta soprattutto alle emissioni di veicoli a benzina tramite tre diversi meccanismi: evaporazione del combustibile durante il rifornimento (1%), evaporazione durante il funzionamento dell'autoveicolo e nel raffreddamento del motore dopo l'arresto (14%), produzione nella combustione del motore (85%) .
L’esposizione continuativa al benzene a basse concentrazioni può causare effetti sul sistema nervoso (mal di testa, spossatezza, vertigini, nausea, inappetenza, tremori) e effetti sul sangue anche in forme gravi: anemia, carenza di piastrine, diminuzione dei globuli bianchi, diminuzione generalizzata delle cellule nel sangue. Sufficiente evidenza di cancerogenicità per l’uomo: riscontrate correlazioni dell’esposizione al benzene con l’insorgere di leucemie, eritomielosi, linfomi, tumori del polmone, mielomi, metaplasie mieloidi .
Fonte:  IARC - International Agency for Research on Cancer. VOL. 29 – 1982 - p. 93.
E’ un cancerogeno di categoria 1, classificato R 45. Fonte: Linee guida delle Regioni e Province autonome- Protezione da agenti cancerogeni e mutageni.

Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)

E’ un gruppo di idrocarburi e di loro composti a tre o più anelli benzenici, molto ampio. Ne sono stati infatti identificati più di cento specie. Si formano dalla combustione incompleta dei carburanti e rappresentano il 30% del totale delle emissioni di idrocarburi nel settore dei trasporti.
La stazione di rilevamento ARPA in via Abete a Rimini ha rilevato nel 2003  la presenza dei seguenti Idrocarburi Policlici Aromatici, dei quali abbiamo ricercato la documentazione sulla nocività:

Fluorantene (CAS 206-44-0): Si è rivelato mutageno in alcuni test sulle colture cellulari (limitata evidenza di mutagenicità). Gruppo 3 IARC . Fonte: IARC VOL.: 32 (1983) (p.355)
Pirene (CAS 129-00-0): Si è rivelato mutageno in alcuni test sulle colture cellulari (limitata evidenza di mutagenicità). Gruppo 3 IARC. Fonte: IARC VOL.: 32 (1983) (p.431)
Benzo(a)antracene (CAS 56-55-3): Sufficiente evidenza di cancerogenicità sugli animali da esperimento (cancro alla cute e alla vescica) . Si è dimostrato mutageno nei test sulle colture cellulari. Gruppo 2 A IARC. Fonte: IARC VOL.: 32 (1983) (p.135)
La Direttiva 98/73 CE classifica tale agente chimico come cancerogeno di categoria 2, Tossico e R45 .
Crisene (CAS 218-01-9): Si è rivelato mutageno in alcuni test sulle colture cellulari e su animali (limitata evidenza di mutagenicità). Gruppo 3 IARC. Fonte: IARC VOL.: 32 (1983) (p.247)
La Direttiva 2003/34/CE classifica tale agente chimico come cancerogeno di categoria 2.
Benzo(b)fluorantene (CAS 205-99-2): Sufficiente evidenza di cancerogenicità sugli animali da esperimento. Gruppo 2 B IARC. Fonte: IARC VOL.: 32 (1983) (p.147)
La Direttiva 98/73 CE classifica tale agente chimico come cancerogeno di categoria 2, Tossico e R45.
Benzo(k)fluorantene (CAS 207-08-9): Sufficiente evidenza di cancerogenicità sugli animali da esperimento. Gruppo 2 B.  Fonte: IARC VOL.: 32 (1983) (p.163)
La Direttiva 98/73 CE (rettifica in Gazzetta ufficiale delle Comunità europee
DEL 8/11/99) classifica tale agente chimico come cancerogeno di categoria 2, Tossico e R45.
Benzo(a)pirene (CAS 50-32-8): Sufficiente evidenza di cancerogenicità sugli animali da esperimento (cancro alla pelle, polmoni, vescica). Gli esperimenti sui topi hanno evidenziato una riduzione della fertilità maschile e femminile. Si è dimostrato mutageno nei test sulle colture cellulari. Gruppo 2 A. Fonte: IARC VOL.: 32 (1983) (p.211)
Tale agente chimico è classificato come cancerogeno di categoria 2, Tossico e R45 (Fonte: Linee guida delle Regioni e Province autonome- Protezione da agenti cancerogeni e mutageni)
Benzo(e)pirene (192-97-2): Si è rivelato mutageno in alcunii test sulle colture cellulari (limitata evidenza di mutagenicità). Gruppo 3. Fonte: IARC VOL.: 32 (1983) (p.225)
Tale agente chimico è classificato come cancerogeno di categoria 2, Tossico e R45 . Fonte: Linee guida delle Regioni e Province autonome- Protezione da agenti cancerogeni e mutageni.
Indeno(1,2,3-cd)pirene (CAS 193-39-5): Sufficiente evidenza di cancerogenicità sugli animali da esperimento (cancro alla pelle a ai polmoni). Fonte: IARC VOL.: 32 (1983) (p.373)
Benzo(g,h,i)perilene (CAS: 191-24-2): risultato mutageno nei test su Salmonella typhimurium. Fonte: IARC VOL.: 32 (1983) (p.195)
Dibenzo(a,e)pirene (CAS 192-65-4): Sufficiente evidenza di cancerogenicità sugli animali da esperimento. Gruppo 2 B. Fonte: IARC VOL.: 32 (1983) (p.327)

Monossido di carbonio (CO)

Gas incolore e inodore, più pesante dell’aria (stratifica in basso) prodotto da combustione incompleta. Nel sangue compete con l’ossigeno nel legarsi all’emoglobina, formando carbossiemoglobina e provocando, di fatto, un soffocamento chimico. E’ letale ad alte concentrazioni. L’esposizione continuativa a basse concentrazioni può causare patologie cardiache e danni al sistema nervoso. Fonte: New Jersey Department of Health and Senior Services.


Ozono (O3)
L’Ozono è un componente dello "smog fotochimico" che si origina soprattutto nei mesi estivi in concomitanza di un intenso irraggiamento solare e di un’elevata temperatura. L’Ozono non ha sorgenti dirette, ma si forma all’interno di un ciclo di reazioni fotochimiche che coinvolgono in particolare gli Ossidi di Azoto e i composti organici volatili. Concentrazioni relativamente basse di Ozono provocano irritazioni alla gola ed alle vie respiratorie e bruciore agli occhi; concentrazioni superiori possono portare alterazioni delle funzioni respiratorie ed aumento della frequenza degli attacchi asmatici. Alcune indagini rilevano una sospetta cancerogenicità per gli animali (cancro al polmone) e genotossicità (alterazione dei cromosomi) . Fonte: New Jersey Department of Health and Senior Services, Revista Cubana de Investigaciones Biomédicas jul.-sep. 2004

Biossido di zolfo (SO2) - anidride solforosa - Gas incolore, dall'odore pungente, prodotto dalla combustione del gasolio (ma anche dell’ olio combustibile e del  carbone), in cui lo Zolfo è presente come impurità.  E' responsabile delle piogge acide. È irritante per le vie respiratorie, tossico per inalazione, e amplifica i suoi effetti tossici in presenza di nebbia, in quanto è facilmente solubile nelle piccole gocce d’acqua che possono arrivare fino in profondità nell’apparato polmonare. È stata rilevata una limitata evidenza di cancerogenicità sugli animali (cancro ai polmoni). L’esposizione cronica può causare mal di testa, nausee, diminuzione dell’olfatto, bronco-costrizione, irritazione bronchiale e bronchite acuta. Può avere effetti sulla fertilità maschile e femminile. Fonte: New Jersey Department of Health and Senior Services

Biossido di azoto (NO2) Si forma in qualsiasi combustione a elevata temperatura dalla combinazione di monossido di azoto (NO) e ossigeno (O2). In condizioni di forte irraggiamento solare provoca delle reazioni fotochimiche secondarie che creano altre sostanze inquinanti Riacutizza le sindromi asmatiche, è irritante per le vie respiratorie, tossico per inalazione, mutageno (genera cambiamenti genetici). È stata riscontrata una limitata evidenza di effetti sulla fertilità femminile. Come il CO anche l'NO2 ossida il ferro dell’emoglobina che perde la capacità di trasportare ossigeno. Fonte: New Jersey Department of Health and Senior Services

Aldeidi
L’aggiunta, nella benzina verde, di Metil ter butiletere (MTBE) ed etil ter butiletere (ETBE) per compensare le capacità ottaniche dovute all’esclusione del piombo, determina una liberazione di Formaldeide ed Acetaldeide. Per quanto riguarda la Formaldeide, è stata dimostrata una sufficiente evidenza di cancerogenicità per gli umani (cancro rinofaringeo).
È un sospetto cancerogeno per la leucemia mieloide, l’adenocarcinoma sinonasale  e per il  carcinoma delle cellule squamose. È un genotossico: sono state trovate alterazioni del DNA nei linfociti di lavoratori esposti. Fonte: IARC 1/09/04
L’Acetaldeide è irritante per gli occhi e le vie respiratorie e può provocare allergie cutanee. È’ stata dimostrate la sua genotossicità su colture cellulari.  C’è sufficiente evidenza di cancerogenicità per gli animali da esperimento (tumori alle prime vie respiratorie). Gruppo 2 B. Fonti: New Jersey Department of Health and Senior Services ; IARC Vol. 71, 1999
Alessandra
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