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Inquinamento microbiologico da impianto di climatizzazione

Archivio sui Rischi di carattere Chimico/Biologico/Cancerogeno.
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ursamaior
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Località: L'isola che non c'è

In un'azienda i lavoratori lamentano bronchiti che, a loro dire (ma perchè escluderlo a priori?), potrebbero essere dovute all'impianto di climatizzazione.
L'azienda in questione ha un contratto di manutenzione che prevede (a quanto mi hanno riferito) una pulizia trimestrale dei filtri (dalle linee guida delle regioni e prov. auton. mi risulta debba essere mensile - ovviamente loro si riferivano ai filtri attraverso i quali si ha direttamente l'immissione dell'aria nell'ambienete interno).
A parte questo, mi hanno chiesto come poter verificare se effettivamente l'impianto abbia potuto dare origine al problema.
Io sinceramente non sono a conoscenza di norme tecniche in tal senso (suppongo debbano consentire una verifica della carica microbiologica). Voi ne conoscete qualcuna? Qualunque suggerimento in tal senso che consenta di dare una risposta al problema è ben accetto.
Grazie
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Ronin
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supponendo che si tratti di impianto di climatizzazione centralizzato (cioè con UTA + canalizzazioni+ bocchette/diffusori).
le tempistiche di manutenzione dei filtri in realtà non sono specificate in nessun documento normativo (se non un veccho libro bianco dell'AICARR); o meglio ci sarebbero le ultime linee guida del novembre 2006, ma queste prevedono un controllo della pressione mensile, che non è una sostituzione (le tempistiche minime di sostituzione sono annuale e biennale, decisamente lasche).

di fatto, ci si dovrebbe adeguare a quello che viene stabilito dal produttore.
noi in ospedale usiamo le seguenti tempistiche:
-filtri piani: pulizia mensile, sostituzione semestrale
-filtri a tasche: sostituzione semestrale
-filtri assoluti: sostituzione annuale

Ma c'è chi usa tempistiche diverse (per esempio sostituzione trimestrale, senza pulizia, oppure pulizia bimestrale), poi dipende pure dall'uso dell'impianto, e da quanto si sporcano i filtri.

Nota che normalmente, a meno che ci siano filtri assoluti (che non credo) il filtro non si trova sul terminale (bocchetta/diffusore), ma sulla macchina (all'uscita della bocca di mandata e/o all'ingresso della presa dell'aria esterna).

Per verificare se ci sono responsabilità dell'impianto si chiama una ditta specializzata (iscritta all'AIISA) e le si fa eseguire una verifica dello stesso, che consisterà in un esame visivo (tramite robot con telecamera) dello sporcamento all'interno dei canali + una campionatura rappresentativa con un certo numero di tamponi, su cui poi si esegue la conta batterica totale; i più "dotati" eseguono anche campioni dell'aria immessa (prelevata direttamente all'uscita del terminale, con un'apposita strumentazione).

I riferimenti normativi sono il documento sui protocolli tecnici di manutenzione del'ottobre 2006, quello sulle linee guida iaq ambienti confinati del 2001, e le linee guida nadca (ACR 2005), che sarebbe l'associazione degli igienisti americani (aiisa è il rappresentante unico in italia), esplicitamente richiamate nelle due linee guida come buona pratica dell'arte.

Direi che, se lo bevessi, mi sarei guadagnato un caffè...
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Ronin
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aggiungo che una verifica positiva (=con livello di sporcamento superiore al massimo previsto di 1 g/m2) obbliga poi alla conseguente pulizia dei canali (il cui costo può facilmente superare quello di costruzione dell'impianto...).
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ursamaior
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Località: L'isola che non c'è

Grazie Ronin, confidavo in una tua risposta.
Preciso e puntuale.
Se preferisci, alla prima occasione ti offro un succo di frutta o (avatar ispirando) un panino....
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Ronin
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già che ci sono, mi guadagno pure la farcitura del panino: nota che anche un campionamento positivo (=che evidenzi contaminazione batterica sopra la soglia) non è indice assoluto di responsabilità dell'impianto, a meno che naturalmente non si rilevino microorganismi patogeni (che ne so, pseudomonas, staffilococco aureo, legionella), cosa che però fortunatamente se c'è un minimo di manutenzione non accade.

Dico minimo perchè nota che il filtro non manutenuto diventa più efficiente (sembra un paradosso, eppure di fatto più si impacca, più aumenta la sua efficienza, insieme alla perdita di carico). Una frequenza di pulizia troppo ravvicinata dunque è perfettamente inutile; è sufficiente quindi che la manutenzione sia regolare, in modo da garantire che non diventi talmente impaccato, da creare fenomeni di bypass (con cioè l'aumento di pressione che fa sì che l'aria trovi più facile infiltrarsi tra le guarnizioni di tenuta, bypassando quindi il filtro).

di solito infatti questo tipo di problemi, anche se da origine a cause, non arriva praticamente mai davanti al giudice, ma viene risolto con indennizzo extragiudiziale, per cui non c'è neppure giurisprudenza di appoggio.
Il che non toglie, ovviamente, che se l'impianto è sporco va pulito (ah, una cosa a cui fare attenzione è che per la pulizia ci si affidi a una ditta iscritta ad aiisa, o comunque almeno vengano usati solo metodi a secco, con spazzole e aspiratori: introdurre umidità nei canali, per esempio per lavarli con uno spazzolone, provoca l'esplosione delle cariche batteriche).
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ursamaior
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Località: L'isola che non c'è

Grazie ancora Ronin, le tue osservazioni sono  una fondamentale conferma.
Queste considerazioni, ad occhio, le avevo fatte anch'io (cosa che non sminuisce affatto il valore delle tue parole che, evidentemente, derivano da una buona conoscenza della problematica) e mi hai aperto un mondo davanti.
Panino, farcitura e, perfino, bevanda pagati (crepi l'avarizia)  :smt033
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