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rischio chimico donna delle pulizie part time in 2 aziende

Archivio sui Rischi di carattere Chimico/Biologico/Cancerogeno.
Questo archivio contiene tutte le discussioni relative ai rischi da agenti chimici/biologici/cancerogeni, schede di sicurezza di preparati e sostanze pericolose, ecc... (Riservato agli abbonati)
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a.mattioli
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Località: Umbria

L'unico riferimento specifico che, con una interpretazione estensiva, mi risulta utilizzabile è l' ART. 4 d.l.gs 626/94:
- Obblighi del datore di lavoro, del dirigente e del preposto
....
5. Il datore di lavoro, il dirigente e il preposto che esercitano, dirigono o sovraintendono le attività indicate all'art. 1, nell'ambito delle rispettive attribuzioni e competenze, adottano le misure necessarie per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ed in particolare:
.....
c) nell'affidare i compiti ai lavoratori tengono conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza;

Tra le "condizioni" potremmo anche inserire le esposizioni extra-lavorative o extra-aziendali, purchè il lavoratore in sede di raccolta anamnestica le faccia presenti al medico competente. Se le esposizioni cumulate comportano un rischio non moderato, anche ai sensi del 2087 del c.c., ecco sussitere l'obbligo di adottare le misure necessarie, tra le quali, appunto la sorveglianza sanitaria.

Saluti
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effenne
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Iscritto il: 18 gen 2005 13:56

La vedo dura... mooolto dura...
Io ci provo, gli faccio questo discorso e poi vi faccio sapere. Anche perchè ho un pò le mani legate dal fatto che me ne sono accorto dopo per puro caso, e le due valutazioni, fatte a distanza di quasi 6 mesi una dall'altra, sono già state consegnate ai clienti e pagate (la mamma è stata contenta del mio lavoro e quando il figlio ha assunto la sig.ra Pallina gli ha detto che doveva fare "tutte quelle cose della sicurezza", e lo ha mandato da me), ed ora non posso dire che ho cambiato idea e di ridramele che le correggo. D'altra parte, non mi immaginavo nemmeno una correlazione simile...
Non c'è mai abbastanza tempo per fare tutto il niente che vorrei (Voltaire)
Pauk_

Buongiorno a tutti, sono un nuovo iscritto e fino ad oggi non sono mai intervenuto ma ho letto con molto interesse molti degli argomenti trattati e sono veramente ammirato dalla professionalità con cui si approcciano.
Purtroppo interverrò solo per fare una domanda anche perchè mi occupo di sicurezza da poco tempo.
In merito all'esposizione ad agenti chimici degli addetti alle pulizie infatti io, adattandomi al modo di valutare i rischi da parte dello studio di consulenza per cui lavoro, l'ho sempre considerata di defoult trascurabile.
Adesso scopro da fabio che lui invece fa dei calcoli... Mi potresti dare qualche indicazione su dove trovare questo modello di calcolo? Grazie
P.S. Lo so che ho molto da imparare e la strada sarà lunga ed ho evitato fino a questo momento di fare domande anche perchè ce ne sarebbero troppe e molto probabilmente banali. Ma questa volta non ho resistito anche perchè stavo giustappunto facendo un DUVR per un appalto per le pulizie.
Ciao
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Mod
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Iscritto il: 04 ott 2004 11:29
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Pauk_ ha scritto:P.S. Lo so che ho molto da imparare e la strada sarà lunga ed ho evitato fino a questo momento di fare domande anche perchè ce ne sarebbero troppe e molto probabilmente banali. Ma questa volta non ho resistito anche perchè stavo giustappunto facendo un DUVR per un appalto per le pulizie.
Ciao
Nessuna domanda e' banale se fatta con discernimento e nel rispetto delle regole auree.
Non si preoccupi e partecipi pure attivamente ai nostri lavori che trovera' da parte dei collaboratori del Forum (compatibilmente con la loro disponibilita' di tempo) un aiuto molto importante.
Un cordiale saluto e benvenuto nella community.

Mod :smt039
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effenne
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Iscritto il: 18 gen 2005 13:56

Non c'è nulla di "ufficiale": c'è tanta roba in giro ed occorre leggersela tutta per poi farsi un'idea di quello che è meglio o che si ritiene tale. Devi anche considerare che, visto l'argomento, risulta difficile utilizzare lo stesso "modello", per esempio, per una impresa di pulizie, per una galvanica, per un laboratorio, per una vetreria, ecc. ecc.
Ti posso dare solo un paio di spunti, altrimenti dovrei scrivere per ore ed ore!
Per i calcoli io adotto gli algoritmi proposti dalle linee guida di diverse regioni. In particolare faccio riferimento al “Modello Applicativo proposto dalla Regione Piemonte per la valutazione del Rischio Chimico” (cerca in internet e lo trovi).
Altro documento che puoi leggerti è "Protezione da agenti chimici - linee guida - Coordinamento tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome", anche questo reperibile con un qualsiais motore di ricerca.
Ti dico di cercarteli in internet solo perchè vedo che non sei abbonato, e quindi non posso nè allegarti il materiale (non lo vedresti) nè dirti dove cercarlo in questo sito (non lo potresti scaricare).
Soprattutto nel caso di imprese artigiane o comunque piccole e medie imprese, secondo me valutare il rischio chimico senza fare dei calcoli è molto approssimativo (per me è spesso impossibile, non ho le basi. A meno che non mi trovi davanti situazioni particolari come per es. sostanze sensibilizzanti)
Non è una critica e non voglio insegnare nulla a nessuno, ma a mio parere e per mia esperienza valutare il rischio chimico per una impresa di pulizia come trascurabile di defoult è un errore piuttosto grossolano.
Non c'è mai abbastanza tempo per fare tutto il niente che vorrei (Voltaire)
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Pauk
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Iscritto il: 05 feb 2008 14:35
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Che fosse approssimativo lo avevo intuito. In realtà il problema mi si era già creato con un'azienda che aveva 2 persone interne per le pulizie e anche lì non avevo preso in considerazione il rischio chimico, comunque grazie anche per la tempestività della risposta
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Mod
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Iscritto il: 04 ott 2004 11:29
Località: Treviso

Mi permetto di segnalare ai nostri abbonati lo special link n. 3 di questa settimana che contiene numerose fotografie relative alle procedure scorrette e a quelle corrette che devono seguire gli addetti delle imprese di pulizie.

Cordiali saluti a tutti e buon inizio di settimana.

Mod :smt039
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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

Il fatto seriamente problematico è che nelle schede di sicurezza, quand'anche esistono visto che per i prodotti del tipo "casalingo" nemmeno a parlarne, non dicono un accidente nè degli eccipienti, nè dei profumanti, a stento ti indicano cose genericissime del genere "tensioattivi" oppure "ammoniaca all'1%", "sali quaternari di ammonio < 5%" e via discorrendo, e diciamo che è una salvezza quando si legge "ipoclorito di sodio" oppure "soda". Ora, anche prescindendo dal fatto che ci sono alcuni componenti comunissimi sia nei detersivi che nei detergenti (giuro, sono cose diverse!) che sono decisamente sensibilizzanti, come il balsamo del perù che è una miscela di resine fenoliche naturali, se non abbiamo idea di cosa dobbiamo considerare come componente a rischio è estremamente improbabile che noi si possa fare una valutazione attendibile. Inoltre, e questo ha una sua valenza specifica, non possiamo neppure valutare gli eventuali effetti sinergici o comunque il livello di esposizione a "miscela".
Questo mi spingerebbe quindi ad ipotizzare che, per il principio di cautela, tutti i rischi siano "non moderato", e però sono la prima a dire che questa è una oggettiva esagerazione.

Personalmente, fermi restanti i DPI per il contatto cutaneo, di solito mi preoccupo più del rischio di "infortunio" per miscelazione di prodotti reattivi, tipo varechina con acido muriatico che sviluppa vapori di cloro gassoso assai tossici, oppure ancora soda e acido solforico, che pure danno una brutta reazione esotermica con sviluppo di vapori assai irritanti, cercando ove possibile di indicare dei prodotti sostitutivi meno reattivi.
Ma anche qui, siamo sempre ai "sembra, si dice", perchè la composizione, per ovvi motivi di segreto industriale, non si riesce quasi mai ad averla completa.

Eccezione insolita ma non rara è rappresentata dai solventi in base organica impiegati per alcune pulizie industriali, dove invece è più facile rintracciare i componenti, ovviamente sempre se ti mollano le SdS. Se guardate in un qualunque sito di detergenti industriali di tipo "sgrassante", scoprirete che quasi tutti hanno un pH decisamente basico (diciamo da 9 a salire). Ora, questo accade se si hanno delle basi forti in soluzione, oppure se sono presenti organici anche a alta volatilità.
Entrambi questi componenti fanno male, in maniera diversa ma comunque male.
Per contro, i prodotti di tipo "disincrostante" in genere hanno pH piuttosto bassi, perchè il grosso è a base di acidi; di solito, prevalente è l'acido ortofosforico (per il calcare, ad esempio), ma ce ne sono anche a base di acido cloridrico, nictrico e solforico (alcuni sturalavandini...). E se io sono tenuta a lavorare sotto cappa in laboratorio anche con le soluzioni diluite di 'sti acidi, tenuto conto che la vedo difficile portarsi appresso una cappa mobile dentro ai bagni, è ragionevole che ci sia una discreta esposizione ai vapori se il prodotto è utilizzato -a botte di decine e decine di ml- in volumetrie confinate e ristrette (come appunto i bagni).
Vi ricordo sempre che il tricloroetilene, chiamasi anche trielina, è un cancerogeno dichiarato (organo bersaglio preminente = reni), che se si usa comprato a kilate in fabbrica bisogna fare il registro degli esposti per D.Lgs. 66/2000, ma se lo comperi a bottigline da 250 ml al supermercato non si deve dire niente a nessuno...
Misteri delle normative.
 
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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a.mattioli
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Iscritto il: 06 lug 2007 19:03
Località: Umbria

Pauk_ ha scritto:Buongiorno a tutti,
In merito all'esposizione ad agenti chimici degli addetti alle pulizie infatti io, adattandomi al modo di valutare i rischi da parte dello studio di consulenza per cui lavoro, l'ho sempre considerata di defoult trascurabile.
Adesso scopro da fabio che lui invece fa dei calcoli...
Attenzione all'uso degli algoritmi, a volte portano fuori strada. Un consiglio: per il rischio chimico, come per qualunque altro rischio per la salute (non per la sicurezza), coinvolgi il medico competente ed affida a lui l'ultima parola, moderato/non moderato, rischio cancerogeno si/rischio cancerogeno no.
Sul rischio chimico0, peraltro, tutti si sono finora tenuti alla larga dal definire criteri utilizzabili sul campo per poter definire il rischio "moderato".
La tutela della salute dei lavoratori implica l'interdisciplinarietà, non la confusione dei ruoli.
Saluti
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