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Rischi di natura psicosociale

Archivio Medicina del Lavoro/Registro infortuni/Strutture sanitarie.
In questa sezione vengono riportate tutte le problematiche inerenti la medicina del lavoro, gli infortuni e le strutture sanitarie (Riservato agli abbonati)
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ugo
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Iscritto il: 27 ott 2005 03:16

la discussione è molto interessante... ci vorrebbe uno psicologo del lavoro... io provo a contattare uno e vediamo se ha voglia / tempo di intervenire...

un saluto a tutti
la cultura del dono e il gioco della reputazione costituiscono il modo ottimale a livello globale per cooperare verso la produzione (e la verifica!) di lavoro creativo di alta qualità - E. S. Raymond
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ursamaior
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Iscritto il: 16 dic 2004 14:01
Località: L'isola che non c'è

X Ronin
La tua definizione di scienza è riduttiva ed antiquata.
ragioni secondo un modello meccanicistico di causalità lineare che scinde le singole parti di un tutto. Dovresti usare un modello di causalità circolare che renda ragione della complessa interazione tra le parti: non puoi cercare il fattore dal quale scaturisce la conseguenza (modello lineare tipico delle applicazioni comuni delle scienze ingegneristiche e matematiche) ma devi cercare il complesso dei fattori dai quali si delinea l'interdipendenza e l'interrelazione dei fenomeni di un sistema (per esempio le teorie matematiche sulla comunicazione: I cibernetica - scuola di Palo Alto, della quale fanno parte anche i matematici e che se non sbaglio è stata fondata da un biologo, divenendo una delle scuole più importanti per la psicologia moderna).

la realtà ingegneristica che siamo abituati a toccare con mano è fatta di fenomeni, ciascuno dei quali è in grado di produrre una conseguenza immediata che spesso da sola è capace di darci immediata misura del tutto. Ma quando il fenomeno è infinitamente complesso (a livello cosmico per esempio o se si parla di qualcosa di simile al cosmo come complessità, ad esempio il cervello) ragionare con modelli semplici di causa-effetto non porta a risultati apprezzabili.

La psicologia è una scienza, ma con un approccio diverso da quello che tu delinei e che noi tutti siamo abituati a conoscere.
Per ultimo, capovolgo il tuo ragionamento affermando che l'oroscopo, la psicologia e la statistica potrebbero NON prenderci al 100% (le probabilità 0 e 1 sono asintotiche), ma la statistica resta sicuramente una scienza

X Catanga
Puoi postare un esempio di Survey così capisco che intendi?

X Ugo
Se dicevi sul serio, fallo
Lo Stato è come la religione: vale se la gente ci crede (Errico Malatesta)
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ugo
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Iscritto il: 27 ott 2005 03:16

attendiamo un attimo... ho appena fatto la mail! :-)
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Marzio
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Iscritto il: 14 ott 2004 16:38
Località: Pordenone

E' un dibattito antico ma non antiquato. La psicologia è scienza? Probabilmente (concordo con Ronin) no.
Non è possibile, a differenza delle altre scienze sperimentali, sottoporla a verifica. Non è, come dice Popper, "falsificabile". Non è possibile infatti ipotizzare scenari di verifica sperimentale con i quali testare le ipotesi fatte.

Ciao

Marzio
"Ogni soluzione genera nuovi problemi" (Corollario 7, Legge di Murphy)
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mirko
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Iscritto il: 23 nov 2004 20:32
Località: Roma

Concordo con Marzio sulla psicologia e da qui i miei interventi sopra.
Ad Ursamaior dico che i suoi interventi sono interessanti ma alla figura dello psicologo del lavoro proprio non riesco ad arrivare.
Il mio discorso sarà sembrato pure da imprenditore, che non sono poiche le mie origini sono quelle di accanito RLS.
Il mio è solo un ragionamento che mi conduce spesso a pensare che forse, e dico solo forse, si sta esagerando con certi aspetti della sicurezza sul lavoro e intanto le morti continuano.
Ribadisco che lo psicologo del lavoro io lo tirerei in ballo in caso di malattia, infortunio, ecc.. ma solo in sede di processo poiche le figure che devono fare prevenzione in azienda sono già molte, capaci perchè debitamente preparate e spesso anche brave.

Il problema è far tirare fuori i soldi e la voglia al DdL per fare la benedetta prevenzione che mi taglierebbe fuori un mare di "c_ _ _ _ _e" sui cui a volte si discute.

Ripeto il rischio psicosociale lo ha introdotto chi ha introdotto i nuovi contratti di lavoro atipici, per cominciare. Quindi se la prevenzione non c'è stata dapprima noi poveri valutatori che possiamo fare??

Buona giornata, scappo a vedere come organizzare un DdL con 5 sedi operative e 50 dipendenti che ad oggi non ha fatto nulla di 626.

Mirko
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Mod
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Iscritto il: 04 ott 2004 11:29
Località: Treviso

Mi raccomando a tutti di 'rientrare', se vi e' possibile, nell'oggetto preciso del thread altirmenti rischiamo di dare vita a divagazioni di carattere filosofico/scientifico (pur interessanti) che fanno, alla fine, perdere il filo della discussione.
Se fosse necessario qualche ulteriore intervento 'moderatamente off topic' c'e', ovviamente, ancora spazio ma sarebbe buona cosa centrare comunque, con le repliche che seguiranno, il 'focus' del dibattito.
Vi ringrazio anticipatamente per la collaborazione e vi saluto cordialmente augurandovi un buon week-end.
 
Mod :smt039
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Ronin
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Iscritto il: 07 apr 2006 19:09

Marco ha scritto:... ma non esistevano le Scienze esatte (come la Matematica) e le Scienze umanistiche ?
sinteticamente no. scienze umanistiche è un ossimoro inventato dagli umanisti. la definizione corrente di scienza è quella che ho riportato.
gli psicologi, naturalmente, sono "più avanti", e quindi sostengono che è una definizione insufficiente, limitante, e via blaterando.
Questo perchè non si rendono conto che sono appunto limitazioni volute, che consentono alla scienza di essere tale (nel senso moderno del termine), invece che essere filosofia.

E per la verità non esistono neppure le scienze esatte (non dimentichiamo l'immortale massima di bertrand russel: tutte le scienze esatte sono dominate dall'idea dell'approssimazione).
Men che meno la matematica, che tra l'altro, come alcuni sapranno è totalmente sbagliata e illogica (russell stesso, tra parentesi quello sì era un uomo, dopo aver concluso i suoi principia matematica, lo dimostrò mirabilmente, come sa chi conosce la questione delle classi): la tolleriamo solo perchè abbiamo verificato sperimentalmente che funziona.

La statistica è una scienza; le sue previsioni espresse come "percentuale di prenderci" sono verificabili. Il suo margine di approssimazione però è talmente ampio che raramente si dimostra utile nel campo della tecnica.

Chiedo nuovamente perdono al mod per l'OT, è un peccato che il forum non abbia i messaggi privati, altrimenti avrei risposto a Marco in questo modo.

Non ci sono problemi se riusciamo a far 'rientrare', con i prossimi messaggi, il thread.
Segnalo che comunque potete scambiarvi opinioni anche tramite e-mail (ammesso che la persona con cui volete interloquire abbia attivato la mail).
Ricordo poi a Marco che una nostra mail inviata al suo indirizzo ci e' stata respinta.
Nel caso volesse essere contattato da partecipanti al Forum e/o da noi dovrebbe reinviarci un nuovo indirizzo attivo che poi provvediamo a sistemare il suo account.
Cordiali saluti

Mod :smt039
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ursamaior
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Iscritto il: 16 dic 2004 14:01
Località: L'isola che non c'è

mirko ha scritto: Ribadisco che lo psicologo del lavoro io lo tirerei in ballo in caso di malattia, infortunio, ecc.. ma solo in sede di processo poiche le figure che devono fare prevenzione in azienda sono già molte, capaci perchè debitamente preparate e spesso anche brave.
Rientro in topic anche se sarei tentato di aggiungere qualcosa su quanto sinora detto.
Non capisco come si possa fare prevenzione di un rischio che non si conosce. Io personalmente non ho la più pallida idea su come si previene concretamente il burn-out, perchè sinceramente  sono convinto che le indicazioni che noi tutti conosciamo (cicli di lavoro malleabili, turni flessibili, ecc.) siano uguali ad affermare che per prevenire un'ipoacusia non deve esserci rumore. Dal punto di vista teorico è esatto, ma è inapplicabile praticamente
Lo Stato è come la religione: vale se la gente ci crede (Errico Malatesta)
mirko.

per ursamaior:
Appunto cosa vuoi farne dello psicologo? togliamo altri € al DdL magari al posto di sostituire un macchia rumorosa?

Ciao
Michela

Ciao a tutti,
Ugo mi ha chiesto gentilmente se potevo intervenire ed eccomi qua..anche se un po’ in ritardo.
Mi fa molto piacere leggere le vostre considerazioni e apprezzo il fatto che inizia a farsi strada una visione “olistica” della sicurezza con la consapevolezza che se non si “interviene” sull’uomo e soprattutto con l’uomo che lavora occupandosi dei comportamenti oltre che degli fattori oggettivi che invalidano il sistema ambiente di lavoro, è difficile fare prevenzione.

Problema rischi psicosociali. In effetti il problema è complesso proprio in virtù del fatto che questa categoria di rischi contempla l’aspetto soggettivo dell’uomo (infatti il livello di stress o B.O. non è lo stesso per tutti lavoratori anche se esposti allo stesso fattore di rischio).
Nonostante ciò è possibile attivare determinati approcci alla valutazione del rischio che effettivamente sono di competenza specifica dello psicologo.
Ci sono diversi modelli che è possibile contemplare e, a seconda del modello scelto, definire un progetto di ricerca-intervento con la scelta dei relativi strumenti utili per la rilevazione e valutazione del fenomeno (uno fra tutti il modello di Karasek e Teorell già indicato da un collega nel forum).
In genere si tratta di utilizzare Analisi di clima, check list che permettono la rilevazione dei sintomi fisici e psicologici, questionari specifici e test di valutazione del livello di stress.
In questo ambito risulta preziosissima la collaborazione attiva con il medico competente in quanto detentore di importanti informazioni sullo stato psico-fisico dei lavoratori che potrebbe aiutare soprattutto ad orientare la parte di intervento anche se alle volte solo in termini di prevenzione terziaria.
Non per tirare acqua al mio mulino, ma concordo con chi sostiene che la figura dello psicologo del lavoro sarebbe d’aiuto (se non  indispensabile nelle fasi operative di rilevazione e interpretazione dei dati) anche per permettere una visione a 360° del tema sicurezza (basti pensare quanto sarebbe importante lavorare sulla Motivazione del lavoratore a mettere in atto comportamenti orientati a garantire la sua sicurezza o capire perché anche se dotato di tutti i dispositivi di protezione, continua ad infortunarsi….e così via).
Non dimentichiamoci però, che prima di attivare qualsiasi approccio alla sicurezza è importante che in azienda ci sia una cultura della sicurezza, che ci sia un management che sostenga una politica attiva su questo fronte…una volta di più se si parla di rischio psicosociale.

Spero di avere contribuito un po’…
Saluti a tutti

Michela - TS
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