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Sostanze ototossiche

Archivio Rischi da agenti fisici: Rumore (D.Lgs. 277/91) e Vibrazioni (D.Lgs. 187/05).
Sezione in cui vengono archiviate tutte le discussioni inerenti il rumore e le vibrazioni negli ambienti di lavoro (Riservato agli abbonati)
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Marzio
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Ad un corso cui ho partecipato l'altro giorno è emersa la proposta di correlare la valutazione di rischio chimico per le sostanze ototossiche alla valutazione del rischio rumore. Che ne pensate? E' possibile a vostro avviso, nel caso il rischio chimico sia valutato "moderato", ritenere valida tale valutazione anche per le sostanze/preparati ototossici?

Ciao

Marzio
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manfro
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ciao marzio.
personalmente, anche se il rischio chimico (ex D.Lgs 25/02 di cui attendiamo ancora notizie) è moderato, segnalo nella relazione fonometrica la presenza di sostanze potenzialmente ototossiche per formazione degli addetti e soprattutto per il MC che ne dovrà necessariamente tenere conto nei controlli periodci.
L'eventuale presenza di sostanze ototossiche la rilevo ovviamente dalla SDS del prodotto controllando i singoli agenti chimici contenuti (punto 2 scheda).
Qui comunque la solita Nofer, se ha tempo, vedrai come si sbizzarrirà....
:smt006 manfro
"lasciate il mondo un po' migliore di come l'avete trovato." BP
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mirko
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Non mi sembra proprio che il 195 parli di rischio chimico moderato e/o non moderato.
Si parla invece di interazione tra rumore e ototossici che è altra cosa.
Gli ototossici sono molti è spesso presenti nei luoghi dove c'è rumore quindi, una volta individuati e individuata l'esposizione (se l'esp. non c'è il rischio nemmeno) li comunichiamo al MC il quale, a fronte dei valori di rumore da noi dichiarati, trae le sue conclusioni che noi rimentteremo in valutazione.

Non mi sembra cosa difficile se il MC è bravo e partecipa altrimenti lo è.

Ciao
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Renato
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Però è anche vero che rischio chimico moderato dovrebbe voler anche dire no sostanze ototossiche pericolose. Il che modo  la presenza di rumore potrebbe alterare i risultati di un rischio chimico (?).
" - internet  + cabernet "
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Nofer
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quaggiù nella profonda Terronia c'è un detto che mi sembra si attagli particolarmente alla discussione:
"Abbancante, vvai bbuono carreco..." che si traduce in " se già a vuoto sei ben carico...", nel senso che uno già ha le orecchie con della pressione fastidiosa che ci preme sopra, se ci aggiungiamo anche che in corpo gli gira roba che danneggia in qualche modo la funzionalità uditiva...
Per anni, più di 30 anni fa, si è sostenuto che il monossido di carbonio fosse ototossico oltre che potenzialmente letale. Pensate che addirittura l'ENPI (buonanima!) come ASP di monitoraggio per l'esposizione a monossido di carbonio e/o diagnostica differenziale proponeva l'esecuzione di esame audiometrico! Un bel giorno, però, qualcuno si rese conto che quelli maggiormente esposti a monossido di carbonio erano coloro che lavoravano negli altoforni... dove se ti va bene il Laeq è di 93-95 dB(A).
Il qualcuno in parola portò come paragone il fatto che nei fumatori la percentuale di otopatia neurosensoriale era del tutto sovrapponibile a quella dei non fumatori, in assenza di ulteriori fattori otolesivi.
E si fece la grande scoperta che è il rumore che rende sordi, più o meno.
Attualmente, gli studi e ricerche di tossicità delle sostanze sono portati avanti su basi un po' meno empiriche, anche se sempre molto epidemiologiche, e soprattutto si basano su osservazioni più in vitro che in vivo, nel senso che si hanno le possibilità, sconosciute fino a metà del secolo scorso, di poter simulare e monitorare in vitro i meccanismi biochimici e biofisici di azione delle sostanze.
In tanti anni di mestiere, gli unici verniciatori per di più sordi con andamento dell'audiometria riferibile a otopatia da rumore che ho beccato sono sempre stati quelli con le pistole a spruzzo (e teniamo presente che era normale avere il compressore proprio affianco a dove si lavorava); in compenso ne ho beccati altri con ipoacusie pantonali, ma in genere troppo anziani per poter fare un distinguo tra la potenziale eziologia neurotossica e la presbiacusia -magari precoce-. Parlo di verniciatori, perchè buona parte delle sostanze ototossiche utilizzate nei cicli di produzione industriale sono in prevalenza impiegate come fase solvente (o diluente, anche) delle vernici, oltre che nella produzione di resine stiroliche su supporti vari (lavorazione un tempo piuttosto rara ed oggi invece più che diffusa)
Poi, ho visto un cuoco sordo, ma lo era anche il fratello ragioniere in banca (ne ho già parlato tempo fa), ho visto diversi cacciatori tentare l'indennizzo INAIL e alcuni ci sono anche riusciti pur avendo ipoacusie monolaterali, e tanti, ma proprio tanti, giovani patiti dello stereo a tutto volume in macchina e anche in cuffia, con ipoacusie nettamente neurosensoriali da rumore: e facevano gli assicuratori, i commessi di grande magazzino, i propagandisti farmaceutici, i rappresentanti...
Concludendo: segnalare la presenza di sostanze potenzialmente ototossiche, sì, è indispensabile per una corretta valutazione da parte del MC. Ma fino a che da un lato non ci decideremo a misurare/valutare anche la composizione spettrale del rumore, e dunque l'energia complessiva davvero in gioco, e dall'altro a misurare con serietà le esposizioni a composti chimici quali che siano, non avremo nemmeno un briciolo di dato scientifico per poterci mettere a valutare le eventuali correlazioni. Sappiamo, per ora e se continua così anche dopo, che se io espongo un organo bersaglio all'azione concomitante di diversi fattori di rischio per quel determinato organo, ho maggiori probabilità che si manifesti un danno dell'organo stesso. Si chiama sinergia, ed è nota da tanto tempo.
Ma magari non c'è bisogno di una legge per dire che una vettura con le ruote trasparenti e pochissimo carburante probabilmente si fermerà dopo un po' che cammina.
:smt003
Nofer
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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Marzio
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mirko ha scritto:Gli ototossici sono molti è spesso presenti nei luoghi dove c'è rumore quindi, una volta individuati e individuata l'esposizione (se l'esp. non c'è il rischio nemmeno)
Permettimi Mirko, dire che esiste il rischio solo semplicemente perchè esiste un'esposizione mi pare troppo conservativo. Ci sarà pure una differenza tra un'esposizione a 0,00001 mg/mc ed una a 10 mg/mc. La mia considerazione andava in questa direzione, come ha rilevato Renato.

Riformulo: esiste una soglia di accettabilità al di sotto della quale l'esposizione ad ototossici si può ritenere trascurabile? E se esiste perché non correlare tale valutazione alla valutazione di rischio chimico?

Marzio
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mirko
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Per Marzio:
Ok con il discorso sull'esposizione, ovviamente. Ma per dire ciò che dici devi prima misurare le esposizioni altrimenti ribadisco quanto detto prima (se c'è un esposizione ad un pericolo c'è anche un rischio, ovvero rischio 0 che non esiste e bla bla bla...).
Non credo proprio che esista una soglia di accettabilità al di sotto della quale l'esposizione ad ototossici si può ritenere trascurabile.
Se è ototossico è ototossico anche se preso a piccole dosi.


Per Nofer:
Di valutazioni del rumore con tanto di spettri ne facciamo e come ma poi il MC non fa quello che dovrebbe fare con gli ototossici (anche perchè secondo me è moltoooooo difficile).
Questo almeno nelle piccole Aziende (carrozzerie, falegnamerie, officine, ecc..) ovvero, credo, nell'80% delle Aziende Italiane.
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Marzio
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mirko ha scritto:Non credo proprio che esista una soglia di accettabilità al di sotto della quale l'esposizione ad ototossici si può ritenere trascurabile.
Se è ototossico è ototossico anche se preso a piccole dosi.
Quindi il criterio è di assimilare gli ototossici ai cancerogeni (privi anch'essi di soglia)? No, non siamo nella giusta direzione.

Saluti

Marzio
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mirko
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Marzio ha scritto: Quindi il criterio è di assimilare gli ototossici ai cancerogeni (privi anch'essi di soglia)? No, non siamo nella giusta direzione.

Saluti

Marzio
Ciao Marzio,
ti risulta, percaso, che le caratteristiche di ototossicità di una sostanza possano essere influenzate da limiti di concentrazione?
Oppure ti risulta percaso che il danno che queste recano all'apparato uditivo sia influenzato dalle concentrazioni/entità dell'esposizione?

Le risposte, si o non che siano, per quello che ne so io non sono ancora mai state documentate in nessuno studio scientifico (smentiscimi se cosi non è).

Quindi credo che in questo caso, e sino a prova contraria, sia bene utilizzare il criterio della "massima prevenzione" e considerare sempre l'esposizione a ototossici (che sia 0,001 o 1 mg/mc) come fattore "aggravante" dei danni da rumore.
Poi, è mi ripeto, il MC e solo LUI (la materia è prettamente medica) trarrà le sue conclusioni in merito al rischio "personale" di ogni lavoratore a rumore in presenjza di ototossici.

Proprio due giorni fa abbiamo avuto un lungo colloquio in merito con un "mostro sacro dell'ISPESL" in materia di rumore e vibrazioni.
Lo stesso la pensa nello stesso modo ed esclude i vari discorsi di rischio chimico moderato-non moderato per le valutazioni di cui al 195/06.

Dal tronde, scusa se te lo chiedo, come pensi di associare il discorso 195 e mod. non mod. del 25/02??? Per esempio?
Se fosse rischio moderato vorresti dire che allora il problema degli ototossici non influenza l'aggravamento dei danni da rum ore?? secondo noi è sbagliato.

Bello il tema, complimenti per averlo "lanciato"

Ciao
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Marzio
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Mirko, io sto semplicemente cercando di capire a cosa possa servire l'indicazione di ototossicità.

Che esistano studi scientifici sull'argomento lo ritengo scontato; qualcuno dovrà aver pur dimostrato in qualche studio che un solvente ha effetti sull'udito. Quello che purtroppo mi sfugge è a cosa serva tale informazione se non possiamo darne una valutazione. Inoltre, se mi dici che anche l'ISPESL brancola nel buio... bé comincio a preoccuparmi...

Devo dire tuttavia che adottare il principio di precauzione mi trova concorde se di fatto serve a fornire semplicemente un'informazione in più al MC; diverso e se da questa constatazione derivano obblighi cogenti (ed onerosi)per il datore di lavoro (per esempio il MC decide di portare la periodicità delle visite mensile o che so altro). In questo caso dobbiamo darci una misura di esposizione al di sotto della quale ritenere il rischio trascurabile altrimenti considereremo anche la segretaria che usa il "bianchetto" in ufficio soggetta a 195 dato che "può essere esposta ad ototossici".

Ciao

Marzio
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