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onde radio

Archivio Impianti Tecnici (L. 46/90)/Atmosfere Esplosive (ATEX)/Radiazioni.
In questo archivio sono riportati tutti i posts relativi agli impianti elettrici, termotecnici, impianti a gas e a pressione, tutte le discussioni sulla direttiva ATEX e le radiazioni (Riservato agli abbonati)
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ameliaa
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Iscritto il: 18 mag 2005 18:56

Vi propongo un quesito:
una società di vigilanza sta preparando le carte per la certificazione ambientale. Tra i possibili rischi ambientali è stata inserita la generazione continua di onde radio, prodotte dai numerosi ripetitori utilizzati per la sorveglianza antifurto di banche, attività commerciali, ecc.
Esiste effettivamente un riferimento normativo che comprenda tale tipo di inquinamento ambientale?
Grazie a tutti.
Ameliaa
Renato

A proposito, è in arrivo la nuova direttiva 2004/108/CE

http://europa.eu.int/eur-lex/lex/LexUri ... 240037.pdf

che sostituirà la 89/336/CE

http://www.regione.sicilia.it/turismo/t ... 36-CEE.pdf

La Direttiva è stata recepita con:

D. Lgs. 4 dicembre 1992, n. 476  "Attuazione della direttiva 89/336/CEE del Consiglio del 3 maggio 1989 , in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità elettromagnetica, modificata dalla direttiva 92/31/CEE del Consiglio del 28 aprile 1992". Ai sensi dell'art. 6 di tale D.lgs. è stato emanato il  D. M. del 30/12/1993  "Elenco delle norme armonizzate sulla compatibilità elettromagnetica".

D.Lgs. 12 novembre 1996, n. 615: "Attuazione della direttiva 89/336/CEE del Consiglio del 3 maggio 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità elettromagnetica, modificata ed integrata dalla direttiva 92/31/CEE del Consiglio del 28 aprile 1992, dalla direttiva 93/68/CEE del Consiglio del 22 luglio 1993 e dalla direttiva 93/97/CEE del Consiglio del 29 ottobre 1993".

Si veda la Circolare 27 gennaio 1997, n. 157056: "Direttiva n. 89/336 - Compatibilità elettromagnetica (decreto legislativo n. 476/1992, modificato con decreto legislativo n. 615/1996). Chiarimenti per le imprese".

http://www.sicurezzaonline.it/leggi/leg ... indice.htm

Le disposizioni della presente direttiva non si applicano ai veicoli a motore a due o tre ruote, secondo quanto disposto dall'art. 9  della direttiva 97/24/CE.

ciao
R
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serafino
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In attesa dl 2008, data entro la quale dovrebbe essere recepita la direttiva 40/2004, un punto di un certo interesse è il seguente articolo tratto dalla L 36/2001


Art. 12.
(Apparecchiature di uso domestico, individuale o lavorativo)

1. Con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della sanita', previo parere del Comitato e sentite le competenti Commissioni parlamentari, sono stabilite, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, tenendo conto anche degli orientamenti e degli atti dell'Unione europea in materia di inquinamento elettromagnetico, tutela dei consumatori e istruzioni per l'uso dei prodotti, le informazioni che i fabbricanti di apparecchi e dispositivi, in particolare di uso domestico, individuale o lavorativo, generanti campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sono tenuti a fornire agli utenti, ai lavoratori e alle lavoratrici, mediante apposite etichettature o schede informative. Le informazioni devono riguardare, in particolare, i livelli di esposizione prodotti dall'apparecchio o dal dispositivo, la distanza di utilizzo consigliata per ridurre l'esposizione al campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico e le principali prescrizioni di sicurezza. Con lo stesso decreto sono individuate le tipologie di apparecchi e dispositivi per i quali non vi è emissione di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, o per i quali tali emissioni sono da ritenersi cosi basse da non richiedere alcuna precauzione.

In sintesi, il costruttore dovrebbe fornire le condizioni di uso ed installazione atte a minimizzare l'esposizione umana ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici da 0 Hz (ma che campo ho a 0 Hz?) fino a 300 GHz.

Se tali indicazioni non sono presenti, è necessario eseguire delle misure e prendere sufficienti accorgimenti per ridurre entro limiti accettabili l'emissione.

Per quanto concerne i limiti, suggerisco l'adozione di quelli indicati nella direttiva sopracitati per completezza e dettaglio, magari ridotti di un ulteriore 10-15% per cautelarmi con l'italico gioco al ribasso.

I metodi di misura sono descritti nelle guide CEI del gruppo 211, ed in particolare nella 211-7

Attenzione : la conformità alle direttive europee 89/336, 73/23, 98/37 non dà alcuna garanzia al proposito.

Sul manuale devono chiaramente essere indicati i valori di esposizione determinati (ad esempio SAR). Se da poco hai acquistato un cellulare o un cordless, sul manuale dovresti trovare questi dati, in modo da fartene un'idea.

Nota tecnica : qualsiasi conduttore percorso da una corrente oscillante ( frequenza non nulla) provoca nel suo intorno un campo elettromagnetico. Alle basse frequenza la componente prevalente è magnetica, mentre all'aumentare della frequenza aumenta la componente elettrica. Ergo tutti gli utilizzatori di energia elettrica (in certi casi anche a batteria, a causa della circuiteria interna) possono emettere campi EM o meglio NIR (Non Ionizing Radiations).

Sono stato logorroico ma spero chiaro

Amen
Renato

Giusta la precisazione di Serafino; per quanto velocemente  passi il tempo, manca ancora un po' al 2008, entrata in vogore della nuova direttiva EMC.
Mi permetto invece di correggere dove affermi che solo la corrente alternata  produce campo.
In realtà anche la corrente continua produce campo magnetico, infatti esistono i motori ed i relè in corrente continua (0 Hz). Come si realizzi fisicamente il fenomeno mi rimane ancora misterioso.

Per chi avesse poca confidenza con l'energia elettrica spiego che la corrente continua è costante ed unidirezionale, scorre solamente dal polo positivo a quello negativo.
Quella alternata invece cambia continuamente il "senso di marcia"
(semplificando all'osso è come se uno girasse continuamente la batteria della radio :-))
Il numero di volte al secondo con cui cambia la direzione della corrente e definita "frequenza" ed è espressa in Hertz (Hz).


ciao
R
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Mauro
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non esistono limiti di carattere ambientale relativi alle radiazioni non ionizzanti.

Secondo me e' necessario differenziare tra tre diverse discipline o ambiti:
1) l'esposizione umana
2) l'inquinamento abientale
3) la compatibilità eòettromagnetica

Per quanto mi risulta, non esistono limiti di campo, se non riferiti a cio' che il campo stesso puo' provocare negli uomini o su altre macchine che funzionano elettricamente. E questo si deduce dal fatto che tutti i limiti, che siano espressi in V/m o in A/m o in Gauss o in Tesla, sono sempre ricavati da un valore di SAR associato. Inoltre, quasi tutte le misure che non attengano a questioni di compatibilità, vengono eseguite mediando sull’area equivalente del corpo umano e su un qualsiasi intervallo di 6 minuti.

Credo che quando si parli di rischi ambientali, i valori limte debbano essere indipendenti dalla presenza umana.

Buon lavoro

Mauro
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Nofer
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mauro ha scritto:Credo che quando si parli di rischi ambientali, i valori limite debbano essere indipendenti dalla presenza umana.
Lo credo anche io, così come credo che sulle NIR ne sappiamo ancora troppo poco. E siccome Mauro, da buon esperto qualificato quale è, non ha mai litigato ferocemente con la fisica (nel mio caso, ha vinto lei...) e dunque sa bene quel che dice, se lui dice "non c'è valore limite se non per i riferimenti all'essere umano", buona la prima, e l'ambiente porti pazienza. La dicotiledone che (per ipotesi) assisterà impotente alla formazione di semi infertili imprecherà in silenzio.
OK; chi lo va a dire a quelli che "contano" e quindi ci decidono addosso?
Nofer
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serafino
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Credo che sarebbe molto più corretto non parlare affatto di EMC.

Infatti a parte il fenomeno fisico correlato, i due problemi non hanno reali connessioni in termini tecnici (es. stime, misure, valutazioni etc).

Se siamo in presenza di fenomeni statici dovuti a correnti continue od all'accumulo di cariche elettrostatiche, non siamo in presenza di un fenomeno radiato (NIR) ma di un fenomeno elettrostatico (esempio carica elettrostatica).

Ora il legislatore (italiano) ha voluto buttare dentro i fenomeni compresi da 0Hz a 300GHz, ossia si è coperto le spalle alla grande.

La CEI 211 e pure la direttiva 40/2004 partono già da 10Hz (molto cautelativi comunque) perchè a 0 Hz, a meno che no mi trovi fisicamente immerso in un campo elettrostatico ( che ne so, all'interno di un acceleratore di particelle ad esempio) non si hanno fenomeni realmente tangibili. O meglio, ti becchi la famosa "scossa" se tocchi una superficie carica elettrostaticamente.

La guida CEi è fatta da tecnici....

Aggiungerei un'altra considerazione : l'inquinamento elettromagnetico è tangile in ambiente se e solo se la presenza umana (o animale) è persistente : l'effetto microonde o raggi X è una degenerazione in frequenza ed in potenza di ciò che è una NIR.

Purtroppo siamo troppo preoccupati delle stazioni radio base e degli elettrodotti per pensare ai rasoi da barba, ai cordless, etc che sono a diretto contatto con il viso e la testa, ovvero le parti più sensibili del corpo umano.

PS : le parti più sensibili sono gli occhi ed i genitali maschili (aimè) perchè ricchi di capillari.
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Mauro
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... dunque...

siamo ovviamente daccordo sul fatto che compatibilita' elettromegnatica ed effetti biologici non abbiano nulla a che vedere.

non sono invece daccordo sul fatto che un campo statico sia al di fuori dell'argomento di cui stiamo trattando. La frequenza zero non e' che una delle frequrenze possibili. A tale frequenza particolarissima avvengono fenomeni diversi che ad altre, cosi' come diverse sono le cose che accadono a 50 Hz o a 1,8 MHz. Peraltro, molti tecnici di RMN ne sanno qualcosa, dato che oramai spesso li fanno girare con dei dosimetri personali.

Ora, avrei desiderio di scrivere un sacco di cose al riguardo, ma credo che nulla meglio dei due link qui sotto potranno spiegare quello che vorrei dire

http://www.icnirp.org/documents/emfgdl.pdf

http://www.icnirp.org/documents/static.pdf

Comunque, esistono validi motivi per cui emettere norme per campi tra 0 e 300 GHz, e dei motivi in piu' per soffermarsi un po' su quelli a frequenza zero, o campi statici. Per chi volesse approfondire, ci sono sempre i link qui sopra.

Inoltre, per quanto ne so io, la degenerazione di una radiazione avviene quando l'intensità diminuisce, non mi risulta che la frequenza possa cambiare cosi' facilmente. Detto questo, comunque le micronde sono NIR, i raggi X hanno frequenza maggiore, quindi non possono essere degenerazione di NIR (al limite, fosse vero che la degenerazione attiene in qualche modo alla diminuzione della frequenza, potrebbe essere il contrario), ove per NIR si intende, appunto, onde di frequenza inferiore alla frequenza alla quale si comincia ad ottenere ionizzazione.

Infine, cosi' come capisco che non sia opportuno preoccuparsi delle stazioni radiobase (anzi, piu' ce ne sono meglio e', cosi' il campo e' piu' uniforme e ci sono meno zone ad alta intesità di campo), allo stesso modo credo che non sia necessario preoccuparsi di aggeggi che stanno vicino al nostro mento per un paio di minuti al giorno. Il problema dell'esposizione a campi elettromegnatici e' relativo ad una esposizione costante e continuativa, almeno per la popolazione. Diverso e' il caso di una fonderia con forni ad induzione. Un esempio di esposizione costante sono giust'appunto gli elettrodotti.

Per il sig. Mod.: i due link sono relativi al sito www.icnirp.org , sito istituzionale dell' International Commission of Non Ionizing Radiation Protection. Nel segnalarlo, spero di averle evitato un po' di lavoro per determinare se quei link si facessero qualche baffo di alcune regole auree  :smt018

Buon lavoro

Mauro

Tutto ok Mauro ... avevo verificato fin dai primi due links ed e' tutto ok.
Grazie infinite per la tua eccezionale collaborazione alla crescita culturale della community.
Cordialissimi saluti.

Mod  :smt039
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serafino
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Attenzione :

il mio precedente intervento era rivolto all'effetto "psicologico" che si ha in presenza di un campo EM, considerandolo (ergo degenerando) una qualsiasi NIR con gli effetti di una micoronde o peggio di un raggio X.

A 0 Hz, campi elettrostatici, non abbiamo NIR, ovvero non abbiamo campi radiati per le leggi di Maxwell.
Infatti il fattore pregnante per la salute umana il SAR infatti nei due link da te correttamente citati viene evidenziato come al di sotto dei 100KHz non si abbia un tangile riscaldamento e quindi il tasso di assorbimento sia inferiore.

a frequenze basse si hanno effetti per densità di corrente (secondo parametro di studio) significative (10mA/m^2) che non è proprio una condizione tanto usuale, se non infilando la testa in un bel campo elettrostatico.

I forni ad induzione industriali sono assolutamente controllota i meglio esiste un chiaro metodo di misura dei campi EM alle basse frequenze (quindi a prevalenza magnetica). se poi sono disattesi i precetti...


dovendo avere delle priorità, io punterei alle frequenze comprese far 10 Hz ed il GHz, dove effettivamente ho radiazioni ad energia sufficinete
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