Buongiorno a tutti, ho effettuato una breve ricerca ma non mi pare che l'argomento sia stato trattato: mi trovo in questa condizione: mi viene richiesto di redigere, in qualità di consulente, il Documento di Valutazione dei Rischi per i dipendenti (Italiani ed iscritti all'INPS ed INAIL in Italia) di un'ambasciata di un paesa comunitario, ovviamente in Italia.
Come si sa, le Ambasciate sono territorio estero, ma la particolarità che mi ha un po' lasciato per la quale è il fatto che i lavoratori abbiano posizioni previdenziali ed assicurative aperte in Italia.
Però come detto il Paese è comunitario, pertanto mi sono informato ed ho evinto che è stato in effetti redatto un DVR conforme alle normative vigenti in quel paese che però hanno origine dalle direttive comunitarie, che quindi sono le stesse che vigono in Italia. Ci sarebbe da disquisire sulla linqua in cui è stato redatto, ma dubito che chi lavora in una ambasciata estera non conosca la linqua del paese ospitante.
Secondo il mio parere pertanto quel DVR e quella organizzazione della sicurezza che l'ambasciata si è data è del tutto valida come valutazione dei rischi anche a protezione dei lavoratori italiani, che al più, dovranno essere edotti delle risultanze della suddetta valutazione dei rischi, formati, informati, addestrati, ed ovviamente sottoposti alla sorveglianza sanitaria, qualora siano soggetti alla stessa, sempre che non si sia già provveduto.
Vorrei un Vostro parere al riguardo, magari supportato da qualche esperienza simile, Grazie
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A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.
A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.
Dipendenti (italiani) di ambasciata (di un paese comunitario
- premetto che non ho esperienza di un caso simile -
il diritto è territoriale, se l'ambasciata è territorio estero valgono le leggi di quel paese estero
pertanto sono anche io perplesso della posizione INAIL.
Il lavoro si svolge solo dentro l'ambasciata o anche fuori, in italia ? se assistono fuori dall'ambasciata (assistenza legale, documenti, ecc.) si rientra nelle leggi italiane.
la lingua deve essere "verificata" dal datore di lavoro
=> consiglio di eseguire una verifica della lingua estera (scritta)
cosi come si fa in italia con lavoratori esteri [ io uso il test regione veneto ]
In caso di infortunio quale è l'organo di vigilanza competente ? questo risolverebbe la questione.
Mi informerei se in passato hanno già avuto infortuni o malattie professionali (a chi la denuncia?) o ispezioni organi di vigilanza
il diritto è territoriale, se l'ambasciata è territorio estero valgono le leggi di quel paese estero
pertanto sono anche io perplesso della posizione INAIL.
Il lavoro si svolge solo dentro l'ambasciata o anche fuori, in italia ? se assistono fuori dall'ambasciata (assistenza legale, documenti, ecc.) si rientra nelle leggi italiane.
la lingua deve essere "verificata" dal datore di lavoro
=> consiglio di eseguire una verifica della lingua estera (scritta)
cosi come si fa in italia con lavoratori esteri [ io uso il test regione veneto ]
In caso di infortunio quale è l'organo di vigilanza competente ? questo risolverebbe la questione.
Mi informerei se in passato hanno già avuto infortuni o malattie professionali (a chi la denuncia?) o ispezioni organi di vigilanza
my 2 cents
I dipendenti sono tutti o quasi italiani. So che l'ambasciata è territorio estero e quindi soggetto alla legislazione vigente nel paese..ma nel caso specifico, trattandosi di paese comunitario, le norme sono le stesse, avendo origine dalle medesime direttive.
A parte questo però, i dipendenti pagano l'INPS in Italia e ciò mi lascia perplesso..anche se redigo un DVR quale organo ispettivo può "recarsi in territorio estero" per verificare o contestare qualcosa al Datore di Lavoro?m ..cioè al l'Ambasciatore in Italia di quel Paese?? Rimango abbastanza perplesso..
A parte questo però, i dipendenti pagano l'INPS in Italia e ciò mi lascia perplesso..anche se redigo un DVR quale organo ispettivo può "recarsi in territorio estero" per verificare o contestare qualcosa al Datore di Lavoro?m ..cioè al l'Ambasciatore in Italia di quel Paese?? Rimango abbastanza perplesso..
Io ho un caso simile. I dipendenti sono italiani, iscritti INPS e INAIL, CCNL di categoria.
Il datore di lavoro è straniero, come pure l'ente di appartenenza.
Il luogo di lavoro è in Italia ma in concessione ad organizzazione straniera, extracomunitaria.
I 'miei' lavoratori operano in una porzione della struttura, adeguatamente delimitata e riconoscibile.
Sono RSPP esterno ed ho applicato la normativa italiana, ho redatto il DVR in italiano secondo l'81, come tutti gli altri adempimenti (addetti emergenza, formazione, sorveglianza sanitaria ecc.).
Dovesse esserci un infortunio il lavoratore andrebbe al PS, sarebbe curato dal SSN come qualsiasi cittadino italiano, ci sarebbe un'inchiesta (se del caso) da parte dell'ASL competente. La quale, immagino, chiederebbe ed otterrebbe l'accesso al luogo di lavoro.
Vorrebbe altresì visionare la documentazione che se è in lingua straniera non sarebbe idonea.
Analogamente per una MP: denuncia INAIL ecc ecc.
L'unico aspetto che si differenzia dal caso in parola è che l'ente non è comunitario, ma mi pare che la sostanza non cambi.
Per cui non sono d'accordo con morwa.
Il datore di lavoro è straniero, come pure l'ente di appartenenza.
Il luogo di lavoro è in Italia ma in concessione ad organizzazione straniera, extracomunitaria.
I 'miei' lavoratori operano in una porzione della struttura, adeguatamente delimitata e riconoscibile.
Sono RSPP esterno ed ho applicato la normativa italiana, ho redatto il DVR in italiano secondo l'81, come tutti gli altri adempimenti (addetti emergenza, formazione, sorveglianza sanitaria ecc.).
Dovesse esserci un infortunio il lavoratore andrebbe al PS, sarebbe curato dal SSN come qualsiasi cittadino italiano, ci sarebbe un'inchiesta (se del caso) da parte dell'ASL competente. La quale, immagino, chiederebbe ed otterrebbe l'accesso al luogo di lavoro.
Vorrebbe altresì visionare la documentazione che se è in lingua straniera non sarebbe idonea.
Analogamente per una MP: denuncia INAIL ecc ecc.
L'unico aspetto che si differenzia dal caso in parola è che l'ente non è comunitario, ma mi pare che la sostanza non cambi.
Per cui non sono d'accordo con morwa.
Ut sementem feceris, ita metes.
premesso che devo ancora effettuare un sopralluogo per conoscere l'organizzazione, sono d'accordo sul fatto che, essendo i lavoratori "regolarizzati" in Italia, debbano sottostare all'organizzazione da noi vigente in materia di salute e sicurezza. Un ulteriore punto però è questo: se dovessi trovarmi un DVR redatto secondo la norma del paese comunitario di appartenenza, una nomina di un Responsabile della Sicurezza ed in generale una organizzazione della SSLL applicata secondo le norme di quel paese sarebbe accettabile (eventualmente effettuando le dovute traduzioni) secondo il Vostro parere o si deve rifare tutto secondo il DLgs 81/08?? Ovvio che a me conviene la seconda ipotesi ma a mio parere, trattandosi di norme che nascono dalle stesse direttive comunitarie e allo scopo preciso di uniformare le normative in ambito Comunità Europea, mi pongo qualche dubbio sulla necessità reale di rifare tutto.
Arrivo un pochino in ritardo. Spero comunque di esserti utile.
Io seguo una realtà simile. Istituto culturale con sede in Italia e personale italiano e dell'altro Stato, ma dipendente direttamente da ambasciata di Paese comunitario (per intenderci, l'azienda -per cosi dire- non ha CRS in quanto non ha codice fiscale). Datore di lavoro e dirigente sono diplomatici e ruotano ogni 3 anni. Il rimanente personale è fisso.
Noi abbiamo fatto tutto secondo 81/08.
Per la lingua c'è andata bene... fanno principalmente corsi di lingue... quindi tutti sono ferratissimi su entrambe!
Io seguo una realtà simile. Istituto culturale con sede in Italia e personale italiano e dell'altro Stato, ma dipendente direttamente da ambasciata di Paese comunitario (per intenderci, l'azienda -per cosi dire- non ha CRS in quanto non ha codice fiscale). Datore di lavoro e dirigente sono diplomatici e ruotano ogni 3 anni. Il rimanente personale è fisso.
Noi abbiamo fatto tutto secondo 81/08.
Per la lingua c'è andata bene... fanno principalmente corsi di lingue... quindi tutti sono ferratissimi su entrambe!
Si alla fine "diplomaticamente" si opterà per questa soluzione! Anche perché i dirigenti della struttura non vogliono avere problemi con le autorità italiane. Ciò che mi domando a questo punto è la valenza delle norme comunitarie! Si diceva nei vari seminari che segii nel 1996, anno in cui il D.Lgs. 626/94 sarebbe dovuto essere applicato a tappeto a tutte le attività lavorative con almeno 1 dipendente, che il recepimento delle norme comunitarie servisse, tra l'altro, ad uniformare la legislazione europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro e consentire la libera circolazione dei lavoratori. In diverse situazioni mi sto rendendo conto che così non è! Oltre a questa situazione mi è capitata anche quest'altra: dirigente d'albergo con esperienza in Francia e corso fatto li come delegato alla sicurezza. Viene in Italia a svolgere la stessa mansione in una struttura certificata OHSAS. Ebbene in fase di verifica, viene contestato l'attestato conseguito in Francia in quanto non conforme agli ASR! Mutuando le situazioni è un po' come se il marchio CE applicato da un costruttore di macchine di uno stato comunitario non fosse riconosciuto dagli altri paesi! :smt021
Libera circolazione delle merci, dei capitali, delle aziende ...
Allo stato attuale, credo, non degli attestati.
Magari un coraggioso RLS in cerca di fama ci sta seguendo e fa un bel ricorso alla corte di giustizia europea per la non portabilità degli attestati.
Allo stato attuale, credo, non degli attestati.
Magari un coraggioso RLS in cerca di fama ci sta seguendo e fa un bel ricorso alla corte di giustizia europea per la non portabilità degli attestati.
givi
"... se sbaglio mi corriggerete!"
"... se sbaglio mi corriggerete!"