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Qual'è il limite di esposizione professionale per i COV?

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terolly
Messaggi: 26
Iscritto il: 28 ago 2013 15:18

Salve,
nei rapporti di prova inviati dal laboratorio oltre alle sostanze richieste da campionare viene quasi sempre inserita la concentrazione misurata di COV. Ovviamente non esiste un TLV ma come devo inserirlo in una eventuale valutazione misurata del rischio chimico? Ad es è stato richiesto di misurare la concentrazione in ambiente di lavoro di kerosene. Oltre al dato di Kerosene 39 mg/m3 è stata inserita anche la concentrazione di COV risultata 45 mg/m3. Il dato di COV misurato comprende anche il Kerosene?
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Nofer
Messaggi: 7386
Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

l'espressione "COV" in igiene industriale non ha alcun senso.
Ne ha, sommariamente, in alcuni ambiti di igiene ambientale, ed in quel caso si riferisce ad "analisi" che tali non sono, tecnicamente parlando, perchè sono una quantificazione teorica basata su artefatti di interpretazione di parametri che, di fatto, sono "elettrici" e non già commutabili in parametri davvero analitici.

Infatti, se ci fai attenzione, spesso accando ai cosiddetti COV c'è, in parentesi e scritto piccolissimo, la dicitura "espressi come...", dove i puntini di solito sono n-esano, ma possono anche essere altro.

per cercare di spiegarmi, pensa di avere un kg di frutta: sempre un kg di frutta è.
Ma se decidi di esprimerlo come "fruttosio totale" (ossia la quantità di zucchero contenuto nella frutta), ovviamente se hai più mele mature e meno arance agre il valore di fruttosio sarà maggiore che non se tu avessi tutta frutta ancora acerba, nella quale il fruttosio ancora non ce l'ha fatta ad essere prodotto a sufficienza.
Per contro, se tu quel kg di frutta intendi esprimerlo come "amido", quando hai molte banane e poca uva il valore di amido sarà nettamente più alto che non se tu avessi uva, arance e ananas, dove l'amido è praticamente assente.
Ciò non esclude che noi sempre di 1 kg di frutta stiamo parlando, sia nel primo che nel secondo esempio.

Bene: parlare di "COV" in igiene industriale è esattamente come decidere di pagare la frutta un tanto a grammo di fruttosio oppure un tanto a grammo di amido.
Per inciso, il kerosene è una miscela di idrocarburi di derivazione petrolifera, e sì sono in teoria del COV, ma sono V, nel senso di Volatili, tutti in maniera differente, e ciascuno di loro ha una risposta crmatografica differente in funzione del sistema di rivelazione adottato.  
Per curiosità mia, mi piacerebbe proprio sapere se, come standard quali-quantitativo del Kerosene, questo laboratorio, dicendo 39 mg/mc, ha usato proprio il kerosene in uso presso quel'azienda, oppure altri standard a composizione "certificata".  

P.S.: sono tornata: ero andata un momento a diventare nonna del mio terzo nipotino  :smt049
Nofer
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VELE
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Iscritto il: 22 mar 2013 15:03
Località: Tv-Ve-Pd

Buongiorno a tutti e buongiorno Nofer!
Mi permetto di scrivere per la prima volta su questo forum.. è da un po' vi seguo e vi ringrazio per le possibilità di confronto che ci sono date!
Scrivo per chiedere un chiarimento su questo punto dei COV espressi come n-esano.. e ti ringrazio Nofer se vorrai essermi d'aiuto anche tu.
Correggetemi se sbaglio: ho capito perchè non ha alcun senso dal punto di vista dell'igiene industriale la quantificazione dei COV, data la tipologia di analisi che viene fatta per ricercarli nel campione, in quanto sono una quantificazione teorica e non dati analitici, come dice Nofer.
Vorrei capire se questo però mi basta per far si che essi non siano valutati nell'esposizione per un lavoratore in un ambiente di lavoro (non credo!) e se no, con quale limite dovrebbero essere a questo punto confrontati... presumo con il limite più restrittivo dei composti organici rappresentati dall'analisi?  

Spero di non aver scritto delle castronerie... vista la poca esperienza in materia di laboratorio.
Vi ringrazio e buona giornata!
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