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La valutazione del rischio chimico va fatta per sostanza ??

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birdofprey
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Altro esempio...

Del medesimo farmaco, coi medesimi principi attivi dentro, esistono decine di versioni in base all'azienda che lo produce... ebbene... se si dovesse valutare l'interazione con la salute umana per come l'ispettore ASL ha suggerito i risultati di tali valutazioni sarebbero pressoché uguali per tutte le case farmaceutiche... in realtà sappiamo che certe marche "fanno più male" di altre...

Più ci rifletto più mi appare una posizione ASSURDA quella sostenuta in questo topic... se io ho un prodotto (fatto da tanti ingredienti) devo usare le frasi di rischio elaborate per quel prodotto nella sua interezza (che tengono già conto per forza di cosa ci ciò che compone quel prodotto ed in più di come sono aggregate) e NON le frasi di rischio riferite a ciascun componente che compone il prodotto preso singolarmente... non ha proprio senso...
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ursamaior
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La penso come te...
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Bohr
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Scusa un attimo ma hai provato a chiedere per una "semplice" (diciamo così) VdC nell'impiego di "benzina" cosa dovresti fare? Scomporre la miscela? E la SdS? La ignoro?

Tanto per capirci:

La benzina verde ha un contenuto di composti aromatici (derivati del benzene, c6h6, come toluene, etilbenzene, xileni, ecc.) in percentuale <35% e con un contenuto di benzene <1%.
La miscela normalmente è additivata con un etere organico il metil terbutiletere (mtbe) oppure l’ etil terbutiletere (etbe), per aumentare il numero di ottano. L’ mtbe o l’ etbe non devono superare in totale il 15%.
Per il resto, la benzina contiene il 18% massimo di olefine (idrocarburi lineari o ramificati con almeno un doppio legame) e un 42% circa di paraffine lineari e ramificate tra 5 e 9 atomi di carbonio.

Chiedi allo scienziato di darti una mano in questa VdR.
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Nofer
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Vedi, Bird, il quesito posto inizialmente dal ns. ospite bianchi in due step successivi diceva:

La valutazione del rischio chimico va fatta per sostanza o prodotto?? qualora il prodotto non sia cancerogeno perchè contiene meno dello 0,1 % dell'agente cancerogeno come bisogna procedere? si deve applicare comunque il Capo II del Decreto 81?

...un ispettore dell'asl ha contestato il DVR dicendo che la valutazione per prodotto può essere ammessa solo se non si può risalire ai componenti presenti nello stesso. Il Decreto 81 parla di agenti chimici che comprende anche i miscugli..o sbaglio?
Onde evitare di confonderci, e giusto per chiarire meglio cosa volevo intendere io nei miei interventi precedenti, innanzi tutto volevo rassicurarti che se tu hai un prodotto-miscela con " A al 70% + B al 25% + C al 5%." tu lo valuterai per la frase di rischio della miscela A+B+C nella sua specifica formulazione, che potrebbe anche essere del tutto differente da una miscela "2" con le stesse sostanze ma in altre proporzioni, e non certo come se tu stessi usando tutto A  + tutto B + tutto C.
Quindi, ricapitolando:
1) la valutazione del rischio di un prodotto va fatta in base alla caratteristica di pericolo del prodotto e NON dei suoi componenti, da questo punto di vista se ha detto così quell'ispettore ASL ha toppato alla grande la sua contestazione
2) nel caso di esposizioni multiple giornaliere a più prodotti (la maggioranza dei casi pratici, peraltro) ha senso verificare la possibile interazione/sommatoria della presenza di uno stesso componente "A" presente in più prodotti perchè l'esposizione quotidiana sarà alla somma di "A", e questo anche tenuto conto di art. 223 c.3
3) nel caso di cancerogeni presenti in miscela al di sotto dello 0,1%, il prodotto-miscela non sarà classificabile come cancerogeno, ed anche nel caso di utilizzo di più prodotti-miscela con più cancerogeni tutti contenuti al di sotto dello 0,1% non si ha per questo automaticamente un rischio cancerogeno
4) qualora la sostanza cancerogena sia la stessa in tutti i "prodotti-miscela", può non essere sufficiente eseguire una stima algoritmica ma occorrerà verificare con ulteriori passaggi valutativi se può esserci esposizione professionale a quel certo cancerogeno.

Tieni presente che quando scrivo "passaggi valutativi" non intendo necessariamente misure analitiche, perchè anche la conoscenza dello stato fisico del cancerogeno in questione ha la sua netta importanza: se è una sostanza gassosa o anche liquida molto volatile è un discorso, se è in polvere è un altro discorso, se è allo stato solido non pulverulento o liquido non volatile è ancora ben altro discorso (in quest'ultimo caso, certamente meno a rischio).

Esempio semplice: se io uso tanti prodotto che contengono tutti benzene ma al di sotto dello 0,1% , essendo il benzene molto volatile e cancerogeno mi devo porre il problema di "ma in tutto quanto ne uso in una giornata, e se mi si disperde tutto in aria ci sto o non ci sto entro i valori limite previsti?" e se conti alla mano  posso superarli, passo a misurare. Se io uso tanti prodotti che contengono solfocromato di piombo al di sotto dello 0,1%, che del suo è cancerogeno e mure mutageno ma è solido e non volatile, e li uso in maniera non dispersiva, non mi pongo proprio il problema di andare a misurare.
Nofer
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ursamaior
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Ok, adesso la penso anche come te  :smt003
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Nofer
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ursamaior ha scritto:Ok, adesso la penso anche come te  :smt003
questo migliorerà senza dubbio tutto il mio resto dell'anno :smt003
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SIC1945
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Secondo me occorre distinguere fra vecchie e nuove SDS; per intenderci, fra schede con scenari di esposizione, e schede senza (pre REACH).
Non è affatto detto che le vecchie schede coprano (tutti) gli utilizzi che facciamo di un dato prodotto; e quindi dobbiamo andare più a fondo nelle valutazioni, e considerare anche i componenti.
Caso classico è quanto successo all'Ardystil, da cui è nato il REACH.
Con le nuove schede (le eSDS) invece il confronto è più "facile": basto che ci ritroviamo in uno Scenario d'Esposizione.
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birdofprey
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Quoto pure io l'intera esplicitazione di Nofer... stessa posizione su tutto :smt023
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