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H372 ovvero game, set, match :(

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birdofprey
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Iscritto il: 27 apr 2011 11:18

In occasione dell'entrata in vigore del Regolamento CLP e delle conseguente revisione delle SdS da parte delle case produttrici, noto - con agghiacciante frequenza - la comparsa (anche in prodotti sino ad oggi "tranquilli") della frase H372... frase a cui il famoso algoritmo tabellare attribuisce score 8...

Io mi chiedo come sia possibile che un prodotto che sino a ieri dava punteggio finale intorno ai 20 oggi, con la nuova etichettatura, superi easy i 50... :smt013  :smt013  :smt013

A questo punto... visto che è IMPOSSIBILE abbassare tale rischio a meno di non impiegare una squadra di Robocop come devo comportarmi in sede di valutazione dei rischi ?
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weareblind
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Non usando algoritmi.
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birdofprey
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mah... svincolarmi da un algoritmo "accettato"... soprattutto per una valutazione non semplice e delicata come quella del rischio chimico... è una scelta che non mi fa impazzire e che personalmente vorrei evitare...

Movarisch R circa 50... rischio elevato... può essere accettato se opportunamente contrastato con DPI e monitorato con sorveglianza sanitaria ? Sono obbligatorie le misurazioni ambientali per determinare l'esposizione degli addetti ?
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weareblind
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Per quello ti dicevo di non usarlo. La legge chiede di fare la valutazione del rischio chimico, non la valutazione con algoritmo. Io di norma uso un software e poi analizzo criticamente - e modifico - il risultato. A volte in maniera più stringente, a volte no.
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Nofer
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bird... :smt011 !

a parte che H372 significa tossico (con eventuali organi bersaglio da specificare), e che equivale alla pregressa frase di rischio R 48 ed anche prima, in alcuni abbinamenti, arrivava a 8 persino con il movarisch, se vai a farti una passeggiata sul  reg. CE 1272 e fai "trova" per H372, vedi che a quella frase di rischio corrispondono cosucce che potendosele scansare è meglio per chiunque.

e poichè credo che nemmeno "R48=Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata" di una volta fosse una pinzillacchera, come avrebbe detto totò, anche senza numeracci di esito algoritmico una valutazione VERA andava fatta. Aggiungerei: già, come sottinteso da ursinodolce.
E diventa indispensabile se ci si rende conto che magari qualcosa andrebbe rivisto, nel lay out o nel ciclo produttivo o nei sistemi di contenimento alla sorgente, etc. etc. etc.
A meno che -invece di fare dei calcoli seri alla base di un eventuale nuovo sistema di captazione ed abbattimento- non si chiami il solito impiantista generico, che per il principio del pettine ti ci piazza un filtro per particelle, dei carboni attivi, ci mette un motore aspirante qualunque senza tenere conto dei volumi da assoggettare a ricambio di aria, così da buttar soldi e non ottenere nulla che serva.
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birdofprey
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Nella scheda "vecchia" la frase di rischio era R 48/20 con uno score pari a 4,35... nella scheda "nuova" è spuntata la frase H 372 con uno score pari a 8,00... praticamente abbiamo raddoppiato "il numerino" di partenza... con effetti devastanti sul risultato finale della valutazione :smt013

Comunque la mia idea era questa... valutare con algoritmo, tirare fuori (tramite algoritmo) la valutazione di rischio elevato e gestire tale rischio prescrivendo opportune misure preventive e protettive... ovvero... visto che il percorso a rischio è l'inalazione usando le opportune maschere filtranti già evito (o riduco tanto) che inalino "robe"... c'è già l'aspirazione forzata... volendo esagerare sorveglianza sanitaria per monitorarli... qualche misura di campo ogni tot... più di così ?... purtroppo non si può agire sui prodotti e sulle lavorazioni...

Che ne pensate ?
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Nofer
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che per fare la frittata servono indispensabilmente le uova, e la frittata è fritta, quindi si cuoce con l'olio e non con l'acqua.
se producete frittate, non potere pretendere di ottenerle lessando patate...  :smt002

Comunque, non puoi pretendere di "ridurre il rischio alla fonte" solo con le mascherine, oltre tutto se non misuri quanta ce n'è in aria magari non sai nemmeno che tipo di maschere utilizzare con efficacia.  
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birdofprey
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Nofer ha scritto:Comunque, non puoi pretendere di "ridurre il rischio alla fonte" solo con le mascherine
Agenti e processi non possono essere sostituiti.

A livello impiantistico più che predisporre dei punti di aspirazione forzata / trattamento degli aeriformi (progettati, autorizzati e sottoposti alla sorveglianza della Provincia...) non credo si possa fare molto altro... per la natura delle mansioni gli addetti non possono essere allontanati o separati dalle sorgenti... si può solo cercare di catturare quanta più "emissione" possibile prima che venga inalata... ma tutto questo già c'è...

Ci aggiungiamo i DPI... tuta, guanti e mascherina...

Ci aggiungiamo una sorveglianza sanitaria specifica...

Io, più di così, non riesco a pensare soluzioni realmente fattibili...
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Nofer
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ecco: se al principio della frittata aggiungi una aspirazione localizzata con criteri rigorosamente seri, andiamo già meglio. I DPI individuali da tarare sul residuo presente dopo la captazione e sulle caratteristiche di adsorbimento dell'agente: se non è adsorbibile per via cutanea, ad esempio, la "tuta protettiva" generica non ha alcun senso, se escludiamo quello di non fare macchiare gli abiti...  
Il monitoraggio biologico se e solo se l'agente considerato (e che tu "non sveli") ne ha uno validato, altrimenti fai buttare soldi inutili di analisi ancora più inutili e magari crei solo allarmismo più inutile di tutto nel personale.
Nofer
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birdofprey
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Nofer ha scritto:Il monitoraggio biologico se e solo se l'agente considerato (e che tu "non sveli") ne ha uno validato, altrimenti fai buttare soldi inutili di analisi ancora più inutili e magari crei solo allarmismo più inutile di tutto nel personale.
Si tratta di prodotti a base di stirene...
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