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Vdr Agenti cancerogeni - dubbio R40

Archivio sui Rischi di carattere Chimico/Biologico/Cancerogeno.
Questo archivio contiene tutte le discussioni relative ai rischi da agenti chimici/biologici/cancerogeni, schede di sicurezza di preparati e sostanze pericolose, ecc... (Riservato agli abbonati)
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Mika
Messaggi: 144
Iscritto il: 12 ott 2004 08:59

Buongiorno a tutti, chiedo il vostro aiuto o anche parere per chiarirmi una questione relativa alla VdR sul rischio cancerogeno e più precisamente per la valutazione delle sostanze o prodotti classificati con la frase R40 “possibilità di effetti cancerogeni – prove insufficienti”.
L’azienda per la quale lavoro si occupa di trasporto e già a suo tempo era stata fatta la valutazione del rischio da agenti cancerogeni.
Dalla valutazione eseguita sulle Schede di Sicurezza è emerso che non utilizziamo alcun prodotto classificato con queste frasi R45, R49, R46 e R68.

Utilizziamo, per forza di cose, il gasolio che riporta la frase R40.
I rifornimenti di gasolio sugli automezzi avvengono due volte alla settimana e l’erogazione, a cielo aperto, dura in media dai 3 ai 4 minuti e comunque il conducente in questo lasso di tempo non rimane sulla “pompa” ma esegue altri lavori es. pulizia del parabrezza, rilevazione dei KM, compilazione del modulo prelievo ecc.
La precedente valutazione eseguita da un consulente esterno non ha preso in considerazione il GASOLIO ovvero la frase R40, ma l’altro giorno al corso RSPP modulo B il docente ha fatto un breve accenno sull’obbligatorietà di citare anche i prodotti con frase R40.
E’ stato il classico accenno che mi ha mandato in confusione totale anche perché quando ho chiesto maggiore dettagli la risposta non è stata esauriente e mi è sembrato di capire poi che c’è una certa discrezionalità sulla valutazione o meno.

Ho cercato quindi di capirci qualcosa leggendo alcune linee guida ma il dubbio rimane.

Se non è certo il collegamento tra il rischio ed il prodotto, va fatta una valutazione considerata poi la modalità su come avviene il rifornimento e quindi in un certo senso il contatto con tale prodotto?

In attesa ringrazio anticipatamente e saluto tutti quelli che daranno il loro prezioso contributo.
Mika
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mirko
Messaggi: 1026
Iscritto il: 23 nov 2004 20:32
Località: Roma

Mika Mika......
Lo hai detto tu ma te lo ridico io in altri termini: i lavoratori, a causa della loro attività lavorativa, utilizzano un agente chimico classificato come Xn - R40.
Gli R40 non sono dei veri e propri cancerogeni normati dal D.Lgs 66/00 ma se usi il concetto della massima cutela allora puoi tranquillamente inserirli nella tua valutazione del rischio cancerogeno e valutare il rischio proprio come ti chiede questo decreto ed hai tutti i dati per farlo.
Se poi invece tu ctredi di non dover utilizzare il concetto della massima tutela ma ti vuoi "limitare" ad applicare la legge allora inserirai l'R40 nel documento di valutazione del rischio chimico e anche qui, leggendo il 25/02, con tutti i dati alla mano fai la tua valutazione.
Escludo la necessità di indagini ambientali/personali per non farti sfottere da nessuno ma la valutazione la devi fare e, a mio avviso, il rischio derivato puoi tranquillamente classificarlo come ? moderato o non moderato? a te la definizione finale.

Su sti cacchio di distributori ci abbiamo lavorati molte volte.

Ciao

Mirko  :smt026
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Mika
Messaggi: 144
Iscritto il: 12 ott 2004 08:59

Grazie, avevo già intenzione di citarli sull'aggiornamento del Rischio agenti cancergeni.
In ogni caso almeno ho una interpretazione in più.
Grazie
Mika
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Nofer
Messaggi: 7386
Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

....ecco, adesso mi arrabbio.
c'è un discreto numero di soggetti (prego apprezzare la signorilità) che sostiene che tutti gli "oli minerali" siano tout court cancerogeni. E io non sono d'accordo.
Perchè se l'ipotesi rispondesse a realtà, qualcuno/i di molto grosso e di molto importante ci starebbe riempiendo di cancerogeni di soppiatto, e non sono cose belle, come dicono i gialappa.
Se invece l'ipotesi, come io sostengo, è una delle solite menate per cui anche la nutella è cancerogena, si tratta della solita disinformazione che è di solito (altrettanto di soppiatto) mandata al passaparole del telegrafosenzafili per distrarre l'attenzione del popolo (o plebe, direi, visto come siamo considerati da costoro) da altri e ben più gravi vendite al dettaglio. Per l'etichettatura, ci sono regole precisissime. Orbene, io non sostengo per nulla che siano integralmente rispettate, anzi avete letto di certo più e più di mie solenni inc***ture al merito: dico solo che se si ha motivo di ritenere che ci siano delle "imperfezioni" nella scheda (madonnamia, ma come sono signora stasera, dev'essere la megastanza nel superalbergo da cui scrivo...), basta scrivere al produttore (o importatore, ai sensi della vigente normativa) e chiedergli:

Scusa, giovanotto, ma tu mi puoi assicurare che nella broda nera (beige, rossastra, paglina etc.) -che mi hai venduto per olio minerale- non ci sia sicuro sicuro nemmeno 1 delle sostanza classificate come R45 o R49, secondo gli ultimi aggiornamenti sia nazionali che europei?? oppure c'è ma in percentuale < 1/100 in peso? anzi, guarda, diciamo direttamente al di sotto dello 0,1 %, perchè se lo devo smaltire e ha 0,5% di un cancerogeno di 1 o 2^ categoria, guarda che a me mi tocca smaltirlo come pericoloso, quindi mi è importante saperlo.

Se quelli ti giurano e spergiurano che non ce n'è, allora hai il diritto/dovere di crederci.
Quanto poi alle ricognizioni tra gli operatori, ricorda che le neoplasie maligne hanno spesso lunghi tempi di incubazione.
Se proprio ti vuoi levare ogni dubbio /sfizio, ne prendi un pezzo (nel senso di un barattolino di vetro o di plastica idonea) e li porti all'ARPA locale, o lo mandi ai NAS, chiedendo se ci sono cancerogeni e in che percentuale. Con un certificato di queste strutture, lo mandi al signore e gli dici "BBBELLLOOOOOO... che si fa, mi rifai la scheda di sicurezza aggiornata o ti mando i NAS a fartela aggiornare gioco forza?".
Dovrebbe funzionare. Comunque, le paraffine di solito non sono cancerogene, o almeno sino ad ora non sembra lo siano

per quanto riguarda gli esausti, invece, la denaturazione dovuta alle temperature raggionte (nei motori, nel taglio di metalli o nella rifinitura) può provocare la formazione sia di aromatici come il benzene che di IPA che me li fanno ritenere per principio da valutare analiticamente. Di solito, i lubrorefrigeranti hanno troppo poco tempo di contatto con le parti calde per denaturarsi, e spesso oltre tutto sono soluzioni acquose. Ma può capitare che per rendere misicible ed omogenee le emulsioni acquose siano additivati idrocarburi alogenati che, quale più e quale meno, se non sono cancergoeni dall'inizio del loro lo diventano per degradazione sia nell'uomo che nell'ambiente (alla fine, l'uomo è "ambiente", rispetto alla lattina).
Ciao piccini!
Noferlussuosa
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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ricky21000
Messaggi: 116
Iscritto il: 11 feb 2005 22:05

Se può essere utile, ho effettuato una valutazione dello stesso tipo di attività (gasolio) nell'ambito del rischio chimico, non del rischio cancerogeno. Alla luce della scarsa durata e frequenza dell'operazione, uso di DPI, scarsa volatilità a chi più ne ha più ne metta ho optato per rischio moderato. Tra l'altro non saprei in che modo effettuare un monitoraggio ambientale e/o personale e/o biologico, cioè cosa cercare (oltre a farmi ridere dietro).
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