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Ausiliari di stampa contenenti CAS 64742-48-9

Archivio sui Rischi di carattere Chimico/Biologico/Cancerogeno.
Questo archivio contiene tutte le discussioni relative ai rischi da agenti chimici/biologici/cancerogeni, schede di sicurezza di preparati e sostanze pericolose, ecc... (Riservato agli abbonati)
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mirko
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Nofer dove ci sei????

Mi sono trovato davanti ad alcune schede di sicurezza di preparati ausiliari per processi di stampa offset che contengono in percentuali variabili (da 10 a 80 % circa ) questa sostanza chimica: CAS 64742-48-9

Il problema è che al punto 15 tutte le SDS riportano (Non pericoloso o al massimo Xn R 65 R 66) mentre, se non sbaglio qualcosa, il CAS sopra un Tossico Canc. Cat. 2  R45 con limiti di concentrazione che mi rendono l’intero preparato R45 > 0,1% (ovviamente).

Quindi?
Che fare?
Ho già fatto richiedere schede di sicurezza aggiornate ma credo proprio che saranno praticamente simili alle vecchie.

Però pensavo che forse essendo quello il CAS più vicino al tipo di nafta in questione gli sia stato attribuito ma poi effettivamente quella frazione di nafta non è cancerogena.
Se cosi fosse, come credo e spero, mi farò inviare una dettagliata nota informativa dal produttore.

Se così non fosse sarebbe un grave problema poiche alternativi validi a questi non esistono ancora in commercio e l’utilizzo non è certo “a ciclo chiuso”.  :smt017

Che ne dite??

Nofer dove sei????
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Nofer
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qui, sono qui.
da poco e per poco, ma sono qui!
Mirko, diciamo le cose come sono: nessuno si sognerebbe di mettere indicazione di un numero CAS "per vicinanza", perchè il CAS è esattamente il numero che identifica quella e solo quella sostanza.
dunque, se dicono che c'è quello, vuol dire che c'è quello.

sull'etichettatura, hai 2 scelte: intanto, quella che hai già fatto di richiedere la scheda aggiornata; successivamente, se insistono a non classificarla come da normativa, di prendere la SDS "paro paro" come te l'hanno mandata e inviarla come esposto al Ministero della Salute e a quello del Commercio, o come diavolo lo hanno chiamato stavolta (Attività produttive, mi pare) e -giusto perchè non fa mai male spargere segnali giusti di pericolo- potresti inviarla anche a qualche associazione consumatori, e se stai proprio in vena di rompere il rompibile, ed oltre, magari anche a mimandaraitre. Così imparano.
a parte questo, ed anzi prima di questo, siccome che io sappia la sgradevole abitudine all'uso di solvente nafta bassobollente è residuale solo presso gli offset che si ostinano a non utilizzare la cara, vecchia, buona acqua e sapone, che richiede sì un pochetto di sforzo fisico e di tempo in più, ma è senza dubbio meno pericolosa, a minor impatto ambientale e soprattutto (a meno che non sversino criminalmente in fogna i residui di lavaggio rulli) a minor costo sul piano smaltimento rifiuti liquidi pericolosi, di' al titolare DdL che in via prioritaria occorre trovare un altro sistema per pulire le macchine. Può darsi che accetti oppure può darsi che nicchi: ovviamente, in questo caso adesso gli spieghi che deve aggiungerci il necessario monitoraggio personale degli esposti, i costi dei DPI (almeno quelli!) da fornire all'addetto alla pulitura, il registro e i tempi di tenuta ed aggiornamento, le visite mediche con gli indici IBE (...), ed infine la verifica delle emissioni in atmosfera che non potranno MAI essere a ridotto inquinnamento atmosferico se ci sono sostanze cancerogene, soprattutto ad emissione diffusa (non è minimamente previsto, occorre quanto meno la cabina a banco aspirante, i filtri a carbone attivo con prefiltri in lana vetro, la condotta di emissione sino a m.1,0 più su del piano di calpestio più alto nel girio di m.10 dal punto di sbocco della condotta stessa, nonchè le analisi di verifica del tenore in emissione almeno 2 volte l'anno. E non ho nemmeno fatto cenno alla direttiva solventi, perchè non so se applicabile alla realtà con cui hai a che fare, che comunque è operativa fra 6 mesi.
fa' un po tu...
Nofer
P.S. la schifezzuola non ha nemmeno TLV, quindi qualunque cosa esca dal monitoraggio ambientale non puoi nemmeno essere sicuro che almeno si stia in un qualche margine di sicurezza per gli operatori ; inoltre, siccome non ci sono IBE, qualunque medico del lavoro serio e davvero competente richiederà un discreto numero di indagine anche ogni 3 mesi, che è la periodicità consigliata per la prevenzione in questi casi. Laddove per prevenzione però intendiamo "diagnosi precoce", e non come dovrebbe essere "limitazione/esclusione del pericolo"  
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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gino
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Iscritto il: 28 giu 2006 21:06

Non avendo chiaro il processo di stampa off set di cui parli e di che preparati ausiliari di stampa si stia disquisendo esattamente ti riporto quanto so in merito agli inchiostri di stampa offset.

Gli inchiostri da stampa offset, nella loro composizione, per le loro qualità chimiche, fisiche e inerenti alla tecnica di stampa, devono rispondere a diverse esigenze. Fattori determinanti sono: la forma da stampa: il soggetto; il sistema costruttivo del gruppo inchiostratore; lo sviluppo di stampa; la struttura chimica e fisica del supporto di stampa; il grado di assorbimento d'acqua: la viscosità; la consistenza: l'adesività; l'essiccamento; la stabilità.
Al momento del procedimento di stampa l'inchiostro èsempre più o meno fluido oppure pastoso, e dopo la stampa consolidato e secco. Le componenti principali degli inchiostri da stampa sono la sostanza colorante o pigmento, la vernice o legante e gli additivi, come solventi. diluenti ed essiccanti.

La sostanza colorante o il pigmento rende visibile il grafismo stampato sul supporto di stampa. Il legante trasporta la sostanza colorante e la àncora al supporto di stampa. Gli additivi per la stampa devono adeguare alle esigenze particolari le proprietà dell'inchiostro da stampa, come ad esempio la stampabilità, l'essiccamento, la scorrevolezza, la brilìantezza, la resistenza agli sfregamenti, ecc.

- Coloranti (pigmentati e sostanze coloranti)
Per quanto riguarda i coloranti si distinguno:

- pigmenti inorganici;
- pigmenti organici;
- sostanze coloranti organiche.
Ai pigmenti inorganici appartengono le terre, i pigmenti minerali, i pigmenti metallici e i pigmenti a base di carbonio. I pigmenti metallici vengono generalmente indicati come bronzi. Quanto più finemente i bronzi metallici sono stati rettificati, tanto più la loro brillantezza è opaca. I pigmenti a base di carbonio (nerofumo) si differenziano notevolmente uno dall'altro per motivi qualitativi e di tecnica di stampa. I tipi di nerofumo più fini e più abbondanti sono quelli ottenuti per combustione di gas metano o di vapori di oli minerali. Poiché la profondità di colore del nerofumo non è sufficiente per tutte le applicazioni, viene loro aggiunto per l'impiego come inchiostri da stampa un abbellente.
Un tempo i pigmenti naturali svolgevano un ruolo considerevole tra i coloranti inorganici, per quanto riguarda la fabbricazione di inchiostri da stampa. Oggi la base della sostanza colorante è costituita da pigmenti minerali prodotti artificialmente: pigmenti a base di ossido di ferro, pigmenti a base di cromo e di molibdeno come il giallo cromo, l'arancio molibdeno, pigmenti al cianuro di ferro («Blu Milori») ed altri.

Ai pigmenti organici appartengono i pigmenti animali e vegetali naturali, pigmenti sintetici come lacche e sostanze coloranti pigmentate. Essi vengono preparati in forma solubile e anche come vernici solubili. La materia prima per la produzione di un colorante organico sintetico è principalmente il catrame di carbon fossile. Ma anche l'olio minerale viene impiegato per la produzione di alcune materie prime. Un numero compreso tra i 300 e i 500 prodotti chimici derivati dalla distillazione del carbon fossile, si presta per la fabbricazione degli inchiostri da stampa. L'industria chimica ha ricavato i pigmenti e coloranti più importanti per la preparazione degli inchiostri diazocomposti come prodotti intermedi del benzolo e del tuluolo.

Tra i coloranti organici al catrame si distinguono prodotti solubili in acqua, in alcool, in idrocarburi saturi e in acidi grassi.

- Leganti (o vernici)
La composizione dei leganti dipende dal procedimento di stampa, dalle necessarie qualità di essiccazione, dal supporto di stampa e dalle desiderate proprietà di stabilità dei prodotti di stampa. Per la fabbricazione delle vernici occorrono prodotti naturali e prodotti ottenuti artificialmente. Olio di lino. olio di legno, olio di ricino e olio di soia vengono fatti addensare insieme a resine sintetiche fino a ottenere vernici, le cosiddette vernici composite.
Il legante partecipa in misura notevole alla determinazione delle proprietà reologiche dell'inchiostro (reologia, ossia studio della scorrevolezza delle sostanze), che lo stampatore valuta come stampabilità (comportamento generale dell'inchiostro nel percorso dai rulli del gruppo inchiostratore fino al trasferimento sul supporto di stampa) e indica con il termine generico di consistenza. La consistenza, come somma di tutte le proprietà reologiche, viene essenzialmente determinata dalla viscosità (misura della fluidità, scorrevolezza) di un inchiostro, ed è definita secondo le norme DIN 16515.

Un inchiostro può essere:

- fluido, contemporaneamente privo di consistenza oppure filamentoso;
- denso, contemporaneamente privo di consistenza oppure filamentoso;
- filamentoso, contemporaneamente fluido oppure denso;
Se un inchiostro scorre rapidamente, lentamente o non scorre affatto dalla spatola, esso è fluido, oppure denso (prova con la spatola). Se, intingendo un dito, si formano filamenti brevi o lunghi, l'inchiostro è privo di consistenza, oppure filamentoso (prova col dito).

- Additivi per la stampa
Gli additivi per facilitare la stampa riducono l'adesività e la tendenza alle spellature, migliorano la resistenza agli sfregamenti, la brillantezza e l'essiccamento. Essi facilitano inoltre la suddivisione dei pigmenti.

- Leganti essiccanti per azione fisica
Soluzioni di resine sintetiche o naturali in solventi elaborati appositamente per il particolare materiale e procedimento di stampa. L'essiccazione avviene per eliminazione del solvente, ad esempio per volatilizzazione (inchiostri con fissaggio per calore o «heat-set») oppure per penetrazione nella carta. Dopo la rimozione del solvente, la resina che rimane sulla superficie del supporto di stampa ancora il pigmento alla carta.
L'essiccazione può essere accelerata solamente con l'addizione di solventi a volatilizzazione rapida, oppure con un perfezionamento dei dispositivi per l'essiccamento.

- Leganti ossidanti per ossidazione chimica
L'essiccazione avviene per polimerizzazione e ossidazione degli oli essiccativi. La polimerizzazione può avvenire con sufficiente rapidità solamente per l'addizione di ossigeno in presenza di composti per accelerare l'essiccamento, i cosiddetti «essiccativi».

- Fissaggio
Il fissaggio dell'inchiostro è dato dalla penetrazione dei leganti nel supporto di stampa, e ha un'importanza essenziale per l'essiccazione degli inchiostri da stampa. La condizione superficiale del supporto di stampa è altrettanto decisiva per la penetrazione quanto la capacità di assorbimento da parte della struttura fibrosa.

- Produzione degli inchiostri da stampa
Gli inchiostri da stampa che contengono pigmenti - particolarmente gli inchiostri per stampa offset ad alta pigmentazione - vengono prodotti in impianti speciali, come i mulini a sfere. Essi soddisfano le esigenze di una distribuzione uniforme, senza inclusione d'aria, del colorante nella vernice.
Per sfruttare in modo ottimale il potere colorante, la resa e le numerose altre proprietà inerenti alla tecnica di stampa dei coloranti di elevato valore, i pigmenti nell'inchiostro da stampa pronto per l'uso devono presentare una grossezza di granulazione tra 0,2 e 1 mm.

- Flushing. Il procedimento «flushing» riduce le spese di produzione degli inchiostri da stampa. Tramite impasto e riscaldamento della mescola di fabbricazione in un impastatrice sotto vuoto, l'acqua aderente al pigmento viene sostituita con la vernice. Si ha così una pasta concentrata di componente solido con il pigmento distribuito in modo finissimo. Dopo questo trattamento, le paste di concentrato solido vengono lavorate nella forma di inchiostri da stampa con l'aggiunta degli additivi necessari.

- Proprietà di resistenza
La resistenza degli inchiostri da stampa definisce la loro stabilità alle azioni chimiche e fisiche nel successivo impiego dei prodotti di stampa. Queste esigenze sono decisive, prima di iniziare a stampare, essenzialmente per la scelta degli inchiostri. Lo stampatore può tutelarsi, mediante appropriati criteri di scelta, contro successive critiche causate da difetti.
Si distinguono le seguenti proprietà di resistenza (i rispettivi metodi di prova sono stabiliti dalle norme DIN 16524 e DIN 16525):

- resistenza all'acqua (UNI 5774);
- resistenza alla sterilizzazione:
- resistenza ai solventi delle vernici (UNI 5775);
- resistenza alla verniciatura;
- resistenza agli alcali (UNI 5776);
- resistenza ai detersivi e ai saponi (UNI 5777):
- resistenza ai formaggi (UNI 5778):
- resistenza ai grassi alimentari (UNI 5779);
- resistenza alla paraffina e alla cera (UNI 5780):
- resistenza agli aromi e alle spezie (UNI 5781);
- stabilità al calore;
- resistenza alla luce (UNI 5773).

Utile anche il riferimento al sito dell'Ispesl
http://www.ispesl.it/profili_di_rischio ... /index.htm

Saluti
gino
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mirko
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Abbiamo richiesto nuove schede di sicurezza ma sicuramente ci arriveranno pari pari come le vecchie in revisione recente.

E' un vero problema questa situazione.
I prodotti incriminati sono almeno 10 di cui due che circolano per tutte le macchine da stampa in automatico per i lavaggi.

Le sostituzioni con altri prodotti, a base di saponi, sono già state provate in passato ma con scarsi risultati tecnici e pertanto abbandonati.

Credo proprio che sarà necessario mettere in piedi tutto il sistema previsto per i cancerogeni.

Chi lo dice al RLS??????  Purtroppo, o per fortuna, io sono li da pochi giorni e chi c'erà prima non aveva neanche mai valutato in alcun modo il rischio chimico.
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mirko
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Guardando il database dell'ISS al CAS 64742-48-9 ho trovato questa nota:

NOTA 4: I prepartati contenenti queste sostanze devono essere classificati come nocivi e contrassegnati dalla frase R65 se rispondono ai criteri di cui al punto 3.2.3 dell'allegato VI del DM 28/04/97, che riporto qui soto:


3.2.3.   Nocivo
Le sostanze e i preparati saranno classificati come nocivi e
contrassegnati dal simbolo Xn e dall'indicazione di pericolo
<nocivo>  in  base  ai  criteri  indicati qui di seguito. Le
frasi indicanti rischi specifici saranno assegnate secondo i
seguenti criteri:
R22 Nocivo per ingestione
Risultati tossicità acuta:
- DL50 per via orale; ratto: 200 minore a DL50 minore  o
uguale a 2000 mg/kg
-  dose  discriminante,  per via orale, ratto, 50 mg/kg:
sopravvivenza del 100%, ma tossicità evidente
- dose discriminante per via orale,  ratto,  500  mg/kg:
sopravvivenza  inferiore  al  100%,  vedi  tabelle  di
valutazione del metodo BI bis dell'allegato V.
R21 Nocivo a contatto con la pelle
Risultati tossicità acuta:
- DL50 per via cutanea; ratto  o  coniglio:  400  minore
DL50 minore o uguale a 2000 mg/kg
R20 Nocivo per inalazione
Risultati tossicità acuta:
- CL50 per inalazione; ratto per aerosol o particelle: 1
minore a CL50 minore o uguale a 5 mg/l/4 h
-  CL50  per  via  inalazione; ratto per gas o vapori: 2
minore a CL50 minore o uguale a 20 mg/l/4 h
R65  Nocivo:  può  causare  danni  ai  polmoni  in  caso di
ingestione
Le sostanze e i preparati  liquidi  che  presentano  per
l'uomo  un  rischio  di aspirazione data la loro ridotta
viscosità:
a) le sostanze e  i  preparati  liquidi  che  contengono
idrocarburi  alifatici, aliciclici e aromatici in una
concentrazione totale uguale o  superiore  al  10%  e
caratterizzati da:
-  un  tempo di scorrimento inferiore a 30 secondi in
una vaschetta ISO di 3 mm, conformemente alla norma
EN 535,oppure
- una viscosità cinematica  inferiore  a  7  x  10-6
mquadri/secondo  a  40  gradi  C,  misurata  in  un
viscosimetro  a  capillare   calibrato   in   vetro
conformemente alla norma ISO 3104/3105, oppure
-  una  viscosità  cinematica  inferiore  a 7 x 10-6
mquadri/secondo  a  40  gradi  C,   dedotta   dalla
misurazione    della    viscosità   di   rotazione
conformemente alla norma ISO 3219.
Nota: le sostanze e i preparati che rispettano questi
criteri non devono essere classificati se la tensione
superficiale media è superiore a 25 mN/m a 40  gradi
C.
b)  altre  sostanze e preparati che non rispondono ai
suddetti criteri, sulla base di  esperienze  pratiche
sull'uomo.
R40 Possibilità di effetti irreversibili
-  esistono  valide  indicazioni  per ritenere che
danni  irreversibili,  diversi   dagli   effetti
specificati  nel  capitolo  4, potrebbero essere
causati  da   un'unica   esposizione   per   via
appropriata,  in generale di dose compresa nella
gamma di valori sopraindicata.
Per        indicare        le        modalità        di
somministrazione/esposizione,     usare     una    delle
combinazioni seguenti: R40/20, R40/21 R40/22, R40/20/21,
R40/20/22, R40/21/22, R40/20/21/22.
R48 Pericolo di  gravi  danni  per  la  salute  in  caso  di
esposizione prolungata
-  gravi danni (evidenti disturbi funzionali o mutamenti
morfologici  di  rilevanza  tossicologica)  potrebbero
essere causati da un'esposizione ripetuta o prolungata
per via appropriata;
Le  sostanze  e  i preparati sono classificati perlomeno
come nocivi quando si osservano  i  suddetti  effetti  a
livello dell'ordine di:
-  per  via  orale, ratto minore o uguale a 50 mg/kg (di
peso corporeo)/giorno
- per via cutanea, ratto o coniglio minore  o  uguale  a
100 mg/kg (di peso corporeo)/giorno
-  per  inalazione,  ratto, minore o uguale a 0,25 mg/l,
6h/giorno
Questi  valori  guida  possono  applicarsi  direttamente
qualora nel corso di una prova di tossicità  subcronica
(90  giorni)  siano state osservate gravi lesioni. Per l
interpretazione dei risultati  di  prove  di  tossicità
subacuta  (28  giorni),  le  suddette cifre sono circa 3
volte maggiori: Qualora esista una prova  di  tossicità
cronica  (2  anni), questa dovrebbe essere valutata caso
per caso. Se esistono  risultati  di  studi  di  diversa
durata, generalmente si utilizzano quelli ricavati dallo
studio di più lunga durata:
Per        indicare        le        modalità        di
somministrazione/esposizione,    usare     una     delle
combinazioni    seguenti:    R48/20,   R48/21,   R48/22,
R48/20/21, R48/21/22, R48/20/21/22.
3.2.3.1. Osservazioni riguardanti le sostanze molto volativi
Per alcune sostanze con una tensione di vapore molto elevata
possono esservi dei segni che indicano gli  effetti  atti  a
suscitare  preoccupazione.  Tali sostanze possono non essere
classificate in base ai criteri per gli effetti sulla salute
di cui al punto 3.2.3. Se però si  hanno  delle  prove  del
possibile   rischio  legato  alla  manipolazione  e  all'uso
normali di tali sostanze, può essere  necessario  usare  la
classificazione  <nocivo>,  caso  per  caso,  con  una frase
adeguata.
Tali sostanze saranno classificate nell'allegato I  con  gli
opportuni limiti di concentrazione.
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