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Lavoratrice Madre - Richiesta spostamento mansioni

Archivio Figure della sicurezza (DL/RSPP/Addetti SPP/Emergenza e Pronto Soccorso/RLS).
Discussioni relative alle varie figure coinvolte nel mondo della sicurezza sul lavoro quali Datori di Lavoro (DL), Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP), Emergenze e Pronto Soccorso, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) (Riservato agli abbonati)
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lighthouse
Messaggi: 20
Iscritto il: 20 giu 2006 16:49

Salve a tutti!
Nell'azienda ospedaliera di cui sono rspp accade quanto segue: le lavoratrici madri inoltrano istanza all'ispettorato del lavoro per essere spostate ad altre mansioni a tutela propria e del figlio partorito qualche mese addietro. L'ispettorato chiede all'Azienda di conoscere, a mezzo relazione della Direzione Sanitaria, del rspp e, ove occorra, del MC, se le mansioni in concreto disimpegnate dalla dipendente (spesso si tratta di infermiere) necessitino della specifica tutela accordata dal D. Lgs. 151/2001 e/o comportino eventualmente rischi con ripercussioni sulla salute della lavoratrice stessa e del proprio figlio, anche per il periodo successivo a quello dell'interdizione obbligatoria post partum.
Noi di norma rispondiamo che, trattandosi di ambiente ospedaliero, esiste la presenza di rischio biologico generico e pertanto ipotetiche ripercussioni sulla salute della lavoratrice stessa e del proprio figlio.
Voi cosa ne pensate? E' troppo superficiale come risposta?
Grazie a tutti anticipatamente.
Francesco
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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

guarda, magari è superficiale, ma è anche vero.
tuttavia, io mi rifiuto di credere che un'infermiera o un medico non sappiano quali banali misure di profilassi adottare, prescindendo da "quello che si possono portare a casa". Esiste anche per la scuola primaria, il rischio microbiologico generico, trattandosi di comunità di individui soggetti a malattie esantematiche, o anche semplicemente ai pidocchi.  
Se poi vogliamo dire che il Direttore Sanitario, il RSPP e il MC non si vogliono prendere la responsabilità di lasciare in corsia un'infermiera che alla prima botta di febbre del bebé fa causa, ovvero a lasciare in turno in corsia una lavoratrice che per forza di cose può essere più soggetta ad assentarsi, lasciando sguarnito il turno, e allora è un'altra cosa.
Nei reparti di infettivologia, il rischio è certamente molto più marcato, e meno generico: ma anche lì, dico, esiste la profilassi attiva, oltre che le varie forme di passiva cui il personale sanitario e parasanitario è soggetto e di cui comunque deve per forza avere nozione. Se non lo sanno, è meglio lasciarle a casa, ma per sempre, che come infermiere, o peggio come medici, è ragionevole valgano pochetto. Procedure, procedure e poi ancora procedure, di sicurezza. e formazione, tanta, tantissima formazione; ma non di eccellenza, come chiede il ministero: di BASE.
chi compera bicicletta, pedala; chi non vuole pedalare, motorino. O a piedi.
Nofer
P.S.: non è il mio miglior giorno di democrazia, temo.
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Nofer
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Lupomik
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Iscritto il: 10 dic 2004 16:34
Località: PARMA

potresti rispondere come feci io "sul pianeta terra non esiste un luogo sterile" !!!!

A parte questa battuta (che è vera): ritengo sia giusto allontanare la gestante/puerpera dal rischio sino al 7 mese dopo il parto quando, come nel caso degli ospedali, esiste un evidente rischio biologico.

Affermo questo perchè le linee guida sul tema dicono che la valutazione deve essere del tipo stocastico (spero di averlo scritto bene): sostanzialmente del tipo "Si" - "No".
Se alla domanda: vi è rischio? la risposta è SI. Allora: riorganizzazione delle mansione o allontanamento (leggi a casa pagata).
La differenza fra  un genio e uno stupido  è che il genio ha dei limiti.
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lighthouse
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Iscritto il: 20 giu 2006 16:49

Mi sento di concordare più con Lupomik che con Nofer, nel senso che se il rischio esiste è meglio indicarlo e conseguentemente tutelare madre e pargolo.
Alla faccia della profilassi attiva e passiva, da un esame del registro infortuni, io ed il MC abbiamo constatato purtroppo un incremento di infortuni a rischio biologico!!! :smt009.
Ha comunque ragione Nofer quando scrive che sarebbe meglio mandare tutti a casa definitivamente quando fanno a pugni con profilassi e precauzioni universali.
Ciao
Francesco
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Nofer
Messaggi: 7386
Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

lupomikgioia, scusami, ma assopuffamente non posso essere d'accordo con te quando dici che in ospedale c'è"un evidente rischio biologico".
Cioè, mi spiego meglio: magari hai anche ragione, ma in questo caso c'è qualcuno che non lavora bene.
Ripeto, in un reparto infettivi, OK, è sacrosanto: ma in ogni caso non tutte le malattie infettive si trasmettono per via aerea, caso nel quale già una banale mascherina potrebbe bastare, per altre occorre un contatto tra liquidi biologici, massivo. E io ritengo doveroso l'uso di guanti monouso. Dirò di più: che devono, e ripeto DEVONO, essere cambiati passando da un paziente ad un altro; questo, non per tutelare l'operatore sanitario o parasanitario, bensì tout court il paziente.
questa prassi, come tutti ben sapete, è largamente disattesa, ed è il motivo principale (...e non dopo l'igiene dei bagni comuni e i sistemi di condizionamento dell'aria) della mortalità ospedaliera italiana.
Potremmo anche ricordare che di camici monouso si parla assai poco, che pure dovrebbero essere indossati sopra il camice o la divisa. Non ricordo più quando ho visto l'ultimo zerbino impregnato di disinfettante all'ingresso dei reparti, nè ho presente -a parte qualche terapia intensiva- che sia obbligatorio indossare un camice monouso anche per i familiari dei pazienti che vengono dall'esterno. E non so da voi, ma qui nei paraggi degli ospedali è usuale vedere personale con camici/divise entrare e uscire all'aperto, entrare in bar e simili se nei paraggi, camminare nei viali con gli zoccoletti bianchi ( o blue) anche non esattamente lindi, e ritornare amenamente in corsia. E quello che c'è sotto le suole, e sotto/intorno ai piedi lo sa solo il Grande Biologo...

E di occhialini/visiere paraschizzi sono dotati pochissimi reparti di PS, figurarsi poi quelli dove non è probabile che si abbia uno schizzo di sangue. Ma ci sono le sacche di pus da tagliare o pulire, ci sono le ferite chirurgiche (e non) che devono essere medicate, e una quantità davvero inimmaginabile di liquidi biologici con cui gli operatori possono entrare in contatto.  Quello che intendevo io è che se è vero, come è vero e tu lo ricordi, che non esiste un posto sterile, è anche vero che in ambiente ospedaliero e paraospedaliero ci si attende deontologicamente che ci sia una corretta prassi igienica.

un' amica di mia figlia, medico anch'essa, è andata l'anno scorso a farsi il mese di ferie in un ospedale dei Padri Camilliani in un qualche sperdutissimo pizzo dell'Africa. La prima cosa che le hanno insegnato, in Africa, è stato di indossare sopra il suo camice quello monouso a disposizione di chi entra ad apposito gancio all'ingresso delle camerette, e di toglierselo per uscire. Per inciso: qui a Napoli presta servizio in un "gioiello" di reparto.

anche manipolare la sacca delle urine di un cateterizzato può essere un bel rischio, specie se il soggetto ha una cistite purulenta; ma se non si adottano prassi igieniche corrette, la cistite batterica (o virale, scegli) verrà al cateterizzato che prima aveva una vescica immacolata e sterile... che magari è stato operato di appendicite.

Mi sembra assurdo che a 31 anni da quando, nella mia tesi di laurea, sostenevo la facilità di prevenzione delle patologie da agenti biologici e la relativa difficoltà di prevenzione di quelle da sostanze chimiche, le cose si stiano capovolgendo.
Eh già, perchè si danno antibiotici a larghissimo spettro " di copertura", con il risultato che ogni tanto qualche bestio di quelli che a me fanno uno schifissimo esagerato diventa resistente all'antibiotico. Se continuiamo a voler evitare la manifestazione clinica degli agenti biologici usando antibiotici anzichè evitarne la riproduzione in maniera drastica e definitiva (disinfettanti, anche fisici), prima o poi la polmonite sarà di nuovo una malattia tanto diffusa quanto mortale.
Ma secondo voi, perchè le divise delle infermiere storicamente prevedono la cuffietta, e perchè nelle camere operatorie ci sono i cappellini? per estetica? No, per lo stesso motivo per cui è tradizione che i cuochi abbiano il cappello. I capelli trasportano molti più microrganismi di quanto si pensi. E secondo voi, il barbiere negli ospedali (figura ormai mitica...)serve a far fare la faccina liscia ai ricoverati per piacere alle infermiere carine, o per eliminare un substrato adattissimo alla riproduzione di batteri, fugnhi e tc.etc.?

OK, ho fatto una tiritera, lo so. Ma la risposta che ho dato sopra è fondata su questa convinzione.
Nofer
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