In una catena di montaggio si hanno delle stazioni di incollaggio del prodotto,
tali stazioni sono dotate di aspirazione.
Ma il prodotto sul quale viene applicata la colla viene quindi fatto transitare in un nastro trasportatore aperto per subire altri processi di lavorazione. ( la colla applicata su singolo pezzo è di circa 0,2gr) e pertanto i vapori infiammabili si dovrebbero disperdere anche nello stabilimento .
Il problema è valutare l'entità di tali emissioni utilizzando i modelli proposti dalle norme tecniche .
Ai fini della valutazione Atex pensavo di modellare la diffusione dei vapori infiammabili della colla tramite il modello "Pozza" . per verificare inanzitutto se la portata di aspirazione nelle stazioni di incollaggio sia sufficiente per ottenere zone NE ( si consideri che le macchine sono autocostruite senza tenere conto delle problematiche rischio esplosione e che le aspirazioni sono in essere per evitare che i lavoratori inalino i vapori)
La mia difficoltà è stabilire come queste emissioni si potraggono nel tempo e come decrescono nel tempo visto che il prodotto appunto "Viaggia" nello stabilimento. ( mi viene dato il tempo di polimerizzazione della colla ma non saprei che legame c'e' con il tempo di emissione del vapore infiammabile)
Avete esperienza su situazioni del genere di difficile modelizzazione ?
Ciao
Il forum di SICUREZZAONLINE è stato ideato, realizzato e amministrato per oltre 15 anni da Giuseppe Zago (Mod).
A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.
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Colle ed emissioni vapori infiammabili
0,2 gr per pezzo, ma quanti pezzi sul nastro?
ovvero che velocità di avanzamento ha il nastro?
direi che è da vedere in modo dinamico il processo
più che vederlo punto per punto
e la ventilazione la prenderei di conseguenza a seconda dei kg/h risultano dal calcolo di cui sopra... mi spiego: se sono pochi allora tengo conto (per star dalla parte della ragione) del ricambio aria ambientale generale, altrimenti se sono molti kg/h allora la cosa deve essere magari sezionata a segmenti in modo da calcolare zona per zona il tutto, differenziando i calcoli
direi poi che la pozza di dimensioni note è ok come modello della realtà
che ne dici?
un saluto
ovvero che velocità di avanzamento ha il nastro?
direi che è da vedere in modo dinamico il processo
più che vederlo punto per punto
e la ventilazione la prenderei di conseguenza a seconda dei kg/h risultano dal calcolo di cui sopra... mi spiego: se sono pochi allora tengo conto (per star dalla parte della ragione) del ricambio aria ambientale generale, altrimenti se sono molti kg/h allora la cosa deve essere magari sezionata a segmenti in modo da calcolare zona per zona il tutto, differenziando i calcoli
direi poi che la pozza di dimensioni note è ok come modello della realtà
che ne dici?
un saluto
la cultura del dono e il gioco della reputazione costituiscono il modo ottimale a livello globale per cooperare verso la produzione (e la verifica!) di lavoro creativo di alta qualità - E. S. Raymond
Ciao Ugo
I pezzi prodotti sono circa 300pz/h e la velocità del nastro è di circa 3,5m/min..
Tu mi parli eventualmente di considerare i ricambi d'aria naturali dello stabilimento ma la cosa a mio parere non è facile in quanto in molti stabilimenti non vi sono aperture permanenti che possano permettere un calcolo come propone la norma. ( anche se in realtà spesso si trovino porte aperte)
Inoltre devo approffondire nel determinare il tempo necessario alla colla per asciugarsi ovvero il tempo oltre il quale non emette più vapori
I pezzi prodotti sono circa 300pz/h e la velocità del nastro è di circa 3,5m/min..
Tu mi parli eventualmente di considerare i ricambi d'aria naturali dello stabilimento ma la cosa a mio parere non è facile in quanto in molti stabilimenti non vi sono aperture permanenti che possano permettere un calcolo come propone la norma. ( anche se in realtà spesso si trovino porte aperte)
Inoltre devo approffondire nel determinare il tempo necessario alla colla per asciugarsi ovvero il tempo oltre il quale non emette più vapori
quindi tu hai circa 60 gr/h di colla versata (300 pz/h * 0,2 gr/pz) giusto? non mi pare una gran quantità... certo da valutare, ma non mi sembra tanta roba... mettiti nel caso peggiore di pozza da 60 gr sparsa su una superficie nota e vedi che succede... poi "migliori" il caso sezionando a "segmenti" il processo
per i ricambi d'aria nel capannone pensa a cosa succede nella realtà:
- gli impianti funzionano quando si cola la colla (altrimenti inserisci un interblocco con un flussostato)
- dove non ci sono impianti localizzati i ricambi aria son dovuti all'aspirazione degli stessi impianti localizzati + eventualmente a finestre e soprattutto portoni che si aprono e chiudono durante la lavorazione (ad es. passaggio carrelli ecc.) ... questo secondo caso lo vai a considerare se sei con emissioni "tranquille" altrimenti imponi aperture e/o potenziamento ventilazione generale di ricambio aria
che ne dici?
per i ricambi d'aria nel capannone pensa a cosa succede nella realtà:
- gli impianti funzionano quando si cola la colla (altrimenti inserisci un interblocco con un flussostato)
- dove non ci sono impianti localizzati i ricambi aria son dovuti all'aspirazione degli stessi impianti localizzati + eventualmente a finestre e soprattutto portoni che si aprono e chiudono durante la lavorazione (ad es. passaggio carrelli ecc.) ... questo secondo caso lo vai a considerare se sei con emissioni "tranquille" altrimenti imponi aperture e/o potenziamento ventilazione generale di ricambio aria
che ne dici?
la cultura del dono e il gioco della reputazione costituiscono il modo ottimale a livello globale per cooperare verso la produzione (e la verifica!) di lavoro creativo di alta qualità - E. S. Raymond
ma la norma ammette il calcolo del ricambio d'aria di uno stabilimento realizzata con aperture non permanenti, considerando come dici il passaggio dei muletti ecc. ?
Io penso di no, ma prima di realizzare aperture permanenti sarebbe opportuno valutare il ricambio d'aria naturale di uno stabilimento che avviene tramite le intercapedini di portoni ecc. ma tale calcolo non mi sembra semplice anche per la mancanza di modelli di riferimento proposti dalle norme
Io penso di no, ma prima di realizzare aperture permanenti sarebbe opportuno valutare il ricambio d'aria naturale di uno stabilimento che avviene tramite le intercapedini di portoni ecc. ma tale calcolo non mi sembra semplice anche per la mancanza di modelli di riferimento proposti dalle norme
E qui viene il bello.
La norma CEI 31-30 tratta gli ambienti come se fossero delle semplici scatole chiuse con un certo numero di aperture permanenti.
Ma quasi sempre non è così giusto ?
L'ambiente è un complesso sistema di: fessure, feritoie, ante apribili, ante normali, ribalta, vasistas, vetri rotti, buchi, intercapedini, passaggi tra reparti, passaggio topi, aspirazioni artificiali localizzate e non, ecc....ecc... per cui ci vorrebbero 14 ingegneri meteo per capire grado e portata di ventilazione.
E allora che si fa, in questi casi e solo in questi io assumo un ragionevole numero di ricambi d'aria, cautelativo.
Per quanto riguarda l'emissione ritengo che il calcolo effettuato considerando una pozza di colla di area conosciuta vada bene.
La norma CEI 31-30 tratta gli ambienti come se fossero delle semplici scatole chiuse con un certo numero di aperture permanenti.
Ma quasi sempre non è così giusto ?
L'ambiente è un complesso sistema di: fessure, feritoie, ante apribili, ante normali, ribalta, vasistas, vetri rotti, buchi, intercapedini, passaggi tra reparti, passaggio topi, aspirazioni artificiali localizzate e non, ecc....ecc... per cui ci vorrebbero 14 ingegneri meteo per capire grado e portata di ventilazione.
E allora che si fa, in questi casi e solo in questi io assumo un ragionevole numero di ricambi d'aria, cautelativo.
Per quanto riguarda l'emissione ritengo che il calcolo effettuato considerando una pozza di colla di area conosciuta vada bene.
Purtroppo è vero la norma ancora non ha modellato il contributo al ricambio d'aria dovuta ai passaggi dei topi..... ma chissà in futuro....
A parte gli scherzi sarei molto grato a Renato se mi facesse un esempio:
stabilimento di 100m x 60 diviso in due reparti e non dotato di aperture permanenti , quale valore cautelativo assegneresti al ricambio d'aria (Ca) e su base di quale considerazioni.
Ovviamente questo dato risulta fondamentale per stabilire la Qa=Va*Ca
Va : volume stabilimento) e quindi valutare la concentrazione media Xm% e valutare se è rispettata o meno la condizione
Xm <= k *LEL mix /f
fondamentale per determinare il grado di ventilazione della SE
A volevo dirvi che sto indagando su come valutare il tempo di emissione dei vapori infiammabili a partire dall'applicazione della colla, se riuscirò a venirne a capo vi informerò
Ciao
A parte gli scherzi sarei molto grato a Renato se mi facesse un esempio:
stabilimento di 100m x 60 diviso in due reparti e non dotato di aperture permanenti , quale valore cautelativo assegneresti al ricambio d'aria (Ca) e su base di quale considerazioni.
Ovviamente questo dato risulta fondamentale per stabilire la Qa=Va*Ca
Va : volume stabilimento) e quindi valutare la concentrazione media Xm% e valutare se è rispettata o meno la condizione
Xm <= k *LEL mix /f
fondamentale per determinare il grado di ventilazione della SE
A volevo dirvi che sto indagando su come valutare il tempo di emissione dei vapori infiammabili a partire dall'applicazione della colla, se riuscirò a venirne a capo vi informerò
Ciao
vado da 1 ricambio d'aria ogni 4 ore per uno stabilimento "stagno" a 1 ricambio d'aria/ora per uno stabilimento "forato"
Concordo. La letteratura scientifica sull'argomento propone valori compatibili con quanto indicato da SuperRenato.Renato ha scritto:vado da 1 ricambio d'aria ogni 4 ore per uno stabilimento "stagno" a 1 ricambio d'aria/ora per uno stabilimento "forato"
Ciao
Marzio
"Ogni soluzione genera nuovi problemi" (Corollario 7, Legge di Murphy)