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Cento operai morti ogni mese - più vittime qui che a Bagdad

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Bassaumbria
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Iscritto il: 29 apr 2005 12:40
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dal sito di repubblica.it

Guerra di cifre sulle tragedie nei cantieri. L'Inail: casi in calo
I sindacati: statistiche solo sul lavoro regolare, strage sommersa
Cento operai morti ogni mese - "Più vittime qui che a Bagdad"
Se la vittima è un immigrato, non arriva neanche in ospedale e se anche ci arriva non risulta che stesse lavorando

IN TUTTO il mondo, ogni anno ne muoiono più che in guerra. E in Italia più dei marines a Bagdad. Da tre a quattro al giorno. Se ne vanno in silenzio, nell'indifferenza. Se poi sono rumeni o moldavi o magrebini, a volte non fanno neanche statistica. Li raccolgono come sacchi e li buttano. Da Milano a Palermo i caduti sul lavoro dal 2001 sono stati più di 7 mila, gli incidenti quasi 5 milioni.

E' quando comincia la settimana che il rischio è estremo, il lunedì. Verso le dieci del mattino nei campi, poco prima dell'ora di pranzo nei cantieri edili.

E' una strage che non finisce mai. Al Sud, a Roma, in Veneto e in Lombardia e in Emilia Romagna, regioni che hanno il primato delle tragedie conosciute e legalmente riconosciute. Poi ci sono le altre, le tragedie fantasma. Gli immigrati che spariscono all'improvviso, che volano giù da un'impalcatura e vengono abbandonati in una discarica oppure li lasciano lì, in agonia sotto le macerie. E' accaduto nemmeno due mesi fa davanti al mare di Licata, in provincia di Agrigento.

Sono in spaventoso aumento, secondo sindacati e organizzazioni onlus. E soprattutto per l'Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro. Sono in calo, secondo l'Inail. Nei primi tre mesi del 2006 l'istituto per le assicurazioni contro gli infortuni ha certificato che gli incidenti sono stati settemila in più rispetto all'anno scorso. A fine marzo erano già 222 mila. Ma a ottobre sarebbero scesi del 9 per cento. I dati dell'Inail parlano di "un risparmio di vite" nel quinquennio precedente, i suoi rapporti più recenti sostengono che ogni annata va sempre meglio di quella prima e che dal 2000 c'è "una tendenza complessiva al ribasso". Dati e valutazioni contestatissimi. È la "guerra dei numeri" su quei morti.

Tanti sono ragazzini. Bambini anche. Soltanto nel 2005, in Italia, sono stati 8.530 quelli che non avevano ancora 17 anni e sono rimasti vittime di una "disgrazia" sul lavoro. Dalla perdita della falange di un dito della mano sinistra all'infermità totale. La falange di un dito vale 3 mila euro l'anno di "rendita", 250 al mese. Nel linguaggio burocratico dell'Inail l'indennizzo ha proprio quel brutto nome: rendita.

I numeri raccontano tanto ma non raccontano tutto. "E noi quelli dell'Inail li critichiamo sempre perché ci lasciano stupiti, sono fluttuanti, disomogenei", accusa Sandro Giovannelli, il direttore dell'Anmil, l'Associazione mutilati e invalidi sul lavoro. Spiega: "Non ci importa di segnalare se c'è una vittima in più o in meno, sono comunque sempre tante, troppe. E non giustificano mai i toni così ottimistici dell'Inail". I dati che diffonde l'Inail non possono essere considerati "consolidati" se non passa almeno qualche mese, è questa una delle ragioni della distanza fra i suoi numeri e quelli di tutti gli altri. Una divergenza che accende furiose polemiche, anno dopo anno e report dopo report.

Per scoprire come si contano i morti e come si sfornano tabelle e grafici e si azzardano persino previsioni, venerdì scorso siamo andati in via Morgagni negli uffici della Fillea, il sindacato degli edili della Cgil. Abbiamo incrociato i dati da fonti diverse. E' stata una prova rivelatrice per il riscontro dell'andamento degli infortuni in Italia, dei processi di stima e della loro attendibilità.

Secondo l'Inail, nei primi sei mesi di quest'anno, gli incidenti sul lavoro nel settore delle costruzioni hanno subito una flessione dell'0,8 per cento. Ma alla Fillea, dove quotidianamente raccolgono le segnalazioni e le denunce di tutte le sciagure nei cantieri, al 15 novembre avevano registrato 228 incidenti mortali, 47 in più dello stesso periodo dell'anno precedente e già 37 in più di tutto il 2005. Da un meno 0,8 per cento dell'Inail a un più 26 per cento della Fillea Cgil. Due verità, due Italie.

"Quello che ci preoccupa è che le statistiche fotografano solo il lavoro regolare, quella vastissima area di sommerso nelle costruzioni arriva a punte del 50 per cento e sfugge a qualsiasi controllo", denuncia Franco Martini, il segretario generale degli edili. Uno su cinque dei 191 edili ammazzati sul lavoro nel 2005 era immigrato, i lavoratori stranieri morti quest'anno nei cantieri sono già quasi il doppio, 52. E due erano minorenni. In testa alla luttuosa classifica del settore delle costruzioni c'è la Lombardia, subito dopo il Lazio. Le cause più frequenti di morte: caduta dall'alto; travolto da gru o ruspa; crollo di una struttura; colpiti da materiale, ribaltamento di mezzo; folgorato.

Dossier e contro dossier. L'ultimo è dell'Associazione mutilati e invalidi sul lavoro: nei primi sei mesi dell'anno 583 gli incidenti mortali. "La situazione è drammatica", dice ancora il direttore dell'Anmil Sandro Giovannelli. E aggiunge: "La tutela degli infortunati è diminuita, le aziende pagano troppo e i lavoratori ricevono poco. Nel 2000, in verità, il governo di centrosinistra aveva avviato una campagna per la sicurezza sul lavoro, però poi con Berlusconi si è fermato tutto". E attacca il presidente dell'Anmil Pietro Mercandelli, che da ragazzino faceva l'idraulico e a 18 anni ha perso una parte di gamba: "E' un'ecatombe quotidiana, ci vogliono più controlli, i costi delle sicurezza non possono essere considerati costi aggiuntivi e l'Inail continua incredibilmente a ridurre il fenomeno".

Uno sterminio con morti invisibili. C'era stato il grido di dolore del presidente Giorgio Napolitano a fine giugno, quando un ragazzo messinese se n'era andato mentre stava tirando su i piloni dell'autostrada per Siracusa. Ai funerali di Antonio Veneziano c'era la corona di fiori del Quirinale, c'era un deputato della Regione siciliana che prima faceva il sindacalista e poi in chiesa solo panche vuote. Né un consigliere comunale, un rappresentante del governo, uno della Provincia. Ed era italiano Antonio.

"Degli altri spesso non sappiamo nulla, spesso non arrivano nemmeno in ospedale e quando ci arrivano non risultano vittime di incidenti sul lavoro", racconta Gino Rotella, responsabile del dipartimento del mercato del lavoro e immigrazione della Flai Cgil. Svela il sindacalista: "C'è un mondo parallelo e anche un sistema sanitario parallelo per quei disgraziati".

Chi si fa male sul lavoro ed è un irregolare, se gli va bene viene portato in un ambulatorio clandestino. Ogni gruppo etnico ha i suoi ospedali volanti e i suoi medici. E' l'altra Italia, quella che nelle tabelle non compare mai. L'Italia della vergogna. Come quella dei morti di amianto. Come quella dei morti degli stabilimenti petrolchimici.

Chi lo sa quanti sono stati e quanti sono ancora i casi di tumore in quelle 13 aree a rischio ambientale, che vanno da Porto Marghera fino a Marina di Melilli? E quante sono le industrie killer che buttano sempre i loro fumi e i loro veleni? Si fa calcolo con certezza solo per quei cadaveri ancora caldi, il lunedì mattina, il giorno più carogna sul lavoro.
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Nofer
Messaggi: 7386
Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

... si è letto che stiamo per disimpegnarci dall'Iraq.

A quando, leggeremo che ci stiamo impegnando in sicurezza sul lavoro?

E lo dice una che questo Governo l'ha votato e fortemente voluto...
aeh....
Casi e cose della vita.
E se trovando gli eurini necessari decidessi di farmi il Capodanno a Parigi ...? Magari, poi chiedo asilo politico, che sono anche comunitaria!
Nofer
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
turrini

Anche il bollettino di fillea cgil segnala senza mezzi termini un aumento di morti nel settore delle costruzioni
siamo a 235 a oggi nel 2006 che rappresenta il record degli ultimi 4 anni
215 nel 2003
231 nel 2004
191 nel 2005
ma manca ancora più di un mese alla fine del 2006!
http://www.filleacgil.it/ufficio%20stam ... ili_03.htm
arrivederci
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ilmugnaio
Messaggi: 321
Iscritto il: 15 ott 2004 18:42
Località: PISA

Egregi colleghi ...
Avevo tra le mani come forma consulenziale una macchina micidiale ...(tagliafilo diamantato per cava  ).
Un tipo di macchina che è stata oggetto anche di commissione parlamentare d'inchiesta, mi sono attivato per conoscerla , ho fatto i primi modelli computerizzati per capire il comportamento ho cercato di fare una preanalisi insomma un bel po di lavoro per capire quale poteva essere l'impegno per portare la macchina a non dico in sicurezza  ma almeno ai RES ...ecco sapete come è andata finire ?
..volevano un fascicolo tecnico apocrifo ..quindi ho rinunciato .
Ma la macchina è li ...ancora in procinto di sparare il suo filo e i suoi "diamanti"  e fare altre vittime ....
Io mi sto chiedendo cosa fanno a livello di ASL o di Organi competenti ..capperi avete una macchina che spara come una mitragliatrice ...e quelli boni zitti ...prescrizioni ...si  ecco ...state lontani di 50 mt  dalla macchina ...dico io 50 mt ma quando mai in cava ..ci sono spazi così ampi? Ed è questa la sicurezza? Non parliamo poi di impianto a bordo macchina  roba da far rizzare i capelli
A quando la prossima vittima?


Sai cosa vi dico sono amareggiato , demotivato...ogni tanto mi viene voglia di rintanarmi nel mio mulino...e .....!!
Scusate lo sfogo ...ma sono ...
:smt012
turrini

sempre da repubblica di oggi 25/11

Perugia, esplode oleificio 4 morti e un disperso

La struttura si trova a Campello sul Clitunno. Non si conoscono
ancora le cause dell'incidente, avvenuto vicino a un silos
 
PERUGIA - Un'esplosione di natura ancora imprecisata è avvenuta in un oleificio, la Umbria Olii, nella zona di Campello sul Clitunno. Quattro i morti, mentre una persona risulterebbe dispersa. Sul posto sono da ore al lavoro i vigili del fuoco di diversi comandi della provincia di Perugia, oltre a polizia e carabinieri. Le persone coinvolte nell'esplosione facevano parte di una squadra di cinque persone e stavano lavorando vicino ad un silos.

Lo stabilimento sorge in una zona abitata, con intorno varie abitazioni. Polizia e carabinieri hanno isolato la zona, dove possono accedere soltanto i soccorritori.
Saranno evacuate circa 400 persone che abitano intorno all' oleificio esploso. Si tratta di una misura precauzionale disposta dalla prefettura di Perugia. Intorno alla fabbrica è stato disposto un perimetro di sicurezza di 500 metri. La prefettura ha quindi avviato le operazioni con un preavviso di evacuazione agli abitanti della zona. Secondo gli accertamenti compiuti finora non si tratta comunque di fumi tossici, e l' evacuazione è stata decisa solo a scopo precauzionale.

"Anche oggi un nuovo grave lutto sul lavoro: quattro persone hanno perso la vita a Campello sul Clitunno.
Ricordarle può essere un modo per non dimenticare il debito che la società italiana ha contratto nei confronti loro e delle loro famiglie". Lo ha detto il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, in merito all'esplosione in una fabbrica vicino Perugia, che ha provocato quattro vittime e un ferito tra gli operai. "Quello che chiamiamo sviluppo anche oggi ha mietuto altre vittime. Ricordarle vuol dire che non possiamo e non dobbiamo rassegnarci a considerare i morti sul lavoro una fatalità. E dobbiamo altresì rinnovare l'appello affinchè la politica e le istituzioni facciano della lotta contro le cause di morte sul lavoro il loro primo impegno".
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Pablito
Messaggi: 51
Iscritto il: 04 mag 2006 21:56

Ennesimo incidente e questa volta a 30 Km dal mio ufficio, sigh . . . non ho ulteriori parole . . . .
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Pablito
Messaggi: 51
Iscritto il: 04 mag 2006 21:56

alcune foto tratte dal sito repubblica.it:

ps: le foto sono visibili solo ai registrati al Forum.

Segnalo a tutti i frequentatori del Forum che la discussione sull'esplosione dell'oleificio in Umbria prosegue al seguente thread aperto da mirko.
Un cordiale saluto e un buon inizio di settimana a tutti.

Mod :smt039
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panoramica dell'esposione
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incendio in corso
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Da lontano
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