mmmh, sicuro?ursamaior ha scritto:Elena, Andromaca, Briseide, Criseide... Loro sono le infortunate, quelle che subiscono le scelte degli altri
in fin dei conti elena è quella che per noia provoca la guerra.
e anche briseide, a ben guardare manipola achille come vuole.
criseide svolge un ruolo secondario, però alla fine dovrà essere restituita ai genitori, per placare l'ira degli dei (segno che in fondo, più di tanto le donne non si potevano maltrattare nemmeno allora...).
andromaca, beh, è la figura tipica della vedova di guerra.
non condivido molto questa interpretazione in chiave moderna. la mitologia della guerra di Troia è dominata, più che dalla sopraffazione, dal destino e dalla sua ineluttabilità.
odisseo che sa che non tornerà per vent'anni, si finge pazzo, ma poi per proteggere il figlio deve farsi scoprire.
achille sa che se parte non tornerà, i genitori lo nascondono in mezzo alle figlie di un re amico, ma lui non è un vigliacco e quindi si fa scoprire dal trucco di ulisse.
ifigenia sa che deve morire, ma la devozione filiale le impedisce la fuga (e diana la trasformerà in cerva, segno che le donne non si possono toccare...).
agamennone sa che uccidendola causerà la sua rovina, eppure deve farlo per placare la furia delle tempeste.
cassandra sa che le sue profezie non vengono mai credute, eppure è costretta a farle.
enea non vuole la guerra, ma l'arrivo dei mirmidoni lo trascina nel conflitto.
priamo sa che paride causerà lutti e sventure, ma è pur sempre suo figlio.
ettore che sa che non può battere achille, eppure è obbligato ad affrontarlo.
neppure gli eroi più forti sono esenti dal potere del fato: aiace telamonio si suiciderà per la vergogna di essersi reso ridicolo, e perfino diomede (tanto forte da ferire in battaglia due dei, tra cui ares dio della guerra) è atteso da un destino di oblìo ed esilio.