Un saluto a tutti
Sto analizzando le problematiche ai fini del rischio esplosione
nello stocaggio e lavorazione Bitume per la produz. di membrane bituminose.
Da quello che ho potuto vedere studiando alcuni documenti di produttori di bitume che trattano anche la problematica in esame :
Ai fini della creazione di atmosfera esplosiva il bitume ha una temperatura di infiammabilità intorno a 250°C questo significa che le potenziali esplosioni dovrebbero essere limitate ( Il bitume per esigenze produttive/qualitative normalmente è stoccato all'esterno in depositi a 150°C e anche la temperatura di lavorazione nei mescolatori non supera 210°C.)
In ambienti confinati si possono comunque sviluppare atmosfere infiammabili
a causa delle seguenti cause:
a) Presenza di contaminanti nel bitume
b) Superamento della temperatura di infiammabilità
c) I vapori di bitume intrappolandosi nei depositi di carbone ( che si formono nelle pareti del serbatoio) possono formare ossido di acciaio piroforico --> autoinnesco
d) Contaminazione di materiali porosi ( ad esempio il materiale usato per l'isolamento termico dei serbatoi) con il bitume --> autoinnesco a 100°C
Avete esperienza in merito su tali impianti ? Avete della documentazione (Libri, Doc on line) interessanti da segnalarmi ?
Ciao
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A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.
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Rischio esplosione :lavorazioni bitume
Se la lavorazione è quella che penso io (produzione, aspirazione localizzata, convogliamento in condotta, abbattimento in scrubber ad umido e/o venturi scrubber), la maggiore criticità consiste nella determinazione della protezione dell'impiantistica (convogliamento e eventuali scrubber).
Ciao
Marzio
Ciao
Marzio
"Ogni soluzione genera nuovi problemi" (Corollario 7, Legge di Murphy)
Marzio ha risposto
Però il mio confronto con voi era per il problema che abbiamo a monte del determinare le zone atex che partano dalle caratteristiche di infiammabilità e quindi di produrre rischio di esplosione del bitume.
Ora il bitume quanto tale ha un Fash Point di circa 250°C e quindi dato che viene stoccato a circa 150°C uno potrebbe concudere--> Nessuna possibilità di formazione di atmosfera esplosiva --> Nessuna Classificazione
Ma sembra che il bitume già a 150°C cominci ad emettere fumi i quali radoppiano ogni 10°C tali fumi sono composti da idrocarburi e piccole quantità di idrogeno solforato H2S (LEL=4%)e pare che questa sia la sostanza da considerare per il rischio esplosione se dovesse fuoriesce dai tubi di apirazione per una rottura.
Cosa ne pensate ?
Per tua esperienza si adottano i pannelli di rottura?Se la lavorazione è quella che penso io (produzione, aspirazione localizzata, convogliamento in condotta, abbattimento in scrubber ad umido e/o venturi scrubber), la maggiore criticità consiste nella determinazione della protezione dell'impiantistica (convogliamento e eventuali scrubber).
Però il mio confronto con voi era per il problema che abbiamo a monte del determinare le zone atex che partano dalle caratteristiche di infiammabilità e quindi di produrre rischio di esplosione del bitume.
Ora il bitume quanto tale ha un Fash Point di circa 250°C e quindi dato che viene stoccato a circa 150°C uno potrebbe concudere--> Nessuna possibilità di formazione di atmosfera esplosiva --> Nessuna Classificazione
Ma sembra che il bitume già a 150°C cominci ad emettere fumi i quali radoppiano ogni 10°C tali fumi sono composti da idrocarburi e piccole quantità di idrogeno solforato H2S (LEL=4%)e pare che questa sia la sostanza da considerare per il rischio esplosione se dovesse fuoriesce dai tubi di apirazione per una rottura.
Cosa ne pensate ?