premesso che non sempre le valutazioni condotte con il metodo con algoritmi e quello con rilievi ambientali e personali coincidono, poiché:
- METODO CON ALGORITMO:
• facile applicazione
• fornisce, in generale, risultati conservativi
• non sempre e’ possibile rappresentare adeguatamente le diverse realta’ aziendali
• non considera la contemporanea presenza di piu’ agenti chimici rilievi ambientali algoritmo
- METODO CON RILIEVI AMBIENTALI
• piu’ impegnativi
• forniscono informazioni piu’ strettamente correlate alle effettive realta’ aziendali
• permettono di verificare l’esposizione degli addetti occupati in mansioni diverse
sto predisponendo un mio modello di documento di valutazione del rischio chimico finalizzato ad integrare i due metodi. Il problema è l’integrazione delle conclusioni che spesso non coincidono tra la stima “qualitativa” e quella “quantitativa” del rischio. Mi spiego meglio con un esempio:
attività di verniciatura (solventi organici) a spruzzo in una cabina:
- risultato della valutazione condotta con algoritmo (movaRisCh): rischio non moderato, quindi indagini ecc...
- risultato della valutazione condotta con indagini ambientali e personali: rischio moderato (TLV-TWA < 10%, ecc….)
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Ovviamente dovendo dare una conclusione e non due è necessario stabilire un “criterio” che permetta questo in casi di discordanza tra i risultati come nell’esempio.
E’ un pò che ci provo e non vorrei arrivare a dire che è giusto quello che poi dice il DdL, dato che è lui che fa la valutazione e quindi trae le conclusioni con metodi “strani” non stabiliti.
Il criterio più semplice è quello di considerare come definitivo il giudizio più penalizzante ma non mi convince…
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che ne dite?