Il forum di SICUREZZAONLINE è stato ideato, realizzato e amministrato per oltre 15 anni da Giuseppe Zago (Mod).
A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.

Lavoratrici madri - sicurezza in itinere

Questo Forum, aperto in occasione dell'uscita del Nuovo Testo Unico sulla Sicurezza e Salute sul Lavoro, ospitera' qualsiasi tipo di discussione che non sia relativa a cantieri e ad argomenti di carattere prettamente tecnico (che dovranno essere riportate negli altri due forum).

Benvenuti nella nostra nuova community e buone discussioni a tutti!
Avatar utente
Bond
Messaggi: 2685
Iscritto il: 31 ott 2007 14:17
Località: Ferrara

Ho come l'impressione che l'aspetto "pendolarismo" possa tangere l'argomento "stress da lavoro-correlato".

Ciaaa
Bond
Un genitore saggio lascia che i figli commettano errori. È bene che una volta ogni tanto si brucino le dita.
Indice affidabilità: ° (è un asteroide, non una stella)
Avatar utente
Dipiùninso
Messaggi: 532
Iscritto il: 27 ott 2008 17:09
Località: RN

Scusa Mauro se insisto, ma io in quella definizione non vedo "pendolarismo" ma una lavoratrice che per lavoro va in un luogo e ne torna oppure che per lavoro si sposta continuamente. Secondo me se ci si riferisse a spostamenti svolti al di fuori dell'orario di lavoro dovrebbe essere maggiormente esplicito.
Inoltre la direttiva UE regolamentarebbe tale aspetto senza tenere conto dei vari modelli assicurativi nazionali?

Non da ultimo, la tutela della lavoratrice madre, può essere uno di quegli aspetti quali "particolari gruppi di esposizione" all'interno della mansione, nessuna direttiva UE può inserire "diritti" dei lavoratori o lavoratrici perché non ne ha le competenze (già sono andati oltre il limite con quella sull'orario di lavoro) non credo che possano spingersi fino al punto che indichi tu. Anche perché la nostra legislazione prevede l'astensione anticipata, ma la normativa italiana è tra quelle che più tutela le lavoratrici, nei rimanenti Paesi europei questo non è così scontato e quello che tu dici, prevedendo le direttive UE dei requisiti minimi per tutti i Paesi, introdurrebbe una tutela inesistente in alcuni. Non credo proprio che lo possa fare, attraverso la normativa in materia di sicurezza, tu che ne pensi?
Laura.
Avatar utente
Mauro
Messaggi: 875
Iscritto il: 22 ott 2004 15:51
Località: Milano

Mettiamola in questo modo: dati di letteratura sufficientemente condivisa mettono in relazione le ore di spostamenti per raggiungere il lavoro, in certe condizioni, con i rischi tipici dell'esposizione a vibrazioni, di condizioni di stress elevato, di ergonomia scarsamente rispettata e cosi' via. Penso che questa possa essere una parte condivisa. Ora provo a fare una domanda differente: assunto che rischi ve ne sono (sempre in determinate condizioni, non certo per colei che esce da casa, fa cebto metri e entra in ufficio), e assunto inoltre che la salute delladonna e la vita e la salute del nascituro devono essere protette, chi se ne deve occupare, in assenza di patologie specifiche e di rischi specifici con impossibilita' di ricollocamento? Il DdL? Il proprio ginecologo? Il medico di base? Il medico competente? La DPL? INAIL? INPS? SPSAL? UOTSSL? ARPA? VVF? ISPESL?

Ecco, secondo me la risposta non puo' essere "nessuno", quindi, non avendo io individuato il soggetto che se ne deve fare carico, qualcuno ha qualche idea? E se le vostre idee fossero orientate verso il secondo me impossibile "nessuno", ammesso che si verifichi un evento dannoso, le responsabilita' ricadrebbero solo sulla lavoratrice non  piu' madre? Dove e' la tutela? Dove e' il diritto a lavorare e a non subire pregiudizio per una condizione di gravidanza? Allora bisognerebbe dirlo a chiare lettere: se lavori lontana, devi fare 3 ore di auto al giorno, la maggior parte con il piede della frizione flottante e quello dell'acceleratore desensibilizzato, in un traffico da "un giorno di ordinaria follia", non ti e' concesso limitare i rischi di avere un accidente.

Qualcosa non mi torna

Mauro
Chi vede il periglio ne' cerca di salvarsi, ragion di lagnarsi del fato non ha (DEMOFONTE)
Avatar utente
Dipiùninso
Messaggi: 532
Iscritto il: 27 ott 2008 17:09
Località: RN

Come dissi fin dall'inizio, non vi è nulla in proposito nel nostro ordinamento.
C'è un buco normativo che non penso una nostra interpretazione estensiva posa colmare, perché ribadisco, anche se estendiamo il concetto quale assicurazione la coprirebbe? in questo caso la risposta è nessuna.
Il soggetto che ci deve pensare è lei stessa, perché è fuori orario di lavoro e fuori dai poteri organizzativi del DdL. L'astensione potrà essere legata esclusivamente al suo stato di salute. Personalmente ho guidato la macchina fino al giorno del ricovero, lavorato fino all'ottavo mese e percorso tutti i giorni 3 ore di strada, per di più in collina tra curve e controcurve (e poi perché non andavo a casa durante la pausa pranzo), secondo il tuo ragionamento, seppur io godessi ottima salute, e mio figlio pure, avrei dovuto andare in astensione falcoltativa perché qualcuno ritiene di decidere per me, questo sì che io lo avrei ritenuto discriminatorio.
E se uscita dal lavoro la ragazza con la macchina o in motorino va in palestra a fare il corso preparto? non la si potrà seguire finché non rientra a casa...
Io rimango dell'avviso che il potere organizzativo del DdL finisce quando termina l'orario di lavoro e la lavoratrice esce dal luogo di lavoro, oltre lui non può andare. Tant'è che l'infortunio in itinere è riconosciuto al lavoratore se rispetta le regole di cui si accennava nella pagina precedente, ma il datore di lavoro non può minimamente influire sul mezzo che lui prenderà per tornare a casa.
Una tutela per la lavoratrice madre che esuli dalla mansione svolta c'è, ma è legato allo stato di salute effettivo, il soggetto motore è lei stessa e la richiesta partirà dal suo ginecologo, così come accade per la malattia che viene certificata dal nostro medico generico non dal MC. Ripeto è Inps, no Inail.
Laura.
Avatar utente
Nofer
Messaggi: 7386
Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

Sono totalmente ed assolutamente concorde con dipiùnonsamalosabene  :smt023 !
E' la lavoratrice che deve riflettere su queste cose, parlarne con il proprio ginecologo (ostetrico) di fiducia e regolarsi di conseguenza: al limite estremo, se il medico che deve avere a cura gestante e aspirante ninnillo (o nennella, declinazione alla napoletana) ritiene ci siano dei rischi per la gravidanza in condizioni normali (e parliamo di normalità come consuetudine) proporrà la motivata astensione anticipata dal lavoro.
Ora, però, c'è a dire che nessun medico scrive che si ritiene che tale astensione anticipata è motivata dall'ipotetico rischio di esposizione a vibrazioni (più che altro sono scuotimenti, alla guida, ossia vibrazioni a bassissima frequenza), perchè non sono gli scuotimenti a creare danno ma proprio le vibrazioni dai 125 Hz a salire (ecco perchè non volano in aereo ma possono continuare a lavorare sui treni o sulle navi normali). Infatti, in quei casi si appellano a fasullissime "minaccia d'aborto", perchè anche alla eventuale visita che vanno a fare presso il presidio dell'ASL designato dalla DPL è semi-indimostrabile che la gestante 10 o 15 giorni prima non abbia avuto delle "macchie" sospette.
A me capitò annissimi fa una collega sposatasi a 35 anni, che dopo 7-8 mesi rimase in stato interessante, e mi preannunciò che, data l'età, dato che pareva avesse un fibromino benigno all'utero, il suo medico le aveva sconsigliato di venire a lavorare qua a napoli, che abitava a caserta e veniva con la macchina: sai mai una frenata brusca, un'incidente (guidava da cani!)... Figuratevi io, che sono riuscita ad avere 2 noferpargole su 5 gravidanze iniziate, e solo restando praticamente immobile per 9 mesi alla volta, e chi se lo voleva avere sto scrupolo sulla coscienza!!!
Bene, la esimia collega però ogni mese veniva qua a farsi fare la anlisi di controllo (avevo ancora la sanitaria funzionate a regime), e poi avevo sentito che parlava con le altre dipendenti, dicendo che ogni mattina il marito, chen pure lavorava a napoli, la portava a casa della madre "per non lasciarla sola". Me, mi incominciò un pochetto a bruciare, sta cosa.
Ma - come notato prima da Mauro- chi se la sente di dire "e ma accidenti, se vieni comunque ogni giorno a napoli perchè non vieni a lavorare, scusa!", tanto più che qui c'è ancora il lettino delle visite, e si poteva stendere come e quando le pareva. Appunto, il mio pensiero fu "se le capita l'accidente, almeno che non me ne senta responsabile moralmente io!".
E se non che... la signora mi preannunziò il suo felice stato di attesa ai primi di luglio circa, dicendo che però almeno fino al 20-25 sarebbe comunque venuta perchè la gravidanza era agli inizi, poi si prendeva le ferie e poi andava in astensione anticipata. OK.
Quando tornò in servizio, a novembre dell'anno successivo (17 mesi di stipendio  + 1 13^ + 1 14^ mesi di stipendio sino a casa ...) mi chiese 2 mesi di ferie... io opposi che al limite quelle dell'anno in corso, detratta la quota dei mesi di assenza post partum facoltativa. E fu così che scoprii che l'anno precedente da fine luglio la signora si era "chiamata" l'astensione canticipata. E andai a guardare i certificati che aveva inviato, ed erano per "minaccia di aborto", tutti sino al 7 mese... Da dire, non facevo io le presenze, sapevo che non c'era e non è che mi sono stata a intricare più di tanto di "come " non ci fosse: fino a quella volta mai avrei creduto possibile, nella mia meridionalissima superstizione, che una futura mamma, in attesa, si "chiamasse" anche solo il rischio di perdere il proprio bimbo.
Direte voi, quale è il problema? Semplice: nell'agosto in cui la collega in questione era assente per maternità anticipata con diagnosi di minaccia di aborto (e per chi ha avuto una interruzione di gravidanza, come me, è una espressione che fa gelare il sangue nelle vene), la gentile signora ci aveva mandato una splendida cartolina dalla provenza, dove erano stati ben 3 settimane, come seppi dopo. 4000 Km in macchina fino in francia. C'erano dei validi motivi per cui io avevo pensato che fosse "assente per ferie" come mi aveva peraltro preannunciato.

Allora, Mauro, il discorso è un altro: ci solo lavorazioni, e tra esse anche mansioni con vibrazioni serie e soprattutto accelerazioni serie che mettono la gestante in condizioni di rischio, e solo in questi casi è il datore di lavoro che deve immediatamente anzi 5 giorni fa cambiare la mansione, e se non è possibile chiederne il collocamento anticipato in astensione obbligatoria.
Per le altre situazioni, è la futura mamma che deve avere rispetto del suo ninnillo (o nennella).
Io ritengo sacrosanta la tutela delle lavoratrici madri, purchè però non siano delle imbroglione parac..o. Quelle, le licenzierei, l'ho già detto, e vorrei tanto che l''INPS, che di fatto è quella che ci perde soldi mentre il DdL perde alla fine solo personale, andasse a casa di tutte le gravide a presunto rischio a vedere se vanno facendo shopping, viaggi, anche a sciare (ebbene sì, anche questo succede) o se davvero sono in condizioni di non poter lavorare. Fosse solo perchè queste s...ignore così facendo di fatto limitano alle donne l'accesso al modno del lavoro.
Partendo da me, che nonostante la mia storia personalissima, ma alla luce dei miei eventi professionali, non avrò mai più una dipedente femmina in età di figliare.
Nofer
_______________________________________
Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Avatar utente
erreabi
Messaggi: 261
Iscritto il: 06 mag 2008 15:36

Dipiùninso ha scritto:
Poi è ovvio che se la lavoratrice presenta un certificato in cui il ginecologo dichiara che la gravidanza è a rischio, in astensione anticipata dal lavoro ci può andare e che l'ASL le dà ragione (questo per rispondere anche all'altro intervento), ma questo accade perché si è percorsa un'altra strada, non quella della valutazione del rischio, ma quella della "malattia" legata alla gravidanza. Del resto non per tutte le donne è faticosa o difficoltosa la gravidanza quindi è soggettivo, sia l'astensione che il prolungamento.
Solo per precisare che nel caso che ho citato la gravidanza NON era stata dichiarata a rischio (se no non ci sarebbe stato bisogno di coinvolgere il medico competente, no? )

A scanso di equivoci, tengo a precisare di essere assolutamente contraria a questa interpretazione (e infatti nella nostra VdR alla fine ha trovato spazio solo un "divieto di utilizzare l’auto durante l’orario di lavoro" per le mansioni che normalmente lo prevedono)
Avatar utente
erreabi
Messaggi: 261
Iscritto il: 06 mag 2008 15:36

Scusate, direi che serva un'altra precisazione: l'ASL in questione non aveva nemmeno ipotizzato la prescrizione per la lavoratrice, ove possibile, di utilizzare i mezzi pubblici.

Semplicemente aveva stabilito che non essendoci possibilità di scelta, la lavoratrice dovesse essere posta in maternità anticipata
Avatar utente
Dipiùninso
Messaggi: 532
Iscritto il: 27 ott 2008 17:09
Località: RN

Non ho parole... arriveremo a valutare i raffreddori possibili se il tragitto lo fanno in bicicletta e non hanno possibilità, al loro arrivo, di asciugarsi il sudore.

Ma durante l'orario di lavoro era esposta a quel rischio?
Laura.
Avatar utente
Nofer
Messaggi: 7386
Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

ragazze.... :smt002

adesso capite perchè noi non si trova un lavoro a piangere?
Nofer
_______________________________________
Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Avatar utente
erreabi
Messaggi: 261
Iscritto il: 06 mag 2008 15:36

[quote="Dipiùninso]Ma durante l'orario di lavoro era esposta a quel rischio?[/quote]

Mi pare di no, ma non è rilevante, perchè sul "divieto" dell'utilizzo dell'auto durante l'orario di lavoro il Medico in questione sarebbe stato d'accordo (e infatti l'abbiamo stabilito per le ns lavoratrici per cui c'è questo fattore di rischio), era "solo" contrario alla maternità anticipata.
Nofer ha scritto:ragazze....

adesso capite perchè noi non si trova un lavoro a piangere?
Eh già... tieni presente che in quel periodo la sottoscritta (sposata da poco e senza figli... per ora ;-)) era nel bel mezzo del periodo di prova... e infatti la questione è stata risolta prima di arrivare ad orecchie che avrebbero potuto trarre conclusioni ...affrettate :smt033
Rispondi

Torna a “Ambito generale”