Salve,
sono un ragazzo di 21 anni e da maggio 2009 ho efettuato 5 mesi di trasferta in un cantiere in albania con la funzione di programmatore.
Durante gli ultimi mesi di permanenza ho cominciato ad accusare un forte stress emotivo dovuto alla qualità del lavoro (molto ardua, 10ore al giorno x 6 gg a settimana). Questo stress si è manifestato sotto forma di ansia,agitazine,crisi di panico,ecc..
Così in quest'ultimo periodo ho chiesto alla mia azienda di venirmi incontro per evitare di perdere definitivamente il mio equilibrio psicofisico già vacillante. Dopo circa un mese di sosta in ufficio (da gennaio ad oggi) la mia azienda mi chiede continuamente di dare disponibilità ad effettuare un'altra tranche di trasferta della durata di 40gg. Io ho già provato a spegare ai miei titolari che non voglio rimeterci la salute e che non mi sento pronto ad affrontare questo tipo di trasferta, anche perchè attualmente sto seguendo una cura di psicofarmaci x il mio sostegno. I miei titolari però, dicono che non possono più venirmi in contro poichè, data la crisi di mercato, attualmente non anno commesse alternative su cui posizionarmi e che non possono permettersi di rinunciare a questa offerta.
Visto che non può esserci più dialogo tra me e l'azienda, come posso tutelarmi? Come posso evitare di andare in trasferta e non perdere il lavoro?
Vi ringrazio per l'attenzione.
Spero che sia il forum giusto su cui piostare questo tipo di domanda....
Il forum di SICUREZZAONLINE è stato ideato, realizzato e amministrato per oltre 15 anni da Giuseppe Zago (Mod).
A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.
A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.