Vi allego un'importante sentenza sul risarcimento per danni biologici e morali causati da fumo passivo,tratta da un noto quotidiano.
saluti
Luca
CLAMOROSA SENTENZA
Morì per il fumo passivo
Ministero condannato a pagare
Clamorosa causa vinta dal Codacons: si ammala in ufficio per il fumo passivo e muore, ministero condannato
*MAXI RISARCIMENTO Il tribunale di Roma ha condannato il ministero della Pubblica Istruzione a un mega-risarcimento di quasi 400mila euro
*AMMALATA IN UFFICIO La donna era una dipendente del Ministero, ammalatasi di tumore a causa del fumo passivo dei colleghi
*IL MARITO Lavorava in una camera a gas
ROMA, 10 MAGGIO 2005 - Il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca è stato condannato dal Tribunale di Roma a versare un risarcimento da poco meno di 400 mila euro a una dipendente, non fumatrice, ammalatasi e poi morta di tumore a causa del fumo dei colleghi.
A darne notizia è il Codacons, Coordinamento delle associazioni per la tutela dei consumatori, sottolineando che il ministero è stato ritenuto responsabile di aver «omesso di adottare le misure idonee per tutelare i propri lavoratori».
Si tratta, spiega Carlo Rienzi, presidente del Codacons, della «prima causa di risarcimento per danni da fumo passivo vinta», che «apre adesso la strada a migliaia di cause simili».
Questi i fatti:
La Sig.ra M. S., fu assunta dal Ministero della Pubblica Istruzione in data 30 maggio 1980. Il 25 settembre 1992 le fu diagnosticato un tumore al polmone destro, per il quale si rese necessario intervenire chirurgicamente in data 17 ottobre 1992, con asportazione di una parte del polmone.
Oltre il delicato ed invasivo intervento chirurgico, la sig.ra ha dovuto subire: vari cicli di chemioterapia con grave debilitazione del suo organismo; sofferenti postumi della predetta terapia, non ultimo la totale perdita dei capelli; inoltre è stata colpita: da bronchite asmatica cronica; enfisema polmonare e da un grave stato di depressione ed esaurimento nervoso, dovuto alle preoccupazioni per la grave patologia di cui si è ammalata.
Dall’esame istologico della massa tumorale è risultato che l’eziopatogenesi del tumore contratto dalla Sig.ra S., carcinoma epidermoidale, è direttamente riconducibile all’esposizione a fumo passivo, come risulta dalla relazione clinica del dott. Giulio Bigotti, specialista in anatomia patologica ed oncologica.
La sig.ra, che non aveva mai fumato in vita sua e non aveva avuto conviventi in famiglia dediti al fumo di sigaretta, è stata, suo malgrado, esposta per lungo tempo (7 anni) ad inquinamento da fumo passivo sul luogo di lavoro (lavorava in una angusta stanza, sprovvista di aeratori, con tre colleghe accanite fumatrici).
Nel 2002 i familiari – attraverso il Codacons, che ha avanzato la causa seguita dagli avv.ti Carlo Rienzi e Vincenzo Masullo - hanno chiesto al Tribunale civile di Roma di accertare la violazione da parte del datore di lavoro (il Ministero della Pubblica Istruzione) delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro (art. 2087 c.c., Dlgs. 626/94 art. 32 Cost.) che ponevano a suo carico l'obbligo di tutelare la salute della dipendente M. S. dai rischi sui luoghi di lavoro e per l'effetto condannarlo al risarcimento di tutti i danni causati.
Il Giudice della IV sez. Lavoro del Tribunale civile di Roma, Dott.ssa Giuseppina Vetritto, ha accolto oggi la domanda degli eredi della signora, assistiti dal Codacons, condannando il Ministero a risarcire 263.725,00 euro a titolo di danno biologico e 132.000,00 a titolo di danno morale oltre alle spese di lite e della perizia d’ufficio.
“Il Parlamento – afferma il Presidente Codacons Carlo Rienzi - ha promesso ma non ha dato ai consumatori né la class action, né il danno punitivo, ma queste sentenze dimostrano che si può fare anche a meno di tali leggi quando c’è sensibilità da parte della magistratura. Adesso – prosegue Rienzi - si apre la strada a migliaia di cause di risarcimento danni per quei lavoratori che hanno dovuto subire alle loro scrivanie il disagio causato dal fumo dei colleghi”.
Sentenza risarcimento per fumo passivo
Ciao e buon giorno, avevo letto ciò su un portale, e sono contento che anche in Italia si iniziano a muovere i primi passi contro la lotta la fumo!! Meglio tardi che mai!!
il risarcimento, sempre secondo me, è basso, molto basso, anche perchè la vita umana non ha prezzo!! Tralasciamo il danno morale causato ai parenti più stretti, figli e marito, che senza ombra di dubbio rimarrà per sempre!!
Un risarcimento più cospicuo, magari anche di quelli ch si sentono in America, pagato direttamente da chi ha provocato danni alla donna, potrebbe far si che questi problemi e situazioni vengano meno.
Io personalmente non fumo, e ne sono molto orgoglioso, e quando vicino a me ci sono persone che fumano, o hanno fumano (il che si sente dall'alito ed è veramente odioso), visto che tengo alla mia salute, cerco di limitare al minimo i danni provovcati dal fumo, visto che con lo smog, si respira un'aria non del tutto pulita, allontanandomi.
Certo, non posso stare tutta la vita ad allontanare fumatori, e per mia fortuna al lavoro di ora nessuno dei miei colleghi fuma!! Al precedente si, ma si ci organizzava, e tutti fumavano in un angolo dell'azienda adibito a fumatori, oppure quando non c'era nessuno nei corridoi!!
il risarcimento, sempre secondo me, è basso, molto basso, anche perchè la vita umana non ha prezzo!! Tralasciamo il danno morale causato ai parenti più stretti, figli e marito, che senza ombra di dubbio rimarrà per sempre!!
Un risarcimento più cospicuo, magari anche di quelli ch si sentono in America, pagato direttamente da chi ha provocato danni alla donna, potrebbe far si che questi problemi e situazioni vengano meno.
Io personalmente non fumo, e ne sono molto orgoglioso, e quando vicino a me ci sono persone che fumano, o hanno fumano (il che si sente dall'alito ed è veramente odioso), visto che tengo alla mia salute, cerco di limitare al minimo i danni provovcati dal fumo, visto che con lo smog, si respira un'aria non del tutto pulita, allontanandomi.
Certo, non posso stare tutta la vita ad allontanare fumatori, e per mia fortuna al lavoro di ora nessuno dei miei colleghi fuma!! Al precedente si, ma si ci organizzava, e tutti fumavano in un angolo dell'azienda adibito a fumatori, oppure quando non c'era nessuno nei corridoi!!
...ben ha scritto:Certo, non posso stare tutta la vita ad allontanare fumatori


Nofer
P.S. Per inciso, oggi il megaprof tossicologo ogni volta che doveva fare un esempio degli agenti cancerogeni che non hanno una dose-soglia (ossia un dose al di sotto della quale si hanno prove certe che non ci siano effetti cancerogeni) nominava il fumo di sigaretta e mi guardava. A un certo punto, forte della mia fama, gli ho detto "maurì, e trovalo qualche altro esempio più occupazionale del fumo!!! ", e tutti a ridere... all'esempio successivo, devo dire, si è attivato il prof e ha iniziato a far venire la pelle d'oca a tutti per la quantità e reperibilità degli agenti che ha nominato!
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Nofer ha scritto:...ben ha scritto:Certo, non posso stare tutta la vita ad allontanare fumatoritu non vuoi che io mi avvicini, e io che invece...
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Nofer
Ciao, ma ovviamente non era riferito a te!! Se non fumi, non mi allontano, ma se fumi..................!!
Be voglio dire la mia in proposito. Quello che mi fa arrabbiare della situazione sono due cose:
1) perchè hanno consentito ai colleghi di quella donna di fumargli in faccia? Eppure si sa che il fumo fa male
2) Perchè non pagano i diretti responsabili (almeno in parte, altrimenti ne hanno per una cea da pagare :smt003 )? il tribunale ha condannato il ministero... e mi sono rotto le scatole a vedere che i pubblici dipendenti vengono protetti dallo "stato mamma" :smt013 . Che ognuno si assuma le proprie responsabilità
1) perchè hanno consentito ai colleghi di quella donna di fumargli in faccia? Eppure si sa che il fumo fa male
2) Perchè non pagano i diretti responsabili (almeno in parte, altrimenti ne hanno per una cea da pagare :smt003 )? il tribunale ha condannato il ministero... e mi sono rotto le scatole a vedere che i pubblici dipendenti vengono protetti dallo "stato mamma" :smt013 . Che ognuno si assuma le proprie responsabilità
"Intelligenti pauca "
Ricordo che nel nostro paese ci son tre gradi di giudizio.
Solo dopo la Cassazione, si potranno tirare le conclusioni.
Qualcuno ricarda che a Milano, in giudizio penale, i dirigenti di una banca furono prima condannati e poi assolti per la morte di un'impiegata.
Ovviamente, sono ben felice della sentenza che, in qualche modo, ci avvicina agli altri stati europei.
Ricordo, per quanto riguarda l'aspetto penale, che in questi casi, il datore di lavoro o i dirigenti, sono obbligati ad attuare, in primis, quanto è previsto dal D. Lgs. n° 626/1994 così come modificato dal D. Lgs. n° 25/2002 (Titolo VII bis). In particolare, il datore di lavoro deve 1) valutare i rischi derivanti dalla presenza di fumo passivo, 2) garantire la non esposizione dei lavoratori al fumo anche mediante l’imposizione del divieto di fumare in ogni luogo di lavoro dell’azienda, 3) controllare l’effettiva applicazione del divieto di fumare, 4) informare tutto il personale al riguardo, 5) esporre specifica segnaletica.
La presenza di fumo da sigarette in un ambiente di lavoro, rappresenta una violazione degli obblighi prima citati. I
noltre, potrebbero concretizzarsi anche gli estremi per la violazione dell’art. 9 comma 1 del D.P.R. n° 303/1956, così come modificato dall’art. 16 del D. Lgs. n° 242/1996, in quanto nei locali in oggetto i lavoratori non dispongono di aria salubre in quantità sufficiente (anche in presenza di ricambio dell’aria).
L’inosservanza delle citate norme, rilevata da un Ufficiale di Polizia Giudiziaria della ASL o da altri enti preposti alla vigilanza, comporta sanzioni punite con la pena alternativa dell’arresto o dell’ammenda a carico del datore di lavoro o del dirigente.
Solo dopo la Cassazione, si potranno tirare le conclusioni.
Qualcuno ricarda che a Milano, in giudizio penale, i dirigenti di una banca furono prima condannati e poi assolti per la morte di un'impiegata.
Ovviamente, sono ben felice della sentenza che, in qualche modo, ci avvicina agli altri stati europei.
Ricordo, per quanto riguarda l'aspetto penale, che in questi casi, il datore di lavoro o i dirigenti, sono obbligati ad attuare, in primis, quanto è previsto dal D. Lgs. n° 626/1994 così come modificato dal D. Lgs. n° 25/2002 (Titolo VII bis). In particolare, il datore di lavoro deve 1) valutare i rischi derivanti dalla presenza di fumo passivo, 2) garantire la non esposizione dei lavoratori al fumo anche mediante l’imposizione del divieto di fumare in ogni luogo di lavoro dell’azienda, 3) controllare l’effettiva applicazione del divieto di fumare, 4) informare tutto il personale al riguardo, 5) esporre specifica segnaletica.
La presenza di fumo da sigarette in un ambiente di lavoro, rappresenta una violazione degli obblighi prima citati. I
noltre, potrebbero concretizzarsi anche gli estremi per la violazione dell’art. 9 comma 1 del D.P.R. n° 303/1956, così come modificato dall’art. 16 del D. Lgs. n° 242/1996, in quanto nei locali in oggetto i lavoratori non dispongono di aria salubre in quantità sufficiente (anche in presenza di ricambio dell’aria).
L’inosservanza delle citate norme, rilevata da un Ufficiale di Polizia Giudiziaria della ASL o da altri enti preposti alla vigilanza, comporta sanzioni punite con la pena alternativa dell’arresto o dell’ammenda a carico del datore di lavoro o del dirigente.