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Rottami metallici e sistri/rifiuti

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weareblind
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Iscritto il: 07 ott 2004 20:36

Premesso che il cervello si è già sconnesso, ti confermo che:
a) ho riferito quanto dettomi dal cliente;
b) non ho capito una cipparuola di quanto hai scritto, né lo voglio capire; ma anche io ti voglio bene lo stesso!  :smt008
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gibbo39
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Iscritto il: 29 apr 2008 17:37

Quoto Pat:
Non vorrei prevedere il futuro, ma mi sa che fra un po' senza tale attestato acciaierie & Co. non ritireranno più, diviene una necessità adeguarsi se si vuole restare nel comparto.
Non c'è da prevedere nessun futuro.
Le acciaierie come ad esempio TK AST, già da venerdì 7 ottobre, pretendevano dai loro fornitori di rottami l'evidenza (CERTIFICATO) rilasciato da  OdC accreditato al Reg.UE 333, pena il lunedì successivo non si scarica il rottame.

Ho condotto a certificazione circa 9 rottamai in 20 gg.

Le mie uniche impressioni:

"visti i loro fatturati e la loro scolarizzazione in questa vita non c'ho capito assolutamente una mazza".

A parte gli scherzi, per portare la mia esperienza (solo come sistemista) e non certo come "rifiutista" di questo mondo, posso dire rispetto al controllo radioattività, che tranne i grandi rottamai, che hanno un portale radiometrico in prossimità della bascula, nessun altro (seppur dotato di strumento portatile) ha mai condotto verifiche radiometriche sul rottame (fu MPS) in uscita, sebbene dichiaravano sempre NON RADIOATTIVO con tanto di timbro ben fatto, il rottame che mandavano in acciaieria.

Per l'esperto qualificato, peraltro richiesto dalla 230/95, vale quanto detto sopra, i grandi lo nominano, i piccoli non sanno neanche chi sia.

Il regolamento per quanto mi riguarda è denso di ca**ate e nemmeno tanto piccoline.
Vedi l'obbligo del solo controllo radiottivo sui rottami in uscita, lo trovo pazzesco, perchè non farlo sui rottami/rifiuti in ingresso (nel mio sistema l'ho previsto) e gli auditor hanno apprezzato.

Non parliamo dei controlli visivi...

Comunque rimango in ottica di qualità, spiegare come impostare le soglie di allarme basandosi sullo scarto quadraitico medio (3 sigma) come norma impone, non è certo cosa facile.

Ma tanto, i piccoli (per intenderci quelli con lo strumentino portatile) continueranno a dichiarare non radioattivo senza fare alcuna misura.

Ciao a tutti.

P.S.

Se vi occorre qualcosa e qualche impressione/dritta chiedete pure ...9 rottamai in 20 gg hanno sortito il loro effetto.
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gibbo39
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Iscritto il: 29 apr 2008 17:37

Per concludere, perchè in questo periodo ne ho sentite di bellissime, vorrei chiarire una volta per tutte che :

La UNI EN ISO 9001:2008 (beneamata) non è MAI in alcun modo tirata in gioco dal regolamento!!!

Potevano essere solo più chiari in merito all'eventuale importazione del rottame da parte di produttore appartanente ad uno stato extra UE (fortuna sua).

L’importatore esige che i suoi fornitori applichino un sistema di gestione della qualità che soddisfi il disposto dei paragrafi 1, 2 e 3 del presente articolo e sia stato controllato da un verificatore esterno indipendente.

Qui se non si sta attenti si potrebbe pensare ad una prima lettura alla necessità di un sistema qualità, che riconduce automaticamente alla 9001 per deformazione.
Ma poi leggendo chiaramente si evince che anche in questo caso non è necessario nessun sistema certificato 9001, bensì l'evidenza (un rapporto di audit ad esempio) di avere un sistema verificato da ente terzo o addirittura a mio avviso può anche starci anche da auditro indipendente senza la notifica di alcun OdC, che il produttore extra UE abbia un SGQ conforme almeno ai punti 1,2 e 3 dell'art.6.

Ribadisco quindi che la 9001 mai ci ha azzeccato con questa storia dei rottamai.

ciao a tutti

gibbosky
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abigail
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Iscritto il: 03 ott 2011 14:36

gibbo39 ha scritto: P.S.

Se vi occorre qualcosa e qualche impressione/dritta chiedete pure ...9 rottamai in 20 gg hanno sortito il loro effetto.
Vorrei proprio approfittarne  :smt003  :smt003  ma credo di avere i mp disabilitati... come possiamo fare???

Come sempre abbiamo fatto nel nostro forum e' il caso di discutere pubblicamente (senza fare nomi e/o pubblicita' di alcun genere) in modo da rendere edotta tutta la community.
In casi eccezionali rimango comunque a disposizione per fare da tramite alla seguente e-mail: webmaster@sicurezzaonline.it  
Cordiali saluti a tutti

Mod :smt039
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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

premettendo che sono perfettamente in linea con gibbo sulla attinenza della 9001 con la gestione dei rottami, ci avrei da ridire e non poco su quest'ennesima bufala metropolitana ad ampio spettro. Quanto alle regole di accettazione da parte delle fonderie di seconda fusione in genere...
...e ma come no, TK... altri che fanno la "sicurezza di sola carta", come 7 morti in una sola volta e un centellinare di morti successivi e precedenti provano senza ombra di dubbio. Non  potevi trovare esempio peggiore, dal mio punto di vista!

Ok, e allora se vogliamo discutere, discutiamo: quando i signori TK, o i loro omologhi, fanno la manutenzione degli altiforni, per puro caso verificano il tenore di radioattività dei prodotti di demolizione? E no, perchè nessuno glielo chiede... Eppure, se per puro caso a forza di mettere a squagliare un po' di radioattività nei limiti oggi, un altro po' nei limiti domani, un altro pochetto dopodomani, è verosimile che tra un anno persino i refrattari siano "impurpati" di radioattività. In pura teoria, le grandi fonderie se ne dovrebbero accorgere all'analisi apposita delle varie partite di fusione: ok, ma le fanno? O magari - al pari dei rottamatori - avendo verificato in entrata "deducono" i dati in uscita?
Io lavoro per gente che compra lamiere di ferro spesse anche 20 mm e più, per di più anche primerizzate, e quando chiacchierando del più e del meno ho chiesto se arrivavano certificate per le RI mi hanno guardato "strano". Sono semilavorati, e il 230/95 sui semilavorati la diceva lunga già da tempo, prima solo per quelli di importazione extraUE ma già da un po' anche in genere...

Mo', decidiamoci: questo regolamento lo vogliamo intendere come un'occasione di mercato per i certificatoristi o come un sistema per mandare in giro cose senza pericoli tanto brutti quanto invisibili?

Come alcuni colleghi sanno, per esempio, il ferro ma anche l'alluminio di recupero dalle navi (gli aliscafi sono in alluminio) può riservare delle sorpresine per nulla gradevoli... Eppure, a me non risulta che nei cantieri di demolizione nemmeno all'interno dei porti, dove pure c'è il servizio apposito, ci pensi mai nessuno. Carte su carte per l'amianto, per gli oli e le acque di sentina, ma proprio su questo il silenzio più assordante. Perchè il coso 81 non fa neppure un cazzillino di richiamo alle RI, anzi addirittura le esclude dal campo di applicazione. Peccato che, a differenza degli agenti chimici e degli altri fisici considerati copme rischi negli ambienti di lavoro, le RI non siano organoletticamente rilevabili o presumibili in alcun modo, e a differenza persino degli agenti biologici patogeni, che se ti beccano ti ammali subito, quando ne scopri gli effetti è già troppo tardi per poter andare di prevenzione.  
E allora, cerchiamo di ragionare: ma noi, qui ed ora, che ci stiamo a fare? a lasciarci inviluppare dalle documentazioni o a guardare davvero ciò a cui la documentazione dovrebbe realmente servire?
Beh, vi lascio a rifletterci sopra: io appunto me ne vado su una nave... controllerò che non ci sia dispersione di amianto dalle poche, e assai ben manutenute, installazioni che ce l'hanno. Ma la nave ha quasi 50 anni, e io non saprò MAI se mi vado a mettere in una specie di TAC, quanto a radiazioni ionizzanti. Ad ogni buon conto, piazzati i campionatori, se mi è possibile, almeno me ne starò all'aperto, che oggi è buon tempo.
Nofer
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gibbo39
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Cara Nofer.
Concordo su ogni cosa hai affermato.

Mo', decidiamoci: questo regolamento lo vogliamo intendere come un'occasione di mercato per i certificatoristi o come un sistema per mandare in giro cose senza pericoli tanto brutti quanto invisibili?


Che ti dico... un po' e un po' dai... io nel mio girovagare a portare sistemi nei vari rottamai ho avuto qualche piccola soddisfazione, legata al fatto che l'applicazione del sistema ha convinto alcuni che potrebbe farli essere più tranquilli almeno da un punto di vista commerciale.

Vedi, sebbene ribadisco l'estraneità con la 9001, il sistema di cui all'art.6 è di fatto un miniSGQ a tutti gli effetti.
Parlare con il piccolo rottamaio e fargli capire come utilizzare degli strumenti, al fine di ovviare ad un respingimento di un carico per mancato rispetto delle specifiche di un cliente, vederlo applicare ed essere soddisfatto per aver capito di avere un problema risolto, ancora un po' di piacere me lo da'.

Faccioun esempio, ero da un rottamaio in abruzzo, giusto sabato scorso, mentre mi descriveva i suoi processi mi ha tirato fuori un carico respinto da parte di un acciaieria, con i costi chiaramente che questo gli ha comportato.

Mi sono fatto dire la motivazione del respingimento, ebbene colui che per l'attuale regolamento è disposto a garantire la qualità del rottame da mandare in acciaieria, ha mandato un CECA  per un altro.

Allora andando sul processo vero e proprio, ho chiesto se colui che stava selezionando il rottame conosceva le specifiche del cliente in primis, e successivamente se aveva a disposizione la noramtiva CECA, chiaramente erano all'oscuro dell'uno e dell'altro.

Diciamo quindi che se vogliamo possiamo pensare che questo sistemino possa fare il bene di alcuni imprenditori che hanno la volontà di migliorare e di crescere ( e t'assicuro che sebbene tutti o quasi con un non ben specificato titolo ... mediamente tra seconda e quinta elementare) ho notato comunque in tutti scaltrezza e intuizione.

Ciao

gibbosky
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Nofer
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:smt002 eheheheheh...
compredo la tua posizione, ed al proposito ti offro un ulteriore spunto di riflessione: se tu parli del "sistema" inteso come SGQ ad uno con la V alimentare di certo ne ritiene i concetti di più e meglio del "laureato" in genere.
Tu appunto parli dei mitici "piattari", ossia il "ferrivecchi" di buona memoria: loro sanno che quello è un lavoro e come tale va fatto al meglio, lo fanno e spesso ci si dannano l'anima: una persona come te che gli trova come evitare la contestazione di partita è benedetta per definizione.
Tu stai appunto parlando di quelli che lo fanno e vogliono farlo nel migliore dei modi, per sè, per i loro dipendenti etc. etc.
Queste sono persone che vanno al nocciolo delle questioni, non si stanno ad aggrovigliare nelle procedure ma dalle e delle procedure sanno cogliere l'essenza: come si fa cosa, chi lo deve fare e quando, e come si verifica che sia tutto ok.
Evidentemente, sei anche bravo tu :smt038 a spiegare loro il criterio cui attenersi: l'essenza, appunto, di cui le "carte" fanno parte solo per inciso.
A queste persone, spiegare certi come e soprattutto i perchè di quei come non può che dare soddisfazione: a loro in primis, e a te di riflesso e per competenza: le qualità che a me fanno girare il di tutto e di più sono i "sistemi di carta", dove le procedure cartacee sono a vederle perfette ma alle spalle c'è il vuoto di essenza, di qualità e più che mai di qualità di prodotto.
Per analogia, meglio avere a che fare con un impiegato che non ha mai lavorato piuttosto che con uno al quale è stato male insegnato poco, ma si è convinto di saper fare tutto...  
Nofer
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gibbo39
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compredo la tua posizione, ed al proposito ti offro un ulteriore spunto di riflessione: se tu parli del "sistema" inteso come SGQ ad uno con la V alimentare di certo ne ritiene i concetti di più e meglio del "laureato" in genere.
Infatti diciamo che l'illibatezza e la verginità di questi tipi, unitamente alla poca presunzione (fatto salvo uno che poi ti dico come mi ha esordito) che li contraddistingue, rendono i rottamai come terreno fertile per portare un minimo di VA che ho la presunzione di portare quando entro in una azienda.
Tu appunto parli dei mitici "piattari", ossia il "ferrivecchi" di buona memoria: loro sanno che quello è un lavoro e come tale va fatto al meglio, lo fanno e spesso ci si dannano l'anima: una persona come te che gli trova come evitare la contestazione di partita è benedetta per definizione.
Esattamente.
Tu stai appunto parlando di quelli che lo fanno e vogliono farlo nel migliore dei modi, per sè, per i loro dipendenti etc. etc.
Si...loro.
Queste sono persone che vanno al nocciolo delle questioni, non si stanno ad aggrovigliare nelle procedure ma dalle e delle procedure sanno cogliere l'essenza: come si fa cosa, chi lo deve fare e quando, e come si verifica che sia tutto ok.


Bravissima, stanno in piedi, fatturano l'ira del buon Dio... quindi sanno chi deve fare cosa, come e quando... tu devi solo dir loro come poter magari migliorare.
A queste persone, spiegare certi come e soprattutto i perchè di quei come non può che dare soddisfazione: a loro in primis, e a te di riflesso e per competenza: le qualità che a me fanno girare il di tutto e di più sono i "sistemi di carta", dove le procedure cartacee sono a vederle perfette ma alle spalle c'è il vuoto di essenza, di qualità e più che mai di qualità di prodotto.


Cara Nofer, è qualche anno che ormai ho scardinato anche aziende di una certa consistenza (non le menziono ma mi crederai sulla parola  :smt030 ) con il mio sistema... che semplicemente rivede il quintale di carta impolverata dei loro sistemi ... e lo sostituisce con un file, dal quale si parte da una mappa dei processi e si arriva ad ogni procedura/istruzione e modulo.

Tu mi dirai...si ma che cambia... dal tuo sistema al loro, ebbene cambia che le loro 50 pagine di procedura ne prevedono 30 di campo di applicazione un paio forse di descrizione vera del processo e 18 di riferimenti bibliografici.
In conclusione le 50 pagine di procedura prevedono 48 di nulla, vuoto assoluto, lavoro per i cartai che negli anni 90 hanno fatto la loro fortuna portando sistemi inutili nelle aziende e appesantimenti.

Le mie procedure e istruzioni sono flow chart di una pagina (raramente di due).
T'assicuro che quando vedono una procedura di 50 pagina ridotta a 5 attività in una pagina tutti fanno due occhi tanto!!
Per analogia, meglio avere a che fare con un impiegato che non ha mai lavorato piuttosto che con uno al quale è stato male insegnato poco, ma si è convinto di saper fare tutto...  
Senza dubbio.

P.S:

riprendo quello che ti dicevo al primo quote rispetto a come mi ha accolto per fortuna solo uno dei rottamai:

arrivo in azienda e dico:

"buongiorno il sig. XXXXX ?"

ed il sig. XXXXXX mi risponde:

" si, e tu saresti quello che è venuto ad insegnarmi come si taglia il ferro?"

io rispondo:

"per carità, lungi da me una presunzione simile".

Da lì capii che in quell'unico giorno di consulenza che gli ho concesso mi dovevo relazionare solo con la figlia.

ciao Nofer.

gibbosky
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Nofer
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ciao gibbo :smt002 ,  e buon prosieguo di lavoro!
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Nofer
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immagino che anche ad altri arrivinp le news del sito sistri. E stamane mi è spuntato un articolo di un giurista ambientale, di venezia, che pare abbia conseguito un master in diritto dell'ambiente e di mestiere fa l'amministratore in una società che ha per oggetto sociale "servizi integrati per quanto riguarda l'assistenza alle aziende, di marketing, commerciale, produttiva, amministrativa e informatica in qualsiasi settore con esclusione dell'attivita' di agenzia pratiche amministrative (dal 01/07/2006) organizzazione ed effettuazione di corsi di formazione professionale (dal 01/07/2006)".

Siccome questo tipo ha messo sul sito del sistri uno sproloquio sul reg CE 333/2011 che a me è parso privo del minimo buon senso, partendo dal principio che scrive
va individuata la posizione giuridica della figura del “produttore” di rottami metallici che hanno cessato la qualifica di rifiuto, definito dell’art. 2 del Reg. 333/2011, che è un soggetto che effettua attività di recupero (???) e dunque, secondo la vigente normativa comunitaria e nazionale, un “gestore di rifiuti” necessariamente soggetto ad autorizzazione secondo i criteri autorizzativi nazionali.

Ecco, io ho come l'impressione che o io o lui non abbiamo letto lo stesso regolamento CE.
Qua, nel Reg. CE 333 intendo,  non si parla di rottami che hanno cessato la qualifica di rifiuto, questa cosa è già sancita dal novellato art. 184-ter di 152: si parla di rottami che non SONO MAI RIFIUTI DALL'INIZIO.
Dunque, il produttore di rottami non fa alcuna attività di recupero e men che meno è un "gestore di rifiuti".
Non vorrei che finisse come tempo fa con un altro "illustre giurista" esperto in sicurezza del lavoro che in ben 2 diversi forum di MC sosteneva una quantità abnorme di assurdità tra cui, eccelsa, la valenza di legge degli atti della CUSR, articolando tale sua posizione con, a suo dire, l'innovazione dell'art. 117 della costituzione. Insomma, finì che mi sono dovuta mettere io costituzione ed altre norma al monitor+tastiera per fargli ammettere alla fine che un atto di indirizzo della CUSR se non è formalmente recepito in una Legge almeno regionale, ovvero in un DM applicativo, è e resta al più un buon suggerimento ma non ha alcun valore normativo.
Ora, inizio a paventare che quest'altro genio del diritto ambientale cominci a spargere voce che tutti quelli che trattano rottami sono gestori di rifiuti per colpa del reg CE 333, che invece dice proprio l'opposto, poichè definisce "produttore" il detentore che cede ad un altro detentore materiale la cui qualifica di rifiuto è cessata per la prima volta. Il titolo dell'articolo è invece "il regolamento 333/2011/UE sulla cessazione di rifiuto e l’interazione con il regime autorizzativo nazionale", quindi dimentica - secondo me volutamente ma forse sono assai maligna- tutta quella gran fetta di produttori di rottami metallici ferrori e di alluminio che non sono per nulla gestori di rifiuti.
Nofer
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