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Macchine Perforatrici

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gibbo39
Messaggi: 1254
Iscritto il: 29 apr 2008 17:37

Ti ringrazio molto Marco!!
Quindi un sistema che sostituisce ad esempio un fungo di emergenza su un'altra qualsiasi macchina.
Io avevo capito ben altro... in realtà pensavo fosse qualcosa che impedisse all'operatore di arrivare in prossimità dell'organo in movimento, qualcosa che interbloccasse la macchina perforatrice quando violato.

Grazie mille credo sia chiarissimo quello che hai postato.

ciao

gibbosky
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Marco
Messaggi: 979
Iscritto il: 14 ott 2004 15:45

Ciao a tutti

Riporto copia dell'articolo apparso ieri sulla cronaca locale di un quotidiano (spero di non violare una regola aurea). Si tratta di una delle Macchine Perforatici cingolate verticali presenti nei Cantieri dove normalmente svolgo attività ispettiva.

Questa volta il dispositivo di sicurezza a fune di sgancio ha funzionato proprio quando serviva.

Saluti

Marco

Nessun problema Marco.
Mi permetto solo di evidenziare una cosa che e' utile sia nota a tutti.
Quando riportate allegati dovreste cercare di allegerirli piu' che potete in modo da consumare meno spazio web possibile per non appesantire il server.
Ripeto, questo e' un appello rivolto indistintamente a tutti.
Colgo l'occasione per ringraziare sentitamente Marco per la sua storica e importante partecipazione alle discussioni della nostra community e, al contempo, saluto tutti cordialmente.

Mod :smt039
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Marco
Messaggi: 979
Iscritto il: 14 ott 2004 15:45

… ringrazio sinceramente il Sig. Moderatore per le opportunità che mi offre con il Forum.

Nel testo dell'articolo apparso su La Repubblica del 15,12,2011 c'è riportato:
Cantiere TAV, operaio salvato dal dispositivo di sicurezza – Ieri mattina alle 8:30 nel cantiere di Campo di Marte per la costruzione del tunnel sotterraneo dell'alta velocità ferroviaria si è verificato un infortunio sul lavoro che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche. Un operaio stava controllando un foro appena realizzato da una macchina perforatrice verticale quando, inavvertitamente, ha azionato il radiocomando. La macchina si è rimessa in moto e gli ha spinto il braccio nel foro. L'operaio avrebbe rischiato di finire stritolato se un suo compagno di lavoro non avesse [tempestivamente] azionato il dispositivo di sgancio che ha bloccato la macchina. Il lavoratore è stato ricoverato al Cto con un braccio rotto. Nel marzo scorso gli ispettori del servizio sicurezza sul lavoro della Asl avevano sequestrato una macchina perforatrice nell'altro cantiere dell'alta velocità, ai Macelli, perché non funzionava nessuno dei due dispositivi deputati all'arresto automatico dell'organo rotatore nel caso in cui l'operatore vi fosse restato impigliato. Proprio a causa della disattivazione del dispositivo di [sicurezza a fune di] sgancio, dieci anni fa, il 5 novembre 2001, un operaio di 55 anni, […], morì stritolato da una perforatrice in un cantiere Tav a Sesto. I controlli degli ispettori della Asl sono molto rigorosi. I dispositivi di sicurezza non devono essere disattivati. L'incidente di ieri dimostra che il rispetto delle regole può salvare la vita – (f.s.)”.

Per quelli che "... tanto, quando servono, non funzionano mai!", come spesso mi sento ripetere non solo in Cantiere, se i dispositivi di sicurezza a fune di sgancio vengono istallati correttamente e poi sottoposti a controlli e regolare manutenzione, al momento opportuno fanno egregiamente il loro dovere.

Saluti

Marco (orgoglioso di aver smentito certi oppositori viscerali)   :smt045
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Carlo X
Messaggi: 279
Iscritto il: 25 ago 2009 12:31

Buon giorno Marco.
Ho letto il tuo post. Prima di ogni altra cosa sono felice che la situazione si sia risolta con un danno minore. In effetti le conseguenze potevano essere disastrose.
Vorrei però soffermarmi sulla dinamica dell'incidente, anche se l'articolo non chiarisce con esattezza l'accaduto.
Un primo fatto sembra accertato : l'operatore rimette in azione la macchina agendo inavvertitamente sul radiocomando > dunque la macchina non era "spenta" ma in stand-by mentre l'operatore eseguiva controlli nell'immediata vicinanza della batteria di perforazione o dell'utensile di perforazione ( prima infrazione ad un protocollo operativo ).
La consolle del radiocomando era presumibilmente "portata" sul corpo dell'operatore oppure disposta a contatto dello stesso e senza un blocco degli attuatori inserito ( altra infrazione ad un protocollo operativo ).
Da quanto leggo, l'operatore e' stato salvato da un compagno di lavoro che ha azionato un dispositivo di arresto di emergenza ( esattamente di quale tipo non si riesce a capire ).
In conclusione, e' un bene che vi fosse un dispositivo di arresto di emergenza funzionante, ma lo stesso non e' stato azionato dal corpo dell'operatore in pericolo ( dispositivo attivo che agisce al di la' della volontarieta' della persona ) ma dal suo compagno di lavoro ( il quale ha agito per cosi' dire su un dispositivo che ha fatto la propria funzione passivamente, cioe' e' stato necessario un gesto volontario per azionarlo ).
Scrivo questo per riaffermare che, a volte, neppure i dispositivi attivi ( del tipo a fune di sgancio ) riescono a proteggere l'operatore quando si instaura una condotta fuori protocollo che puo' essere evitata solo combinando misure di formazione/informazione ed addestramento con l'installazione e la manutenzione di dispositivi di arresto d'emergenza.
Naturalmente, plauso per gli organi di sorveglianza che bloccano attrezzature sprovviste di dispositivi di arresto di emergenza ma mi chiedo cosa sarebbe successo se il compagno di lavoro dell'operatore fosse stato a 100 metri di distanza ( la macchina era "in regola"... )  

Carlo
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Marco
Messaggi: 979
Iscritto il: 14 ott 2004 15:45

Ciao Carlo X

Al momento sono in corso le indagini di polizia giudiziaria sull'infortunio, per cui dobbiamo spostare più avanti nel tempo le ulteriori considerazioni.

Posso comunque dire che, facendo riferimento ad un incidente generico con una macchina Perforatrice, concordo con la tua analisi. Aggiungerei inoltre anche la possibile incidenza del lavoro monotono e ripetitivo nel far abbassare la percezione del pericolo ad un operatore che fa sempre da mesi gli stessi movimenti, nello stesso ambiente (uno scavo in profondità quando si fanno i tiranti per i diaframmi), con la stessa macchina, nelle stesse condizioni di isolamento anche emotivo.

Che ne pensi?

Marco
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Carlo X
Messaggi: 279
Iscritto il: 25 ago 2009 12:31

Buon giorno Marco.

Anche io credo che la ripetitivita' dei gesti, nell'ambito dell'esecuzione di queste lavorazioni di perforazione generi un'assuefazione e quindi una diminuzione di efficacia del controllo operativo quasi che l'operatore diventi parte stessa della macchina ( ma non e' cosi' forse anche per il guidatore di un veicolo ? ).
Posto che la squadra e' costituita solitamente da tre individui ( un operatore e due aiutanti ), credo che l'insidia risieda nel fatto che l'operatore tenda ad immedesimarsi nella macchina stessa ( una specie di fusione ) e perda parzialmente la capacita' di colloquio con i suoi aiutanti abbassando cosi' la possibilità di interazione.
La parte debole e' costituita dai suoi aiutanti che non raggiungono la fase di fusione uomo-macchina e restano, per cosi' dire "solo" umani : per loro e' essenziale avere un colloquio continuo con l'operatore ( di avvertimenti, di ordini, di avvisi di inizio e fine manovre, di indicazioni sulla successione di manovre, di inizio pausa per riposarsi etc. ).
Anche per questi motivi e' importante un affiatamento tra i componenti della squadra, cosi' come lo e' la stabilita' della squadra senza continui cambiamenti ed avvicendamenti di personale.

Carlo
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Marco
Messaggi: 979
Iscritto il: 14 ott 2004 15:45

... intervengo solo per segnalare l'entrata in vigore della Norma UNI EN 16228:2014 composta da 7 parti.

Saluti

Marco
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