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PARE o non PARE?

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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

Sto eseguendo l'aggiornamento/rivisitazione di un DVR di una azienda che sin qui ho seguito come consulente per alcune singole valutazioni di singoli rischi. partendo dal chimico ovviamente...
Mi è stato ovviamente consegnato l'elaborato immediatamente precedente, peraltro datato febbraio 2010 quindi non antichissimo, ma l'azienda ha avuto delle variazioni quantitative degli addetti, come molti, e degli aggiustamenti di lay out peraltro opportuni. Così come mi sono stati consegnati gli elaborati delle valutazioni specialistiche che non ho fatto io, il tutto realizzato nel corso del 2011, ivi compreso il rischio da SLC che è stato predisposto secondo me non male da uno specialista della materia.

Ah, premessa essenziale: non sono il loro RSPP nè mai vorrei esserlo lì, ok?
Come avete forse intuito dal titolo, mi sta prendendo l'uzzolo di predisporre un PARE non solo sul rumore, che alla fine è poca cosa, ma su tutti i rischi esistenti, che decisamente non mancano. Ci sono delle resistenze interne a questo, e NON del DdL.

Visto che comunque negli aggiornamenti dei DVR si dovrebbe ogni volta riportare quale rischio è stato ridotto/eliminato rispetto a prima o quale nuovo rischio si è affacciato o identificato, e visto che comunque esistono e sono cogenti le letterille c), d) e f) di commillo 2 di art. 28, quanto io devo dare risalto nel Documento ufficiale a questi disposti normativi?
Parlo di Documento ufficiale perchè con il DdL siamo già d'accordo che -a parte- gli faccio l'elenco stretto stretto di cosa bisogna fare, che lui quello se lo leggerà ed eseguirà ma sul DVR non ci giura (i precedenti li ha sfogliati con me e solo dietro mia insistenza forsennata).
Io già mi dovrò arrampicare sui vetri perchè hanno un rischio direi atavico di cui era venuto il sospetto al figlio del proprietario (laurato in economia, per inciso) e che le mie indagini hanno confermato essere non solo presente ma anche bruttino, e ci ho messo credo una settimana a capire come potevo introdurre nel DVR un rischio che c'è sempre stato ma di cui in 11 anni nessuno ha mai parlato, e che per di più non era mai stato monitorato sanitariamente prima di settembre u.s..
Operativamente, mi suggerite di fare questo programma di riduzione dei rischi come capitolo del documento, che avrà come allegati tutte le varie relazioni/valutazioni monotematiche, o ne faccio a sua volta un Allegato al DVR?

Finalità della domanda è: non voglio crearmi inimicizie tra coloro che non gradiscono un programma d'interventi definito e però il mio incarico è stato "mi dica che problemi ci sono e come risolverli, magari un po' per volta ma risolverli", ma se esalto -anche tra le righe- che non è mai stato fatto prima ci saranno dei musi lunghi, così come se non esplicito che si deve scrivere tutto ciò ex lege ce ne saranno almeno altrettanti perchè davvero non vogliono capire che così si fa.
Poi ancora, nella riunione annuale secondo me comunque all'odg il programma in parola deve starci: poichè quelli più contrari partecipano tutti alla riunione stessa, mentre non sono sicura che ci sarò anche io, come faccio a fare in modo che non sminuiscano i contenuti di ciò che vado a programmare? Partendo da non cambiare il tipo di mascherine oronasali, diverse da un reparto ad un altro, all'acquisto di un determinato tipo di tute monouso anzichè altre, dalla programmazione di alcune attività di manutenzione ordinaria E straordinaria etc. etc. Ci metterò i riferimenti normativi, ok, ma... ? devo cercare di farmi convocare dal DdL, secondo voi? Tenete sempre presente che, per quanto di fiducia del DdL, io sono soltanto un consulente esterno. Dalla mia, oltre lui, ho il loro RLS che, per quanto parente del titolare (...), mi ha seguito in tutte le mie attività e mano mano ha preso coraggio e mi ha espresso anche il parere e le opinioni dei lavoratori, nonchè dei lavoratori quelli cui mi sono rivolta per sapere di preciso ed in dettaglio come si fanno certe operazioni un pochetto complicate che fanno loro.
Nofer
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Carlo X
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Iscritto il: 25 ago 2009 12:31

Buon giorno Nofer.
Provo a risponerti.
Partendo dall'assunto che il DdL ti ha chiesto di risolvergli questo problema e considerando che tu non sei il RSPP ma un Consulente ( C maiuscola ), sarebbe logico che tu predisponessi : Progetto per un Programma di Riduzione dei Rischi ( PPRR , acronimo un po' buffo ) con consegna brevi manu al DdL stesso.
Sara' poi il DdL che decidera' se e come inserire il tuo documento nel DVR ed in quale modo.
Carlo
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silqua
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Iscritto il: 31 mar 2009 15:26
Località: pavia

ciao nofer, non so se ho capito bene la situazione, è complicata (il DDL non comanda in quel posto di lavoro?).
da quello che ho capito il tuo preventivo (accettato ufficialmente?) prevede che tu elabori un PARE generale (per PARE si intende quello del rumore Norma UNI/TR 11347:2010, ma mi sembra di aver capito che tu voglia estendere il concetto a tutti i rischi, ottenendo come strumento operativo un programma di attuazione di gestione dei rischi finalizzato alla loro minimizzazione).
se fosse così, io procederei:
- leggendo il pregresso e estraendo dai documenti vigenti tutti i programmi degli adempimenti definiti, facendo un tabellone riassuntivo
- aggiungendo a questi quelli che personalmente ho rilevato e che non erano compresi nei documenti vigenti per vari motivi (che non sindacherei, farei solo il tecnico) facendo una analisi asciutta ma reale, sempre nel tabellone
- se rilevassi dei rischi nuovi molto significativi e mai gestiti, come mi pare nel caso, ovviamente li scriverei, e nella lettera di consegna al DDL che mi ha commissionato il lavoro sottolineerei al DDL (che è quello che ha le responsabilità) con i dovuti modi che il PARE contiene roba che scotta e che è il caso di parlarne subito con MC
- per quanto riguarda i tempi di attuazione delle cose contenute in questo PARE, secondo me il consulente deve sempre rilanciare la palla all'azienda, cioè si mettono delle priorità (cose da fare immediatamente, prossimamente, con calma), ma solo l'azienda può effettivamente stabilire delle date precise (quindi nel famoso tabellone riassuntone finale c'è la colonna "entro il ..." ma la data precisa il consulente non la può stabilire perchè non dipende da lui), è importante anche che il consulente dia gli input utili per fare l'analisi costi-benefici, fermo restando che i rischi gravi e certamente dannosi devono essere risolti subito, anche con decisioni drastiche.
questo documento PARE sarebbe a mio parere a parte, avrebbe vita propria, perchè altrimenti dovresti rielaborare un sacco di documenti (non so i limiti del tuo incarico), e comunque il suo scopo è proprio operativo (almeno quello lo leggeranno!).
se la persona resistente a tutto ciò fosse MC (ho immaginato: è lui che ha sottovalutato per anni un rischio chimico e ora gli secca occuparsene perchè fondamentalmente non ha fatto bene il suo lavoro, insieme alle altre figure del servizio di prevenzione?) il DDL non sa con chi iniziare a rendere operativo il tuo documento?
allora, io se fossi nel datore di lavoro cambierei MC e mi metterei a posto con la gestione dei rischi fino a qui sottovalutati, sperando che non vengano fuori cause per malattie professionali, ma purtroppo la macchina del tempo nessuno ce l'ha.
però anche questo DDL deve comandare lui, o no? non è lui che alla fine andrebbe nelle grane?
mi pare che il ruolo delicato che hai tu sia quello di comunicare per bene al DDL (che ti ha dato l'incarico) le cose da fare tecnicamente facendogli però anche capire che ha un problema di gestione della cosa legato al fatto che fino a ora non ha fatto quello che doveva fare (anche se non per sua volontà, da quello che ho capito).
il DDL allora potrebbe avvalersi di te, invitandoti in riunione, per vincere questa lotta di poteri interna alla sua azienda, ma in quel caso fatti pagare molto bene per il tuo personale rischio SLC!
ma io penso che se tu ti poni in modo puramente tecnico, e prudente con i tempi di attuazione (che secondo me comunque non avresti modo di definire tu, perchè non sei nell'organico aziendale e quindi non ne hai materialmente la possibilità) non ti inimicherai nessuno (ma lavora con contratto firmato, se no magari rischi che non ti paghino).
silqua
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El Sander
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Iscritto il: 11 ago 2010 15:25
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Ciao, io farei un piano di interventi ufficioso e dissociato dal DVR in modo che il DdL sappia con precisione da te, consulente non RSPP, le varie magagne aziendali e gli interventi corrispondenti.
Poi in base alla disponibilità all'attuazione di tali interventi ed alla conseguente tempistica, vaglierei l'opportunità di collegare tale documento al DVR e di discutere lo stesso durante la riunione periodica.
Però tali decisioni sono molto legate al rapporto personale instaurato o che stai instaurando con il DdL, quindi un consiglio azzeccato non è comunque facile da darti (posto che per me comune mortale dare un consiglio a te è sempre una difficile impresa !).
:smt006
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Nofer
Messaggi: 7386
Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

grazie a tutti, rispondo stasera così faccio un cumulativo.
Partiamo dal DdL: credo abbia la massima fiducia in me, se non ce l'ha è stato sciocco a mollarmi sta rogna; ma -per quanto lo conosco- sciocco non lo è nemmeno un poco.
Il fatto di dargli l'elenco "a parte" di ciò che va fatto, no problem è stato deciso dall'inizio, così come dall'inizio gli ho preannunciato che -come mia abitudine- il documento deve dire tutto ciò che serve, se c'è qualcosa da non dire prima la si sistema e poi si stampa, ma sin qui non è emerso nulla di così grave, il "nuovo rischio" è stato tempestivamente monitorato dal MC a settembre, quindi ad oggi liscio anche quello.
Premesso ciò, e premettendo anche che i tempi di attuazione se li piangono loro, la mia richiesta di soccorso riguarda fondamentalmente proprio il modo di inserire nel DVR, dopo i rischi residuali, i miglioramenti da attuarsi, richiamandomi all'obbligo di tale contenuto del DVR previsto dal sub-commillo 2.c) di art. 28.

Da come mi suggerite, sembrerebbe preferibile che il citato "programma di attuazione di misure per la riduzione delle esposizioni" (e dei rischi altri, pure) sia un documento a parte, per quanto allegato al DVR come le relazioni dei vari schi specifici sin qui valutati: ma io non ho nessuna intenzione di farne un enciclopedia, in questa sede, perchè se poi vorranno la mia consulenza di dettaglio mi diano l'incarico specifico, e io gliela faccio pure l'enciclopedia monotematica. Io le soluzioni me le sono già studiate, anzi quelle scaturiscono quasi in automatico mano mano che metti bene a fuoco i rischi e da dove nascono, ma dare delle indicazioni di massima è - come impegno lavorativo - cosa ben diversa dall'entrare in dettagli e relative motivazioni e/o opzioni, come m'insegnate proprio voi ing. Inoltre, vorrei anche essere sicura che se, per un caso qualunque, mi schifano e non mi chiamano più, chi leggerà le mie indicazioni per tradurle in progetto (quello mai potrei farlo io!) sia in condizioni di capire almeno da dove partire a fare i calcoli: perchè voi ing siete anche bravissimi, ma avete quasi sempre bisogno di un tecnico "altro" che vi spieghi dove è il problema, quanto è e quale sia la soluzione minima richiesta e con quale criterio, se no son soldini buttati.

Ma non posso nemmeno restare troppo nel vago, perchè il factotum del DdL - che in pratica è proprio colui che dovrebbe esprimere certe soluzioni tecniche - è il classico tipo che se fosse milanese direbbe sempre ghepensimì, ma siccome è delle mie parti dice "m''o vveco je !". Il risultato è lo stesso, ovvero pessimo, perchè non è un tecnico e nonostante lavori in quella fabbrica dal 1999, cioè da prima che aprisse, non capirà MAI, per congenita incapacità intellettiva specifica, che non si può gestire un'azienda del genere sempre sull'emergenza e sull'improvvisazione, per geniale che si possa rivelare talvolta.  A parte che ce l'ho seriamente sulle scatole, per quanto è superficiale in fatto di sicurezza.
Nofer
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Giosmile
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Iscritto il: 29 apr 2008 14:17
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Carissima Nofer,

da quel che ho capito, secondo me fai bene a separare le due cose. Da consulente esterno, ma se vogliamo anche da rspp esterno senza deleghe di funzione (ma non lo sei), è bene procedere innanzitutto con una relazione più o meno dettagliata (e questo lo decidi tu fin dove ti vuoi spingere con i dettagli!) su quello che è lo stato dell'arte della sicurezza ed i relativi interventi da attuare, con tempistiche del tipo "breve termine", "breve-medio termine", "medio termine", "medio-lungo termine", "lungo termine", che poi è il DDL a decidere i veri tempi reali, perchè solo lui li può conoscere. La consegni a mano con firmetta che, se sei rspp, hai fatto il tuo dovere, ma se sei consulente sempre meglio.

Per quanto attiene invece il contenuto del DVR, parliamo espressamente del famoso commillo 2 lettera c), che - esterno o interno che sia - è elemento fondamentale del DVR, quindi da vedersi come parte integrante dello stesso e su questo non ci piove. Visto che è un documento successivo alla valutazione (o ri-valutazione) dei rischi, quindi successivo alla relazione che tu consegni in qualità di consulente o rspp esterno, direi che è lì che andrebbero indicati i dettagli specifici che il DDL intende intraprendere e magari inserire le tempistiche giuste.

Io lo chiamo "Piano di attuazione, monitoraggio e miglioramento" (Modello PI.MI.). E' "monitoraggio" tutto quello che restituisce un rischio irrilevante o basso che va quindi solo "mantenuto" e "controllato", è "miglioramento" tutto quello che restituisce un rischio superiore/uguale al basso (chiaramente dipende se il basso è convertibile in irrilevante), che va quindi gestito per rientrare e con una sua tempistica di attuazione. A volte, specie per le P.A., preparo un PI.MI. preliminare ove si scrivono tutti gli interventi generali ed una tempistica come ho scritto sopra, poi redigo un PI.MI.ES. ovvero un piano esecutivo, ove è il DDL che di volta in volta registra l'intervento specifico con la tempistica scelta, sia per dare atto a quanto espletato e sia per avere una forma di registrazione dell'attività, da presentare alla riunione annuale con conseguente valutazione di un eventuale aggiornamento al DVR.

Quindi fossi in te, preparerei una relazione "da consulente" inserendoci quello che ritieni opportuno (così sei anche in regola se un domani qualcuno voglia tirarti in ballo dicendoti "ma tu cosa avevi consigliato nella consulenza XY?"), poi potresti optare per un piano di miglioramento preventivo generale e magari proponendone uno esecutivo di competenza stretta del DDL in accordo con RSPP.

Se può servire, on line ci dovrebbe essere una linea guida di una regione (non ricordo quale) che dettaglia come elaborare il programma... ora non la trovo, ma appena ce l'ho la pubblico.

Giosmile
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