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Valutazione radiazioni ottiche da saldatura

Questo Forum raccoglie tutte le discussioni relative all'igiene del lavoro, medicina del lavoro, microclima negli ambienti di lavoro, DPI, MMC, rischi chimici, biologici, cancerogeni, HACCP, ambiente, rifiuti, radiazioni, ecc...
Sentenza

Allora....anche io avevo pensato a qualcosa del genere...Ti ringrazio molto..
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soluzione
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Iscritto il: 19 gen 2007 22:17
Località: Lombardia

Ma figurati, se posso, ci mancherebbe altro.

Ciao.
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fabrizio
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Iscritto il: 18 ott 2004 14:39
Località: Treviglio - Lodi - Crema

Ho inoltrato la proposta alla mia consanguinea, la quale mi ha fatto notare come l'appellativo con il quale i suoi allievi cercano di attirare la sua attenzione, non le crea particolari momenti di acredine più o meno sintetica. Saluti.
Loux

Ma siete per caso rettiliani???...Ch strana lingua che parlate...
l'81 mi ha segnato! :smt038
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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

paoligno ha scritto:Scusatemi ma, non riesco a capire se questo è un forum in cui ci si scambiano idee, esperienze, consigli e interpretazioni della legge o se è solo un luogo in cui ci sono profeti che fanno credere di sapere tutto.
Nofer, non mi sembra che ci sia da rispondere con quei toni...non tutti hanno le tue conoscenze e te ne saremmo grati se ci dai il tuo contributo senza però sminuire gli altri.
Ti ringrazio per la spiegazione relativa alle radiazioni prodotte durante le operazioni di saldatura ma alla fine andando sul concreto è vero che sono dannose ma nel documento di valutazione dovrò dare una giustificazione del fatto che sono dannose e se sono presenti oltre al limite d'esposizione.
Grazie
Mi scuso se ho speso troppe e fuorvianti parole che non hanno sortito, alla fine, l'effetto da me voluto.
Non so quanto tempo senza lenti abbia saldato sentenza per farsi venire 2 occhi così, ma basta un pomeriggio ad aggiustare la serratura del cancello, ossia meno di 30 minuti in una sola giornata. E personalmente non ho mai saldato niente, ma solo il cielo sa quante volte, chiamata magari a fare fonometrie o misure di gas nitrosi, ho dato le MIE lenti da sole con filtro almeno UV al saldatore di cui dovevo misurare l'esposizione a rumore o ad agenti chimici, tenendo io la testa girata dall'altra parte per evitarmi il danno. E pure qualche volta sono tornata con gli occhi rossi uguale, ma poco per fortuna. E non so perchè paoligno ritiene che io stia dando dell'ignorante a qualcuno, però deve ammettere che forse continua ad ignorare o a voler ignorare ciò che mi pareva di aver garbatamente fatto intuire: non c'è un accidenti da misurare sulle radiazioni ottiche artificiali, nelle saldature industriali, sono "over range" di base. Ed è ciò che intendevo suggerire, non sono stata sufficientemente chiara come speravo e quindi lo dico esplicitamente, va meglio così?
Ciò che fa la differenza è l'ampiezza dell'area di saldatura e quindi dell'area che emana radiazioni ottiche potenzialmente dannose, in quanto l'energia totale che arriva sotto forma di energia luminosa all'occhio è direttamente correlata al fattore di intensità, che si esprime in W/cm2, moltiplicata appunto per i cm2. così hai W secca. Più piccola è la superficie di metallo fuso e minore sarà l'energia in W che arriva all'occhio: questo spiega perchè solo le microsaldature che fanno gli orafi, sempre che le facciano per brevissimi periodi e ben dilazionati nell'arco della giornata, possono non creare danni nel breve termine. E comunque non si esclude per nulla che li creino nel medio lungo. Anzi. Infatti, esistono dei microocchialini speciali a lenti inattiniche, che di solito usano gli incastonatori.

Per quanto riguarda gli aspetti sulla salute, il benedetto P x D = R, che è tanto amato, non serve quasi mai. Perchè non dice niente se D è formato da una sequela di microtracce che alla fine fanno una D grande quanto una casa, e se P è un numero finito basso perchè è funzione della durata dell'esposizione, in un caso come questo si danno i numeri al lotto.
E se il DdL non vuole spendere per le misure, ok ne ha diritto, allora in via cautelativa almeno comprasse gli occhiali inattinici. E se qualcuno glielo consigliasse sarebbe meglio. Se vuole una giustificazione, basta dirgli che è una patologia professionale chiaramente in nesso causale e ufficialmente riconosciuta dalla scienza medica. Tralasciando di raccontargliene la notorietà storica, potrebbe non capire.
Nofer
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soluzione
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Iscritto il: 19 gen 2007 22:17
Località: Lombardia

..... come sempre chiara, esaustiva ed efficace !!!!!!!!
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sandrosic
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Iscritto il: 30 mag 2008 15:14
Località: Montevarchi (AR)

scusatemi volevo sapere il vs. parere, alla luce di quanto detto qui, su una valutazione che ho avuto modo di avere sotto mano, per un'azienda di carpenteria metallica:

Le radiazioni emesse dall’arco elettrico possono danneggiare o abbagliare gli occhi e danneggiare la pelle esposta, quindi vige l’obbligo continuativo di utilizzo di DPI durante le operazioni di saldatura e taglio. Le lenti dei DPI devono avere un grado minimo di protezione DIN 10. Gli addetti sono informati sul divieto di guardare l’arco ad occhio nudo.
Organizzazione delle zone di lavoro in modo da non esporre a radiazioni chi non effettua saldature o taglio, mediante l’impiego di apposite barriere schermanti.
E’ permessa la presenza nella zona di saldatura del solo personale addetto che indossa gli specifici DPI.
La durata dell’esposizione a sorgenti a artificiali di radiazioni ottiche è variabile e dipende dalla tipologia della giornata lavorativa. Solitamente gli addetti che lavorano in esterni occupano un tempo alquanto limitato nelle operazioni di saldatura (poche decine di minuti complessivamente e per effettuare saltuarie appuntature). All’interno dell’officina gli addetti solitamente non presiedono alle operazioni di saldatura più di due ore/giorno e non in maniera continuativa.
Non sono presenti gruppi di operatori particolarmente sensibili al rischio specifico.

Sulla base delle misure di prevenzione e protezione adottate si ritiene che l’esposizione a radiazioni ottiche artificiali sia inferiore ai limiti di esposizione per le radiazioni incoerenti espressi nell’allegato XXXVII, parte I del Capo V del D. Lgs. 81/08.

secondo voi per le attività di saldatura sulla base del corretto utilizzo dei DPI, e dell'organizzaione del lavoro (postazioni con idonee schermature) puo' essere sufficiente un discorso del genere ?
Vi ringrazio.
Saluti
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Nofer
Messaggi: 7386
Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

Parto a rispondere dalla fine: E NO CHE NON BASTA, ED E' PURE SBAGLIATO!
e adesso ti dettaglio:
Le radiazioni emesse dall’arco elettrico possono danneggiare o abbagliare gli occhi e danneggiare la pelle esposta, quindi vige l’obbligo continuativo di utilizzo di DPI durante le operazioni di saldatura e taglio. Le lenti dei DPI devono avere un grado minimo di protezione DIN 10

Bene, sandrosic, io non so chi mai ti abbia dato questa informazione, ma sappi che quella che hai riferito (e sono gentile) è una str...ata maxima di quelle solenni, quasi da schiaffoni dati a 2 mani fino a che non diventano dispari: non è affatto la pelle, l'organo bersaglio delle radiazioni UV/IR, il rischio non è un'abbronzaturella fuori stagione, ma l'organo bersaglio è il cristallino nonchè la retina e il rischio è la cecità per cataratta o retinopatia irreversibile.
poi ancora, nel caso di questo particolare rischio fisico il fattore "tempo di esposizione" , e sarei quasi certa di averlo già scritto 2 post più su, non ha alcuna importanza, perchè il danno è di tipo istantaneo, le celluline a coni e bastoncelli prendono la botta di luce e muoiono (Effetto più degli UV ma non solo), i liquidi con proteine che compongono il cristallino si cuociono e coagulano (effetto più degli IR ma non solo), punto.
Gli occhi rossi, credetemi, sono il meno del problema...

Poi ancora, sandrosic, te l'ha detto il MC che
"non sono presenti gruppi di operatori particolarmente sensibili al rischio specifico"
? perchè, avete già fatto esame del F.O. e del cristallino a tutti? eh no, perchè se non l'avete fatto, nemmeno il MC può fare un' asserzione del generere, sai! Se poi tu potessi essere cosi' cortese da chiedere al vosto MC che tipo di "gruppi" di operatori lui identificherebbe come particolarmente sensibili, e magari me lo riferisci, imparerei qualcosa che non so: perchè alle cognizioni che ho io e che sono peraltro "base" in MdL il danno da NIR non ha altre controindicazioni se non la preesistenza di patologia analoga, e se in una azienda ho un intero gruppo di saldatori con inizio di cataratta o di macule retiniche fototraumatiche non è che sono "ipersuscettibili", sono tutte MP taciute proditoriamente e diverse figure non hanno fatto il loro dovere nè saputo fare la loro professione, quindi partendo dal principio che tutti hanno verosimilmente ricevuto del denaro per fare bene il loro mestiere, tutti sono almeno dei truffatori.  

Io spero questa volta di riuscire a chiarire un concetto che è evidentemente ostico ad essere percepito e metabolizzato:
in presenza di qualunque attività di saldatura SU METALLI il rischio da NIR è comunque sempre presente, e richiede sempre e comunque l'adozione dei DPI.
Il rischio per la sicurezza c'è sempre, e si attenua con l'uso dei DPI, il rischio per la salute c'è sempre e si monitora con la SS che si avvarrà di consulenza oculistica specialistica (no l'ergovision, il sacripanto dello specialista oculista) alla quale si farà richiesta specifica di esame del Fundus Oculi.

E dirò di più, attesa la gravità del danno indicubile (che è sempre grave) anche la benedetta matrice R= PxD dà un rischio alto, se solo capite di che rischio per la salute state parlando.
E aggiungerò dell'altro: sempre atteso il tipo di danno per la salute, la mansione di saldatore è a mio avviso uno di quelle che richiedono una visita medica preventiva in fase di preassunzione, visto che il legislatore ha deciso di ritenerle possibili, e visto che nel caso di pregressi fototraumatismi o altri acciacchi all'occhio (esempi: inizio di glaucoma) è possibile l'opzione zero (ossia la non assunzione) ovvero è possibile fare il punto 0 di come è arrivato lì il lavoratore.  

E vediamo di finirla con il negarci persino i rischi evidenti, storici, conclamati, sanciti, che sono persino in wikipedia tanto che sono scontati.

Valutare i rischi non significa dire che va sempre tutto bene, madama la marchesa, significa dire semplicemente "ho questo rischio e cerco di attutirlo così e di monitorare l'andamento/efficacia della mia prevenzione colì. "

Proprio non so essere più chiara di così, e permettetemi di dire che se anche stavolta non ci arrivate il problema è vostro.
 
Nofer
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Bond
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Iscritto il: 31 ott 2007 14:17
Località: Ferrara

Non sono certo così esperto di R.O.A. al livello di nofer ma ho una certa esperienza dal lato pratico avendo lavorato in gioventù per un annetto come carpentiere tubista.

Il rischio dove sta?

Innanzitutto guardiamo il contesto ambientale.
Ci sono i classici lavori da saldatore in officina con la classica postazione fissa dotata di impianti di aspirazione.
I materiali arrivano al saldatore e da lì partono per altre lavorazioni
Poi ci sono i lavori di assemblaggio e saldatura sul campo dove i materiali sono fissi e sono i saldatori, carpentieri e tubisti che si spostano e gli ruotano attorno.

In entrambi i casi i rischi maggiori per gli occhi (cit. nofer: cristallino, retina cataratta) non sono presenti durante la saldatura principale dove l'esposizione è prolungata (da 5 a 15 minuti poi ci si sposta o si cambia pezzo).
Non è qui che si prendono le classiche "cotte" agli occhi, quelle che, per tre giorni interi, non ti fanno dormire, ti fanno soffrire peggio delle vittime di Saw l'enigmista e ti obbligano a stare sdraiato con fette di patate sulle palpebre.
Vi giuro che l'ho provato su me stesso: un dolore da inferno.

I rischi maggiori di cotte sono annidati in due punti apparentemente nascosti:
1) applicazione dei punti di fermo
2) passaggi nei pressi delle postazioni di saldatura

Non trovere mai nessun saldatore che si sia cotto gli occhi da solo così come non ne troverete mai uno che non se li sia cotti almeno una volta.
Il mio senpai, allora, che prendersi la cotta agli occhi è come mettere la mano sul fuoco: solo così imparerai che che brucia e ci devi stare lontano.
:smt048

Nel primo caso, in quei pochi istanti necessari per l'applicazione dei primi 2-3-4 punti di fermo la squadra composta da saldatore, aiutante e carpentiere devono avere una buona visione dei pezzi da saldare per:
a) il saldatore deve verificare dove puntare l'elettrodo o la pinza e deve beccare il punto giusto per vevitare di bruciare i bordi specie quando si parla di acciaio.
b) il caprentiere/tubista e l'aiutante devono sorregere il pezzo e tenerlo accostato e fermo dove dice il saldatore senza muoverlo
Se poi il lavoro è in officina, il saldatore è solo e quindi deve collocare e fissare i pezzi nel modo migliore e più stabile possibile.
Quindi tutti hanno la necessità di alzare ed abbassare la maschera più e più volte.
Nel lavoro di squadra poi, è necessaria una grande coordinazione perchè il più delle volte il saldatore applica il punto non appena vede che l'aiutante ha raggiunto la posizione giusta senza avvertire e quindi senza che questi abbia abbassato la maschera.
Alcune volte, per i manufatti più ingombranti o pesanti, non la abbassa nemmeno perchè entrambe le braccia sono impegnate a sorreggere il manufatto e quindi si limita chiudere le palpebre.

E in tutto questo dovete tener presente i normali transiti presso i banchi di saldatura o presso le postazioni di saldatura.
Molte volte si vedono le postazioni dei saldatori recitante da teloni ma nessuna recinzione tra le 2-3-4 postazioni di saldatura e così i saldatori si sparano ROA a vicenda... e poi giù a chiedersi coma mai si sono cotti gli occhi se hanno sempre la maschera.
Così come si vedono in cantiere postazioni di lavori maccanici collocati tra due banchi/postazioni di saldatura.

Ciaaa
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erreabi
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Iscritto il: 06 mag 2008 15:36

Ciao,
ho letto come al solito con grande interesse le spiegazioni di Nofer (by the way, fabrizio ha assolutamente ragione, epiteti a parte  :smt002 ), e come spesso accade in questi casi mi si è accesa una lampadina... stavolta d'allarme :smt009

Il nostro MC infatti non ha previsto alcuna sorveglianza sanitaria specifica per i manutentori che effettuano saldature in casi molto sporadici (normalmente sono effettuate da personale esterno, in assenza di questi, per cose non rimandabili si fa "in casa"), proprio in considerazione della rarità di queste situazioni.
Mi è stato bene dal punto di vista del rischio chimico (per il quale sono decisamente più ferrata - e anche forse un po' più arcigna :smt003 , sia per formazione che per storia professionale), e l'ho accettato come "parere di esperto" dal punto di vista dei problemi agli occhi.

Ma quanto ho letto qui mi fa sorgere parecchi dubbi. Considerando però che il MC è lui... cosa si può fare?
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