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PSC ed indicazioni ridondanti

In questo Forum verranno discusse tutte le problematiche introdotte dal titolo IV del Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008) inerenti i cantieri temporanei o mobili ma anche relative all'edilizia in genere ed alle attivita' estrattive.
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lan_ing
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Iscritto il: 06 mar 2011 08:33
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Personalmente, dopo aver posto i quesiti, ed avendo avuto l'impressione di essere in buona compagnia nell'incertezza, mi sono orientato verso una stesura di un PSC possibilmente ordinato e leggibile, ma senza attenermi a strette categorizzazioni, soprattutto perché perdevo più tempo ad incasellare le prescrizioni che a scriverle!
Ho anche introdotto un ampio uso di tavole grafiche che vengono sempre accolte di buon grado dalle ditte: su quelle è più facile far arrivare le informazioni importanti.

Grazie ed ovviamente ben venga chi ha altre indicazioni.
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QUADRATO
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Iscritto il: 13 lug 2010 08:50
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non assolutamente vero,
ti faccio una serie di esempi, la presenza o meno di alberature a medio o alto fusto, linee elettriche, strade sopraelevate sono un rischio per la movimentazione dei carichi aerei, le falde acquifere se presenti sono una fonte che aumenta il rischio di seppellimento se sono previsti scavi, le condutture interrate di qualsiasi natura sono un rischio di cantiere, la presenza di persone estranee ai lavori nell'area di cantiere nei cantieri stradali o nelle ristrutturazioni parziali. eventuali agenti chimici o fisici derivanti dal luogo di lavorazione (esempio ristrutturazione di cantina o di segheria) non sono affatto rischi di lavorazione.

o se il cantiere è in una scuola, ospedale o qualsiasi altro fattore che ne determini un rischio proprio interno per le lavorazioni.

anche un opera che prevede lavorazioni particolari può essere determinata un rischio proprio di cantiere, Ad esempio una copertura a forte pendenza di progetto avrà delle misure preventive minime da adottare di norma superiori ad una copertura piana.

oppure se si ha una piccola area di manovra o una grande, beh questo rende maggiore o minore il rischio di investimento, ma è determinato dalla conformazione del cantiere.

Una volta in un cantiere di collina un rischio proprio del cantiere era un fossato adiacente ad una rampa di accesso carraia particolarmente pendente e per chi arriva al cantiere la prima volta avrebbe potuto essere l'ultima.

un altra volta mi è capitato che l'accesso fosse su un viale alberato, la cui distanza dei cipressi era talmente fitta che abbiamo deciso di installare uno specchio stradale per poter uscire dal cantiere senza dover invadere la prima corsia.

questi sono alcuni esempi di rischi interni che non derivano affatto dal tipo di lavorazione da svolgere.
so di non sapere (Socrate)
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lan_ing
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Iscritto il: 06 mar 2011 08:33
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Sono d'accordo con te; anzi condivido in pieno il modo di svolgere un'analisi considerando questi fattori.

La mia è una questione formale che ti esemplifico perché magari sai anche dirmi come fai tu.
Supponiamo la copertura in forte pendenza.
Il rischio addizionale introdotto dalla forte pendenza io lo analizzo quando interagisce con l'aspetto che sto trattando.
Ad esempio, su una copertura a forte pendenza è più facile la caduta dall'alto e/o quella dei materiali e dunque la tratto quando magari parlo del deposito di materiali o attrezzi oppure di una certa lavorazione o comunque ogni volta che ricorre l'interazione.

Negli esempi che hai portato mi sembra che anche tu faccia così: c'è una curva cieca allora metti uno specchio che probabilmente avrai analizzato negli accessi al cantiere; c'è un'area di manovra piccola che magari avrai analizzato per l'accesso dei mezzi di fornitura; ecc.
In altri termini sono elementi caratteristici del cantiere che il Coordinatore tiene presente e li considera quando occorre. Ma è tutto il cantiere così: sono sempre diversi!
Non capisco se il TUSL vuole altro.

Onestamente non capisco nemmeno perché il TUSL si preoccupi di categorizzare rischi interni verso l'interno, rischi interni verso l'esterno, ecc: devo fare l'analisi del cantiere e mi guardo intorno.

Cosa è che mi sfugge e che il TUSL cerca di suggerirmi?
Grazie!
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QUADRATO
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Iscritto il: 13 lug 2010 08:50
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personalmente io seguo un modello che utilizza il famoso software cervellus e l'altrettanto famoso software per scrivere e un po di cad e fotocamera digitale a coadiuvare il tutto.

quindi ho impostato tre tabelle in sequenza, con titolo:
1 rischi interni al cantiere
2 rischi esterni al cantiere
3 rischi che il cantiere trasmette all'area circostante.

la parte di individuazione di aree, logistica di cantiere, deposito stoccaggio carico scarico, rifiuti, ufficio spogliatoio gru e via via sono delle tabelle a parte con tanto di planimetria al seguito.

in un ordine logico prima valuto i rischi ed in funzione di questi progetto le misure preventive e protettive ed indico la viabilità di cantiere ed in fine computo il tutto. (nello scrivere)

nel processo logico, si parte da una planimetria che deve rispecchiare il sopralluogo preliminare si individuano i rischi su tale planimetria ed eventuali misure preventive e protettive, si fanno diverse planimetrie in funzione degli stralci se necessario.(cosa che coi modelli semplificati sembra sparire boh!)
Il fulcro del piano di sicurezza e coordinamento è proprio l'analisi di questi rischi.
Le misure di coordinamento in realtà non possono essere determinate a prescindere senza l'analisi del cantiere.

Nella stesura del documento infatti prima si valutano i rischi nelle "3 zone".
e  in funzione dei rischi individuati si stendono le procedure per "demolizioni importanti" "ritrovo di ordigni bellici", "aree logistiche di cantiere, accessi, carico, scarico, deposito, stoccaggio"

in fine, nella prima parte si valutano i rischi e i divieti (come evitare di farsi male) esempio: evitare il deposito in una determinata zona.

Nella seconda parte del PSC invece si indicano gli obblighi esempio: dove è possibile depositare il materiale.
sembra la stessa cosa ma non lo è
so di non sapere (Socrate)
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lan_ing
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Iscritto il: 06 mar 2011 08:33
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QUADRATO ha scritto:...
Nella stesura del documento infatti prima si valutano i rischi nelle "3 zone".
e  in funzione dei rischi individuati si stendono le procedure per "demolizioni importanti" "ritrovo di ordigni bellici", "aree logistiche di cantiere, accessi, carico, scarico, deposito, stoccaggio"
...
Il punto è questo: come fai a valutare il rischio se non legandolo ad un "evento"?
Torniamo al pericolo della copertura ripida: se essa è solo di transito, c'è un certo rischio; se è un luogo di lavoro con un attrezzo manuale, ce n'è un altro; ancora cambia se devi usarci un martelletto elettrico oppure se cadendo dalla copertura finisci nella bocca di un vulcano piuttosto che su un materasso. Conseguentemente cambiano anche le misure preventive e protettive.

Ebbene, siccome io non so fare diversamente, tutti i suddetti rischi li introduco a seconda se sto parlando della viabilità piuttosto che della lavorazione o dove è opportuno trattarli.
Non capisco invece, ammesso di non avere frainteso, che tipo di elenco dei rischi fai tu preliminarmente in ciascuna delle 3 aree. Al massimo riesco a fare un elenco dei pericoli a cui successivamente, nella redazione del PSC, legare dei rischi.

Molte grazie per la disponibilità e la pazienza.
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