Il forum di SICUREZZAONLINE è stato ideato, realizzato e amministrato per oltre 15 anni da Giuseppe Zago (Mod).
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Pazza idea?

In questa sezione sono archiviate discussioni di carattere generale che le aziende si trovano ad affrontare quotidianamente in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

eeeeehhhhhh!!! UN MOMENTO!!! e che diamine, una non può stare una giornata impegolata di lavoro, che si siede un momento al bar-forum e trova 'sto bailamme!
Nell'ordine: manfro, che tu e stilo possiate avere pensieri similari, e non mi meraviglia mica, visto che... Quello che mi dà invece seriamente da pensare è che lo penso anche io.
Anche io, mi sento ingiustamente schiaffeggiata, a leggere che le società di consulenza spillano soldi inutilmente: cacchiarola, io SONO una società di consulenza, e sono anche anni che non riesco a rincasare in un orario umano. E meno male che sono già divorziata, che se no lo diventavo per colpa mia, stavolta. E sono anche certa di dare il meglio delle mie capacità, ed essendo anche assai presuntuosa ho deciso che le mie capacità non sono scarse. Fosse solo perchè so di cosa non ne capisco e devo chiamare chi ne capisce.
Poi, ilsamuraisenzapadrone: eccerto, che il RSPP qualche spiegazione a qualcuno la dovrà dare. Se comincia dalla sua coscienza, magari si commuta anche qualche anno di purgatorio. Quanto alla radiazione dall'albo: ebbene, se e solo se è dimostrabile l'imperizia professionale grave. Perchè NON C'E' un albo dei consulenti della sicurezza. E non speriamo che si faccia, perchè allora sì che andremmo a metter le mani in una torta grossa e dolce che a noi non "ci tocca".

Come notava stilo, siamo una nazione intera a caccia del colpevole, e i colpevoli siamo noi, tutti - ma io spero un po' meno di altri. Partendo dai sommi vertici, diciamo appunto ministro del lavoro e delle politiche ociali (oggi si chiama così) e/o ministro della salute, nessuno che si sia detto "occacchio, ho sbagliato qualcosa, forse mi devo dimettere per dignità di carica..."
E poi, fabrizio, che mi sento di accomunare a mauro: ok, è vero, magari siamo le ultime ruote dell'ultimo carro. Ma magari siamo anche dei professionisti con ambizioni di serietà. Provabile, per quanto ne so.
E allora, perchè star qui zitti oppure, peggio, a leccarci vicendevolmente ferite che ormai non si rimargineranno mai più???
Perchè non comperarci, non dico adesso che sarebbe il classico salto in corsa sul carro del vincitore (come diceva la buonanima di Enzo Biagi), ma fra qualche settimana o anche mese, una bella mezza pagina di giornale, facendo un poco a testa chi ci sta e gradisce l'iniziativa, a esprimere le difficoltà di fare questo lavoro appunto con una normativa che sembra fatta apposta per favorire i furbetti del quartiere, sia DdL che consulenti? Perchè non spiegare all'impiegato, all'operaio, alla casalinga, allo studente, al pensionato con parole quanto più semplici è possibile che ci sono fin troppe leggi, non c'è bisogno di farne altre, basta applicare quelle che abbiamo, ed anzi bastavano già quelle di 30 anni fa? Perchè continuare a lasciare spazio al ragioniere (con tutto il rispetto) e all'elettricista (sempre con tutto il rispetto) a "dire di fare la 626" ?
Perchè non spiegare che spesso i primi a ignorare le norme tecniche sono proprio i tecnici di controllo?
Perchè non chiedere al ministero del lavoro, DdL degli ISP LAV, e al ministro della salute, DdL dei sigg. ASL,  una seria formazione professionale tanto per cominciare a chi i controlli deve farli, e dico controlli, non consulenze?
Perchè non chiedere il licenziamento in tronco di chi fa entrambe le cose, contando su omertà e/o connivenza/compartecipazione dei colleghi??
Sei Capace? (notare la maiuscola...) OK: mettiti sul mercato, facci vedere, senza il privilegio di fare controllato e controllore/amicodelcontrollore, falla sul serio la sicurezza, abbi il coraggio di mandare a cag... i DdL che vogliono solo "le carte scritte". Mandandoceli per iscritto, e per conoscenza all'OV che però a quel punto DEVE essere un vero OV.
Io penso che magari economicamente ci costerà un po', un'azione di questo genere, e magari se sotto anzichè una sigla improvvisata ci mettiamo in piazza con i nostri bravi nomi e cognomi non è detto che i ns. clienti fuggano. E se fuggono, a nemico che fugge ponti d'oro; qua si dice che per ogni porta che si chiude, spesso si apre un portone. E magari al posto di quelli che se ne vanno ognuno di noi potrebbe trovare uno, due, tre clienti di quelli che non vogliono solo carte, ma fatti. Perchè in questo paese ci sono ancora imprenditori seri, che fanno impresa, e la fanno anche con un ottica tipicamente capitalista (=io investo, dunque ci devo guadagnare): ma nessun serio capitalista - di quelli veri-si sognerebbe mai di pensare di rischiare anche solo 10 giorni di infortunio di uno dei suoi lavoratori, specie se bravi e professionali.

Stilo: io ci sto!
Nofer
P.S. io non chiedo scusa della lungaggine, perchè io sono incapace di condensare.
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Marzio
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Iscritto il: 14 ott 2004 16:38
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Concordo sull'aspetto di accrescere la cultura della sicurezza, in tutte le sedi. Quando si interviene con estintori su un impianto di processo che contiene, "minimo minimo" 6-8 tonnellate di olio a 130°C, non è problema di cultura diffusa. E' un problema di investimenti che non sono stati fatti.
Se erano state individuate le criticità e non sono stati finanziati gli interventi di protezione oppure se non erano stati proprio individuati i rischi, lo dirà Guariniello, non certo noi da un forum.

Su quanto poi detto da Stilo, non saprei. Per quanto mi sforzi, non riesco ad individuare dei descrittori minimi che delimitano "l'antropologia" di chi fa questo lavoro. E se non si definisce chi si è, risulta ben difficile portare avanti qualunque istanza.

Marzio

PS - Lo dico. Pur apprezzando gli interventi che quotidianamento posta fabrizio, devo dire che trovo il suo finale davvero stonato.
"Ogni soluzione genera nuovi problemi" (Corollario 7, Legge di Murphy)
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Ronin
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Iscritto il: 07 apr 2006 19:09

Nofer ha scritto:se e solo se è dimostrabile l'imperizia professionale grave. Perchè NON C'E' un albo dei consulenti della sicurezza.


appunto, dicevo, QUALORA (che, vuoi fare a gara di maiuscole?  :smt040 ) fosse veramente l'ingegnere di cui parlano i giornali
(qualcuno ricorderà che ingegnere sono anche io, ed iscritto a quel medesimo albo).
quanto all'imperizia grave, mi domando a questo punto cosa occorra, se proteggere un luogo come quello con soli estintori non basta.

e non venitemi a fare i discorsi "sì, ma magari era l'ultima ruota del carro, e nessuno gli dava retta", perchè se uno riveste il ruolo di responsabile sicurezza, e nessuno gli da retta, allora vuol dire che si prende i quattrini per far carta.
che è proprio quello contro cui ogni giorno ci battiamo, o sbaglio?
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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

...in effetti, un ingegnere se è abilitato a progettare un impianto secodo "la regola dell'arte", ragionevolmente dovrebbe essere anche in grado di verificarne la corrispondenza alla medesima "regola dell'arte".
Sai come ci divertiamo (si fa per dire) se scopriamo che magari è pure abilitato per 818???
C'è un sacco di gente, in giro, di cui dico che bisognerebbe stracciargli in faccia la laurea.
Intanto, gli ordini professionali davvero ho l'impressione che non tutelino i professionisti, quando consentono senza colpo ferire che certi soggetti si comportino in certi modi. Ma, e qua faccio il caso del Regolamento deontologico del mio Ordine, se tra le prime regole c'è sempre quella di "non ledere l'immagine del collega", mi dite voi ?
Ronin, però non dici che ne pensi a fare una "uscita pubblica" sui temi della sicurezza; te lo chiedo io di nuovo: che ne penseresti?
Nofer
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Marco
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Iscritto il: 14 ott 2004 15:45

... io sono dell'idea che ogniuno di noi può scrivere una lettera al Presidente della Repubblica ed esprimere la propria opinione, il proprio risentimento, il proprio disgusto.

Marco
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Ronin
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Iscritto il: 07 apr 2006 19:09

Nofer ha scritto:gli ordini professionali davvero ho l'impressione che non tutelino i professionisti,
non che ci si faccia illusioni, e la tua frase lo dimostra.
ma la legge assegnerebbe agli ordini il compito di tutelare i committenti, NON i professionisti...
Nofer ha scritto:Ronin, però non dici che ne pensi a fare una "uscita pubblica" sui temi della sicurezza;
sono un tipo schivo.
ritengo che non avrebbe grande seguito, nè grande significato se come prima cosa, appunto, non mettesse da paarte l'omertà cui gli ordini mafiosamente ci obbligano.
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Mauro
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Iscritto il: 22 ott 2004 15:51
Località: Milano

posso chiedere cosa scrivereste, in un eventuale comunicato pubblico?

Parlereste dei DdL che desiderano fotocopie, e per quelle vi pagano, che non tengono minimamente in conto i suggerimenti o le relazioni tecniche e le valutazioni che hanno a disposizione?
Parlereste dei lavoratori, che se ne impipano di norme, procedure e di cio' che e' stato loro impartito durante le (eventuali) ore di formazione?
Parlereste degli OOV, che a volte funzionano una meraviglia, ma altre dispongono di una quantità insufficiente di uomini, o di uomini che non sanno nulla se non il significato dell'espressione "ufficiale di polizia giudiziaria", che non osano andare in giro per i luoghi di lavoro per non far scoprire le loro deficienze e che preferiscono continuare a fare i burocrati controllando carte e firme?
Direste con chiarezza che nessun uomo al mondo puo' essere un tuttologo e che un RSPP (interno o esterno che sia) NON PUO' fare una valutazione da solo, di una azienda minimamente complessa, e che ci vogliono specifiche professionalita' per andare a fondo dei problemi? E osereste dire che queste ulteriori professionalita' vanno remunerate?
E riuscireste a dire che il legislatore, a volte, combina di quei caos immani, nel tentativo di mettere pezze a destra e a manca? Che ci vogliono poche leggi, chiare e con solo minime possibilita' di essere interpretate? E che il legislatore sarebbe opportuno che si occupasse delle linee di indirizzo politico, e che il resto e' opportuno che venga chiesto a chi vive la sicurezza tutti i giorni (nello scrivere, avevo sbagliato: al posto di "giorni" mi sono ritrovato "gironi"... ma era un errore???)

OK, rivendichiamo il fatto che alcuni RSPP o alcune aziende di consulenza lavorino al meglio... ma a che vale una tale rivendicazione in un ambito cosi' complesso e con cosi' tanti attori? La sicurezza e' una macchina e, se un ingranaggio non gira, si ferma quasi tutto, ovvero la sicurezza non e' garantita, entro limiti accettabili, ovviamente.

Quando e' il sistema, a non funzionare, vedo poche possibilita':
- smuovere la coscienza politica, magari entrando a far parte del sistema e agendo dall'interno (qualcuno di voi si candidera', prossimamente?)
- aderire al sistema sbagliato e tirare a campare
- andare avanti a testa bassa, lavorando al proprio meglio, senza fare battaglie ai mulini a vento

Non credo che combattere un sistema senza avere le armi sia efficiace.

Detto tutto questo, dato che cio' che e' stato detto da Nofer, Manfro, Stilo e tutti coloro che sostengono la levata di scudi, ha delle basi IDEALMENTE solide, se si riuscisse a stendere un documento nel quale si difende l'operato di chi opera correttamente, io non potrei che sottoscriverlo

Mauro

ps
a chi mi chiedesse perche' faccio questo lavoro, risponderei che se dovessi cominciare daccapo, andrei a fare il medico in africa, ma al momento non posso
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Nofer
Messaggi: 7386
Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

ma guarda, mauro, io personalmente -visto che siamo in tema...- farei un bel copiaincolla di quello che hai scritto tu, cercando di presentarlo proprio per quello che è, ossia la difficoltà a comunicare certi concetti e fatti, dal primo  "parlereste" sino a "ovviamente".
Per quel che hai scritto dopo, e ciò che domandi, bene, io non ho intenzione di candidarmi a niente: non saprei nemmeno più con chi e soprattutto non ne vedrei il perché. Tiro a campare, perchè non mi riesce di far di più, ma stando dal lato sbagliato della parte sbagliata: che per un basilare principio algebrico spero sia il lato giusto. E infine sì, vado avanti caparbia a testa bassa cercando di fare del mio meglio: ed è proprio per questo che mi sembra di dar battaglia ai mulini a vento.
Se chiedessero a me perchè faccio questo lavoro, credo che risponderei in lacrime che non so fare altro. Però prometto che mi dovesse capitare di rinascere, e per di più femmina e per di più giovane come ero quando ho iniziato a intricarmi di 'ste cose, dò la mia parola l'onore che non faccio più lo scientifico, ma le magistrali, che non studierò mai più biologia, men che mai applicata all'igiene industriale ed ambientale, sposerò uno stupido riccastro al quale la mollerò settimanalmente in cambio del mantenimento ad un buon livello censuale, ignorando tutto ciò che non è come la mia cameriera extracomunitaria toglie la polvere e lucida l'argenteria, e a che ora devo portare i bebè a fare nuoto/danza e cosa mi posso mettere di carino sabato sera quano il mio gentile consorte mi porterà con sè a far bella figura con gente che nemmeno conosce. Promesso, lo faccio. Perchè spero di terminare questa, di vita, possibilmente un po' più in là e con dignità: ma non mi farò fregare di nuovo.
Nofer
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Marco
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Iscritto il: 14 ott 2004 15:45

... io non vi riconosco più! Che vi è successo?

Provate a personalizzarla:

Riservata – Personale per il Presidente

Alla cortese attenzione del
Presidente della Repubblica
Dr. Giorgio Napolitano

Presidenza della Repubblica Italiana
Palazzo del Quirinale - Piazza del Quirinale
00187 - Roma


Illustrissimo Presidente

Le scrivo per sottoporre alla sua cortese attenzione la mia esperienza personale di “Ispettore - Tecnico della Prevenzione nei Luoghi di Lavoro”.

Ho deciso di scrivere questa lettera dopo aver letto “Non ci sono più parole per esprimere il cordoglio e lo sdegno per il tragico susseguirsi quasi quotidiano degli incidenti sul lavoro. E’ ora di decidere e di agire”, frase che il giornale “La Repubblica” in data 14 aprile 2007 le attribuisce.

Ha ragione Signor Presidente; ha perfettamente ragione. Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali fanno parte, però, di una realtà molto più complessa di quanto generalmente si tende a considerare.

Mi chiamo Marco … , ho 43 anni, il mio lavoro consiste appunto nello svolgere quel complesso di attività che il legislatore, con la Legge n. 833 del 23.12.1978, ha affidato al personale ispettivo delle Aziende Sanitarie con la finalità di tutelare i prestatori d’opera, i lavoratori.

Il mio, Signor Presidente, è un lavoro particolarmente interessante. Richiede competenza, capacità di dialogo, empatia, creatività, disponibilità, preparazione ed aggiornamento continuo, umiltà. Ma è alquanto gratificante affrontare ogni giorno situazioni tecniche ed organizzative diverse, mettersi continuamente alla prova per trovare soluzioni alle innumerevoli difficoltà che la prevenzione richiede. Io questo lavoro me lo sono scelto, non è stato un caso, e ne sono entusiasta.
Quando, dodici anni fa, ho deciso di intraprendere tale professione, ho investito in modo considerevole sul mio futuro, consapevole che non sarei potuto tornare indietro. Ho anche promesso a me stesso che non sarei mai diventato un Ispettore burocrate ed autoritario, uno di quei soggetti che, una volta assunti nella pubblica amministrazione, pensano esclusivamente ad accrescere il loro “potere”, la loro influenza, tramando per procurarsi amicizie prestigiose in grado di elargire favoritismi e protezione, evitando abilmente gli incarichi sconvenienti. A distanza di tempo sono orgoglioso di poter dire di aver mantenuto fede a quella promessa, ma ho pagato un prezzo elevatissimo la mia coerenza.

Ho avuto modo di ascoltare il suo discorso di fine anno e leggere più volte in questi giorni sulla stampa nazionale quanto le stia a cuore la sicurezza e la salute dei lavoratori; tale sensibilità mi ricorda quella del Presidente Sandro Pertini rivolta ai giovani. Ed io ero poco più di un ragazzo quando nell’aprile 1983, da allievo Ufficiale di complemento, partecipai al cambio della guardia al Palazzo del Quirinale. Un’esperienza che, nella sua unicità, ricordo ancora con piacere. Ho sempre pensato da allora che non vi sarebbe stata più occasione per “avvicinarmi” ad un Presidente della Repubblica. Invece mi sbagliavo, anche se avrei sinceramente preferito non dover mai scrivere una lettera di tale gravità.

Le invio in allegato la copia conforme di un documento che, in estrema sintesi, illustra il mio impegno sociale e le incredibili difficoltà che affronto, e che ho dovuto affrontare, per poter svolgere la mia professione così come Diritto vuole. La prego di credermi Signor Presidente, quanto riportato è totalmente vero e dimostrato; […].
La prevenzione nei luoghi di lavoro è argomento estremamente complesso, molto più complesso di quanto possa apparire dall’esterno. Se realmente si vuole intervenire per fronteggiare tale emergenza, è bene prendere in considerazione i veri aspetti che ostacolano il raggiungimento dei risultati attesi.
[…]
La ringrazio anticipatamente dell’attenzione dedicatami. Rispettosamente la prego Signor Presidente di non divulgare tale lettera e di considerarne il contenuto strettamente confidenziale. Sono a sua disposizione anche al numero tel. … per qualunque eventuale chiarimento.

Cordiali Saluti
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fabrizio
Messaggi: 603
Iscritto il: 18 ott 2004 14:39
Località: Treviglio - Lodi - Crema

Se posso..Marco cosa ti ha spinto 12 anni fa ad intraprendere questa "professione" ? Saluti

Segnalo gentilmente a fabrizio che Marco ha dato risposta a questa sua domanda nel seguente post:
http://www.forumsicurezza.com/forum/vie ... 7836#27836
Un cordiale saluto a tutti e buone discussioni nel Forum.

Mod :smt039
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