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I pensieri di Tremonti e la legge 626

Questo Forum, aperto in occasione dell'uscita del Nuovo Testo Unico sulla Sicurezza e Salute sul Lavoro, ospitera' qualsiasi tipo di discussione che non sia relativa a cantieri e ad argomenti di carattere prettamente tecnico (che dovranno essere riportate negli altri due forum).

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Geppus
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Iscritto il: 22 ott 2004 15:12

Oramai il nostro è un mondo che vive di (cattiva) informazione, dove "le parole sono importanti!" (cit.)
Se il genio della finanza avesse detto "La burocrazia della legge 626 è un lusso che non possiamo permetterci", saremmo stati tutti d'accordo, con i famosi 93 minuti di applausi. Ma la frase riportata ("la legge 626 è un lusso che non possiamo permetterci") vuole dire - e nemmeno troppo implicitamente - che la sicurezza sul lavoro è qualcosa che oggi, nel momento attuale, globalizzazione e cinesi e serbi che ci soffiano il lavoro, potremmo anche accettare di trascurare un po', perchè è meglio lavorare con qualche piccolo rischio in più che non lavorare affatto. Questo è il senso, fingere di non capirlo è ipocrita.  
Se questo volesse dire, attenzione sto scrivendo utopie (allergici avvisati), che "in cambio" si alzerebbero i liveli di tutela dei cinesi: oso dire che sarei d'accordo. Ma siccome questo non avverrà, perchè i cinesi i miglioramenti dovranno conquistarseli da soli, mi sento di dire al genio della finanza: misura le parole, che parli da ministro, non da avventore del bar sport.
Che paese infelice.
Panda
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Iscritto il: 12 set 2009 18:42

La "gaff" del ministro, dal mio modesto punto di vista, può trovare una scusante, solo per alcune modalità di applicazione della 626 prima e dell'81/ 106 dopo.

Come è stato detto più volte in questo forum, il mondo della sicurezza è composto da persone serie convinte del loro lavoro e disposte per questo a fornire informazioni/ consigli anche gratuitamente (grazie a tutti voi!!':smt050'), ma è anche vero che  nella realtà si incontrano spesso cartai che vendono certificati/ valutazioni/ corsi ... danneggiando chi lavora seriamente e prova a diffondere la cultura della sicurezza, usando spesso una buona dose di buon senso (scusate il gioco di parole).

Spero che il ministro si riferisse ai cartai e a chi fa della sicurezza un business senza regole o chi lo spiega al prossimo infortunio che la formazione del personale, la manutenzione di macchine ed attrezzature, l'acquisto dei DPI erano un lusso che l'azienda non poteva permettersi?

Spero, poi, di non incontrare datori di lavoro che si allontanano dalla retta via perchè l'ha detto il ministro - in fondo siamo sempre pronti ad ascoltare e ricordare solo quello che ci interessa, perchè non farlo anche questa volta?-

Grazie a tutti voi per la grande passione che dimostrate e scusate losfogo...
new man

Se qualche ddl tira in ballo le parole del ministro, basta ricordargli che le multe (per non dire degli incidenti) le danno gli ispettori, non Tremonti!
Su quello che intendeva veramente il ministro non lo sapremo mai. Confidiamo tutti che intendesse la burocrazia del settore  :smt023
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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

LinoE, non è per contraddirti: ma io non riesco assolutamente a vedere l'aspetto delle parole di tremonti che tu rilevi come condivisibile, e condivisibile di fatto sarebbe.
Dico sarebbe, e non è, per diversi motivi, uno dei quali -per me il principale- è che il solo fatto di parlare di 626, morto e sepolto da parecchio, sta a denotare che se non sa nemmeno come si chiama è ragionevole non ne conosca il testo, e quindi è automaticamente escluso che si possa essere riferito alle farraginosità ed alle antinomie oppure solo alle (più volgarmente parlando) enormi stron@ate che l'81 prevede.

Mi rendete atto tutti, credo, che il fatto stesso che la definizione di coso 81 l'ho coniata io, e quindi questa mia non è nè vuole esserna la difesa ad oltranza o per partito preso; fosse solo perché tuttora così lo chiamo, perchè non ho mica cambiato idea: è una norma pessima, qualunque cosa di buono cerchi di vederci ursinodolce, che per come è scritta non tutela i lavoratori e non persegue il fine che dice di volersi dare.  

Da questo a dire che le aziende non si possono permettere economicamente le leggi sulla sicurezza e che l'Europa e l'Italia si devono adattare al mondo (quale? i coreani, i cinesi, gli indiani?), perdonami ma ce ne passa, e parecchio.
Io parto dal principio che la prevenzione sui luoghi di lavoro è qualcosa che è estremamente premiante anche economicamente a medio-lungo termine, ed ho clienti storici (>20 anni) che lo provano visto che negli anni hanno visto prima ridursi e poi annullarsi sia le MP che gli infortuni con conseguente considerevole riduzione dei premi assicurativi, miglioramento produttivo (meno malati/infortunati= meno assenze), miglioramenti dei rapporti aziendali e complessivamente aumento della remuneratività aziendale, anche per i lavoratori (premi di produzione et similia).
Inoltre, per ormai più che palesi motivi "politici" in senso lato, io sono dell'avviso che è, invece, il mondo che deve adeguarsi all'Europa/Italia, beninteso non con i formalismi del piffero come richiesti dal coso 81 ma con una seria e fattiva attività di identificazione dei problemi (li vogliamo chiamare rischi? ok, ma a volte sono solo e proprio dei problemi e basta) e relative soluzioni, anche parziali se di meglio non è praticamente fattibile. Ed io rientro tra quelli che per "praticamente" intendono dire anche economicamente fattibile. Se devo affossare le condizioni di operatività economiche di un'impresa per abbattere un presunto rischio di una virgolina, secondo me l'imprenditore ha il dovere civile di "posporre" la soluzione antieconomica.
Ma se l'Italia anzichè boicottare (sì, boicottare) le aziende dei paesi dove di sicurezza e tutele non ci parla nemmeno ci va a insediare le proprie filiali per aumentare la resa del capitale, mi pare ovvio che partiamo malissimo.  
E visto che mi ci trovo, approfitto per sparare a zero sul c.d. rischio da stress LC. Certo, è vero che ci sono dei posti dove si campa-lavora una sacrosanta fetenzia, ma sono dell'avviso che in quei casi i primi a saperlo sono proprio i DdL che non hanno minimamente intenzione di ridurre questo "stress", perchè appartengono alla genia di persone (direi tutti clienti di tremonti e gente come lui) che pensano che la produzione migliori se il lavoratore è sotto angoscia.
Se no, come me lo spiegheresti di quelli che dicono "o accetti così o io chiudo la fabbrica" ?
C'è, da fare; e c'è di certo da snellire e da andare al sodo, e non alle menate di carta... e c'è da farlo ripensando anche le tutele giuridiche dei lavoratori in modo che alcuni di essi non ne profittino squallidamente, e di questo mi sento profonda propugnatrice. Ma per farlo c'è bisogno di gente che conosce il mondo del lavoro, che nelle fabbriche/uffici/cantieri ci vive, di gente moralmente onesta e di sindacati che difendano davvero i lavoratori, cioè coloro che rispettano il contratto sottoscritto. Non come accade nella pratica -e più nelle medio-piccole che nelle grandissime- dove il DdL non ha possibilità di applicare davvero l'art. 18 benedetto, perchè come cominci a non dico a licenziare ma anche solo a impiantare un procedimento disciplinare nei confronti di uno sfaticato o peggio di un imbroglione, la prima cosa che ottieni è che quello "si mette in malattia", complici i MMG, ma anche i medici fiscali che quasi mai contestano una prognosi (specie sulle gravidanze a presunto rischio), e subito dopo ti parte l'azione legale che per principio sostiene che il lavoratore è buono e il DdL è cattivo, e spesso questa posizione la trovi anche nel magistrato. Il risultato? Il risultato qua da noi è che di assunzioni a tempo indetterminato non si parla proprio più (e ditemi voi come fa a non stressarsi uno che non sa se il mese prossimo lavorerà o meno...), che la disoccupazione femminile è alle stelle perchè una corretta tutela della maternità è stata trasformata di fatto in un enorme costo aziendale, che si profitta delle condizioni di necessità dei giovani per sottopagarli etc. etc.

No, LinoE, io sono stata la prima a dire che il coso 81 è una fetenzia, ma l'ho fatto solo dopo averlo studiato: non accetto che me lo venga a dire, per di più  strumentalment,e uno che non sa nemmeno che esiste.
Non credo che se ci fosse stato ancora scaiola le cose sarebbero meglio, ma non avere nemmeno un ministro dell'industria (ok, attività produttive) a questo paese in questo momento fa malissimo. Intanto che il ministro ad interim si fa le sue brave trattative industriali private sulla pelle di chiunque: quello sì, che è davvero uno scornacchiato.
Ma checchè se ne dica e lui ne pensi, non vivrà in eterno nemmeno lui. E se la portasse sotto la sua piramide, villa certosa.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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catanga
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Francamente sono molto ma moloto perplesso che un ministro dell'economia ritenga che il differenziale che può far stare sul mercato le imprese italiane sia il risparmio sui costi minimi per la sicurezza e tutela della salute e non la ricerca e l'innovazione ........ settore dove, guarda caso, il signore in questione, ha sforbiciato alla grande.

Il colmo è che ci si vanta anche di aver preservato il nostro Paese dalla crisi.

Negli USA, il debito pubblico è alto ma è alto anzi altissimo anche il debito delle famiglie; in Italia, invece, è alto solo il debito pubblico e, praticamente inesistente, il debito delle famiglie (la media dei soli depositi bancari in Italia è di 10.769 euro per abitante).
La differenza sta tutta qua.
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linoemilio
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Geppus ha scritto: Se il genio della finanza...
Non è la mia materia... non lo conosco sotto questo aspetto per cui non posso esprimermi.
Constato solo che gli unici a non considerarlo tale sono gli italiani di un certo schieramento...
avranno i loro motivi.
L'Europa, alla quale anche loro fanno riferimento nei momenti di comodo, lo riconosce invece come tale...
anche loro avranno i loro motivi.
Geppus ha scritto:... avesse detto "La burocrazia della legge 626 è un lusso che non possiamo permetterci", saremmo stati tutti d'accordo ...
Questa è sacrosanta verità, amico mio.
Non per niente, infatti, ho parlato di "gaffe".

Le parole hanno un peso ed è importante saperle misurare; un'attenzione alla quale un Ministro della Repubblica ha l'obbligo di attenersi più di ogni altro cittadino.
Geppus ha scritto: Ma la frase riportata ("la legge 626 è un lusso che non possiamo permetterci") vuole dire - e nemmeno troppo implicitamente - che la sicurezza sul lavoro è qualcosa che oggi, nel momento attuale, globalizzazione e cinesi e serbi che ci soffiano il lavoro, potremmo anche accettare di trascurare un po', perchè è meglio lavorare con qualche piccolo rischio in più che non lavorare affatto. Questo è il senso, fingere di non capirlo è ipocrita.
Vista in quest'ottica, non fa una piega.

Ti propongo un'ottica diversa.

C'è un legge: la 626 (grossa gaff... oggi 81 modificato) in vigore dal 1994 (quasi 15 anni fa).

a) I compiti in capo alle figure che fanno parte del processo costruttivo aziendale o di un opera cantieristica sono aumentati rispetto al 547, 303, 164... sia in termini di nuove figure responsabili che in termini di richieste, domande, autorizzazioni preventive... per favorire la sicurezza dei lavoratori.
b) Questi aumenti incidono inevitabilmente sui costi di gestione delle aziende. Aumenti condivisibili per garantire coloro che giornalmente lavorano.
c) Il penale è stato più volte inasprito nei confronti delle figure di cui sopra (tranne nei confronti di una... guarda caso)

Obbiettivo della legge:
a) I DdL affiancati dalle nuove figure a cui sono state poste in capo importanti e giuste responsabilità organizzeranno le attività in modo da valutare i rischi ed eliminarli per evitare eventi infortunistici.
b) a questo punto i lavoratori lavoreranno, finalmente, in sicurezza;

15 anni dopo l'entrata in vigore della Legge:
a) Il numero di morti sul lavoro sono (quantomeno) diminuiti? NO.
b) Il numero di infortuni che hanno causato grandi invalidi sono (quantomeno) diminuiti? NO
c) Il numero di infortuni normali (pensa che bestemmia deve dire: normali...) sono diminuiti? NO.
d) gli operatori hanno la certezza che quel che fanno è rispettoso della legge? NO (nell'italica penisola potremmo contare almeno una cinquantina di linee guida, circolari interpretative, sentenze di cassazione, riscontrando molte volte incongruenze e contraddizioni... ogni Ente sembra diventato una Repubblica a se stante)
e) i corsi di aggiornamenti, perfezionamento ... sono corsi seri? Vediamo chi dice di sì (Basta navigare in internet per ottenere attestati on-line con la possibilità di utilizzare alla tastiera persone diverse dalle interessate)
f) I docenti sono figure preparate in modo specialistico e con capacità pedagocica sufficiente per il tipo di discenti che si trovano di fronte? Anche quì vediamo chi dice di sì.
g) non vado oltre.

E allora?
Questa legge che ha portato maggiori costi per le aziende (e va bene che le aziende considerino i costi per la sicurezza come costi facenti parte dell'organizzazione aziendale) ma che NON HA portato ai risultati che si era prefissata, non è una Legge efficiente.

Allora (io la penso così) se un legge crea maggiori costi senza produrre risultati a favore dei beneficiari (lavoratori dipendenti) non si può definire "Legge
Ha ragione Tremonti (sbagliando il modo di dirlo): è un lusso.
E i lussi, in questo momento non possiamo permetterci di pagarli.

Sai bene, caro Geppus, che il mio intervento non intende abrogare la sicurezza dei lavoratori (siano essi italiani che cinesi o papuani) ma questo non m'impedisce di criticare (al di là dei colori di partito -ho passato da un pezzo l'età del "bambosismo" quando bevevo tutto quello che l'onorevole di turno del mio partito mi rifilava) le cose che, secondo me, non vanno.

Parlando delle norme sulla sicurezza sul lavoro, mi sembra che negli interventi precedenti si siano scordate le volte in cui Catanga ribadiva che non era questa la strada da seguire per ottenere gli obbiettivi che il Legislatore Europeo si prefiggeva (provate un po' a cercare nel forum i suoi numerosi interventi che, sempre apprezzati, ho sempre condiviso).

Chi ha contribuito a scrivere queste norme?
Qualcuno di noi, su questo forum, ha avuto una diretta esperienza in questo campo tanto che può essere legittimato a sottolineare la fondamentale differenza tra il "costruire" una Legge in Italia rispetto al modo di "costruirla" negli altri Stati Europei.

Negli altri Stati si comportano diversamente: le commissioni sono composte da persone con qualifiche specialistiche riconosciute; la legge viene emanata per un tempo prefissato trascorso il quale è sottoposta all'analisi dei risultati.
Se i risultati ci sono, la Legge prosegue (anche con miglioramenti) se non ce ne sono viene immediatamente abrogata.

Non è difficile capire che in Italia la Legge si "costruisce" in modo emotivamente politico (Vedi l'81 dopo la Tyssen e sotto le elezioni)... negli altri Stati si "costruisce" tecnicamente.
Ovvio che i risultati sono diversi.
Da noi un lusso... dagli altri una lungimirante strategia.

Ma, tornando alla "gaff" di Tremonti, a me è sorto un dubbio:

che Castelli (a Ballarò) sia uscito dicendo "la 626 del 96 (invece che 94) a cui anch'io ho contribuito..."
e, ancora,
che lo stesso Castelli e Violante (ad Anno Zero, così come richiamato da catanga) avessero portato le sciocchezza al ruolo di protagoniste del loro verbale duello, posso anche pensare che parlavano, a sproposito, di cose che non conoscevano, ma che un Tremonti (così misurato e tagliente con le parole) commetta una "gaff" così plateale mi fa sorgere il dubbio che la "boutad" sia "voluta".

Non so perchè ho questa sensazione ma nella sua dichiarazione di "rettifica" (e anche queste cose il più delle volte mi danno fastidio) che ANSA del 26-08 ha pubblicato on-line, trovo una frase che condivido appieno e che mi aumentano il dubbio: "L'eccesso occhiuto di burocrazia e' un derivato della stupidita" senza trovare alcun riferimento al fatto che aveva accennato ad una 626 in realtà già abrogata dall'81.
Nofer ha scritto: LinoE, non è per contraddirti: ma io non riesco assolutamente a vedere l'aspetto delle parole di tremonti che tu rilevi come condivisibile, e condivisibile di fatto sarebbe.
Dico sarebbe, e non è, per diversi motivi, uno dei quali -per me il principale- è che il solo fatto di parlare di 626, morto e sepolto da parecchio,
Amorevole, vulcanica, sincera, guai se mancassi, amica partenopea... non mi contraddici. Concordo con te che, soprattutto, un Ministro quando parla dovrebbe misurare le parole.
Nofer ha scritto: ...sta a denotare che se non sa nemmeno come si chiama è ragionevole non ne conosca il testo, e quindi è automaticamente escluso che si possa essere riferito alle farraginosità ed alle antinomie oppure solo alle (più volgarmente parlando) enormi stron@ate che l'81 prevede.
Anche per te.
Vista in quest'ottica non fa una piega.
Cosa ne pensi dell'ottica con cui io l'avrei letta?
Nofer ha scritto: Mi rendete atto tutti, credo, che il fatto stesso che la definizione di coso 81 l'ho coniata io, e quindi questa mia non è nè vuole esserna la difesa ad oltranza o per partito preso; fosse solo perché tuttora così lo chiamo, perchè non ho mica cambiato idea: è una norma pessima,
Altra cosa in cui abbiamo sempre concordato.
Nofer ha scritto: qualunque cosa di buono cerchi di vederci ursinodolce, che per come è scritta non tutela i lavoratori e non persegue il fine che dice di volersi dare.
Su questo, amica mia, lasciami difendere l'amico romano non di Roma.

Ti assicuro che l'impegno, la cocciutaggine contro i muri di gomma, le nottate passate sulle proposte all'ultimo minuto, lasciatelo dire da Catanga e me... "ursino" meriterebbe si baciasse il terreno dove poggia i piedi.
In certe stanze non c'è il "tutto per uno, uno per tutti".

Li c'era lui contro tutti.

E il fatto che sia assente da un po' di tempo, secondo me, vuol dire che le ingiuste e gratuite pedate nei denti che s'è preso non ha ancora lenito il dolore inflitto alla sua passione, convinzione e dignità.
Nofer ha scritto: Da questo a dire che le aziende non si possono permettere economicamente le leggi sulla sicurezza
Noferuccia...  :smt055  abbiamo appena finito di condividere che la norma è pessima.
Le aziende devono e sottolineo "devono" sopportare i costi per ottemperare alle norme di sicurezza ma quando pagano costi per norme "pessime" che non riducono il numero di morti, non riducono il numero dei grandi invalidi, non riducono gli eventi infortunistici lasciandoci alle statistiche del "medio evo", sono sicuro che anche a te  girerebbero gli assegni familiari femminili.
Nofer ha scritto: ... e che l'Europa e l'Italia si devono adattare al mondo (quale? i coreani, i cinesi, gli indiani?), perdonami ma ce ne passa, e parecchio.
Di questa frase non ne sono al corrente.
Se l'avesse detta in relazione alla sicurezza sul lavoro, avrebbe detto una sonora sciocchezza.
Nofer ha scritto: Io parto dal principio che la prevenzione sui luoghi di lavoro è qualcosa che è estremamente premiante anche economicamente a medio-lungo termine
Perchè parli con cognizione di causa.
Concordo in pieno.
Nofer ha scritto: Inoltre, per ormai più che palesi motivi "politici" in senso lato, io sono dell'avviso che è, invece, il mondo che deve adeguarsi all'Europa/Italia, beninteso non con i formalismi del piffero come richiesti dal coso 81 ma con una seria e fattiva attività di identificazione dei problemi
... e come non darti ragione?
Non sono, forse, i "formalismi del piffero" che rendono pessime le leggi?
E se le leggi sono pessime non è possibile che i costi per attuarle siano costi "lussuosi"
Se così fosse... se questa fosse la convinzione di  Tremonti (ma potrebbe essere anche Bersani, Bertinotti, Pannella, Damiano... no Damiano non credo) gli daresti torto per quello che ha detto?

Certo.
Se così fosse, Tremonti non dovrebbe fermarsi lì.
Dovrebbe fare in modo che il "coso 81" avesse a diventare un remoto ricordo rintracciabile solo dai cosiddetti "topi di biblioteca"
Gli esempi degli altri Stati li abbiamo. Ergo...
Nofer ha scritto: Se devo affossare le condizioni di operatività economiche di un'impresa per abbattere un presunto rischio di una virgolina, secondo me l'imprenditore ha il dovere civile di "posporre" la soluzione antieconomica.
Mi sembra talmente logico...
Nofer ha scritto: E visto che mi ci trovo, approfitto per sparare a zero sul c.d. rischio da stress LC. Certo, è vero che ci sono dei posti dove si campa-lavora una sacrosanta fetenzia, ma sono dell'avviso che in quei casi i primi a saperlo sono proprio i DdL che non hanno minimamente intenzione di ridurre questo "stress", perchè appartengono alla genia di persone (direi tutti clienti di tremonti e gente come lui) che pensano che la produzione migliori se il lavoratore è sotto angoscia.
Birbante...  :smt00_01 lo sai anche tu che non è vero.
Nofer ha scritto: Se no, come me lo spiegheresti di quelli che dicono "o accetti così o io chiudo la fabbrica" ?
Io che sono un povero suburbicano e un rozzo discendente dei Celti, per di più montanaro, molte cose non le conosco.
Ti posso, però, dire che non sono mai venuto a conoscenza di una fabbrica chiusa dopo che il DdL aveva dichiarato "o accetti così o io chiudo la fabbrica".
Se qualcuno è a conoscenza di qualche fatto causato dalla frase faccia cortesemente i nomi escludendo la Fiat di Melfi che ancora non è chiusa nonostante quest'industria sia in perdita solo in Italia ( http://www.economiafinanza.net/marchion ... in-italia/ )
Personalmente conosco aziende che hanno chiuso senza che il DdL avesse pronunciato frasi del genere.
Nofer ha scritto: C'è, da fare; e c'è di certo da snellire e da andare al sodo, e non alle menate di carta... e c'è da farlo ripensando anche le tutele giuridiche dei lavoratori in modo che alcuni di essi non ne profittino squallidamente, e di questo mi sento profonda propugnatrice. Ma per farlo c'è bisogno di gente che conosce il mondo del lavoro, che nelle fabbriche/uffici/cantieri ci vive, di gente moralmente onesta e di sindacati che difendano davvero i lavoratori, cioè coloro che rispettano il contratto sottoscritto. Non come accade nella pratica -e più nelle medio-piccole che nelle grandissime- dove il DdL non ha possibilità di applicare davvero l'art. 18 benedetto, perchè come cominci a non dico a licenziare ma anche solo a impiantare un procedimento disciplinare nei confronti di uno sfaticato o peggio di un imbroglione, la prima cosa che ottieni è che quello "si mette in malattia", complici i MMG, ma anche i medici fiscali che quasi mai contestano una prognosi (specie sulle gravidanze a presunto rischio), e subito dopo ti parte l'azione legale che per principio sostiene che il lavoratore è buono e il DdL è cattivo, e spesso questa posizione la trovi anche nel magistrato. Il risultato? Il risultato qua da noi è che di assunzioni a tempo indetterminato non si parla proprio più (e ditemi voi come fa a non stressarsi uno che non sa se il mese prossimo lavorerà o meno...), che la disoccupazione femminile è alle stelle perchè una corretta tutela della maternità è stata trasformata di fatto in un enorme costo aziendale, che si profitta delle condizioni di necessità dei giovani per sottopagarli etc. etc.  
Hai detto tutto tu con l'onestà che ti contraddistingue.
Nofer ha scritto: Intanto che il ministro ad interim si fa le sue brave trattative industriali private sulla pelle di chiunque: quello sì, che è davvero uno scornacchiato.
Ma checchè se ne dica e lui ne pensi, non vivrà in eterno nemmeno lui. E se la portasse sotto la sua piramide, villa certosa.
Prendo in prestito il dialetto del mio amico Igor.
"ma sei proprio de coccio". :smt003
Quand'è che ti metterai in testa che attaccare solamente il "ministro ad interim" è, per te e per chi la pensa come te, la strada sbagliata se l'obbiettivo è quello di non vederlo più in quel ruolo?
Fai in modo, invece, che quello che hai detto sopra, i tuoi referenti politici lo mettano in atto (se mi vuoi, ti do una mano anch'io. Purche' si faccia sul serio) e ti accorgerai (finalmente :smt050) che gli Italiani non hanno le fette di salame sugli occhi.
Sanno valutare... sanno giudicare... e sanno votare.
Non votano i migliori.
Votano i meno peggio.

Un abbraccio carissima. :smt055

... sulle capacità dei singoli Ministri non entro nel merito.
Non ne sono capace.
Mi limito umilmente al campo dove per 35 ho infangato e continuo ad infangare le mie scarpe antinfortunistiche.   :smt039
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Geppus
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Chi nega sia un genio della finanza. Però se viene a giocare a calciobailla con me e lo straccio, lo potrò prendere in giro chiamandolo "genio della finanza" oppure no? Mica stiamo parlando di finanza, qui.
Le parole sono importanti: infatti lui, da uomo certamente intelligente e furbo è andato alla Berghem Fest (Festa di Bergamo era troppo italiano, immagino) ed ha usato espressioni basse - "robe come la legge 626..." - perchè aveva la precisa intenzione, facendo il riferimento all'adeguamento dell'UE e dell'Italia al mondo (lo trovi nei report delle agenzie), di vellicare istinti. Ci è riuscito benissimo, difatti le reazioni della platea dicono siano state entusiastiche.

Bene, questo con la nostra materia non ha niente a che fare:  ha usato in modo improprio un argomento molto serio per ottenere facili consensi. Su tutta la questione di merito è inutile spendere parole, siamo sempre stati tutti d'accordo. Ma questo tipo di atteggiamento da parte di un ministro a me disturba molto, perchè è inopportuno, è contrario al buon senso, al rispetto delle persone ed al buon vivere civile. E se fosse stata solamente una momentanea espressione di superficialità, peggio.
linoemilio ha scritto: Purche' si faccia sul serio) e ti accorgerai (finalmente :smt050) che gli Italiani non hanno le fette di salame sugli occhi.
Sanno valutare... sanno giudicare... e sanno votare.
Certo, e Ibrahimovic ha sempre voluto giocare per il Milan.  :smt039
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linoemilio
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Geppus ha scritto: ...Ma questo tipo di atteggiamento da parte di un ministro a me disturba molto, perchè è inopportuno, è contrario al buon senso, al rispetto delle persone ed al buon vivere civile. E se fosse stata solamente una momentanea espressione di superficialità, peggio.
Su questo siamo perfettamente d'accordo.
Geppus ha scritto:
linoemilio ha scritto: Purche' si faccia sul serio) e ti accorgerai (finalmente :smt050) che gli Italiani non hanno le fette di salame sugli occhi.
Sanno valutare... sanno giudicare... e sanno votare.
Certo, e Ibrahimovic ha sempre voluto giocare per il Milan.  :smt039
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Bond
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Voi già lo sapete come la penso sull’argomento.
Secondo me Tremonti non ha fatto altro che esprimere il pensiero della massa sull’argomento “sicurezza sul lavoro”.
E’ più o meno lo stesso scenario del calcione di Totti a Balotelli: tutti a condannare il gesto ignobile ma, sotto-sotto, là, nell’angolo più recondito angolo dell’animo, chiunque avrebbe voluto essere stato al posto di Totti nel tirare un calcio in sedere a quel ragazzino presuntuoso e strafottente amico intimo di un altro presuntuoso strafottente che gira senza patente su macchinoni di lusso.

Unico problema: le telecamere.
Lo stesso problema di Tremonti: le telecamere.

La 626 prima e l’81 dopo sono figlie di un malcostume comune diffuso nel mondo della politica e della comunicazione per tirare su voti, da una parte, e audience dall’altra.

Si sente sempre gente di tutti i colori dire “facciamo, faremo, abbiamo intenzione di fare e altre cose del genere”
Manca sempre qualcosa in questi proclami che nessuno dice perché è la spina nel fianco, il tallone di achille.

La 626, me lo ricordo, è nata sotto l’egida del grande proclama: “Creerò un milione di posti di lavoro”
L’81 invece sotto l’egida del “costruiremo centrali nucleari di 4° generazione”

Ok, belle parole ma i soldi per tutto ciò da dove li tiri fuori?

La sicurezza vive lo stesso problema ed è tutto sintetizzato nell’art. 28, comma 2:
c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;
d) l’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri;

Non serve a nulla trovare le persone se non ci sono le risorse finanziare disponibili e questo Tremonti lo sa, non è mica stupido.
Trova i soldi e, fuori dalla porta, avrai la fila di persone disponibili per attuare le misure.

Qui sta il problema.
La sicurezza, fatta a questo modo, è ancora un optional del sistema e non è integrata nel bilancio che è la vera spina dorsale dell’azienda.
E questo Tremonti lo sa.
La programmazione di cui alla lett. C), se la si vuole efficace ed efficiente, parte non dai tecnici come noi, ma dai ragionieri come Tremonti: programmare il bilancio e programmare gli investimenti.

Prima di tutti, Tremonti vede che le aziende che investono o cercano di investire, con conseguenti spese (occhio, ho detto spese, non costi), non hanno nessun tornaconto rispetto a quelle (la maggioranza) che se ne straffott…, anzi ci rimettono pure perché il fisco non le aiuta, non le agevola, non le mette in condizioni di credere in quello che stanno facendo.

Andate a dare un occhiata al sistema francese: chi opera bene avrà dei vantaggi, chi opera male avrà delle punizioni.

Non c’è nessun obbligo, la legge non obbliga le aziende a programmare il budget sulla sicurezza e sull’ambiente e così facendo, questi argomenti rivestiranno sempre il ruolo dell’optional: se ci restano i soldi faremo altrimenti rimandiamo… tanto finchè non ci beccano risparmiamo un po’ di dindi.

Poi c’è l’altro proclama: un azienda in un giorno.
Bello, meno burocrazia e tempi veloci per l’apertura.
Peccato però che hanno confuso il proclama: “un azienda in un giorno” e non “un azienda al giorno”
Provate ad andare in Germania ed aprire la vostra aziendina senza conoscere il tedesco (parlato e scritto) o a farvi assumere?
Questo è quello che succede da noi.
Cinesi, Rumeni, Pakistani che in un giorno aprono l’azienda e non spiaccicano una sola parola di italiano; mi dite come fanno a leggersi una legge altamente tecnica come l’81?
E se non sanno leggere come faranno a rispettarla?
E se non capiscono l’italiano chi è in grado di spiegargli in cinese rumeno o pakistano questa legge?

Tremonti l’ha sparata grossa ma in effetti non ha tutti i torti.
Condivido pienamente il passaggio di Linoemilio quando dice che la sicurezza, da noi, è solo un bluff per dare modo allo stato di fare cassa: più o meno come l’autovelox piazzato sulla corsia di decollazione dell’autostrada.

E va bene, andiamo avanti così.

Speriamo che ci sia un altro politico che la spari grossa così possiamo indignarci per ciò che ha detto e sbellicarci sulla sua ignoranza.

Mi spiace solo per Ursa e per lo straordinario lavoro che ha fatto.
Ricorda Ursa: nemo propheta in patria

Ciaaa
Bond
Un genitore saggio lascia che i figli commettano errori. È bene che una volta ogni tanto si brucino le dita.
Indice affidabilità: ° (è un asteroide, non una stella)
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