nel complesso sono abbastanza d'accordo con quel che dici.fbianchi. ha scritto:d'altronde, se l'ente di certificazione non mi dà la iso 9000, io non lo pago
ma l'esempio iso9000 è proprio sbagliato, le cose in quel settore non vanno così.
l'azienda (A) che vuole certificarsi chiama un consulente, che le fornisce il servizio di implementazione della qualità (lo chiamerò C) e che poi sceglierà un ente verificatore (V).
Se l'azienda non ottiene da V la certificazione nei tempi previsti, non pagherà C, ma V per aver fatto le verifiche verrà comunque pagato.
Tanto è vero che i C "scafati" hanno tutta una serie di V1-V2-V3 di riferimento, e di diversa "rigorosità", a seconda del livello di serietà dell'implementazione.
anche l'esempio del ciclismo secondo me denota una fiducia eccessiva nella certificazione di qualità: essa non è la garanzia che quel che si produce sia di qualità nel senso comune di intendere l'espressione (=di buona qualità), ma la garanzia di uniformità tra i prodotti.
ovvero, un'azienda certificata iso9000 puà tranquillamente produrre le porcherie più immonde, semplicemente se produce porcherie vengono TUTTE porcherie.
sto finendo OT; rientro in carreggiata: è chiaro che un organismo pubblico di controllo dei controllori dovrebbe comunque esistere. MA se ogni controllore opera per, diciamo, 10 committenti, questo organismo pubblico può limitarsi a eseguire 1/10 dei controlli ottenendo lo stesso risultato (perchè il controllore castigato una volta, se castigato in modo serio, non ci riprova più a fare il furbo).
In tal modo si ottiene il non trascurabile risultato di far pagare la sicurezza a chi la deve garantire (DdL che paga il consulente) invece che ai garantiti (come sarebbe nel caso dell'ente pubblico con migliaia di ispettori che qualcuno vorrebbe).