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Valutazione radiazioni ottiche da saldatura

Questo Forum raccoglie tutte le discussioni relative all'igiene del lavoro, medicina del lavoro, microclima negli ambienti di lavoro, DPI, MMC, rischi chimici, biologici, cancerogeni, HACCP, ambiente, rifiuti, radiazioni, ecc...
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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

concordo e aggiungo: cerchiamo di non dimenticare MAI che la prevenzione "anteprimaria" (io la chiamo così, non so se esiste il termine giusto) risiede nel pensare i posti di lavoro anche in funzione dei rischi propri e indotti.
Parlo di progettazione di edilizia industriale, di componentistica, parlo di lay-out e di architettonica industriale.
So che in un paese dove ancora si muore per stron..te può sembrare velleitario. Intanto, chi ha avuto il bene di visitare stabilimenti ed opifici paleo-industriali sa che gli shed avevano la parte a vetri a mezzogiorno, per consentire la maggiore illuminazione naturale possibile, che l'inclinazione degli shed era diversa in funzione del tipo di lavorazione a farsi sotto; se erano attività rumorose, l'inclinazione era fatta in modo che il grosso del riverbero andasse fuori dai finestroni... Io in una ex metalmeccanica pesante milanese ho visto addirittura controsoffittature degli shed a paleo-doghe traverse, e dunque iporiverberanti.
Non come ora, che si fanno quelle scatole di prefabbricato e poi noi stiamo a scervellarci su come ridurre i vari impatti.
Il saldatore, in una paleofabbrica, salda con la luce del punto di saldatura (ROA, ok, chiamtele come vi pare!) direzionata verso il muro; le aree di saldatura hanno (avevano?) tramezzature in muratura con doppia funzione fonoisolante e lux-impedente.

Intendo dire: non è un'idea innovativa di me neo-genio,  è anzi un invito a recuperare le esperienze che generazioni intere di lavoratori e DdL hanno messo a punto per migliorare le condizioni di lavoro, e quindi la produzione. Vi ricordo sempre che nessun imprenditore serio  "fa la pelle" intenzionalmente ad un suo dipendente, men che mai se lavora bene ed è uno specializzato.

Poi, se gli architetti vogliono fare della miniurbanistica intra-aziendale, ok liberi: purchè ricordino che anche all'interno di una fabbrica ci sono degli ambienti di rispetto, e che in igiene occupazionale ogni lavorazione è da intendersi come ambiente di rispetto dai rischi propri di ogni altra lavorazione.
Nofer
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tcam
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Iscritto il: 23 feb 2009 01:18
Località: firenze

Vi ho letto con piacere e soddisfazione e mi domando perchè i consulenti cialtroni siano capitati solo a me, mentre ve ne sono in giro di così preparati e soprattutto dotati di un requisito irrinunciabile per qualsiasi consulente e cioè il dubbio metodico.
Con questa dovuta premessa volevo richiamare la vostra attenzione sul fatto che l'attività di saldatura/appuntatura che si può collocare in un numero considerevole di mansioni e comparti, è in realtà un vero e proprio mosaico di rischi sia per la salute che per la sicurezza. Tra questi certamente quelli per la salute sono a maggior prevalenza epidemiologica e di maggior rilevanza per gravità del danno.

Gli effetti degli agenti fisici, sono dovuti sia ad UV/IR, sia al rumore, sia alle vibrazioni MB.
La saldatura li riassume tutti.
Il danno da UV interessa non solo il cristallino (cataratta precoce) ma anche le altre componenti dell'occhio: congiuntiva, sclera (sclerite), iride (melanomi), uvea, retina (retinopatia fototraumatica), corpo vitreo e macula ("maculopatia fototraumatica, danno irrimediabile, poiché si genera una cicatrice sulla retina nella zona maculare, area centrale della retina, deputata alla visione dei volti, alla lettura, alla guida).
Gli UV determinano assieme agli IR un incremento della patologia cutanea con aumento della incidenza di tumori della pelle e modificazioni delle caratteristiche del derma con un invecchiamento precoce del mantello cutaneo e una serie di altre malattie della pelle che sono raggruppate nel termine generale di fotodermatosi attiniche.

Del rumore è superfluo parlare mentre importante è ricordare sempre che in molte occasioni il saldatore rifinisce la propria attività ed usa strumenti vibranti (smerigliatrici) come parte integrante della propria mansione.

Gli agenti chimici che si sviluppano dipendono dal tipo di saldatura (con o senza apporto esogeno di metallo) e la quantità e qualità di nocivi presenti nei cosiddetti fumi di saldatura è estremamente variabile e dipende anche dal metallo da saldare e dalla presenza su di esso di sostanze di trattamento.

In particolare i fumi prodotti dalla saldatura di acciaio inox e altre leghe contengono composti del nichel, cromo VI e cromo III.
Nei fumi possono esservi una miriade di sostanze e in particolare 80-90% ossidi metallici (ferro, cromo, manganese, zinco, rame, cadmio, berillio, mercurio, arsenico, nichel, piombo) e composti derivati dagli elettrodi (silicati, biossido di titanio, ossidi di alluminio, composti del fluoro) e poi i composti originati dal materiale trattato come vernici, sgrassanti, fluidi lubrorefrigeranti (CO2, NH3, fosgene, HCl, Pb, Cr) e gas (ozono, NOx, CO, CO2).
L’ozono si forma durante la maggior parte delle saldature ad arco elettrico e le esposizioni possono risultare elevate rispetto ai limiti di soglia, specialmente nella saldatura MIG dell’alluminio.

In genere noto che su questo aspetto del rischio c'è scarsa attenzione e si tende a generalizzare il rischio in un unico capitolo denominato genericamente e scorrettamente "esposizione e fumi di saldatura".
I sistemi di aspirazione, anche se ben congegnati, non hanno una efficacia assoluta e sono mal utilizzabili in molte modalità di saldatura soprattutto su parti in opera di grandi macchine ( cito come mia esperienza le turbine a gas per produzione di energia) o perchè la saldatura è in punti confinati o ancora, e accade spesso, perchè il braccio aspirante viene collocato al di sopra del livello delle vie aeree del lavoratore e concorre con il lavoratore nel processo di rimozione dei fumi.

Oltre ai fumi debbono essere ricordate le polveri che si sviluppano e sono corresponsabili di malattie respiratorie gravi (broncopneumopatie croniche e progressive)


Per i saldatori non vanno poi dimenticati i rischi da MMC, certo noto e previsto, ma anche il poco considerato sovraccarico biomeccanico dell'arto superiore (difficile da quantificare con le check lists -ocra o altre) ma certamente presente e rilevante con tutta la patologia che ne deriva a carico delle struture articolari, tendinee, nervose e muscolari dell'arto superiore e dei muscoli dorsali per le posture obbligate ed incongrue che il saldatore assume nello svolgimento della sua attività (documentabili dal mc se ricercate con cura).

Ultima attenzione il fatto che alcune attività di saldatura si possono dover sviluppare in quota e in condizioni non sempre di effettiva sicurezza.

Queste brevi ed incomplete considerazioni non tanto per insegnare qualcosa a qualcuno ma solo per enfatizzare una questione che ritengo di estrema rilevanza e riguarda il modo in cui si redigono i DVR.
Un buon DVR per una attività di saldatore, carpentiere metallico, tubista etc. deve riuscire ad evidenziare non solo il rischio generale ma sottolineare tramite una analisi attenta della tipologia di saldatura, di elettrodi utilizzati ( ossidanti, acidi, basici, cellulosici, al rutilio, etc), di modalità e condizioni lavorative, una sintesi del rischio che possa a valle favorire una adeguata e mirata attenzione del mc alla individuazione precocissima di ogni segno o sintomo di compromissione degli organi bersaglio di questa tipologia complessa di attività.
E non basta a mio avviso scrivere ma bisogna, anche obtorto collo, coinvolgere collaborativamente il mc nella vlautazione e scambiare quelle notizie tecniche che l'uno e l'altro degli attori debbono condividere per una buon livello di tutela del lavoratore.
Tcam
Ospite

Come MC condivido e rilancio quanto già scritto da TCam: so che quanto lui ha scritto é frutto di esperienza maturata sul campo: per quanto mi riguarda, avevo in tempi di specializzazione lavorato ad un articolo di revisione storica che cercasse di mettere in correlazione i casi di cataratta con le precedenti esposizioni professionali; i dati erano interessanti per non dire allarmanti (parlando solo di casi di cataratta). Purtroppo poi spesso si arriva troppo tardi sul luogo del delitto; il mio attuale DdL ha alcuni operai che saltuariamente eseguono lavori di saldatura, sia all'aperto che indoor; credete che un tale rischio sia mai stato precedentemente valutato (da MC o RSPP)?

Sport Goofy
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stefanomile
Messaggi: 2
Iscritto il: 28 giu 2010 17:47

ciao a tutti,
sono alla mia prima valutazione dei rischi: devo occuparmi di radiazioni ottiche in saldatura, ad arco e HF.

Vorrei chiedere questo: ho 3 sonde, una per UVA, una per UVB e una per UVC.
Se effettuo la misura di esposizione radiante Heff [J/m2] e poi sommo i 3 contributi - dato che sono integrali nel tempo della radianza - dovrei ottenere lo stesso valore misurato da una sonda ERY che ha come intervallo di misura 250-400 nm, giusto?
Al limite, visto che l'intervallo di misura esclude parte degli UVC, il valore della sonda ERY dovrebbe essere minore..

II quesito:
qualcuno ha indicazioni precise su quali limiti di legge è bene confrontare con i risultati delle misure? La tabella allegata al D.Lgs ne propone molti..io pensavo (a) per UV, (b) per UVA, (e) per il rischio da luce blu (sorgente puntiforme nel mio caso), e poi magari il (g) per tener conto anche dell’IRA, ma non riesco a capire come considerare l’angolo a (alfa): a cosa si riferisce, dato che Lr va misurato in [Wm-2sr-1]?
Grazie, stefano
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Nofer
Messaggi: 7386
Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

gentile stefanomile, per quanto io mi senta ben predisposta nei suoi confronti perchè si chiama come il mio adoratissimo nipotello, è evidente che ha googlato ed è arrivato qui, ha trovato che c'è un forum, ha letto ROA e ci è fiondato.
Se si fosse preso la briga di leggere questo lunghissimo thread, avrebbe scoperto che per le saldature la misura è comunque ininfluente dacchè il fatto stesso che qualche metallo si "squagli" implica l'emissione di UV comunque oltre i limiti tollerati/ammessi/consigliati. Vuole  forse sapere con precisione da quanti minuti in poi con le saldature che sta monitorando un lavoratore si procura un danno? E non sarebbe meglio fargli indossare in ogni caso lenti inattiniche appropriate?
Nofer
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stefanomile
Messaggi: 2
Iscritto il: 28 giu 2010 17:47

buongiorno a tutti,
ebbene sì, mi hai beccato..ma l'evoluzione non è stata proprio così, non così rapida almeno!

chiedo scusa ho omesso di dire che sto facendo tutto questo discorso NON per l'operatore addetto alla saldatura, per tutti i motivi ben esposti fin qui nella lunga discussione (che sto monitorando da circa 40 giorni), bensì per gli altri suoi colleghi che lavorano a qualche metro da lui ma non hanno i DPI, specialmente per gli occhi.
certamente gli addetti alla saldatura indossano tutti e sempre i DPI, senza aspettare la mia vdr!!

avrei davvero bisogno di risposte alle mie due domande,
grazie e scusate l'incompletezza..
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Lobo
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Iscritto il: 13 lug 2010 11:16
Località: TARANTO

Che dire, spendo le mie prime parole nel forum per fare i complimentia a tutti. Sono rimasto "irradiato" dalla vostra competenza.

Benvenuto nel forum e speriamo che, nel tempo, riesca a dare il suo contributo alle discussioni della community.
Un cordiale saluto

Mod :smt039
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one lavora
Messaggi: 14
Iscritto il: 29 mar 2010 14:15

manfro ha scritto: per i problemi sollevati da qualcuno di voi in merito a chi "non salda" vicino alle postazioni di saldatura, sento di potermi sbilanciare affermando che, anche a distanze di 10 m, si superano i limiti, ovvero si è esposti a rischio, dopo 15 minuti circa.
I problemi non sono evidentemente solo per chi salda, ma anche ad esempio per la ragioniera che sta al gabbiotto di servizio dell'officina con la porta aperta e si becca (occhi e cute) belle dosi di UV.
Queste evidenze sono ovviamente tratte da una più che autorevole pubblicazione scientifica non sono certamente stato io a fare le miusre  :smt003 .
:smt006 manfro
Questo thread è interessantissimo. Volevo chiedere a manfro, con l'approvazione del Mod, se è possibile sapere la fonte di cui sopra. Spero di non violare le regole del forum, altrimenti chiedo venia!

Se la pubblicazione scientifica e' istituzionale ben venga il link pubblico.
Bisognera' comunque vedere se manfro leggera' questo post e, soprattutto, se avra' disponibilita' di tempo per intervenire.
Cordiali saluti a tutti

Mod :smt039
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