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La storia di Marco ... (1a parte)

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Marco
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Iscritto il: 14 ott 2004 15:45

... aggiungo quest'articolo di Psicologia Sociale particolarmente attuale.


Corriere della Sera
Sfidate la lobby dell'invidia solo così sarete liberi

di Francesco Alberoni
Perché tanti autori di valore non vengono apprezzati mentre vengono esaltati dei mediocri? Vi sono molti motivi. Il più semplice è la curiosità per l'attualità, la cronaca mondana.
Molti libri e molti spettacoli sono solo l'espansione di quanto viene raccontato dai giornali, dai rotocalchi e visto alla televisione. Ogni anno escono centinaia di libri su attori, cantanti, calciatori, protagonisti della cronaca nera, su politici del momento. Molti ovviamente sono superficiali.

Il secondo motivo è l'enorme potere di chi influenza l'opinione pubblica: direttori di giornali, opinionisti, critici cinematografici, conduttori televisivi e loro ospiti fissi. Un mondo culturale molto organizzato con più interessi personali di quanto non si creda. Per molto tempo Luchino Visconti, uno dei più importanti registi italiani è stato attaccato da molti critici cinematografici prestigiosi. E lo stesso è successo a Sergio Leone al punto che chiamavano spregiativamente i suoi film «spaghetti western».

In alcuni periodi hanno un ruolo determinante gruppi politici che impongono le loro ideologie e scatenano delle vere e proprie campagne di diffamazione verso gli autori che considerano nemici. Freud sotto il fascismo era addirittura proibito.
Nel dopoguerra Giovanni Guareschi, un grande scrittore italiano del Novecento, è stato disprezzato e denigrato e il grande filosofo Croce ha subito attacchi di ogni tipo da parte dei marxisti.

L'ultimo fattore distorcente è l'invidia che scatta facilmente fra persone ambiziose. Gli intellettuali fanno fatica ad ammettere la bravura di un collega e lo stesso vale per gli scrittori, i registi, gli scienziati, i medici, i musicisti, i politici, i giornalisti. Chi vale è sempre circondato da un coro di invidiosi che lo criticano e lo calunniano.

Non ci sono allora persone obbiettive? Si, per fortuna ci sono individui che, di fronte ad uno spettacolo televisivo o cinematografico o a un libro, giudicano serenamente ciò che vedono o leggono in quel momento. Si tratta in genere di persone che hanno respinto le ideologie, che sono sempre state indipendenti e non si sono mai fatte dominare dalla bramosia di potere e dall'invidia. Persone che hanno conservato la propria libertà di giudizio anche a costo di rinunciare a vantaggi e privilegi.

In fondo è questa la chiave di tutto: la libertà la si ottiene rifiutandosi di seguire il gregge e di farsi comprare. Tutti possiamo essere obbiettivi se siamo disposti a pagare questo prezzo.

17 novembre 2008
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Marco
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Ultimo aggiornamento:

Allora, in data 22.09.2008 ho regolarmente presentato il mio Atto di Opposizione alla Richiesta di Archiviazione, documento di 24 (ventiquattro) pagine corredato da un insieme di altri documenti elencati nella lettera di Trasmissione Atti di 2 (due) pagine.
In data 27.11.2008 ho ricevuto il Decreto di Archiviazione del Giudice per le Indagini Preliminari. Secondo il Giudice, poiché nelle lettera di Trasmissione Atti è presente solo un elenco di documenti, l’opposizione non è ammissibile. Ma la lettera di Trasmissione Atti non può che essere un elenco di documenti, per forza di cose, altrimenti non potrebbe il Giudice sapere se i documenti che ho prodotto gli sono stati trasmessi dalla Procura in modo completo; le motivazioni incontestabili dell’opposizione sono state infatti descritte con precisione nel documento “Atto di Opposizione”. Pertanto, a mio modo di vedere, la decisione del Giudice deve, quantomeno, essere considerata manifestatamene illogica, fittizia e pretestuosa, alla luce del rilevante e perfettamente ammissibile Atto di Opposizione del quale lamento il completo mancato esame.

Il Giudice per le Indagini Preliminari può accogliere la richiesta de plano, cioè senza sentire le parti in contraddittorio, decidendo solamente sulla base degli elementi messi a disposizione dalla pubblica accusa, e pronunciare decreto motivato di archiviazione, quando ricorrono due condizioni. L’una positiva: la sussistenza dei presupposti per archiviare. L’altra negativa: la mancanza di un Atto di Opposizione ammissibile della persona offesa.
In questo caso mancano entrambe le condizioni.

Infatti il Pubblico Ministero non può presentare una seconda Richiesta di Archiviazione al Giudice per le Indagini Preliminari, per la stessa persona, per lo stesso delitto e per i medesimi fatti oggetto della Querela, una volta che il precedente Giudice, analizzato l’insieme dei fatti accaduti, degli elementi di prova e delle valutazioni extraperitali, abbia rigettato la sua precedente Richiesta di Archiviazione e lo abbia invitato a formulare il Capo di Imputazione per l’identico delitto nei termini di Legge.
E’, difatti, affetto da abnormità non solo il provvedimento che, per la singolarità e stranezza del contenuto risulti avulso dall’intero ordinamento processuale, ma anche quello che, pur essendo in astratto manifestazione di legittimo potere, si esplichi al di fuori dei casi consentiti e delle ipotesi previste. L’abnormità dell’atto processuale può riguardare tanto il profilo strutturale, allorché l’atto per la sua singolarità, si ponga al di fuori del sistema organico della Legge processuale, quanto il profilo funzionale, quando esso, pur non estraneo al sistema normativo, determini la stasi del processo e l’impossibilità di proseguirlo. Non sono io a dire queste cose, è la Corte di Cassazione.

Ho deciso di interrompere i post di questo insieme perché è oramai evidente che si tratta di ben altro che di Diritto. Tornerò ad occuparmi solo di prevenzione ed igiene del lavoro.

Grazie sinceramente alle persone che mi hanno seguito ed al Sig. Moderatore per l'opportunità che mi ha dato in totale autonomia.

Saluti

Marco
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Marco
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Iscritto il: 14 ott 2004 15:45

Ciao a tutti

Mi ero ripromesso di non parlare più dell’attività processuale ed intendo mantenere questa posizione. Però mi preme dare alcune indicazioni utili anche alla luce della recente Sentenza della Suprema Corte di Cassazione, sezione VI penale, n. 26594 del 26.06.2009.


I
Per tutti coloro che intendono presentare una Denuncia alla Magistratura io suggerisco di valutare bene l’applicazione dell’articolo 610 del Codice Penale – Violenza Privata.
Se gli elementi che caratterizzano la violenza subita sono:
         • l’iniziale comportamento ambiguo, paradossale, abnorme, violento o minaccioso finalizzato a destabilizzare la vittima designata;
         • il tentativo di assoggettamento indebito;
         • la durata nel tempo di una condotta sempre più illegittima dell’aggressore quando esaminata unitariamente;
         • la reiterazione delle azioni ostili inquadrabili come una forma di “terrorismo psicologico” (mobbing);
         • l’esaurimento delle risorse e delle capacità di reazione dell’organismo della vittima designata dopo un tentativo di resistenza inefficace;
         • un danno da rottura dell’equilibrio psicofisico ingiustamente provocato;
allora l’articolo 610 del Codice Penale è a mio avviso applicabile.


II
Non presentate MAI una Denuncia alla Procura della Repubblica per il reato di “mobbing”, perché da solo non è considerato reato.


III
Rivolgetevi ad un Consulente Tecnico di parte con provata professionalità per una “Valutazione Medico Legale”, in base a quanto indicato dalla Corte Costituzionale con la Sentenza 33 del 19.02.1999 che riporta: “LA CONSULENZA EXTRAPERITALE É SUSCETTIBILE DI ASSUMERE PIENO VALORE PROBATORIO NON DIVERSAMENTE DA UNA TESTIMONIANZA E CHE PERTANTO IL GIUDICE NON É VINCOLATO A NOMINARE UN PERITO QUALORA LE CONCLUSIONI FORNITE DAI CONSULENTI DI PARTE GLI APPAIANO OGGETTIVAMENTE FONDATE, ESAUSTIVE E BASATE SU ARGOMENTI CONVINCENTI”; questo perché l’accertamento della responsabilità penale, quando si deve affrontare la violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, richiede notoriamente il possesso di cognizioni tecniche, esperienza ed abilità metodologiche che, come non possono essere presunte nella persona del Giudice, così possono non essere proprie del Pubblico Ministero.


IV
Affermate che la finalità nascosta della violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, è l’indebolimento delle difese psicologiche della vittima designata, quindi la manipolazione della sua volontà, così da privarla della sua identità culturale e sociale, per poi isolarla dalla comunità professionale e dalla collettività, il tutto tramite più azioni ed omissioni, talvolta singolarmente insignificanti, ma nell’insieme estremamente pregiudizievoli.

Saluti

Marco
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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

marco... ma vuoi sapere che pensieri ha suscitato in me leggere queste tue ultime indicazioni?
dico, in me, eh!
In me, fanatica sostenitrice delle strategie di resistenza passiva e non violenta del Maha'tma, in me che quando passa in TV il mitico discorso di martin luther king ancora mi commuovo, in me che faccio sempre fatica a reagire quando mi si attacca ...
ecco, io ho pensato: :smt023  nulla che non si possa risolvere con un buon AK47 e mezza cassa di caricatori.
Non vuole certo essere un invito, che sarebbe una vera istigazione a delinquere: ma uno spunto riflessivo, sì.
Nofer
_______________________________________
Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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Marco
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Iscritto il: 14 ott 2004 15:45

Ciao Nofer

Grazie per la solidarietà.
In un famoso film di Sergio Leone c'è la battuta: "Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, l'uomo con la pistola è un uomo morto".
Io ho dedicato 39 mesi della mia vita all'attività di istruttore di armi ed esplosivo, e posso assicurare che non è sempre vera la precedente affermazione, dipende dalla pistola e da chi la usa.
Io ho subito anche minacce di violenza fisica in questi anni, da una persona pagata dalla comunità per fare esattamente il contrario. Lunedì 06 luglio in udienza a momenti mi arrestano per aver raccontato una verità che nessuno vuole sentire. E sono persona offesa dal reato, nemmeno un imputato.

Però resto fermo nel sostenere che una società civile deve affermare il Diritto, non la legge del più forte.

A maggio di quest'anno ho presentato all'Università degli Studi di Siena la Tesi: "Sulla Violenza perpetrata con la Strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro, come fattispecie di Reato Penale". Documento di 180 pagine. In pratica sette anni di ricerche sintetizzate in poche settimane.
Ho deciso di portare a termine quanto mi ero ripromesso, accada quello che accada.

A presto

Marco
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patty1962
Messaggi: 74
Iscritto il: 08 feb 2009 23:25

Le lotte per vedere riconosciuto un diritto sono fondamentali e come dici tu accada quel che accada, sempre meglio lottare e provare che dire "tanto non cambia nulla".

Tu Marco almeno stai provando a cambiare le cose e indipendentemente da come le stesse vadano ci hai provato mettendo in gioco te stesso.

Complimenti e auguri affinche' arrivino anche i risultati per l'immenso lavoro che hai svolto.
patrizia
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Marco
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Iscritto il: 14 ott 2004 15:45

Ciao Patty

... per come stanno andando le cose vuoi vedere che alla fine ne uscirò totalmente screditato? Le notizie sul processo non vengono pubblicate nemmeno dal giornale locale ... ci sarà un motivo.

Grazie comunque, per la solidarietà.

Marco amareggiato :-(
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Marco
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Iscritto il: 14 ott 2004 15:45

Ciao a tutti

Questa storia l'ho scoperta per caso.


Uria l’Ittita


[…] L’anno seguente, nella stagione in cui i Re cominciano le guerre, Davide mandò Ioab con la sua gente e con tutto Israele a devastare il paese dei figli di Ammon e ad assediare Rabba; ma Davide rimase a Gerusalemme.
Una sera Davide, alzatosi dal suo letto, si mise a passeggiare sulla terrazza del palazzo reale; dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno. La donna era bellissima. Davide mandò a chiedere chi fosse la donna. Gli dissero: “È Bat-Sceba (Betsabea), figlia di Eliam, moglie di Uria, l’Ittita”. Davide mandò a prenderla; lei venne da lui ed egli si unì a lei, che si era purificata; poi lei tornò a casa sua. La donna rimase incinta e lo fece sapere a Davide dicendo: “Sono incinta”.

Allora Davide fece dire a Ioab: “Mandami Uria, l’Ittita”. Ioab mandò Uria da Davide. Quando Uria giunse da Davide, questi gli chiese come stavano Ioab e il popolo e come andava la guerra. Poi Davide disse a Uria: “Scendi a casa tua e lavati i piedi”. Uria uscì dal palazzo reale e gli furono mandate dietro delle vivande del Re. Ma Uria dormì alla porta del palazzo del Re con tutti i servi del suo signore, e non scese a casa sua. Ciò fu riferito a Davide. Gli dissero: “Uria non è sceso a casa sua”. Allora Davide disse a Uria: “Tu hai fatto un lungo viaggio. Perché dunque non sei sceso a casa tua?”. Uria rispose a Davide: “L’arca, Israele e Giuda stanno sotto le tende, Ioab mio signore e i suoi servi sono accampati in aperta campagna e io entrerei in casa mia per mangiare, bere e per coricarmi con mia moglie? Com’è vero che ... e che anche tu vivi, io non farò questo!” Davide disse a Uria: “Trattieniti qui anche oggi, e domani ti lascerò partire”. Così Uria rimase a Gerusalemme quel giorno e il giorno seguente. Re Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé; lo ubriacò, e la sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo letto con i servi del suo signore, ma non scese a casa sua.

La mattina seguente, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mezzo d’Uria. Nella lettera aveva scritto così: “Mandate Uria al fronte, dove più infuria la battaglia; poi ritiratevi da lui, perché egli resti solo e, colpito, muoia”. Ioab dunque, assediando la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che il nemico aveva degli uomini valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; parecchi del popolo, della gente di Davide, caddero e perì anche Uria l’Ittita.

Allora Ioab inviò un messaggero a Davide per fargli sapere tutte le cose che erano accadute nella battaglia e diede al messaggero quest’ordine: “Quando avrai finito di raccontare al Re tutto quello che è successo nella battaglia, può darsi che il Re vada in collera e ti dica: Perché vi siete avvicinati così alla città per dare battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato dalle mura? Chi fu che uccise Abimelec, figlio di Ierubbeset? Non fu una donna che gli gettò addosso un pezzo di macina dalle mura, in modo che morì a Tebes? Perché vi siete avvicinati così alle mura? Tu allora gli dirai: Anche il tuo servo Uria, l’Ittita, è morto”.
Il messaggero partì e, giunto, riferì a Davide tutto quello che Ioab l’aveva incaricato di dire. Il messaggero disse a Re Davide: “I nemici avevano avuto del vantaggio su di noi, e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna; ma noi fummo loro addosso fino alla porta della città; allora gli arcieri tirarono sulla tua gente dalle mura e parecchi della gente del Re perirono, e Uria, l’Ittita, tuo servo, perì anche lui”. Allora Davide disse al messaggero: “Dirai così a Ioab: Non affliggerti per ciò che è accaduto, perché la spada divora ora l’uno ora l’altro; rinforza l’attacco contro la città e distruggila. E tu fagli coraggio”.

Quando la moglie di Uria udì che suo marito era morto, lo pianse. Dopo che ebbe finito i giorni del lutto, Re Davide la mandò a prendere in casa sua. Lei divenne sua moglie e gli partorì un figlio.


Io questa dinamica di potere ho impiegato anni per individuarla, mentre era scritta nel libro più pubblicato al mondo.

Saluti

Marco
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Bohr
Messaggi: 2904
Iscritto il: 25 giu 2007 08:48
Località: VI - BG

Ho letto ed ho mandato a dire al mio cervello in questo ordine: E' sconvolgente, gia 2000 anni fa come oggi...nulla è cambiato...

Marco, incredibile.

:smt023
Per far crollare un palazzo di 15 piani servono 4 secondi e 30 anni di esperienza
Ospite

Ciao a tutti

Domanda: io ho maturato un certo insieme di conoscenze (poi sintetizzate in una Relazione di circa 180 pagine) frutto di sette anni di ricerca allo stato puro in tema di violenza perpetrata con la strategia delle sistematiche vessazioni, psichiche e morali, attuata per motivi di lavoro. Qual'è il modo migliore per divulgare quanto ho raccolto, posto che non mi sembra opportuno scrivere libri o pubblicare la Relazione?

Accetto qualunque suggerimento.

Saluti

Marco
 
Se a lei puo' interessare noi potremo pubblicare, anche a stralci, quanto ci vorra' inviare che dovra' comunque rispettare alcune regole di base come l'assenza di fatti e situazioni facilmente riconoscibili, nominativi di persone, ecc...
In attesa di sue eventuali news a webmaster@sicurezzaonline.it colgo l'occasione per salutarla cordialmente.

Mod :smt039
Bloccato

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