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rischio polvere in cava

In questo Forum verranno discusse tutte le problematiche introdotte dal titolo IV del Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008) inerenti i cantieri temporanei o mobili ma anche relative all'edilizia in genere ed alle attivita' estrattive.
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yaki
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Iscritto il: 27 ott 2009 18:41

Buongiorno, dovendo redigere un dss per una cava a cielo aperto, (si tratta di materiale morenico in forma ghiaiosa e sabbiosa per costruzioni) , considerando che l'operatore utilizza mezzi dotati di cabina chiusa, posso sostenere che il rischio da esposizione a silice è ridotto?
Discorso diverso all'impianto di frantumazione e vagliatura. qui il materiale viene lavato, e quindi essendo ridotta la formazione di polvere posso sostenere ancora un rischio ridotto?

premesso che non ho una analisi della composizione media del materiale cavato.
Le considerazioni fatte sono troppo semplicistiche ? ritenete opportuno una indagine di laboratorio del materiale cavato per valutare la presenza di silice?

Grazie a tutti.
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Bohr
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Iscritto il: 25 giu 2007 08:48
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yaki ha scritto:Le considerazioni fatte sono troppo semplicistiche ? ritenete opportuno una indagine di laboratorio del materiale cavato per valutare la presenza di silice?

Grazie a tutti.
Si...hai detto una cosa sacro-santa. Basta che l'operatore del'escavatore abbia un finestrino aperto per vanificare la valutazione. Procedi con un bel campionamento (normalmente portiera escavatore sempre aperta) e ti togli ogni dubbio.

:smt023
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prosic
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Iscritto il: 17 nov 2004 17:03
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Come fai a dire che il rischio è ridotto se non fai un campionamento che ti dioce quale è il dato base? Ridotto rispetto a quale valore di rischio?? Normalmente nelle cave facciamo fare più campionamenti. Il primo per valutare il rischio e poi a Spot: Solitamente uno all'anno, per vedere che i valori siano confermati o subiscano variazioni.
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yaki
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Iscritto il: 27 ott 2009 18:41

ok. Ma che tipo di campionamenti fai? ambientali o sul prodotto cavato? se ambientali li fai all'interno dei mezzi durante le ioperazioni di cava o all'esterno nel punto in cui si cava il materiale?
Scusa ma è la prima volta che seguo una cava. Considera che questa è piccola, caveranno 5000 mc l'anno di materiale per costruzioni. c'è un solo operatore presente.
Grazie
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yaki
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Iscritto il: 27 ott 2009 18:41

ok. Ma che tipo di campionamenti fai? ambientali o sul prodotto cavato? se ambientali li fai all'interno dei mezzi durante le ioperazioni di cava o all'esterno nel punto in cui si cava il materiale?
Scusa ma è la prima volta che seguo una cava. Considera che questa è piccola, caveranno 5000 mc l'anno di materiale per costruzioni. c'è un solo operatore presente.
Grazie
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prosic
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Iscritto il: 17 nov 2004 17:03
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Basta che senti un laboratorio di analisi. Generalmente si fanno più campioni neller varie postazioni di lavoro. >Porte aperte porte chiuse cambia poco visto che se l'escavatore non ha aria condizionata d'estate è difficile che tengono la porta chiusa. Il campiove viene fatto con una specie di aspiratore posizionato nei pressi della spostazione di lavoro. Si misura quanta aria viene aspirata (Mc) Naturalmente l'aria viene filtrata. Il campione è il filtro stesso che viene analizzato. (mi sono spiegato molto male ma spero tu abbia comunque capito)
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Nofer
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aspettate un momento.
la prima cosa da fare è sapere/capire se c'è o non c'è silice libera cristallina nel materiale escavato, ossia nella roccia. Diciamo che -per esperienze personali- si dovrebbe fare anche per alcuni minerali che contengono inclusioni naturali anche di amianto, e comunque...
Per sapere se c'è silice libera cristallina, ovviamente il campionamento di fa sul massivo, ossia sulla roccia.
Diciamo che di solito in rocce carbonatiche (calcare, marmi) non se ne trova, ci sono numerosissime campagne fatte dall'INAIL in questo senso. Però, la Terra non è mica omogenea, quindi un controllino è opportuno anche per i carbonati.
Nel caso di rocce silicatiche, invece, è ragionevole che ci sia della silice (Formula SiO2) e che ce ne sia anche di tipo cristallino, per cui si prende un pezzo e lo si fa analizzare, in diffrattometria o in FTIR.
Se l'analisi sul materiale rivela la presenza anche se in tracce di SLC, essendo la stessa un agente cancerogeno il rischio non potrà mai essere "moderato" ma nemmeno irrilevante.
Il problema dei campionamenti per la SLC è che il limite di sensibilità analitico necessario è difficilissimo da raggiungere, comunque è opportuno che le analisi siano eseguite sia con tecnica "in posto fisso" che con campionamenti personali. E volendo fare un lavoro ben fatto, i campionamenti in posto fisso devono essere eseguiti sia all'interno della cabina che in area di escavazione che in aree più distanti da quelle del movimento smarino. Per avere un campionamento significativo che non dia falsi negativi (parliamo sempre se c'è la SLC nella roccia) di solito si fanno ben 8 ore di monitoraggio con una testa di campionamento su una pompa aspirante particolare, brevettata dai francesi, che si chiama cip10. E' commercializzata da diverse case, anche in italia. L'analisi è complessa, ma si può fare: per riferimenti, fare capo alla ASL di Viterbo, dove lavora praticamente mezzo NIS (Network Italiano Silice).

A dirle tutte, volendo ambire a ottimizzazione delle procedure di lavoro questo andrebbe fatto anche per le polveri non pneumoconiogene, ma lì di solito campionamenti anche intorno ai 500 lt di aria campionata bastano.
Nelle cave, inoltre, visto che parli della tua prima esperienza, è il caso di valutare anche il rischio Radon. Il riferimento è il D.Lgs. 231/01
Nofer
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prosic
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BHE...lo sapevo che non dovevo rispondere io.... :smt007
Io generalmente mi attivo direttamente con il campionamento dell'aria.... Forse perchè nelle cave che seguo dalle parti di Bergamo ho sempre trovato presenza di stà "benedetta" silicie nei campioni d'aria. E' un brutto modo per risparmiare su un campionamento? dopotutto se trovo tracce nei campioni, comunque devo ricercare la parte respirabile no??
Dai Nofer non farmi sempre spendere soldini cari...dimmi che va bene anche così, se no comincio a farmi le mie solite paturnie!!
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Nofer
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beh, prosic, innanzi tutto perdona se ti rispondo solo adesso, ma tranquillizzati (si fa per dire): dalle tue parti (le orobiche, se ben ricordo) oggettivamente è predominante la presenza di silice. In effetti, molto dipende da che materiale si va a escavare, ma la mia premessa di cui al post precedente era riferibile alle rocce a prevalente composizione carbonatica. Comunque, mi pare ovvio che maggiore è il tenore di SLC nel materiale tal quale e maggiore senza meno sarà la probabilità di trovarne in aria, e siccome io sono una fissata del "voglio sapere a che vado incontro da prima, che dopo mi sono fatta già male" una stima preliminare la suggerisco sempre. Poi, che ne sai, potreste trovare un sito di cava dove SLC non c'è proprio portate il certificato di prova all'INAIL e per quella cava vi risparmiate il premio silicosi.
Da tener presente che il tenore in silice (libera cristallina, di quella amorfa ce ne impipa) medio della coltivazione vi può (direi deve...) inoltre servire per le schede di sicurezza del prodotto commercializzato. Ma lì poi andiamo nel REACH e sue implicazioni, ci abbiamo tempo fino al 2017...
Ah, e se sono cave di "pietre verdi ornamentali", altro che silice:  :smt010 lì ci devi cercare l'amianto! Tremolite, di solito. Cercarlo e anche monitorarlo, riferimento normativo D.M. 185 del 14 maggio 1996. Se ti servo, corro: tu, paga viaggio, albergo, e bel piatto di fettuccine al sugo di cinghiale, porzione abbondante di cinghiale arrosto con funghi trifolati, due ma proprio due patate alla brace, un po' di vino quello rosso-viola, frutta ne faccio a meno ma "alcuni" bicchierini di grappa per finire non me li levare!  :smt040  
Nofer
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Bohr
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Dico una cosa scontata...

...durante il campionamento, visto che non sappiamo cosa l'aria contiene, mi raccomando di proteggere l'operatore. Non si sa mai domani scopriamo che siamo pieni di silice libera cristallina (frazione respirabile).

:smt023
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