Ho cercato in internet ma non ho trovato nulla sull'argomento.
Esiste una formula per calcolare l'indice di incidenza delle assenza dal lavoro (malattie)?
L'unica che mi viene in mente è il rapporto tra le ore lavorate e le ore di assenza.
Sto cercando di implementare il foglio excel dell'Ispesl sullo SLC in modo che possa essere il più automatizzato possibile
Ciaaa
Bond
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A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.
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Indice incidenza assenza dal lavoro
non so se c'è, e se c'è comunque andrebbe riportato alle ore standard teoriche di lavoro degli occupati ( = 2040 x n. lavoratori teorici x anno) aziendali oppure come rapporto tra H malattia /2040, ma devi tener presente che non tutte le "ore non lavorate" sono necessariamente di malattia.
... e non sto parlando della resa produttiva, diciamo che mi attesto alle ore di presenza fisica.
E però, scusa, se in una certa realtà, magari piccola con 5-6 lavoratori, capita un anno che 1 abbia avuto un coccolone, ti dico un infarto come potrebbe essere un intervento chirurgico con strascichi, sia che tu lo veda nel complessivo che nel singolo caso, non ti pare che corri il rischio di penalizzare il DdL per qualcosa dove molto probabilmente non ci azzecca per nulla? Io ritengo che forse sarebbe un migliore indicatore il numero di episodi di assenza correlato al numero di giornate, ad esempio 12 episodi di assenza di 3-4 giorni l'uno oppure 4 episodi da 10-15 gg cadauno. Ma anche qui corriamo il rischio di considerare stressato il furbetto con doppio lavoro o semplicemente fraccomodo, oppure di imputare al DdL come fattore di rischio quello che poi è in realtà solo una "piccola evasione contributiva" in tempo di vacche magre.
... e non sto parlando della resa produttiva, diciamo che mi attesto alle ore di presenza fisica.
E però, scusa, se in una certa realtà, magari piccola con 5-6 lavoratori, capita un anno che 1 abbia avuto un coccolone, ti dico un infarto come potrebbe essere un intervento chirurgico con strascichi, sia che tu lo veda nel complessivo che nel singolo caso, non ti pare che corri il rischio di penalizzare il DdL per qualcosa dove molto probabilmente non ci azzecca per nulla? Io ritengo che forse sarebbe un migliore indicatore il numero di episodi di assenza correlato al numero di giornate, ad esempio 12 episodi di assenza di 3-4 giorni l'uno oppure 4 episodi da 10-15 gg cadauno. Ma anche qui corriamo il rischio di considerare stressato il furbetto con doppio lavoro o semplicemente fraccomodo, oppure di imputare al DdL come fattore di rischio quello che poi è in realtà solo una "piccola evasione contributiva" in tempo di vacche magre.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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Quindi stai teorizzando di trattare le assenze dal lavoro come gli infortuni ossia con indice di incidenza ed indice di frequenza.
Non è sbagliato come concetto, ci sta anche in considerazione del fatto che a me non interessa il dato secco annuale ma la tendenza nell'arco di un triennio/quadriennio.
Quindi se su 3 anni mi capita solo un caso di assenza oltre 40 gg significa che è un evento isolato e magari non deriva da stress.
Ci sono? L'ho capita giusta?
Ciaaa
Bond
Non è sbagliato come concetto, ci sta anche in considerazione del fatto che a me non interessa il dato secco annuale ma la tendenza nell'arco di un triennio/quadriennio.
Quindi se su 3 anni mi capita solo un caso di assenza oltre 40 gg significa che è un evento isolato e magari non deriva da stress.
Ci sono? L'ho capita giusta?
Ciaaa
Bond
Un genitore saggio lascia che i figli commettano errori. È bene che una volta ogni tanto si brucino le dita.
Indice affidabilità: ° (è un asteroide, non una stella)
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