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Bruciatori industriali - Varie ed eventuali

In questo Forum verranno aperte discussioni su questioni eminentemente tecniche relative a impianti, macchine, rumore, vibrazioni, ATEX, prevenzione incendi, ecc...
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etr
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Iscritto il: 19 ott 2010 09:25
Località: Bergamo

Salve spero di aver cercato bene e di non aprire una nuova discussione per niente : occupandomi di automazione di sistemi di combustione (controllo e sicurezza funzionale), mi trovo sempre di fronte a diverse e inconcepibili interpretazioni di normative relative alla loro applicazione.

Prima di tutto : a seconda di dove vengano installati, a parita di combustibile (per esempio metano), non capisco il perchè per centrali termiche, sussistano imposizioni per le emissioni, riguardanti la temperatura fumi e relativamente alla potenza installata sussistano ulteriori obblighi di controllo. Se prendiamo invece processi di riscaldo industriali, quali forni di riscaldo per industria pesante, forni fusori per leghe non ferrose, forni di trattamento e rinvenimento ecc... non esisteno praticamente nessun obbligo relativo alle emissioni. Lo dico non per partito preso, ma perchè i costruttori di queste macchine non prendono in considerazione nessuno di questi elementi. I camini emettono i fumi a 1000:1400 °C direttamente in atmosfera, ma nemmeno ambiente, ma in quella del capannone. L'emissione al camino/camini (molte volte un impianto ne ha più di uno) non è controllata oppure non è controllabile, questo non sta a me dirlo, ma mi è capitato più volte di scambiare pareri con diversi forum o con professionisti, che nemmeno pensavano che questo potesse accadere, perchè la loro esperienza si limitava a centrali termiche.

Non parliamo poi di gasolio, oli pesanti, gas "sporchi", vengono trattati nel mededimo modo. Esistono eccezioni solo se ci troviamo in possimità di centri abitati, oppure il bruciatore in questione ricompre un ruolo di post combustore per processi "critici" allora tutto cambia perchè entrano in gioco diversi parametri.

Secondo per esempio : la classificazione della rampa di alimentazione di un forno, qualcuno l'ha mai vista ? Nella maggior parte dei casi, ha dimensioni e portate maggiori di una caldaia (questo sia per le dimensioni ma anche per il numero stesso dei bruciatori che quasi sempre più di uno).

Queste differenze hanno fondatezza normativa ?

PS : escludo in partenza, grandi impianti, forni per vetro, linee in continuo di notevoli dimensioni, perchè stiamo parlando di impianti di grandi dimensioni, quelli che affronto sono invece impianti di medie dimensioni, come paragone potrei dire di escludere le caldaie di produzione di energia in una centrale elettrica, considerando solo le caldaie secondarie.

Saluti
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serafino
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Iscritto il: 03 ago 2005 14:22
Località: BO-UD

Perplessità....

Nel senso che la norma UNI EN 267 c'è esplicito riferimento alle emissioni di NOx e CO

La direttiva Macchine prevede un ress apposito...
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etr
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Iscritto il: 19 ott 2010 09:25
Località: Bergamo

Sarebbe anche la mia stessa affermazione, solo che potrei produrvi centinaia di fotografie, termografie, di impianti NUOVISSIMI, che scaricano DIRETTAMENTE dalla camera, con temperature tra i 1000 °C ed i 1400 °C, SENZA nessun tipo di controllo.

Che poi i propratari producano un fantomatico report o dichiarazione di controllo che dimostri che le loro emissioni sono in regola, sono assolutamente TAROCCATE, dato che i sistemi di miscelazione meccanici che vengono gestiti dalle apparecchiature che programmo, non hanno la possibilità di fornire le prestazioni documentate.

Debbo dire che nemmeno certe caldaie lo possono fare, ma ho gestito sistemi di controllo per caldaie con controllo delle emissioni in continuo con parametri di emissioni molto restrittive da parte del cliente che con gli opportuni accorgimenti è stato possibile rispettare.

Ma posso garantire che tali soluzioni sono sconosciute nella maggior parte dei casi oppure volutaemente omesse o peggio ancora manomesse per fantomatiche convenzioni che pretendono che al camino vi siano anche 1:2 m di fiamme verdi ! (e per camino si intende un oggetto mai più alto di un paio di metri dalla volta del forno).

Ma di queste cose al CTI non si parla o si discute mai ? Ma avete presente di quanti MW stiamo parlando in una aziende di medie dimensioni ? Non parliamo della gestione delle piccole che sono anche in peggiori condizioni ma con meno potenza installata.

Di questa situazione sono peplessi sia i miei colleghi che si occupano di analisi di emissioni, clienti che si occupano di impiati di aspirazione e clienti che realizzano e costruiscono bruciatori e caldaie. Per i clienti che realizzano forni invece, non si pone nessun problema, con tanto di CE e manuale tecnico !
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serafino
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Iscritto il: 03 ago 2005 14:22
Località: BO-UD

una bella segnalazione sarebbe cosa buona e giusta, ma immagino ci siano delle particolarità di settore che non conosco.
Come giustamente hai detto etr non ci resta che essere perplessi...

Per la cronaca, nelle mie modestissime incursioni nella progettazione, mi ero letteralmente fatto le notti in bianco per capire come ridurre le emissioni in un impianto che comprendeva una sorta di bruciatore quindi la mia perplesità è motivata dal fatto che io, incursore, me ne sono preoccupato mentre etr ci dice che genericamente il punto non viene affrontato.
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etr
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Iscritto il: 19 ott 2010 09:25
Località: Bergamo

serafino ha scritto:una bella segnalazione sarebbe cosa buona e giusta, ma immagino ci siano delle particolarità di settore che non conosco.
Come giustamente hai detto etr non ci resta che essere perplessi...
Una sola cosa, qualcuno saprebbe indicarmi un riferimento preciso per una email alla redazione di una rivista del settore o ad un redattore / professionista del settore che scrive per queste riviste per potergli porre direttamente la domanda. Dai vari siti delle riviste, trovare questo riferimetno è molto difficile.

Saluti
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serafino
Messaggi: 1105
Iscritto il: 03 ago 2005 14:22
Località: BO-UD

Io pensavo a roba tipo

ARPA
ASL
ISPESL (o quel che ne rimane)
...
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andreae
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Iscritto il: 02 ott 2007 16:04
Località: Lombardia

Ciao,
la materia di cui stai accenando è relativa alle emissioni in atmosfera (ex DPR 203/1988) regolato dal DLgs 152/2006 e successive modifiche.

Le emissioni in atmosfera devono essere di norma autorizzate, in via semplificata (in caso di emissioni poco significative) o in via ordinaria (che di solito corrisponde ad un'autorizzazione provinciale).

Normalmente poi deve essere rispettata la UNI 10169 che stabilisce tra l'altro i punti di campionamento da prevedere nei camini...

Le autorizzazioni di solito prevedono limiti per lo scarico in atmosfera, basandosi anche sulle migliori tecnologie disponibili (linee guida BAT - MTD) in base alla tipologia impiantistica...

Mi sembra strano che imprese di media entità non conoscano minimamente la materia, anche perchè tra sopralluoghi ARPA e certificazioni ambientali, consulenti ecc ecc sono argomenti noti!
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etr
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Iscritto il: 19 ott 2010 09:25
Località: Bergamo

Mi va bene tutto quello che mi dite, ma tanto per intenderci vi semplifico le cose ai minimi termini tanto per arrivare ad avere un termine di riscontro :

1- Il camino se cosi lo vogliamo chiamare è al massimo uno stacco di un metro refrattariato (se è refrattariato figuratevi la temperatura di uscita del fumi)
2- Parlando con clienti che fanno dell'analisi delle emissioni il loro lavoro, ma a licello di processi chimici e non solo di emissione per combustione, si palesa una semplice cosa, che ogni regione ha leggi e norme a se per cui senza che nessun si offenda, l'ultimo dei miei riferimenti è l'ARPA
3- Se scarico in atmosfera in ambiente chiuso non vado a compromettere l'ambiente di lavoro e quindi anche il discorso sicurezza ? (non la stufetta, ma forni con una decina di bruciatori intorno a 100:300 kW, quindi fate voi, moltiplicateli per 1..2..3..4..cosi via)

Alla fine faccio il punto di un installazione nel nord italia :
- costruttore macchina, niente da dichiarare -> CE
- vigili del fuoco (metto anche loro perchè hanno avuto voce in capitolo) - nulla da eccepire
- consulenti sicurezza - nulla da eccepire

Tutto funzionante, sino ad oggi con l'assurdo che un impianto non di questo costtruttore HA IL CAMINO DI 10 m all'esterno !!! Ci sarà un motivo perchè questo si e gli altri NO ! Ma nulla come se nulla fosse.

Se qualcuno ha dei riferimenti in ARPA di qualsiasi regione provi a chiedere loro come si comportano con ditte di stampaggio acciai, forgia e trattamento metalli di piccole medie dimensioni.

Non cito fonderie di leghe perchè quello per fortuna qualcuno le bacchetta, ma non sempre, perchè produttori di lavorati in alluminio attraverso presso colata, non hanno camini a differenza dei raffinatori, che trattano gli stessi materiali !
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Marzio
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Iscritto il: 14 ott 2004 16:38
Località: Pordenone

L'emissione di fumi a 1400°C la classificherei come "Crimine Termodinamico".
Mi chiedo che senso abbia utilizzare bruciatori così potenti se una buona parte dell'entalpia prodotta viene poi buttata al vento.
Ma tutto 'sto calore non si potrebbe recuperare con degli scambiatori?
Inoltre, penso tre me e me, qualcuno ha fatto presente a chi paga il gas che rendimento miserrimo possiedono i cicli industriali installati? Magari facendolo presente, qualcuno comincerebbe a muoversi.
E come siamo messi con la Direttiva 2003/87/CE che regola l'Emission Trading? L'azienda è ricompresa in Allegato I?

Ciao

Marzio
"Ogni soluzione genera nuovi problemi" (Corollario 7, Legge di Murphy)
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