Buonasera,
Mi trovo in grave crisi per il seguente problema.
Una attività turistico alberghiera sottoposta a CPI ed un ristorante appartenenti allo stesso proprietario e con impianti elettrici e tecnologici in comune sono separati da una struttura REI 120 ma comunicanti con una porta anch'esse REI 120. Le due attività sono entrambe soggette a CPI, oppure, dato che c'è una separazione REI, possono essere, nonostante gli impianti in comune, considerate due attivite separate. Nel caso fossero attività distinte l'impianto di rivelazione ed estinzione incendi posso limitarli alla sola struttura alberghiera?
E se non ci fosse la porta.
Grazie per l'eventuale chiarimento
cortesi saluti
Il forum di SICUREZZAONLINE è stato ideato, realizzato e amministrato per oltre 15 anni da Giuseppe Zago (Mod).
A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.
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CPI locali comunicanti
Se c'è la porta sono un'unica struttura divisa in compartimenti.
Dunque il ristorante sarebbe oggetto delle condizioni per esso previste dalla regola tecnica verticale per le strutture ricettive.
Se levi la porta e separi fisicamente le due attività e se il ristorante non fosse soggetto a CPI (la cucina che potenzialità termica ha?), non avresti problemi.
Se levi la porta, ma il ristorante è comunque soggetto a CPI devi vedere che ti dice il decreto nel caso di strutture confinanti e adiacenti soggette a controllo periodico (non me lo ricordo a memoria,mma qualcosa la dice sicuramente)
Dunque il ristorante sarebbe oggetto delle condizioni per esso previste dalla regola tecnica verticale per le strutture ricettive.
Se levi la porta e separi fisicamente le due attività e se il ristorante non fosse soggetto a CPI (la cucina che potenzialità termica ha?), non avresti problemi.
Se levi la porta, ma il ristorante è comunque soggetto a CPI devi vedere che ti dice il decreto nel caso di strutture confinanti e adiacenti soggette a controllo periodico (non me lo ricordo a memoria,mma qualcosa la dice sicuramente)
Lo Stato è come la religione: vale se la gente ci crede (Errico Malatesta)