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Valutazione rischio criminalità

Archivio Documenti di Valutazione dei Rischi (DVR) attività varie/Mobbing/Discussioni Legislative/Tecniche di carattere generale.
Discussioni Legislative e Tecniche, non rientranti nelle categorie specifiche degli altri archivi, dove vengono affrontati gli aspetti di applicazione della legislazione e della normativa tecnica in materia di sicurezza e salute sul lavoro (assetti societari e relative conseguenze sulla sicurezza, documenti di valutazione dei rischi (DVR) di attivita' specifiche, mobbing, ecc...) (Riservato agli abbonati)
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Stefano F.
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Iscritto il: 16 ott 2004 14:27
Località: Emilia-Romagna

Gentilissimi forumiani,

mi trovo a dover valutare i rischi in un ambiente di lavoro (farmacia, sempre farmacie ma io del resto questo faccio.......) in cui vi è contatto con il pubblico e maneggio di denaro contante, ad alto rischio di evento criminoso rapina.

Se ne sono infatti verificate 3 negli ultimi mesi ed il personale mostra evidenti problemi psicologici legati al timore del ripetersi dell'evento.
Oltre al rischio "psicologico" vi è anche naturalmente il rischio all'incolumità della persona ed in particolare legato alla minaccia con siringa sporca di sangue da parte di tossicodipendenti.

Vi chiedo:
quale può essere la normativa o linea guida a cui fare riferimento?

quali possono essere le "misure di prevenzione e protezione" per tale rischio ed il conseguente "programma delle misure ritenute opportune per garantire nel tempo i livelli di sicurezza" da indicare al DDL?

Io ho previsto come sistemi di sicurezza e deterrenza:
- installazione videosorveglianza
- installazione allarme collegato alle forze dell'ordine
- contenitore di sicurezza a banco per denaro, con apertura ritardata

ed inoltre procedure organizzative che prevedono:
- che il personale non sia mai da solo nel servizio al pubblico
- il corretto comportamento da tenere in caso di rapina per minimizzare i rischi alle persone (anche a scapito della protezione dei beni).


Che altro?

Grazie a tutti
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Ios
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Iscritto il: 06 mar 2005 23:15
Località: Crotone

Un bel cartello all'esterno chiaro grande e facilmente leggibile/visibile, dove avverti a chiare note che la cassa è del tipo ad apertura ritardata, che il locale è videosorvegliato e che è installato un sistema automatico di allerta per le forze di polizia.
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Delma
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Iscritto il: 12 ott 2004 09:02
Località: Milano

Personalmente ritengo giusto separare decisamente ciò che riguarda la "Security" da ciò che va valutato per la "Safety" (lo spiego in inglese perchè in italiano purtroppo si chiama sempre sicurezza).

Ovvero io i rischi sul lavoro li separerei dai rischi esterni, riunendo tutto ciò che riguarda la "Security" in una procedura antirapina a parte, con descritte tutte le misure di prevenzione e protezione che hai adottato.

So che invece alcuni professionisti la pensano diversamente, introducendo anche i rischi di rapina all'interno dei DVR, considerandoli quindi rischi legati alla mansione lavorativa.

il mondo è bello perchè è vario.

Luca
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Stefano F.
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Iscritto il: 16 ott 2004 14:27
Località: Emilia-Romagna

Quidi tu ritieni che il "rischio rapina" vada affrontato solo sotto il punto di vista della "security" e non debba essere valutato negli aspetti relativi ala "safety" e quindi non inserito nel DVR?

Un DDL che non adotta delle misure di prevenzione e protezione che necessariamente hanno un contenuto di "security" non potrebbe essere comunque accusato di non aver "bonificato" un rischio per la "safety" dei propri dipendenti?
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manfro
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Iscritto il: 15 ott 2004 20:19
Località: Ascoli Piceno

io non sono molto concorde con il mio amico Delma nel separare i due "filoni" della sicurezza.
ritengo infatti che,quello della rapina e di eventuali conseguenze sul personale, sia un rischio vero e proprio per alcune tipologie di lavoratori che deve essere necessariamente affrontato almeno nella formazione base.
Posso essere anche in errore però è... questo sicuramente non è un dubbio eh eh eh
:smt003
ciao a tutti
manfro
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Ios
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Iscritto il: 06 mar 2005 23:15
Località: Crotone

In coda a questo post riporto il link relativo ad una utile guida redatta dal Dipartimento di pubblica sicurezza.

http://www.governo.it/GovernoInforma/Do ... urezza.pdf

ciao
Ios
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Stilo
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Iscritto il: 07 ott 2004 12:06
Località: Motor Valley

Io vedo spuntare come funghi sportelli di vendita che si aprono direttamente sul marciapiede antistante le farmacie. Chi lo utilizza sistematicamente, chi soltanto quando c'è un solo operatore all'interno, chi come 'selezionatore' di clienti (da fare entrare con dispositivo di apertura della porta elettrocomandato). Non è bello, ma potrebbe funzionare.
Quanto alla 'disputa' tra security e safety, io sarei per la prima. La rapina secondo me è da annoverare tra gli eventi 'eccezionali' e considerata nel piano di emergenza, alla stregua di un terremoto, con la procedura da adottare. Infatti, la safety, che è l'oggetto della 626 e dintorni, fa riferimento ai rischi tipicamente lavorativi (ambienti di lavoro, attrezzature, sostanze pericolose, carico fisico ecc.). Del resto, come si fa a valutare un evento del tutto aleatorio come il rischio rapina che dipende esclusivamente da fattori esterni? La procedura che prevede di non opporre resistenza nei confronti del malvivente mi sembra già una misura necessaria e sufficiente.
D'altro canto è opportuno che il ddl attui tutte le misure per preservare i propri beni.
In definitiva, non credo che un ddl possa essere imputato per non avere inserito nel dvr questo aspetto: sarebbe 'cornuto e mazziato'! Ma nel piano di emergenza (o nelle procedure di lavoro) sì.
Stilo
Ut sementem feceris, ita metes.
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manfro
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Iscritto il: 15 ott 2004 20:19
Località: Ascoli Piceno

Stilo hai indicato un ottimo compromesso per giunta abbastanza semplice da realizzare.
concreto e operativo... come sempre :smt023
saluti
manfro
"lasciate il mondo un po' migliore di come l'avete trovato." BP
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Delma
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Iscritto il: 12 ott 2004 09:02
Località: Milano

Qui forse si entra in discussioni molto fini, ai limiti della "filosofia della sicurezza".

Accertato che in qualche modo anche questi siano rischi da valutare, ritengo però che non rientrino in rischi "lavorativi", ovvero che non siano diretta conseguenza del nostro modo di lavorare e della nostra mansione lavorativa, bensì rischi esterni al nostro lavoro, chiaramente identificabili come "Security", ovvero sicurezza personale, e non come "Safety", cioè rischi lavorativi.

per questo riterrei opportuno valutarli in una procedura a parte, allegata al documento di valutazione del rischio.

La stessa dicitura anglosassone distingue perfettamente i due tipi di sicurezza, separandoli nettamente.

D'altro canto allo stesso modo le figure professionali legate alla Security sono nettamente diverse dalle professionalità della Safety , mi sembrerebbe giusto separare anche le relative procedure e le misure di prevenzione e protezione.

Troppo spesso nei locali pubblici chi fa Security prende (a mio avviso sbagliando) anche anche incarichi di Safety; allo stesso modo molte volte accade anche viceversa.
Io per mille motivi ritengo giusta questa suddivisione..ad ognuno il suo mestiere.

In un sistema complesso come la Fiera le procedure di Security vanno a parte, gestite da una società di Security e monitorate e aggiornate da loro.

Le procedure di Safety sono autonome da queste e sono gestite da una società di sicurezza sul lavoro e prevenzione incendi.

I punti di incontro o di scontro che vi possono essere sono concordati in riunioni apposite (tipicamente la Security vuole chiudere tutte le uscite possiobili, mentre chi fa Safety vuole sempre tutto aperto in caso di emergenza)...insomma problemi diversi che vanno gestite in modo diverso da professionalità diverse...

accetto comunque che altri professionisti si comportino in altro modo, l'importante è avere un sistema complessivo che funziona ed è sicuro da entrambi i punti di vista.

Luca
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Stefano F.
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In linea di massima è corretto.........

Ma faccio un paradosso richiamando i casi che hai citato:

Dipendente che fa il turno di guardia farmaceutica da solo in farmacia.
Il DDL gli impone di tenere i "battenti aperti" (cioè non servire i clienti dagli sportelli di sicurezza ma tenendo liberamente accessibili i locali) per motivi "commerciali" (con il libero accesso probabilmente entrano più clienti, anche non solo per farmaci urgenti -> ergo più pecunia). Il dipendente, al di là del fatto di essere realmente rapinato (fatto eccezionale), spesso una "fanciulla indifesa" (che magari a subito altre 3 rapine) ha una fifa terribile a stare da sola...... (fatto cronico, ogni volta che accade).

L'attenzione sempre crescente verso i fattori di disagio psicologico non imporrebbe una valutazione dello stress a cui la lavoratrice è sottoposta (stress professionale) al di là del fatto eccezionale di essere realmente vittima del fatto criminoso?

Grazie
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