Cerco la norma tecnica che specifica le distanze minime che devono avere le protezioni delle macchine dagli organi lavoratori e le dimensioni minime delle stesse per impedire l'introduzione di, rispettivamente, dita, mano, braccio. Ricordo che possedevo degli schemini illustrati in tal senso, ma non riesco più a trovarli.
Ringrazio chi può aiutarmi.
Stilo
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A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.
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distanze e dimensioni di sicurezza
Forse trovi qualcosa in http://www.sicurezzaonline.it/priare/li ... mac009.htm . Il documento è il nr. 2
non sapendo a che macchine ti riferisci, generalizzo:
UNI EN 13861:2003
Sicurezza del macchinario - Guida per l'applicazione delle norme relative all'ergonomia nella progettazione del macchinario
UNI EN 294:1993
Sicurezza del macchinario. Distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti superiori
UNI EN 811:1998
Sicurezza del macchinario - Distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti inferiori
UNI EN 13861:2003
Sicurezza del macchinario - Guida per l'applicazione delle norme relative all'ergonomia nella progettazione del macchinario
UNI EN 294:1993
Sicurezza del macchinario. Distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti superiori
UNI EN 811:1998
Sicurezza del macchinario - Distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti inferiori
giusto, oltre alla UNI EN 294 (e quelle sopra indicate) ti consiglio la UNI EN 953 per la costruzione dei ripari
la cultura del dono e il gioco della reputazione costituiscono il modo ottimale a livello globale per cooperare verso la produzione (e la verifica!) di lavoro creativo di alta qualità - E. S. Raymond
io direi molto di più (o forse di meno..)
siccome le distanze sono una cosa randomica che si avvale della filosofia del caos, studiati bene le misure antropomorfe e l'ergonomia e poi decidi e giustifica le distanze che hai scelto: infatti se scegli i famosi 80 cm per estrarre un pezzo lavorato in chiuso, e l'operatore è costretto a fare una manovra inconsulta .... ecco che l'ergonomia ti bacchetta!
L'espereinza insegna: meglio un pò di cm in meno (compensati da altri sistemi) che una manovra folle per eseguire un lavoro.
siccome le distanze sono una cosa randomica che si avvale della filosofia del caos, studiati bene le misure antropomorfe e l'ergonomia e poi decidi e giustifica le distanze che hai scelto: infatti se scegli i famosi 80 cm per estrarre un pezzo lavorato in chiuso, e l'operatore è costretto a fare una manovra inconsulta .... ecco che l'ergonomia ti bacchetta!
L'espereinza insegna: meglio un pò di cm in meno (compensati da altri sistemi) che una manovra folle per eseguire un lavoro.
Serafino ...Serafino
Giusto cio che dici.
Occorre stabilire in fase di progetto le distanze di sicurezza sempre in relazione alla tipologia della macchina.
Ovvio una pressa a forgiare ha distanza di sicurezza ben diversa di una pressa a stampare a freddo.
Vorrei pero porre alla Vs. attenzione le distanze di sicurezza nei lati della macchina dove generalmente è presente il quadro elettrico e la regolazione dell'aria compressa, sono distanze sempre sacrificate obbligando la manutenzione non solo a contorsionismi ingiustificati ma errori nelle regolazioni e difficoltà di eseguire possibili interventi mantutentivi .
Cordialmente
questo perchè non vengono rispettate le norme di installazione dei quadri elettrici ed il requisito fondamentale circa una semplice manutenzione.
facciamo un efficace distinguo fra distanze e distanze :
dispositivo a caricamento manuale ossia pressa : mi pare ovvio quale sia il parametro maggiormante importante
dispositivo automatico : le distanze sono quelle fra gli organi in movimento (o in moto o comunque pericolosi) e gli arti (o il corpo) dell'utilizzatore.
capite che il fattore probabilità è decisamente dalla parte della pressa e non posso nemmeno allotanare la testa dalla zona di carico quindi le distanze saranno quelle presritte
nel secondo caso posso applicare dei metodi per aumentarle, proprio perchè la frequenza è bassa ed in funzionamento me lo permette. e magari non mi servono altri accorgimenti.
tutta un'altra storia quella degli spazi di manovra (compresi quelli dimanutenzione) per i quali esistono delle norme di buona tecnica mai seguite
ricordate che la direttiva macchine è sotto l'industria meccanica, e che per un meccanico se c'è corrente va tutto bene e quindi i quadri sono la sua ultmissima preoccupazione.
mi perdoneranno i meccanici diversi, ma i loro colleghi della spina sono la stragrande maggioranza
facciamo un efficace distinguo fra distanze e distanze :
dispositivo a caricamento manuale ossia pressa : mi pare ovvio quale sia il parametro maggiormante importante
dispositivo automatico : le distanze sono quelle fra gli organi in movimento (o in moto o comunque pericolosi) e gli arti (o il corpo) dell'utilizzatore.
capite che il fattore probabilità è decisamente dalla parte della pressa e non posso nemmeno allotanare la testa dalla zona di carico quindi le distanze saranno quelle presritte
nel secondo caso posso applicare dei metodi per aumentarle, proprio perchè la frequenza è bassa ed in funzionamento me lo permette. e magari non mi servono altri accorgimenti.
tutta un'altra storia quella degli spazi di manovra (compresi quelli dimanutenzione) per i quali esistono delle norme di buona tecnica mai seguite
ricordate che la direttiva macchine è sotto l'industria meccanica, e che per un meccanico se c'è corrente va tutto bene e quindi i quadri sono la sua ultmissima preoccupazione.
mi perdoneranno i meccanici diversi, ma i loro colleghi della spina sono la stragrande maggioranza