Il forum di SICUREZZAONLINE è stato ideato, realizzato e amministrato per oltre 15 anni da Giuseppe Zago (Mod).
A lui va la nostra gratitudine ed il nostro affettuoso ricordo.

calcolo carico incendio edificio

In questo Forum verranno aperte discussioni su questioni eminentemente tecniche relative a impianti, macchine, rumore, vibrazioni, ATEX, prevenzione incendi, ecc...
Rispondi
Avatar utente
albangius
Messaggi: 190
Iscritto il: 30 gen 2010 15:01
Località: Toscana

Torno a scrivere sul forum in quanto è da diverso tempo che ho un dubbio riguardante il calcolo del carico di incendio di un EDIFICIO  e spero di trovare (e certamente la trovero') una spigazione esaustiva specie da parte degli utenti più esperti.
Tralasciando tutte le considerazioni relative alle modalità di calcolo (analitico. statistico, ecc.) riportate nel DM 9 marzo 2007 nel quale si spiega come calcolare il carico di incendio di un COMPARTIMENTO, cerco di chiarire il tutto con un semplice esempio:

Ipotizziamo di avere un edifcio che si sviluppa su un unico piano costituito da un ufficio e da due archivi cartacei; per prima cosa andrei a calcolare il carico di incendio dei tre ambienti distinti e ricavarne la classe di resistenza al fuoco richiesta per ciascuno di essi; supponiamo di aver individuato una REI 30 per l'ufficio, una REI 60 per un archivio ed una REI 90 per il secondo archivio.

A questo punto mi chiedo: se volessi determinare la classe di resistenza al fuoco dell'intero EDIFICIO è sufficiente sommare i tre valori ottenuti oppure la classe richiesta per l'edificio è quella più alta determinata in precedenza (ossia REI 90)?

Mi scuso se per molti la questione apparirà banale, saluti.
Avatar utente
Terminus
Messaggi: 916
Iscritto il: 28 nov 2007 18:34
Località: Umbria

La questione non è affatto banale ed ognuno la interpreta come meglio crede.
Il DM 09/03/07 considera generalmente come spazio di riferimento per il calcolo del carico di incendio, la superficie del compartimento, individuato quindi con eventuali separazioni EI; ma ammette, a seconda delle situazioni, anche il riferimento a spazi individuati dall'effettiva distribuzione dei materiali combustibili.

Se non siamo davanti a situazioni di immediata interpretazione, come ambienti completamente separati fisicamente da locali adiacenti, occorre ritornare agli obiettivi che il calcolo si deve prefiggere, riassunti dallo stesso DM.
Con tali obiettivi davanti, dobbiamo quindi valutare la specifica situazione per determinare le ceratteristiche di resistenza al fuoco delle costruzioni.

Prendendo per esempio il caso che prospetti, considerare il carico di incendio complessivo spalmato su tutta l'attività (non suddivisa quindi in compartimenti), porterebbe ad una sottoprotezione delle strutture dell'archivio; al contrario, l'estensione della classe peggiore all'intero edificio porterebbe ad una protezione eccessiva (per gli ambienti più scarichi) e quindi presumibilmente più costosa e complessa.

1) stabilità degli elementi portanti per il tempo utile ad assicurare i soccorsi degli occupanti: valutazione degli affollamenti, delle vie di esodo, dei rischi che possa comportare un possibile crollo di parte della struttura
(quella sottoprotetta in caso di "spalmatura" del C.I.)
2) limitata propagazione del fuoco e dei fumi: sicuramente le situazioni cambiano se ci troviamo in edifici misti oppure in attività isolate, se abbiamo vie di esodo dirette verso l'esterno o più complesse
3) possibilità che gli occupanti lascino l'opera indenni o che siano soccorsi: valutazione dell'esodo in funzione della limitazione della propagazione del fuoco e principalmente dei fumi
4) condizioni di sicurezza per le squadre di soccorso: come sopra.

Se per gli obiettivi suddetti, si ritiene di dover compartimentare i vari ambienti, allora viene da sè che il CI verrrà suddiviso per le aree di pertinenza.
Se la compartimentazione non viene giudicata necessaria e se le separazioni non hanno alcuna capacità di limitare la propagazione di fuoco e fumi, allora il CI va spalmato sull'intera superficie dell'attività.
In capannoni di grandi dimensioni con concentrazioni spazialmente limitate di CI, non è pensabile estendere le caratteristiche R all'intera struttura, ma si potranno eventualmente (anche con l'ausilio delle protezioni attive), stabilire protezioni passive localizzate.
Avatar utente
albangius
Messaggi: 190
Iscritto il: 30 gen 2010 15:01
Località: Toscana

Ti ringrazio per la risposta come sempre molto precisa e professionale, mi fa piacere aver sottoposto una questione solo apparentemente banale e sarebbe auspicabile avere l'opinione anche di altri colleghi.
Ritengo più che condivisibile quanto da te affermato, probabilmente a monte ci dovrebbe essere anche un'attenta ed accurata valutazione dei rischi (ed in particolare del rischio incendio), purtroppo, sempre più spesso ci si ritrova davanti a documenti fatti con lo "stampino" e poco calati nella realtà specifica.
Nella mia piccola esperienza ho visto colleghi agire nella seguente maniera:

1) calcolo del carico di incendio per ciascun locale (uffici, sala riunioni, archivi, ecc.) come se fossero dei "microcomparimenti";

2) calcolo del carico di incendio dell'intero edificio (visto quindi come unico compartimento), "buttandoci dentro" tutti i carichi di incendio calcolati al punto 1 e considerando quindi l'intera superficie dello stabile.

Il mio dubbio scaturiva proprio da tale modo di agire e ha suscitato le perplessità da te esposte (ossia sottostimare alcune situazioni e sovrastimarne delle altre); in ogni caso mi risulta che i vari Comandi di zona non abbiano mai fatto troppo osservazioni in merito.
Avatar utente
Terminus
Messaggi: 916
Iscritto il: 28 nov 2007 18:34
Località: Umbria

Tieni conto che le norme verticali esistenti (per esempio quella degli uffici) prevedono per gli ambienti a maggiore concentrazione di materiali combustibili, come gli archivi ed i depositi, compartimentazioni adeguate, circoscrivendo quindi la valutazione del CI.
In linea generale in ambito civile (nel senso di non industriale), prevale il criterio di proteggere gli ambienti a maggior rischio aumentando localmente le caratteristiche di resistenza al fuoco e quindi "scaricando" gli ambienti adiacenti a rischio basso, dove solitamente c'è un discreto affollamento, anche di pubblico.
In attività non normate, fondamentalmente in ambito industriale, non si possono fare generalizzazioni ed ogni caso fa storia a sè.
Avatar utente
ursamaior
Messaggi: 4942
Iscritto il: 16 dic 2004 14:01
Località: L'isola che non c'è

Le due risposte di Terminus, secondo me, hanno già detto tutto il tuttibile (così ho dato anch'io il mio parere  :smt003 )
Lo Stato è come la religione: vale se la gente ci crede (Errico Malatesta)
Rispondi

Torna a “Prevenzione incendi, rumore, impianti tecnici, macchine, ATEX, ADR, ...”