Nofer ha scritto:La PA non può avere una gestione equiparabile ad un'azienda? perchè mai, Ronin?
perchè lo dice la legge.
lo stato è un entità astratta, che poi si sostanzia nella sostanza amministrativa di innumerevoli PA singole: dai ministeri agli istituti agli enti locali alle aziende sanitarie.
tutti questi enti sono per legge:
1) privi di scopo di lucro
2) con limiti precisi e sempre più stringenti sulla spesa corrente
3) con freni normativi alla spesa per investimento
4) con bilanci che devono essere chiusi in pareggio annualmente
5) costretti ad operare con severe penalizzazioni rispetto al privato
il risultato della combinazione dei cinque fattori (comuni e non comune, col minimo esponente) è la paralisi.
ti farò un esempio per ciascuno dei cinque, e siccome sono ingegnere che lavora nel settore sanitario li trarrò tutti dal campo dove opero (che poi è quello di cui si parlava, quello delle asl).
1) all'estero tutti gli ospedali pubblici costruiscono intorno a sè (più spesso dentro di sè) una pletora di attività commerciali, cui fanno pagare affitti possenti (grazie al giro di persone che c'è negli ospedali), tramite i quali coprono parte delle loro spese, ed offrono un servizio a cittadini con ben altro a cui pensare che non a fare la spesa.
in italia tutto ciò è del tutto sconosciuto: perchè? perchè gli enti pubblici sono senza scopo di lucro, e quindi non possono farsi pagare questi affitti, che non hanno titolo per incassare (salvo bar ed edicola, esplicitamente derogate).
non hanno titolo perchè non si vuole che il pubblico faccia concorrenza al privato (ve l'immaginate una mensa aperta al pubblico dentro l'ospedale che giro di affari farebbe?)
2) prendo l'esempio che hai fatto tu: perchè una asl non assume 15 ingegneri e non si mette a far verifiche ascensori a tutto campo su tutta la provincia? perchè non si può per legge.
per assumere 15 ingegneri bisogna implementare la spesa corrente di 15 stipendi, cosa che NON può essere fatta perchè la spesa corrente è oramai così tanto tagliata che gli ospedali non riescono più ad assumere neanche gli infermieri (e quindi esternalizzano: così i lavoratori guadagnano meno ed hanno meno totale, l'ospedale spende di più, la collettività ha un servizio peggiore, però la spesa corrente è calata: olè!).
e non importa che nel giro di un anno o due questa spesa iniziale si tramuta in riduzione del costo del servizio di igiene: perchè il budget è annuale, e se si sfora la spesa corrente il direttore generale viene rimosso automaticamente.
perciò lo scenario che tu tratteggivi per quanto semplice, è esplicitamente proibito, ed è proibito perchè NON SI VUOLE che la PA operi nel mercato.
3) supponi di essere un'azienda che paga l'energia il 30% in più degli altri (10% per via degli alti costi e dell'impossibilità di fermare gli impianti in fascia di picco, 20% per via dell'iva che per l'azienda sanitaria pubblica è un costo). c'è la possibilità di fare un investimento con tempo di rientro 2 anni (DUE ANNI) e ridurre del 30% questo costo dell'energia (impianto di cogenerazione, si chiama). se sei un'azienda privata e non c'hai i soldi per farlo, fai un mutuo.
ebbene, se sei un'azienda pubblica non lo puoi fare: perchè i mutui sono indebitamento, e l'indebitamento non è permesso, non importa quale sia il tempo di rientro, non è permesso e basta. c'è stato un periodo infatti in cui andava di gran moda il leasing, perchè non era considerato indebitamento (nota che ricorrere al leasing vuol dire spendere più del mutuo, e quindi bloccare i mutui faceva comunque danni alla collettività), poi se ne sono accorti e adesso anche per il leasing ci sono le stesse regole.
questo significa che anche se individui un'opportunità di riduzione dei costi (che non è profitto, e quindi in teoria la legge la consente) con un tempo di rientro quasi istantaneo, non ne potrai usufruire comunque, perchè il ricorso al credito non è consentito: mi spieghi come si fa a fare attività d'impresa senza fare ricorso alla leva creditizia? è impossibile, e infatti NON si fa attività d'impresa: il pubblico NON la deve fare, la deve lasciar fare al mercato.
quell'impianto si può fare quindi in modalità ESCO(rt...): viene un privato che prende i soldi in banca al posto tuo (lui può), realizza l'impianto al posto tuo (lui può) e ti vende l'energia a te. risultato, ovviamente (e "giustamente") fatto 100 il risparmio, il privato incassa 90 e a te resta 10.
giustamente se fosse libera scelta: io pubblico soldi non ce ne metto, problemi non ne voglio, e allora mi accontento di ottenere 10 spendendo 0, invece di ottenere 100 spendendo 60: ma questa non è scelta politica aziendale, bensì coercizione normativa a trasferire risorse pubbliche sul mercato: la scelta migliore, ancorchè più impegnativa, al pubblico viene preclusa per legge. poi ci si lamenta che il pubblico è fannullone, quando invece è la legge stessa che spinge per l'inazione
4) la combinazione di 2 e 3 con 4 ovviamente è devastante: non puoi sforare la spesa corrente, non puoi accedere al credito, e non puoi ragionare in termini pluriennali sul bilancio: esattamente il contrario della politica aziendale, che è basata sull'investire una cifra quest'anno per ritrovarsi un ROI (ovvero un ritorno sull'investimento che in tot anni ammortizza totalmente l'investimento e poi produce guadagni).
normalmente le banche finanziano ROI nell'ordine del 25% in su, un ipotetico pubblico che voglia gestirsi in logica aziendale può accettare soltanto ROI superiori al 100%.
non che non ne esistano, ma fatto 1000 il bilancio aziendale le opportunità con quei rientri varranno, nel complesso, 3 o 7 a farla grande. in questo modo ogni ristrutturazione significativa è impossibile, perchè le ristrutturazioni costano (e obbligano a chiudere un bilancio in perdita con forte investimento per rilanciarsi, cosa che il pubblico come visto non può fare). gli stipendi ovviamente sono incomprimibili perchè i dipendenti pubblici non sono licenziabili (e vorrei anche vedere: impiegato licenziato per coprire gli stravizi dell'assessore regionale...), come si fa a chiudere i bilanci annuali, visti i tagli continui alla spesa corrente?
un po' lo si fa aggirando il blocco del turnover (ovvero sostituendo i dipendenti con incaricati a partita iva: la stessa persona che fa fattura NON è più spesa corrente, ma spesa per investimenti: precarizzazione di stato), il resto nell'unica maniera possibile: tagliando i servizi.
in questo modo il budget che l'ente pubblico riesce effettivamente ad erogare i cittadini viene costantemente compresso, creando un "parco" dipendenti pubblici sempre più anziano (blocco del turnover), sempre più precario (proliferazione di finti consulenti a partita iva) e sempre più demotivato (perchè il budget di cui dispone è talmente ossuto che tolta la sopravvivenza dell'ente stesso resta sempre meno per svolgere la missione che all'ente è in capo).
poi uno si chiede perchè siamo in declino. ecco perchè: perchè il grande motore pubblico è costretto a girare al minimo, a sopravvivere in attesa che la consunzione del tempo lo blocchi definitivamente
5) anche qui un bell'esempio chiarificatore; c'è un complesso ospedaliero con di fianco un istituto tecnico e un asilo in costruzione, e alcuni condomini dell'ex IACP (di proprietà pubblica). è un luogo perfetto per implementare un impianto di teleriscaldamento, che può abbattere consumi ed emissioni in atmosfera anche del 30% (considerando le scassatissime caldaie di scuola e condomini, rispetto a quelle dell'ospedale, perfettamente efficienti per ovvii motivi di affidabilità).
se ci prova l'ospedale, non ci si riesce, perchè per il punto 1 l'ospedale non ha titolo per vendere l'energia a scuole e condomini (è un'attività senza scopo di lucro!). ciò non sarebbe neanche un ostacolo, perchè per il teleriscaldamento esiste una defiscalizzazione che dice, se tu fai teleriscaldamento, e quindi produci energia, le tasse sul metano sono come quelle dei produttori di energia (cioè bassissime): per l'ospedale questo vorrebbe dire pagare così tanto in meno di tasse, che potrebbe regalare l'energia a scuole e condomini, e guadagnarci comunque.
e tuttavia non si può lo stesso, perchè l'agevolazione agli ospedali NON è concessa, perchè gli ospedali NON sono attività industriale (la circolare del ministero dice proprio così: che l'attività produttiva va incentivata, e quella di cura delle persone invece no, evidentemente deve trattarsi di un'attività improduttiva...)
se viene un privato, prende la centrale dell'ospedale in gestione (servizio energia, si chiama) e diventa lui teleriscaldatore di tutti quanti, allora si può fare, e viene garantita l'agevolazione.
peccato che questo per l'ospedale significhi ritrovarsi la centrale gestita con criteri tutt'altro che efficienti (per lui, ovviamente): magari finisce che l'ospedale ci rimette 10 in costi e guadagna 20 in defiscalizzazione, e quindi l'intervento si fa.
ma la comunità ci ha rimesso sia i 10 che i 20, cioè ci ha rimesso 30. perchè o la comunità ci rimette 30 oppure non si fa niente? perchè NON SI VUOLE che il pubblico operi a pari merito col mercato: il mercato viene esplicitamente favorito, ed il pubblico esplicitamente azzoppato, con il fine di trasferire risorse dal secondo al primo
quindi concludendo, il pubblico non sarà mai efficiente: facendolo sottrarrebbe risorse a tutti i privati che sostiene con la sua inefficienza.
votiamo dei politici apposta, perchè lo impediscano con tutti i mezzi possibili, e quando annunciano di esserci riusciti (es. abbiamo ridotto del 2% la spesa corrente), tutti a lasciarsi andare a manifestazioni di giubilo: è così che vogliamo che vada, noi cittadini per primi, e per primissimi PROPRIO quelli che berciano costantemente di efficienza e logica aziendale.
chiedo scusa al moderatore per l'elefantiaca mostruosità dell'intervento, ma credo valesse la pena di andare a fondo all'argomento.
buona domenica