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Abilitazione a verificare in luogo di asl-inail

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weareblind
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Ronin ha scritto:
weareblind ha scritto:l'INAIL e' titolare della prima delle verifiche periodiche da effettuarsi nel termine di sessanta giorni dalla richiesta, mentre le ASL sono titolari delle verifiche periodiche successive alla prima, da effettuarsi nel termine di trenta giorni dalla richiesta
premesso che non sono parte in causa, non vedo cosa ci sia da imbestialirsi.
mi sembra del tutto normale (ed anzi condivisibile come cittadino) che l'ente pubblico si riservi di verificare personalmente attività di particolare rilevanza dal punto di vista dei rischi, oppure di particolare criticità per la popolazione.
Beato te. A me non sembra normale che la ASL e l'INAIL, il cui stipendo + affitto + strumenti + formazione io pago con le mie tasse, mi facciano concorrenza e pure oltremodo sleale perché hanno diritto di prelazione.
E nemmeno mi sembra normale che, poiché hai dato la possibilità al privato di fare quello che tu Stato dovevi fare dal 1955 E NON SEI STATO CAPACE DI FARE, mi inserisci barriere artificiose al lavoro. Sei capace di farlo tu? Bene, FALLO NEI TEMPI CHE TU TI SEI DATO. Non sei capace? Liberalizza sul serio, come si fa per ascensori e messa a terra - io sono verificatore messa a terra da 5 anni.

Ronin ha scritto:
weareblind ha scritto: a) il datore di lavoro comunica al soggetto titolare della funzione il nominativo del soggetto abilitato, pubblico o privato, incaricato della verifica; cioè devo far sapere all’INAIL alla prima verifica di collaudo e alla ASL per le successive chi voglio usare – e perché mai?
non vedo nulla di particolarmente vessatorio neanche in tal senso.
mi sembra anzi del tutto normale e rispondente a sagge ragioni cautelative di buon senso lo scenario per cui:
1) X fa le verifiche nell'azienda Y
2) Y esplode con un botto visibile anche dallo spazio
3) ASL e INAIL si muovono a controllare Z, K e J che sono state a loro volta verificate da X

in questo modo Z, K e J sanno preventivamente che gli conviene rivolgersi a W (lettera non casuale :smt002 )  bravo e coscienzioso, e non ad X arruffone ed approssimativo
L'elenco dei clienti del pessimo verificatore X lo chiedi dopo il botto (tanto, il botto c'è stato nel tuo esempio come nel mio - il danno è stato lo stesso).
Tu saresti contento di essere mappato BEN OLTRE il ragionevole nella tua attività di libero imprenditore? Io no. Io i nomi dei mei clienti cavolo non li dò a nessuno.
Ronin ha scritto:
weareblind ha scritto: prezzi bloccati alla faccia della libertà di impresa e dell’ottimizzazione della organizzazione, o del chiedere di più per fare qualità;
se fissi il prezzo, sei comunista pianificatore nemico della libertà di impresa.
se non fissi il prezzo, sei liberista ribassatore selvaggio nemico della qualità della prestazione professionale.
se lasci un range sei l'uno e l'altro contemporaneamente.
comunque tu faccia sbagli, tantovale sbagliar come ti pare :smt003
E no, così svicoli!
Poi, scusa, ti contraddici. Non fissi il prezzo, e mi dici contemporaneamente che sono liberista ribassatore e che i prezzi si sono alzati dal giorno della liberalizzazione!
Ronin ha scritto: PS: l'IVA è un pizzo?  :smt033
Si, nel nostro meccanismo si, come spiegato da Nofer.
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weareblind
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Ronin ha scritto: io non faccio il verificatore, in compenso i verificatori li chiamo a fare le verifiche.
quando l'AUSL locale faceva le verifiche a pagamento, il prezzo dell'AUSL (i cui tecnici conosco personalmente e so quanto coscienziosi siano) era X, quello dei privati 1.5*X.
oggi (sono passati 2 anni, non 30...) che l'AUSL, per tagli vari e screzi dirigenziali interni non fa più le verifiche a pagamento, trovare un privato che ti verifica a 3*X è diventato difficile.
perciò io capisco perfettamente le rimostranze di chi opera correttamente, come voi, e ritiene inutile burocrazia gli obblighi ad operare correttamente, perchè lo fa già.
nell'ottica del cittadino mi limito a segnalarvi che in media la situazione è un po' diversa  
Non so dove lavori tu, ma il prezzo degli organismi notificati in area CO-LC-MI-VA è del tutto allineato alle ASL. E LE ASL HANNO STIPENDI - AFFITTI - STRUMENTI FORMAZIONE GIA' PAGATI. Io no.
Aggiungo che il tuo discorso prescinde totalmente dal fattore qualità. Come diceva Nofer, se ritengo di fornire un migliore servizio, mi faccio anche pagare di più. E migliore significa, per esempio, PIU' VELOCE.
E in tutto questo ho ancora da ringraziare funzionari ASL con i controcabasisi, tipo Lorenzino.
Quand'è che ti licenzi e vieni a lavorare con me?  :smt043
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weareblind
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Ronin ha scritto:se l'iva (con cui ovviamente intendevo soltanto una tassa che tutti pagano in proporzione eguale) è un pizzo, allora lo stato è estorsore (o grassatore? bel termine, che non usavo da tanto).
se si è vittima di estorsione ci si ribella; se non ci si ribella, e si paga, si è complici dell'estorsore.
ognuno sceglie cosa essere, quindi: non ti facevo così organica alla mala :smt029
Mi inciti all'evasione fiscale! VIENI CON NOI SULLE BARRICATE!!!!!  :smt040  :smt039
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Lorenzino
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Il problema è proprio nella gestione attuale dei verificatori ascensori e impianti di terra, ovvero nessun controllo sul loro operato, prestazione offerta anche a prezzi stracciati (inferiori anche a quella dell'ente pubblico), capacità degli organismi o meglio degli operatori, non controlalta e verifcata.
Non credo che chi segue Sicurezzaonline rientri fra questi, ma la moltitudine di O.A. esistenti, che non ha eguali in Europa, compresi gli O.N. delle direttive, che pochi sono falliti, pur con la concorrenza pubblica, verificando ben sapendo che nessun controllo pubblico vi sarà nel loro operato (se non a botto successo).
Viceversa con questo decreto vi è la possibilità di controllo sull'operato degli S.A. da parte dell'ASL, seppur remoto in quanto gli operatori sono sempre gli stessi, vi è anche un calmiere dei prezzi +15%, che come detto può far si che non vi sia un massimo ribasso per portarsi a casa il cliente ma gari a spese di altro soggetto più professionale.
Forse non è ancora chiaro l'enorme businnes che c'è, ma di sicuro gli ex ISPESL sono già pronti a partire.
Parliamo di centinaia di migliaia di apparecchi a una media di € 180,00.
Senza contare che mentre per gli impianti di terra vi sono eventualmente le norme CEI che vengon in aiuto, per gli apparecchi di cui al D.I. 11/04/2011, soprattutto se non marcati CE, vi sono 50 anni di circolari ENPI/ANCC/ISPESL, e non esistono istruzioni sulle modalità di verifica.
Ricordiamoci che finalmente il D.Lgs 81/2008 ha specificato che questi S.A. acquistano la qualifica di incaricati di pubblico servizio con le conseguenze del caso.
:smt039
p.s.
di tutto di più
O.A. = Organismi Abilitati del DPR 462/01
O.N. = Organismi Notificati per le direttive
S.A. = Soggetti Abilitati di cui al D.I. 11/04/2001 e D.Lgs 81/2008
La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita (Forrest Gump)
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Nofer
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Ronin ha scritto: quando l'AUSL locale faceva le verifiche a pagamento, il prezzo dell'AUSL (i cui tecnici conosco personalmente e so quanto coscienziosi siano) era X, quello dei privati 1.5*X.
oggi (sono passati 2 anni, non 30...) che l'AUSL, per tagli vari e screzi dirigenziali interni non fa più le verifiche a pagamento, trovare un privato che ti verifica a 3*X è diventato difficile.
non è una questione solo di obbligo burocratico. E' un problema concettuale: a me sta più che benissimo il criterio della "concorrenza", ne sono addirittura una fanatica sostenitrice: ma non al ribasso tanto per cominciare, e non a spese duplicate per i cittadini. Ti ricordo che, da un certo punto di vista, tu già prima quello 0,5x in più che ti chiedeva il privato tutto sommato lo avevi anche già pagato sulle tasse (iva inclusa...).
Peraltro il SSN con la L.833/78 si è impegnato ad erogare gratuitamente l'assistenza sanitaria sul territorio nazionale, non l'assistenza tecnica, ed in base al principio di efficienza della PA, che -mi sa- è rimasto solo a me, è corretto che ciò che è complementare alla sanità in sè ma ne costituisce presupposto essenziale come la prevenzione sia contro corrispettivo economico. Il principio però è "a me SSN conviene fare prevenzione perchè così le persone non si ammalano e/ non si fanno male e io risparmio costi di ricoveri, prestazioni ambulatoriali e medicine, quindi se me la faccio da me ho un ricavo comunque, sia pure indiretto, e pertanto posso permettermi di farlo a guadagno 0, o il più basso possibile così sto tranquillo almeno delle verifiche che faccio io". Ecco, lo spirito del 1978 era questo, e lo condivisi all'epoca così come lo condivido oggi, perchè il criterio della USL era la gestione complessiva e organizzata uniformemente del territorio. Come ben sappiamo, di organizzato c'è poco e di uniforme ancora meno, ma la dissennata politica gestionale, che altrimenti non saprei definirla, ha finito con lo spostare le vesti da maria a gesù e poi di nuovo da gesù a maria, come si dice dalle mie parti.  Infatti, da che non esiste più il Fondo SSN cui si versavano sino al 1994-95 (non ricordo preciso ma direi più 95) le dovute quote, e il c.d. bilancio della sanità è diventato regionale, non hanno più avuto riscontro possibile i bilanci di previsione nè quelli consuntivi che pure ci dovrebbero essere, con impostazione decisamente finanziara, per ciascuna ASL, nemmeno da quando hanno fatto la legge che da USL le passava ad ASL, dove la A sta appunto per Azienda. Nessuna Azienda seria si abbatterebbe l'unico reparto da dove è possibile acquisire liquidità fresca (ossia non da imputarsi in capitolo di spesa della Regione), ossia proprio quei settori dei Dipartimenti di Prevenzione che possono far soldi dall'esterno.  
Perchè vedete, ed è la mia anima residua di amministratore che lo dice, non è poi tanto difficle: si fa il conto di quanta utenza possibile c'è sul territorio (e per ascensori, funi, catene, messe a terra, apparecchi a pressione, ma anche immissioni in condotta fognaria, emissioni in atmosfera etc è facile: la denuncia di esercizio è obbligatoria!) ti fai il conto di quanto personale e di che altro ti serve per soddisfarne almeno il 50-60 % (target mobile) e vedi che prezzi devi fare per starci dentro ma anche, in alternativa, che prezzi fare per guadagnarci qualcosa con cui, magari, acquistare un altra TAC o riammodernare il reparto di chirurgia pediatrica o assumere altro personale al pronto soccorso.
Il resto, ok, dallo pure "in pasto ai privati" (io personalmente su questo proprio non sarei d'accordo, ma mi rendo conto di essere forse una veterostatalista), io Stato almeno metto il cittadino in condizioni di scegliere.
Che significa scegliere? significa che io Stato con un senso dell'efficienza della PA non aspetto che sia tu DdL a farmi la domanda ogni volta per poi magari lasciarla nel cassetto del protocollo o su una scrivania dove l'addetto è in pensione da 5 anni, mai rimpiazzato. No, io Stato con un senso dell'efficienza della PA ti metto in scadenziario, ti contatto prima e sono io Stato che ti mando un'offerta economica : "caro cittadino, visto che tu hai un ascensore e visto che lo devi controllare, vuoi farlo con me? Me, ti garantisce che il personale che verrà è qualificato ed abilitato perchè mi sono scelto i migliori sulla piazza, che è personale motivato e soddisfatto, che gli pago tutti i contributi e gli dò ogni tutela possibile, e per tutto ciò io ti chiedo "solo" X euro/anno se mi fai il contratto per 2 anni, 0,98 X se lo fai per 5 anni; non solo, ma se preferisci io ti consento anche di pagarmeli in comodissime rate mensili senza interesse alcuno: però se accumuli più di 6 rate di ritardo complessivo ti vengo a prendere anche la sdia da sotto al sedere".

Noi invece (loro, per la verità) che abbiamo fatto? le cose che si spende le abbiamo potenziate, tipo la farmaceutica dove l'uso dei farmaci generici è sconosciuto o il convezinamento esterno per specialistica, laboratori e ospedalità, mentre quelle dove si guadagna le abbiamo lasciate ai privati: ma complimentoni a questi geni della finanza creativa!
E non mi si venga a dire che se i privati quadagnano di più pagano più tasse, perchè prima di tutto non è vero e lo sappiamo benissimo, e poi perchè se le tasse esistono è per offrire dei buoni servizi al cittadino, non per spillargli  denaro da spartirsi tra loro.
Infine, se il cittadino sa di poter avere un buon servizio ad un costo contenuto e comodo da pagare chiamerà il privato non tanto per il controllo di verifica obbligatoria e basta ma quando ha anche bisogno di una consulenza: e nessuno chiede una consulenza ad uno scalzacani, perchè se la chiede è perchè gli serve avere il miglior consiglio possibile. Dunque, i cartari - anche se certificati CEI, ISO o che altro diamine - ce li leviamo finalmente dalle palle, ed allora ha un senso che quello che come dici tu "lavora bene" chieda 3X, ma io ti dico anche 10X: la concorrenza non va fatta sull'obbligo ma sulla volontà, nessuno si sceglierebbe un consulente di cui "si chiacchiera" se il problema gli sta davvero a cuore, esattamente come nessuno sposerebbe una donna della cui congenita infedeltà è convinto e certo, anche se bellissima, se si vuole costruire un futuro ed una famiglia; se la sposa se gli serve per far carriera, semmai.
E se anche, eliminando qualcuno dei tanti cartari che sono in giro nei vari campi,  non riprendessimo a crescere subito almeno ci fermeremmo a decrescere: che, in questo momento storico preciso, mi pare già un miraggio.  
Nofer
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Ronin
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weareblind ha scritto: mi facciano concorrenza e pure oltremodo sleale perché hanno diritto di prelazione.
ragionamento che avrebbe senso se avessi iniziato tu e loro fossero potuti dopo entrare nel tuo settore; invece è il contrario.
weareblind ha scritto:L'elenco dei clienti del pessimo verificatore X lo chiedi dopo il botto
dai, che ti rendi conto che a livello di tempi non è lo stesso: poi tutti a lamentarsi dei tempi di reazione pachidermici del pubblico.
(e comunque ho scritto "botto"; avrei potuto scrivere "controllo a campione": per perquisire la sede X dopo un controllo a campione sulla ditta Y che ci salva dal botto per il rotto della cuffia, ci vuole un provvedimento dell'autorità giudiziaria)
weareblind ha scritto:E no, così svicoli!
no, no, io non svicolo, io me ne impippo proprio, della questione prezzo.
io faccio il professionista è ho vissuto il tempo di prima, quando esistevano le tariffe, e quello attuale, in cui non esistono più.
differenza: NESSUNA. ergo...
weareblind ha scritto: il tuo discorso prescinde totalmente dal fattore qualità
veramente non mi sembra: ho scritto chiaramente che conosco i funzionari asl e so come lavora(va)no
weareblind ha scritto:Mi inciti all'evasione fiscale! VIENI CON NOI SULLE BARRICATE!!!!!
nel trabocchetto cadesti...  :smt045
esci allo scoperto e denuncia che non ti pieghi all'estorsore pubblicamente.
poi vediamo :smt050
Nofer ha scritto:criterio della "concorrenza". E' un problema concettuale ... in base al principio di efficienza della PA  .... la A sta appunto per Azienda ... le cose che si spende le abbiamo potenziate, tipo la farmaceutica dove l'uso dei farmaci generici è sconosciuto
no, nofer, non è concettuale, è legislativo proprio.
te lo dico perchè da tempo compio studi sulla questione, e perchè svolgo oramai da un po' di tempo l'incarico di "dirigente pubblico ombra" (nel senso che opero come consulente di alcune PA per l'implementazione di attività che con i loro dirigenti non sarebbero in grado di gestire, e quindi quotidianamente mi scontro con questa realtà): le aziende usl sono aziende solo di nome.
di fatto, l'ente pubblico è e deve essere senza scopo di lucro, e pertanto non potrà mai operare come una azienda.
dirò di più, che tutta la legislazione (in particolare in certi settori come l'edilizia) è fatta con il cosiddetto pregiudizio protettivo nei confronti del mercato: ovvero la legislazione viene scritta appositamente per impedire (sissignori, impedire) che il pubblico assuma modalità imprenditoriali di comportamento.
perchè si vuole che l'imprenditorialità sia lasciata al mercato, che su questo deve fare il proprio guadagno.

il principio di efficienza della PA (e su questo troverai insigni e rispettati giuristi) è quello della semplice minimizzazione delle spese, e perciò esso in realtà non si declina nello stesso significato che si avrebbe nelle realtà aziendali (dove giustamente si fa la differenza ricavi - costi = utile, ed efficienza corrisponde a utile più alto, non importa se con più ricavi o con meno costi). e questo vale anche nelle PA virtuose: cercare di opporvisi per inoculare attività "aziendali" nel corpus della PA è una lotta contro i mulini a vento; con responsabilità penali che si rischia di pagare direttamente, tra l'altro (perchè il mondo esterno lo sa, e quindi se provi a farlo ti fa ricorso; e lo vince, perchè la legge è organizzata per contrastare l'efficienza; e paghi tu dirigente, anche se non te ne viene un euro in tasca, perchè la responsabilità penale è personale).

la farmaceutica è invece uno dei pochi settori dove la PA se vuole invece l'efficienza la riesce a fare, per esempio imponendo l'obbligo del ritiro della dimissione insieme coi farmaci presso la farmacia aziendale (in questo modo il malato che viene dimesso e che ha diritto ai farmaci gratis, deve obbligatoriamente ritirarli presso l'azienda, e non nelle farmacie private; ai privati l'ausl rimborsa il 100%, quando lo compra lei direttamente coi suoi quantitativi spende il 60% o il 40% del prezzo). ma come vedi anche questa pur meritoria efficienza viene ottenuta sempre nel modo "prescrittivo" dell'ente pubblico, NON nel modo "concorrenziale" dell'azienda.

perciò inutile farsi illusioni: innumerevoli leggi dello stato (e regionali, naturalmente) contengono disincentivi, distinguo, ostacoli, penalizzazioni, quando non proprio espliciti divieti, per evitare che la PA possa cogliere opportunità di efficienza (=complessiva riduzione dei costi) e sia costretta a lasciarle nelle mani dei privati.
e questa situazione prescinde dalla buona volontà degli amministratori e dalle capacità dei dirigenti; anzi oramai prescinde anche dalla volontà politica, temo, essendo talmente stratificata nell'immane corpus legislativo, da non poter essere più estirpata.

perciò non esiste il criterio della "concorrenza": alla PA la concorrenza non è permessa dalla legge. ad essa non è consentito di muoversi nella logica del mercato: ergo, essa si muove come può muoversi.
e voi che magari non la vivete dall'interno e magari non lo sapete, dal vostro punto di vista giustamente vi lamentate per via dei movimenti goffi e scomposti con cui la PA si trascina avanti. ma l'alternativa non è la corsa, è l'immobilità completa.
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weareblind
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Ronin ha scritto:
weareblind ha scritto: mi facciano concorrenza e pure oltremodo sleale perché hanno diritto di prelazione.
ragionamento che avrebbe senso se avessi iniziato tu e loro fossero potuti dopo entrare nel tuo settore; invece è il contrario.
Questa frase è priva di senso. Lo Stato scrive in una sua legge cardine che Egli deve fare i controlli in un certo tempo. Poi per 50 anni non li fa. Poi apre al privato, poiché egli è incapace, ma lo fa cercando di impedirgli di fare il lavoro che dovrebbe fare lui.
Delle due l'una: o ti riprendi l'onere E LO RISPETTI, o cedi l'onere e mi permetti di farlo. Mica l'ha chiesto il dottore di liberalizzare; però se lo fai, fallo veramente. Che cavolo c'entra chi ha iniziato prima? Mi sembra come nelle discussioni infantili, "l'ho detto prima io!".
Ronin ha scritto:
weareblind ha scritto:L'elenco dei clienti del pessimo verificatore X lo chiedi dopo il botto
dai, che ti rendi conto che a livello di tempi non è lo stesso: poi tutti a lamentarsi dei tempi di reazione pachidermici del pubblico.
E a me che me ne frega se lo Stato è lento? Mi dai vieppiù ragione, poiché Egli è incapace deve trovare PESSIME strade per non fare lo stesso quel che dovrebbe fare.
Ronin ha scritto:
weareblind ha scritto:E no, così svicoli!
no, no, io non svicolo, io me ne impippo proprio, della questione prezzo.
io faccio il professionista è ho vissuto il tempo di prima, quando esistevano le tariffe, e quello attuale, in cui non esistono più.
differenza: NESSUNA. ergo...
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Ronin
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weareblind ha scritto:Delle due l'una: o ti riprendi l'onere E LO RISPETTI, o cedi l'onere e mi permetti di farlo.
posizione assurda: o bianco o nero. dove è scritto che non sono possibili le infinite sfumature di grigio intermedie? anche fosse, dove è scritto che non sia più saggio un percorso di liberalizzazione graduale invece di uno immediato e totale?
preso atto che io stato non faccio i controlli in tempo sul 100% delle aziende, perchè mai fare i controlli in tempo sul 5% (o 30%) più critico delle aziende e lasciare ai privati il 95% (o 70%) sarebbe a prescindere peggio di lasciare ai privati il 100%?
tu usi un assioma (il privato è meglio del pubblico) per dimostrare che l'assioma stesso è valido: un corto circuito logico che puoi anche sostenere come tua posizione personale, ma che non può avere pretesa di validità.

vi è chi pensa altrettanto legittimamente che una presenza pubblica cui riferirsi (sia come prezzo che come qualità) sia un elemento positivo.
tra l'altro ci sono ampie casistiche a supporto di tale fatto, così come ce ne sono di altrettanto ampie del fatto che la mancanza del suddetto riferimento è spesso fonte di deregulation selvaggia e alla fine porta più danno che beneficio.
se tu pensi che la presenza stessa del pubblico sia dannosa, sarà la tua rispettabile opinione.
dall'esporla, all'imbestialirsi come se fosse una manifesta ovvietà, ce ne corre un tot.
weareblind ha scritto:E a me che me ne frega se lo Stato è lento?
ah, a te verificatore non so. a me cittadino invece molto. moltissimo.
che poi la scelta giusta sia "ci investo X miGlioni di eurI per farlo andare più veloce", su questo ovviamente concordo.
ma se gli X miGlioni mancano all'appello, mi va bene anche "scrivo una regoletta che comunque aiuta a non fermarsi del tutto".
weareblind ha scritto:Di nuovo, beato te. Io vorrei guadagnare dal mio lavoro.
a dir la verità, non mi sembra che questo sia messo in pericolo.
ma quindi scopriamo che il limite del -15% è corretto, ma non quello del +15%? attenzione alle contraddizioni in agguato...  :smt020
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Nofer
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... io ci terrei tanto a dire che secondo me pubblico è pubblico, e privato è privato. il meticcio non mi convince, non mi ha mai convinto e non mi convincerà MAI.  
In questi campi, poi, io trovo che l'espressione bastardo sia anche più attagliata che non quella -di tipo veterinario- di meticcio.
Mi sta benissimo che lo Stato controlli sulla correttezza dell'operato dei privati, mi sta ancora meglio che controlli sulla correttezza dell'operato di chi è attivo in settori rilevanti per la gestione della res pubblica, e la salute e dunque la prevenzione lo sono senza alcun dubbio. Mi starebbe addirittura perfettamente che lo stato si attivasse di persona ad esempio solo in un "secondo livello" a più elevata specializzazione o di maggiore complessità: ciò che non mi sta bene è che supplisca, o finga di supplire, alle proprie incapacità organizzative subappaltando le proprie competenze, beninteso con congrua riserva per i propri "amici degli amici".
E, secondo me, è competenza dello stato ciò che non è competenza dei privati, o meglio viceversa: semplice. Io faccio il mio e tu fai il tuo, tutti e due assieme cerchiamo di far girare il sistema.
La PA non può avere una gestione equiparabile ad un'azienda? perchè mai, Ronin? Se c'è un Bilancio dello Stato, la gestione economica si deve fare come si fanno tutti i bilanci. E poichè l'obiettivo di un bilancio è il pareggio, chi ha mai visto un bilancio sa che sono tutti in pareggio: la differenza è che se ci hai appizzato più soldi di quanti ne sono entrati scrivi la voce "perdite" tra gli attivi (!!!), mentre se hai ricavato più di quanto hai speso si scrive la voce "utili" nei passivi (cosa della quale io non mi farò mai capace),  così, come che sia, è sempre in pareggio perchè c'è XXX alla colonna "attivo" e altrettanto XXX alla colonna "passivo". Se vogliamo essere moralmente onesti, dobbiamo dire non che l'obiettivo è il "pareggio di bilancio" entro il 2014, ma che entro il 2014 lo Stato deve spendere non più di quanto incassa. Incominciare un po' prima no, eh?
Lo Stato è la fabbrica di tutti noi, se sta bene lo Stato stiamo bene noi che siamo lo Stato: questa è una Repubblica, non ci sono sudditi ma cittadini. I sudditi si lasciano scuoiare vivi 1, 2, 3, 100 volte; i cittadini, specie in uno stato che si dichiara democratico, si organizzano, mettono in comune qualcosa dei loro guadagni per potersi muovere tutti, per poter mandare tutti i figli a scuola per far partire le prossime generazioni da dove sono arrivate quelle di prima, per riuscire a curarsi tutti allo stesso modo senza distinzione di sesso, razza o religione, per avere il minor numero possibile di gente che non lavora e campa a sbafo altrui, per non lasciare indietro i più deboli ma anche per non fare pietismi e privilegi fuori luogo.
Come potrà mai essere raggiunto il "superiore interesse nazionale" che ci chiedono di tener sempre d'occhio lavorando, se la PA se ne sbatte allegramente e tintinnantemente gli ammennicoli?
E perchè si devono pagare le cose due volte? In una casa, una massaia per preparare da mangiare alla famiglia non compera 3 kg di pasta e nemmeno una buatta di pomodori nè un filo d'olio.
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Ronin
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Nofer ha scritto:La PA non può avere una gestione equiparabile ad un'azienda? perchè mai, Ronin?
perchè lo dice la legge.
lo stato è un entità astratta, che poi si sostanzia nella sostanza amministrativa di innumerevoli PA singole: dai ministeri agli istituti agli enti locali alle aziende sanitarie.
tutti questi enti sono per legge:
1) privi di scopo di lucro
2) con limiti precisi e sempre più stringenti sulla spesa corrente
3) con freni normativi alla spesa per investimento
4) con bilanci che devono essere chiusi in pareggio annualmente
5) costretti ad operare con severe penalizzazioni rispetto al privato

il risultato della combinazione dei cinque fattori (comuni e non comune, col minimo esponente) è la paralisi.
ti farò un esempio per ciascuno dei cinque, e siccome sono ingegnere che lavora nel settore sanitario li trarrò tutti dal campo dove opero (che poi è quello di cui si parlava, quello delle asl).

1) all'estero tutti gli ospedali pubblici costruiscono intorno a sè (più spesso dentro di sè) una pletora di attività commerciali, cui fanno pagare affitti possenti (grazie al giro di persone che c'è negli ospedali), tramite i quali coprono parte delle loro spese, ed offrono un servizio a cittadini con ben altro a cui pensare che non a fare la spesa.
in italia tutto ciò è del tutto sconosciuto: perchè? perchè gli enti pubblici sono senza scopo di lucro, e quindi non possono farsi pagare questi affitti, che non hanno titolo per incassare (salvo bar ed edicola, esplicitamente derogate).
non hanno titolo perchè non si vuole che il pubblico faccia concorrenza al privato (ve l'immaginate una mensa aperta al pubblico dentro l'ospedale che giro di affari farebbe?)

2) prendo l'esempio che hai fatto tu: perchè una asl non assume 15 ingegneri e non si mette a far verifiche ascensori a tutto campo su tutta la provincia? perchè non si può per legge.
per assumere 15 ingegneri bisogna implementare la spesa corrente di 15 stipendi, cosa che NON può essere fatta perchè la spesa corrente è oramai così tanto tagliata che gli ospedali non riescono più ad assumere neanche gli infermieri (e quindi esternalizzano: così i lavoratori guadagnano meno ed hanno meno totale, l'ospedale spende di più, la collettività ha un servizio peggiore, però la spesa corrente è calata: olè!).
e non importa che nel giro di un anno o due questa spesa iniziale si tramuta in riduzione del costo del servizio di igiene: perchè il budget è annuale, e se si sfora la spesa corrente il direttore generale viene rimosso automaticamente.
perciò lo scenario che tu tratteggivi per quanto semplice, è esplicitamente proibito, ed è proibito perchè NON SI VUOLE che la PA operi nel mercato.

3) supponi di essere un'azienda che paga l'energia il 30% in più degli altri (10% per via degli alti costi e dell'impossibilità di fermare gli impianti in fascia di picco, 20% per via dell'iva che per l'azienda sanitaria pubblica è un costo). c'è la possibilità di fare un investimento con tempo di rientro 2 anni (DUE ANNI) e ridurre del 30% questo costo dell'energia (impianto di cogenerazione, si chiama). se sei un'azienda privata e non c'hai i soldi per farlo, fai un mutuo.
ebbene, se sei un'azienda pubblica non lo puoi fare: perchè i mutui sono indebitamento, e l'indebitamento non è permesso, non importa quale sia il tempo di rientro, non è permesso e basta. c'è stato un periodo infatti in cui andava di gran moda il leasing, perchè non era considerato indebitamento (nota che ricorrere al leasing vuol dire spendere più del mutuo, e quindi bloccare i mutui faceva comunque danni alla collettività), poi se ne sono accorti e adesso anche per il leasing ci sono le stesse regole.
questo significa che anche se individui un'opportunità di riduzione dei costi (che non è profitto, e quindi in teoria la legge la consente) con un tempo di rientro quasi istantaneo, non ne potrai usufruire comunque, perchè il ricorso al credito non è consentito: mi spieghi come si fa a fare attività d'impresa senza fare ricorso alla leva creditizia? è impossibile, e infatti NON si fa attività d'impresa: il pubblico NON la deve fare, la deve lasciar fare al mercato.
quell'impianto si può fare quindi in modalità ESCO(rt...): viene un privato che prende i soldi in banca al posto tuo (lui può), realizza l'impianto al posto tuo (lui può) e ti vende l'energia a te. risultato, ovviamente (e "giustamente") fatto 100 il risparmio, il privato incassa 90 e a te resta 10.
giustamente se fosse libera scelta: io pubblico soldi non ce ne metto, problemi non ne voglio, e allora mi accontento di ottenere 10 spendendo 0, invece di ottenere 100 spendendo 60: ma questa non è scelta politica aziendale, bensì coercizione normativa a trasferire risorse pubbliche sul mercato: la scelta migliore, ancorchè più impegnativa, al pubblico viene preclusa per legge. poi ci si lamenta che il pubblico è fannullone, quando invece è la legge stessa che spinge per l'inazione

4) la combinazione di 2 e 3 con 4 ovviamente è devastante: non puoi sforare la spesa corrente, non puoi accedere al credito, e non puoi ragionare in termini pluriennali sul bilancio: esattamente il contrario della politica aziendale, che è basata sull'investire una cifra quest'anno per ritrovarsi un ROI (ovvero un ritorno sull'investimento che in tot anni ammortizza totalmente l'investimento e poi produce guadagni).
normalmente le banche finanziano ROI nell'ordine del 25% in su, un ipotetico pubblico che voglia gestirsi in logica aziendale può accettare soltanto ROI superiori al 100%.
non che non ne esistano, ma fatto 1000 il bilancio aziendale le opportunità con quei rientri varranno, nel complesso, 3 o 7 a farla grande. in questo modo ogni ristrutturazione significativa è impossibile, perchè le ristrutturazioni costano (e obbligano a chiudere un bilancio in perdita con forte investimento per rilanciarsi, cosa che il pubblico come visto non può fare). gli stipendi ovviamente sono incomprimibili perchè i dipendenti pubblici non sono licenziabili (e vorrei anche vedere: impiegato licenziato per coprire gli stravizi dell'assessore regionale...), come si fa a chiudere i bilanci annuali, visti i tagli continui alla spesa corrente?
un po' lo si fa aggirando il blocco del turnover (ovvero sostituendo i dipendenti con incaricati a partita iva: la stessa persona che fa fattura NON è più spesa corrente, ma spesa per investimenti: precarizzazione di stato), il resto nell'unica maniera possibile: tagliando i servizi.
in questo modo il budget che l'ente pubblico riesce effettivamente ad erogare i cittadini viene costantemente compresso, creando un "parco" dipendenti pubblici sempre più anziano (blocco del turnover), sempre più precario (proliferazione di finti consulenti a partita iva) e sempre più demotivato (perchè il budget di cui dispone è talmente ossuto che tolta la sopravvivenza dell'ente stesso resta sempre meno per svolgere la missione che all'ente è in capo).
poi uno si chiede perchè siamo in declino. ecco perchè: perchè il grande motore pubblico è costretto a girare al minimo, a sopravvivere in attesa che la consunzione del tempo lo blocchi definitivamente

5) anche qui un bell'esempio chiarificatore; c'è un complesso ospedaliero con di fianco un istituto tecnico e un asilo in costruzione, e alcuni condomini dell'ex IACP (di proprietà pubblica). è un luogo perfetto per implementare un impianto di teleriscaldamento, che può abbattere consumi ed emissioni in atmosfera anche del 30% (considerando le scassatissime caldaie di scuola e condomini, rispetto a quelle dell'ospedale, perfettamente efficienti per ovvii motivi di affidabilità).
se ci prova l'ospedale, non ci si riesce, perchè per il punto 1 l'ospedale non ha titolo per vendere l'energia a scuole e condomini (è un'attività senza scopo di lucro!). ciò non sarebbe neanche un ostacolo, perchè per il teleriscaldamento esiste una defiscalizzazione che dice, se tu fai teleriscaldamento, e quindi produci energia, le tasse sul metano sono come quelle dei produttori di energia (cioè bassissime): per l'ospedale questo vorrebbe dire pagare così tanto in meno di tasse, che potrebbe regalare l'energia a scuole e condomini, e guadagnarci comunque.
e tuttavia non si può lo stesso, perchè l'agevolazione agli ospedali NON è concessa, perchè gli ospedali NON sono attività industriale (la circolare del ministero dice proprio così: che l'attività produttiva va incentivata, e quella di cura delle persone invece no, evidentemente deve trattarsi di un'attività improduttiva...)
se viene un privato, prende la centrale dell'ospedale in gestione (servizio energia, si chiama) e diventa lui teleriscaldatore di tutti quanti, allora si può fare, e viene garantita l'agevolazione.
peccato che questo per l'ospedale significhi ritrovarsi la centrale gestita con criteri tutt'altro che efficienti (per lui, ovviamente): magari finisce che l'ospedale ci rimette 10 in costi e guadagna 20 in defiscalizzazione, e quindi l'intervento si fa.
ma la comunità ci ha rimesso sia i 10 che i 20, cioè ci ha rimesso 30. perchè o la comunità ci rimette 30 oppure non si fa niente? perchè NON SI VUOLE che il pubblico operi a pari merito col mercato: il mercato viene esplicitamente favorito, ed il pubblico esplicitamente azzoppato, con il fine di trasferire risorse dal secondo al primo

quindi concludendo, il pubblico non sarà mai efficiente: facendolo sottrarrebbe risorse a tutti i privati che sostiene con la sua inefficienza.
votiamo dei politici apposta, perchè lo impediscano con tutti i mezzi possibili, e quando annunciano di esserci riusciti (es. abbiamo ridotto del 2% la spesa corrente), tutti a lasciarsi andare a manifestazioni di giubilo: è così che vogliamo che vada, noi cittadini per primi, e per primissimi PROPRIO quelli che berciano costantemente di efficienza e logica aziendale.
chiedo scusa al moderatore per l'elefantiaca mostruosità dell'intervento, ma credo valesse la pena di andare a fondo all'argomento.
buona domenica
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Tutti sono a favore della porta aperta, fino a che sono chiusi fuori (H. Kissinger).
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