Ursinodolce, come forse si è già capito da qualche altro post in merito al 195 (che io già lo odierei per il solo fatto che mi "scancella" un pezzo di 303 e un terzo del 277), io di solito mi attengo al principio di maggior cautela, che si direbbe piuttosto disatteso, da qualche tempo in qua. Oltre questo, sono una sostenitrice accanita sin quasi al fanatismo di quanto asserisce, semi-inascoltata da oltre 4 anni, da Prof. Franca Merluzzi, che venendo di suo da una storia personale dove le otopatie da rumore erano di contorno al cappuccino mattutino ha proseguito e -a mio avviso- surclassato persino il padre, che sarebbe colui che ha definito la famosa "scala Merluzzi" di classificazione delle otopatie professionali, tutt'ora insuperata. In particolare, la prof. F.Merluzzi sostiene (...ma forse l'ho già scritto...) che il danno neurosensoriale è dipendente dalla dose di energia ricevuta dall'orecchio nel tempo. Quindi, non solo i rumori costanti ma anche i picchi e i c.d. rumori impulsivi, di cui desidero ricordare la definizione: si definisce rumore impulsivo
il massimo livello di rumore relativo a rumori di durata molto breve. Tali rumori sono descritti nelle norme come rumori “a impatto” o “impulsivo”. I rumori impulsivi hanno una durata inferiore a pochi millesimi di secondo e si ripetono con una frequenza inferiore a una volta al secondo. Esempi sono i rumori come gli scatti o gli schiocchi. Le norme OSHA limitano il rumore a impulsi a 140 dB SPL misurati con un fonometro rapido con mantenimento dei livelli di picco.
Mi sembra ovvio che per le misure di picchi anche brevissimi mi occorre la costante Impulse.
Sempre la prof. Merluzzi, intervenendo in un convegno dove in linea di massima si parlava malissimo dell'allora emanando 195/06 - ancora a livello di bozza approvata in Commissione - ha comunicato che stanno cercando di elaborare una formula che consenta di ricavare, secondo le misure così come le conosciamo, il livello di dose energetica da rumore assorbita durante l'attività lavorativa quotidiana, prescindendo dall'esposizione settimanale, in quanto ad avviso del suo gruppo di ricerca è sperimentalmente provato che insorgono otopatie anche in soggetti che sono esposti solo stagionalmente a livelli di esposizione anche inferiori a 90 dB.A, ma con intense presenze di picchi e impulsi ripetitivi. E siccome è un problemino che ho riscontrato anche io negli anni 93-95 presso alcuni stabilimenti conservieri (dopo ovviamente non mi hanno più chiamata...) e quella era gente che lavora giusto quei 3 mesi l'anno e basta, diciamo che non posso non essere d'accordo. Provate ad andare in una fabbrica di pomodori in scatola quando il caricatore cammina e fa passare una "boatta" e la tappa a pressione ogni 5 secondi... e mi fate sapere.
In alternativa, si sta cercando di verificare se il parametro SEL, utilizzato prevalentemente per l'acustica ambientale, possa essere in qualche modo correlato alle otopatie professionali. Beh, non ha detto solo questo, ha parlato anche dell'oggettiva influenza di altri fattori extraprofessionali che andrebbero comunque tenuti in debito conto ai fini previsionali dell'insorgenza di questo tipo di "surdìa", come si dice sotto il Garigliano. Ma giustamente, lei stessa ha rilevato che se il lavoratore ama sollazzarsi a casa con il bricolage, o tagliare l'erba ogni 15 giorni, o fare gare di go-kart, a parte le altre attività già note come la caccia o la disco-music, non possiamo far carico al DdL di metterlo sotto campana speciale.
ed infine,
ursinodolce ha scritto:Non solo hanno fatto la stupidaggine di chiedere di considerare l'attenuazione dei DPI, ma hanno in pratica anche alzato la soglia di rischio
ecco, è esattamente quello che dicono tutti coloro che si sono andati a ripassare (anche anni fa, non necessariamente il mese scorso) la parte di acustica dell'esame di fisica. Beh, quelli che hanno fatto un'esame di fisica, naturalmente.
suggerisco una occhiata a quanto dice NIOSH, su questo problema.
Nofer