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Dlgs 195 come mi calcolo il ppeak??

Archivio Rischi da agenti fisici: Rumore (D.Lgs. 277/91) e Vibrazioni (D.Lgs. 187/05).
Sezione in cui vengono archiviate tutte le discussioni inerenti il rumore e le vibrazioni negli ambienti di lavoro (Riservato agli abbonati)
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Nofer
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Ok, raga, si va per i 2000...
Ursinodolce, come forse si è già capito da qualche altro post in merito al 195 (che io già lo odierei per il solo fatto che mi "scancella" un pezzo di 303 e un terzo del 277), io di solito mi attengo al principio di maggior cautela, che si direbbe piuttosto disatteso, da qualche tempo in qua. Oltre questo, sono una sostenitrice accanita sin quasi al fanatismo di quanto asserisce, semi-inascoltata da oltre 4 anni, da Prof. Franca Merluzzi, che venendo di suo da una storia personale dove le otopatie da rumore erano di contorno al cappuccino mattutino ha proseguito e -a mio avviso- surclassato persino il padre, che sarebbe colui che ha definito la famosa "scala Merluzzi" di classificazione delle otopatie professionali, tutt'ora insuperata. In particolare, la prof. F.Merluzzi sostiene (...ma forse l'ho già scritto...) che il danno neurosensoriale è dipendente dalla dose di energia ricevuta dall'orecchio nel tempo. Quindi, non solo i rumori costanti ma anche i picchi e i c.d. rumori impulsivi, di cui desidero ricordare la definizione: si definisce rumore impulsivo
il massimo livello di rumore relativo a rumori di durata molto breve. Tali rumori sono descritti nelle norme come rumori “a impatto” o “impulsivo”. I rumori impulsivi hanno una durata inferiore a pochi millesimi di secondo e si ripetono con una frequenza inferiore a una volta al secondo. Esempi sono i rumori come gli scatti o gli schiocchi. Le norme OSHA limitano il rumore a impulsi a 140 dB SPL misurati con un fonometro rapido con mantenimento dei livelli di picco.

Mi sembra ovvio che per le misure di picchi anche brevissimi mi occorre la costante Impulse.

Sempre la prof. Merluzzi, intervenendo in un convegno dove in linea di massima si parlava malissimo dell'allora emanando 195/06 - ancora a livello di bozza approvata in Commissione - ha comunicato che stanno cercando di elaborare una formula che consenta di ricavare, secondo le misure così come le conosciamo, il livello di dose energetica da rumore assorbita durante l'attività lavorativa quotidiana, prescindendo dall'esposizione settimanale, in quanto ad avviso del suo gruppo di ricerca è sperimentalmente provato che insorgono otopatie anche in soggetti che sono esposti solo stagionalmente a livelli di esposizione anche inferiori a 90 dB.A, ma con intense presenze di picchi e impulsi ripetitivi. E siccome è un problemino che ho riscontrato anche io negli anni 93-95 presso alcuni stabilimenti conservieri (dopo ovviamente non mi hanno più chiamata...) e quella era gente che lavora giusto quei 3 mesi l'anno e basta, diciamo che non posso non essere d'accordo. Provate ad andare in una fabbrica di pomodori in scatola quando il caricatore cammina e fa passare una "boatta" e la tappa a pressione ogni 5 secondi... e mi fate sapere.
In alternativa, si sta cercando di verificare se il parametro SEL, utilizzato prevalentemente per l'acustica ambientale, possa essere in qualche modo correlato alle otopatie professionali. Beh, non ha detto solo questo, ha parlato anche dell'oggettiva influenza di altri fattori extraprofessionali che andrebbero comunque tenuti in debito conto ai fini previsionali dell'insorgenza di questo tipo di "surdìa", come si dice sotto il Garigliano. Ma giustamente, lei stessa ha rilevato che se il lavoratore ama sollazzarsi a casa con il bricolage, o tagliare l'erba ogni 15 giorni, o fare gare di go-kart, a parte le altre attività già note come la caccia o la disco-music, non possiamo far carico al DdL di metterlo sotto campana speciale.
ed infine,
ursinodolce ha scritto:Non solo hanno fatto la stupidaggine di chiedere di considerare l'attenuazione dei DPI, ma hanno in pratica anche alzato la soglia di rischio

ecco, è esattamente quello che dicono tutti coloro che si sono andati a ripassare (anche anni fa, non necessariamente il mese scorso) la parte di acustica dell'esame di fisica. Beh, quelli che hanno fatto un'esame di fisica, naturalmente.
suggerisco una occhiata a quanto dice NIOSH, su questo problema.
Nofer
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ursamaior
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Nofer ha scritto:
Mi sembra ovvio che per le misure di picchi anche brevissimi mi occorre la costante Impulse.
causa devozione e sudditanza psicologica nei tuoi confronti, mi sta quasi venendo un'eritema ad insistere sulla questione.
Lo faccio e taccio, anche perchè potrei dare l'impressione di stare interstardendomi come un asino.
La costante peak è più conservativa della impulse a mio parere. difatti come te stessa affermi, il rumore impulsivo è definito come rumore la cui frequenza è inferiore ad 1 sec (motivo per il quale la costante impulse ha una discesa di 1,5 sec).
Ma definire a priori la presenza o meno di un siffatto rumore impulsivo, soprattutto "ad orecchio" non è semplice, anche perchè si correrebbe il rischio di trascurare gli eventi energetici di intensità elevata ma che si verificano, magari, 2 volte al sec e che sono comunque dannosissimi per l'udito (anche a me fanno molta paura i rumori impulsivi) e non verrebbereo rilevati con l'impulse. Proprio per evitare questo è meglio usare la costante peak, mentre la impulse la lascerei a rumori impulsivi di frequenza nota (e inferiore al seconodo) o alle misure in campo ambientale.
Con la peak rilevo la qualunque, anche i rumori "iperimpulsivi" e sono più contento, anche perchè l'unico rischio è che mi riferisca valori più alti rispetto alla impulse (mai più bassi), ma in ogni caso valori che sono stati veramente generati nella lavorazione e che l'orecchio si è beccato comunque, anche se non li ha manco sentiti.
taccio e m'inginocchio
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Nofer
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OK, alla prossima provo in doppia misura e poi ti relaziono!
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P.S.:  :smt017 sudditanza? ma io mica ho ancora finito il giochino per diventare anche  :smt003  imperatrice della Cina!
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manfro
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eeehhhmmm.... dunque....
provo a riassumere per i forumiani della mia schiera denominata "non laureati ma volenterosi di apprendere lo stesso"
Doverosa se pur banale premessa: sono totalmente d'accordo con questo metodo di approccio al problema in quanto rispecchia la "filosofia" della valutazione del rischio e cioè provare a riprodurre la peggiore situazione possibile per le orecchie dei lavoratori. Mi cimento:

secondo ursa, sarebbe opportuno misurare con la costante peak perchè riesce a "catturare" anche quei rumori di pochissimi millisecondi che il nostro orecchio subisce durante il lavoro nonostante il nostro cervello non riesca ad elaborare questo input  come sensazione uditiva; con questa costante si riproduce quindi quello che avviene realmente nel nostro orecchio in maniera assai più significativa.

La nostra nofer sostiene invece, supportata da studi di rililevo assoluto, che lo stesso concetto si realizzerebbe con la costante impulse.


Spero di aver riassunto correttamente e nel contempo faccio un tifo spudorato per la tesi di nofer, ma non tanto per la ia amicizia con la pulzella, ma perchè il mio paleofonometro non ha la costnate peak e dovrei ricomprarlo.
In quest'ultimo caso il problema non sarebbe squisitamente economico o meglio, non solo, ma chi glielo spiega al mio taccag-socio? :smt003

Comunque infinite grazie a chi continua con pazienza e costanza a portare fieno in cascina!
:smt006 manfro
"lasciate il mondo un po' migliore di come l'avete trovato." BP
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malva
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ursamaior ha scritto:Scusa Malva, la mia non vuole essere scortesia (lo dico davvero e senza ironia), ma le tue nozioni sul rumore sono nuovissime (intendo che cominci a fare solo adesso questo mestiere)?
Hai colto nel giusto  :smt010  ma prima o poi da qualche parte bisogna cominciare , avevo perfettamente capito i concetti espressi per quanto riguarda i valori di picco ma volevo essere certo del fatto che non vi fosse una sorta di espediente per mediare l'insieme dei valori di picco espressi da un certo numero di attrezzature utilizzate nell'arco della giornata...una cosa tipo fatta la legge trovato l'inganno...
anfitrio ha scritto:Penso che Malva intenda diversamente: per singola mansione effettuo (ad esempio) 10  misure in relazione all'esposizone dell'addetto o della mansione  (ad esempio per un edile 10 attrezzature diverse o per un metalmeccanico 10 postazioni fisse diverse) poi con queste dieci valori calcolo Lex (come nella 277) mentre per il peak prendo il più alto valore tra tutte e 10, quest'ultimo sarà il discriminante insieme al Lex per definire la fascia di esposizone della mansione. Se ho capito giusto penso che sia così.)
Esattamente!!

Grazie a tutti e mi genufletto nuovamente di fronte alle vostre competenze
Regards
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ursamaior
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x Malva:
nessun problema, come già detto non avevo alcuna intenzione di offenderti e ho solo parole di apprezzamento nei confronti di coloro i quali spendono il loro tempo per imparare. Ti suggerisco però (ma probabilmente era già tua intenzione farlo), di svolgere una vera e propria analisi dell'esposizione dei lavoratori al rumore solo dopo che sarai perfettamente certo di quello che devi fare.

x Manfro:
Corretto!! tuttavia, mi permetto di esprimere certezza riguardo alla necessità (l'obbligo è un'altra cosa) di calcolare il picco con la costante peak. Secondo me un fonometro che abbia tale capacità è un acquisto da fare, l'impulse, ripeto lo lascerei alle misure ambientali
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