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TU - Gruppi di lavoro sul Testo Unico

Questo Forum, aperto in occasione dell'uscita del Nuovo Testo Unico sulla Sicurezza e Salute sul Lavoro, ospitera' qualsiasi tipo di discussione che non sia relativa a cantieri e ad argomenti di carattere prettamente tecnico (che dovranno essere riportate negli altri due forum).

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linoemilio
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Iscritto il: 26 ago 2005 15:58
Località: San Giovanni Bianco (BG)

Che la sicurezza nei cantieri vada pagata, nessuno l'ha mai messo in discussione.
Quello che identifichiamo come "idiozia" è il non ribasso sui costi della sicurezza.
Ogni opera va realizzata, come si suol dire "alla regola dell'arte" e questo significa un buon impiego di materiali e di manodopera.
In questo processo costruttivo non può rimanere fuori la sicurezza.
E, da sempre, non è mai rimasta fuori.
E' implicita nella realizzazione dell'opera.
Tant'è che all'interno dei prezzi unitari dei listini informativi delle opere edili, la quota riferita alla sicurezza è sempre stata compresa ed è sempre stata pagata alle imprese.
Oggi, questa porzione di sicurezza viene definita "costo della sicurezza diretto".
L'idiozia sta nel dover estrapolare questa porzione in modo congruo e analitico (vedi formula sopra riportata) per non metterla a ribasso.
Allo stesso modo si potrebbe estrapolare il costo del calcestruzzo in un getto in cemento armato per non metterne il costo a ribasso a favore della certezza di incentivare l'impresa a realizzare un getto sicuro... altri esempi si potrebbero fare.
Ma, allora, dove sta la regola dell'arte?
Sappiamo bene che la richiesta di non mettere a ribasso i costi della sicurezza è venuta dall'ANCE (tanto per non far nomi) nella 2.a commissione incaricata dal Ministero alla redazione del 222/03 (già licenziato a dicembre 2001) e composta dagli Enti previdenziali, Ispettivi e Sindacali.
"se non mettiamo a ribasso i costi della sicurezza, le imprese saranno più incentivate a lavorare in sicurezza".
E molti "boccaloni" presenti hanno abboccato (sicuramente in buona fede)
Questa è la vera motivazione!!!
In Francia, Germania, Svizzera e Paesi anglosassoni, i costi della sicurezza sono immuni dal ribasso ed il numero di infortuni non sono lontanamente paragonabili a quelli italiani.
Questo dimostra che non è lo sconto sulla sicurezza che previene gli eventi infortunistici ma è, invece, l'approccio culturale verso questo aspetto.
Prima dell'avvento del 222, almeno, si potevano utilizzare le % sul prezzo composto unitario dei listini informativi e lì... bene o male, il tempo che ci impiegavi per estrapolare la porzione di costo della sicurezza era alquanto relativo.
Ma, il 222 ha detto stop alle percentuali (indicate nelle linee guida di diverse regioni)... oggi i costi della sicurezza devono essere congrui e analitici... devi fare, cioè, l'analisi della porzione del costo unitario riferita alla sola sicurezza dove la componente soggettiva (dell'analisi appunto) rappresenta almeno l'80%... contestabile in qualsiasi momento da parte di qualunque tecnico e di qualunque impresa.
Ti chiedi se il costo della sicurezza del ponteggio potrebbe essere il 5-10% del costo complessivo dello stesso.
Questo mi fa pensare che, correttamente, ritieni di assegnare una quota alla sicurezza e un'altra alla necessità del suo utilizzo per realizzate una o più fasi di lavoro.
E' evidente che un ponteggio serve per non cadere ma è altrettanto evidente che senza ponteggio non si può rifare una facciata di condominio... cambiarne i serramenti esterni... sostituire le piane o i contorno delle aperture...
Ragionamento che fila ma non per il 222. (ora ex)
Per l'ex 222 il ponteggio è un apprestamento e come tale il suo costo deve essere considerato al 100% un costo della sicurezza da non assoggettare a ribasso indipendentemente dal suo specifico uso e viene considerato un costo della sicurezza aggiuntivo.
Ti sembra logico? Ti sembra fatto per diminuire gli infortuni sul lavoro?
Oltre alla sua giusta % per la reale sicurezza che offre il ponteggio, perchè non devo mettere a ribasso la parte relativa all'utilizzo (senza ponteggio non potrei realizzare la fase di lavoro) del ripristino della facciata... della sostituzione degli infissi... delle piane e contorni delle aperture?
Stiamo parlando di sicurezza quando parliamo di queste cose?
Stiamo facendo sicurezza dicendo e applicando questo?
No.
Stiamo lasciando in tasca agli imprenditori una buona parte di soldi che non servono a fare sicurezza
L'accantieramento oggi è un costo della sicurezza aggiuntivo (cessi, baracche, recinzione...)
Certo che vanno pagati ma ti sembra che abbiano qualcosa a che fare con la sicurezza tanto che i loro costi non debbano essere messi a ribasso?
Tutto questo che c'azzecca (direbbe il mio comprovinciale acquisito)?
Si può, forse pensare che non mettendo a ribasso i costi del gabinetto si diminuiscono gli infortuni?
Perchè devo trascorrere giornate intere ad estrapolare costi diretti con il patema d'animo di essere contestato in ogni momento quando, senza l'idiozia dei costi non soggetti a ribasso (o la legittimazione dell'uso delle %) potrei avere un tempo decisamente maggiore da dedicare alle verifiche di cantiere o studiare (e poi proporre) al meglio soluzioni progettuali a favore della sicurezza?
E come mi si potrebbero contestare i costi della sicurezza da parte degli Organi ispettivi se la loro composizione necessita di una mia personale e soggettiva analisi?
Anche i DPI sono costi della sicurezza eppure non rientrano in quelli da non assoggettare a ribasso (se non quelli necessari durante fasi di lavoro interferenziali)
Perchè questi no?
L'impianto di terra è costo totale (100%) della sicurezza.
Perchè l'impianto elettrico di cantiere non è alla pari?
Perchè nell'impianto elettrico di cantiere bisogna solo estrapolare la porzione di sicurezza presente nel costo unitario e la restante parte può essere soggetta a sconto?
Possiamo legittimamente dire che così come legiferati, i costi della sicurezza sono un'autoctona idiozia?

ed ora la chicca (già presente nell'ex 494):
La norma prevede che NON siano soggetti a ribasso i costi della sicurezza presenti nel PSC.
quindi, quelli che non sono presenti, non sono soggetti a ribasso.
Per di più:
in assenza di PSC in ambito privato, i costi della sicurezza non ci sono e non sono, quindi, soggetti a ribasso.
Come la mettiamo?

Io, sarà che sono abituato a mangiare polenta taragna e portare scarponi tutto l'anno in compagnia delle aquile della Val Brembana ma sono convinto che troppi furbastri stanno giocando, con i costi della sicurezza, sulla pelle dei lavoratori... approfittando, anche, della buona fede di chi ci crede.

Comunque caro a.mattioli, anch'io ti ringrazio per il contributo che stai dando a questa discussione e credo farebbe piacere a molti se tu rimanessi anche per il futuro.
l'ignoranza si riduce con l'umiltà di chi possiede la conoscenza
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larsim
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una piccola puntualizzazione. per alcuni cantieri è stato tolto il CSP.
non il PSC, con buona pace a chi (CSE) deve computare i costi della sicurezza correndo dietro agli uomini-ragno. e viva la progettazione della sicurezza.
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a.mattioli
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Caro katanga,
mi sembra di essere stato chiaro che non esistono scorciatoie, figuriamoci se penso che sia praticabile quella del CSE sceriffo. Comunque è suo compito non far pagare costi della sicurezza che non sono stati sostenuti sia di tipo "strutturale" (un ponteggio non a norma), sia di tipo gestionale (ad es. il pagamento del soggetto addetto a far entrare ed uscire i mezzi in sicurezza in una particolare situazione di traffico). Che poi alcuni di questi costi previsti nel PSC siano pure misure di fantasia e che in realtà servano solo a rientrare negli sconti fatti per la realizzazione dell'opera, non interessa: è necessario che le cose vengano fatte in maniera corretta.
Per quanto riguarda la questione di chi debba occuparsi della progettazione, dovendo farci interventi di ufficio (che non si esauriscono nella vigilanza) penso che anche le ASL possano dire la loro.
Per quanto riguarda la questione del computo della quota da attribuire per definire i costi diretti (esempio del ponteggio come ben rappresentato da linoemilio), trattandosi di un punto caldo, sarebbe opportuno fare approfondimenti per poterla gestire praticamente, evitando contenziosi con le imprese.
Saluti
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sandroman
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io ricordo che la regione marche a suo tempo aveva legiferato con una propria normativa in materia di costi di sicurezza; credo fosse una legge del settembre 2007, non so se ancora in vigore con l'arrivo "dell'ottantuno".
Non ricordo nei dettagli ciò che diceva, in sintesi si discostava dal 222 e dalle determine dell'autorità, ma soprattutto dettava chiare disposizioni in merito ai pagamenti e alle liquidazioni dei costi di sicurezza.
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catanga
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Mattioli,
scusa ma continuo ad avere dubbi che chi fa vigilanza possa dire qualcosa sulla progettazione.
Vale lo stesso principio per colui che progetta; infatti non credo proprio che possa dire qualcosa su come si debba fare la vigilanza sui cantieri e su altri luoghi di lavoro.

Poi ci sono le eccezioni sia nell'uno che nell'altro campo.

Se la Tua categoria cominciasse a rimanere nel proprio ambito, penso che ne trarremmo giovamento tutti.
Idem se la categoria di chi si occupa di progettazione, rimanesse nel proprio ambito.

Io come CSE posso pure non pagarli i costi della sicurezza.
Ciò non toglie che questo non serve a nulla.

Basterebbe che Tu ti guardassi come si "costruisce" un prezzo per rendertene conto.
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a.mattioli
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Iscritto il: 06 lug 2007 19:03
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Caro katanga,
fatte salve le competenze e le professionalità di ciascuno, se affrontiamo le questioni in modo interdisciplinare penso sia evidente che debbono esserci delle zone di sovrapposizione di trapasso da una sapere ad un altro.
In questa fase di PSC generati da software, è sin troppo facile contestare a molti CSP le carenze dei lori PSC; non ho finora trovato un PSC che possa essere considerato strumento utile per un'impresa, così come non ne ho trovato uno, dico uno, che nella descrizioni delle fasi di lavoro non si dilungasse, in maniera peraltro generica, a descrivere aspetti tipici di un POS.
Nè ho trovato un CSP che non ammettesse che avevo ragione.
Tu stesso, contraddicendo quanto dici ora, hai criticato, peraltro a ragione, la vigilanza attaccata al 547/55 ed al 164/56 e spesso incapace di cogliere altri aspetti molto più importanti.
Infine, cominciare a non pagare costi per la sicurezza che sono rimasti sulla carta, manda un segnale importante, magari agli stessi committenti, molto attenti al rispetto dei capitolati d'appalto, ma assolutamente ignari o disinteressati alla qualità della sicurezza.
Tornando ai conti della serva: un camino in marmo+un ponteggio inidoneo dal punto di vista della sicurezza, costano al committente quanto un camino in cartongesso + un ponteggio a regola d'arte (=sicuro).
Finora il committente tra le due opzioni, sceglie in genere la prima.
Saluti
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fabrizio
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.... e l'organo di vigilanza fra segare il CSE (bipede facilmente impallinabile) o ricercare eventuali corresponsabilità da parte del comportamento del commitente, chi sceglie ?
Riformulo la domanda : Dott. MAttioli quante sanzioni avete fatto a Csp/Cse in percentuale rispetto a quelle comminate a committenti ?
Potrei sbagliarmi (sono passati ormai 12 anni), ma la direttiva vedeva come primo anello della catena, il committente. SAluti.
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a.mattioli
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Domanda da un milione di dollari, ma io porrei la questione in termini leggermente diversi, guardando avanti.
La direttive europea madre del 494/96 individua nella volontà del committente di risparmiare una delle "vere" cause di circa il 50% degli infortuni in edilizia.
Questo è il nodo: dobbiamo fare in modo, e non solo con le sanzioni, che i committenti siano consapevoli che il marmo del camino della casa che stanno costruendo viene dopo la sicurezza di chi gli costruirà la casa.
Il committente "consapevole" (ci sono anche quelli che sembrano pinocchio tra il gatto e la volpe) è il soggetto forte , quello che ha i cordoni della borsa.
E' su di lui che occorre agire: ed è quello che qualcuno, risalendo faticosamente la corrente, dalla vigilanza sulla impresa cerca di passare al CSE, poi al CSP, quindi al Responsabile lavori ed infine al committente, pubblico (molto ostico) e privato.
Operazione non semplice, ma ineludibile.
Saluti
p.s. Rispondo in parte alla domanda specifica: molte sanzioni alle imprese, qualcuna ai CSE, pochine ai committenti, nessuna ai CSP (tranne rarissime eccezioni); su quest'ultimo punto c'è da riflettere. Se non si supera questo ostacolo, al committente non si arriverà mai.
 
Approfitto di questo post che ho appena sistemato per chiedere la cortesia a tutti i partecipanti al Forum di usare il tasto 'invia risposta' in alto e in basso a sinistra per inviare risposte e non il tasto 'riporta'.
Il tasto 'riporta' va utilizzato solo nel caso previsto dalla regola aurea n. 5
http://www.sicurezzaonline.it/forum_reg_auree.htm
Colgo l'occasione per ringraziare sentitamente a.mattioli per il suo contributo alle nostre discussioni salutandolo cordialmente.

Mod :smt039
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catanga
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Iscritto il: 17 nov 2004 19:44

Non mi pare che ci siano contraddizioni in quel che dico.

Ci si siede intorno ad un tavolo e si affronta il problema dai vari punti di vista ma senza avventurarsi in settori che necessitano di tipi diversi di professionalità.
E' come comporre una torta: ognuno concorre e mette il suo spicchio.

Non mi pare che la tua categoria professionale stia facendo questo con tutte le varie linee guida et similia che sta producendo da anni a questa parte e delle quali, vedi quelle del DPR n° 222/2003, non se ne sentiva il bisogno .........

La Tua posizione, come quella di molti Tuoi colleghi, la vedo molto "ideologicizzata" e poco attenta alla ricerca delle cause primarie dei problemi.

C'è una famosa barzelletta che racconta di un tizio che, fermo sotto un lampione, sta cercando qualcosa per terra.
Un altro tizio passando, gli chiede cosa stia cercando. Il primo gli risponde che sta cercando le chiavi di casa.
I due provono a cercare insieme per qualche minuto ...... ma non trovano nulla.
Al che, il secondo, spazientito, chiede al primo: scusi ma dove a perso le chiavi?
Questi gli risponde: lì, circa 50 metri prima di questo lampione.
E l'altro: scusi ma perchè cavolo le sta cercando qui?
Ed il primo: perchè qui sotto il lampione c'è luce e si vede per terra!
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a.mattioli
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Caro catanga mi sembra che tu abbia qualche preconcetto di troppo:
1) sei stato tu ad entrare, peraltro con piena ragione, nel merito del mestiere altrui, dicendo che la vigilanza non andrebbe fatta solo utilizzando 547/55 e 164/56 (ed hai ragione)
2) per parte mia, da alcuni mesi non ho trovato un solo ingegnere, architetto, geometra che non concordasse con i miei rilievi rispetto ai suoi PSC (d'altra parte è come sparare sulla croce rossa; mica sarà colpa mia?
3) mi pare che la discussione da me attivata abbia portato il lampione proprio laddove sono le chiavi perse della tua barzelletta, se hai letto l'intervento di Fabrizio e la mia risposta,  vale a dire sul committente. E la lampadina sono i soldi (costi ed oneri se non vogliamo parlare come la serva dei famosi conti).
4) nel mio piccolo, ho dato un contributo ad attivare il famoso tavolo per comporre la torta. Magari alla prossima riunione potresti parteciapre, insieme a chi vorrà venire del forum.
Saluti

Segnalo che è stato cancellato sia l'incipit del precedente post di catanga che quello, in controreplica, di a.mattioli qua sopra.
Siccome la situazione nel Forum è molto tesa per 1000 altri motivi e sono state irrigidite FORTEMENTE le regole vi chiedo la cortesia di non mettervi anche voi a darci del filo da torcere ... altrimenti tagliamo SENZA SE E SENZA MA.
Grazie anticipate per la collaborazione.
Cordiali saluti

Mod :smt039
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