episodio di malattia infettiva in fabbrica
Inviato: 07 feb 2006 17:33
Ma buon pomeriggio a voi!
Chiedo lumi tecnico-giuridici, che 'sta cosa davvero non mi era mai successa.
Premessa: bel fabbricone grosso, lavorazione su 3 turni (il 3° meno frequentato, ma pur sempre frequentato).
Un lavoratore anzianotto non si sente bene, rifiuta di fare lo straordinario perchè si sente una schifezza, e va a casa. Il giorno dopo, ovviamente, non va a lavorare e comunica l'assenza per malattia.
Dopo qualche giorno, pare fosse domenica, dal locale Ospedale per le Malattie Infettive giunge al Servizio Epidemiologia dell'ASL di zona la segnalazione di un caso di sospetta meningite batterica di n.d.d. (natura da determinare, come dicono i medici), il medico di guardia del servizio si reca presso l'abitazione del paziente per le competenze profilattiche (=di profilassi, non pensate a male) e scopre che lavora presso il bel fabbricone; torna in ufficio e fa partire il fax per la UOPC competente per territorio sulla fabbrica -per inciso, stessa ASL- di avvisare in azienda. Il lunedì, la UOPC allerta il servizio sanitario aziendale, che l'indomani espone presso l'infermeria un avviso "tranquillizzante" sull'avvenuto episodio di meningite batterica e che invita i lavoratori interessati a sottoporsi eventuamente a terapia antibiotica.
Orbene, premettendo che a mio avviso il Servizio Epidemiologia non solo ha funzionato ma ha anche funzionato bene, l'episodio in questi termini ha creato un panico generale in fabbrica. Cosa alquanto sciocca, nei fatti, ma giustificabile per i termini e le modalità di comunicazione. Il giorno successivo, vista l'agitazione del personale e la pubblicazione della notizia su un quotidiano locale, l'azienda convoca in massima urgenza i RLS perchè ascoltino quanto esprime la locale UOPC nonchè il Direttore sel Servizio Sanitario Aziendale, e -ahinoi - il RSPP che candidamente pare abbia sostenuto che ormai sono passati più di 7 giorni da che il lavoratore si è assentato, e visto che i medici della UOPC hanno detto che i tempi di incubazione sono giustappunto da 5 a 7 giorni, siccome non si è ammalato più nessuno vuol dire che non c'è più pericolo di niente.
Non intendo entrare nel merito delle procedure interne (non sono nemmeno miei clienti, dico), ma secondo me sarebbe stato almeno opportuno avvisare i RLS della cosa prima che avessero questa notizia dalla stampa, che oltre tutto sappiamo bene come ci sguazza in queste cose.
Uno di questi RLS si è imbufalito assai, anche perchè per di più è compagno di reparto del malato (che comunque adesso è ancora ricoverato ma in via di guarigione) e minaccia fuoco, fiamme, fulmini e tuoni. Anche perchè, sempre a scopo tranquillizzante, il signore della UOPC ha affermato coram populi che mica era necessario, infatti quando si era scoperto un caso di tubercolosi polmonare mica ci avevano messo i cartelli (sigh...)... vi lascio immaginare che caos si è scatenato!
La mia domanda è: in casi come questo, dove a posteriori si può dire che forse non ci sia stato un pericolo grave ed immediato (di epidemia), a parere vostro il DdL ha violato l'art. 4 comma 5 lettere h) e l), nonchè m) (che è il punto dove si è attaccato il RLS) del 626/94, o no?
Accettiamo consigli, suggerimenti ed opinioni che, venendo da questo forum, sono dogmaticamente preziosi.
Nofer
Chiedo lumi tecnico-giuridici, che 'sta cosa davvero non mi era mai successa.
Premessa: bel fabbricone grosso, lavorazione su 3 turni (il 3° meno frequentato, ma pur sempre frequentato).
Un lavoratore anzianotto non si sente bene, rifiuta di fare lo straordinario perchè si sente una schifezza, e va a casa. Il giorno dopo, ovviamente, non va a lavorare e comunica l'assenza per malattia.
Dopo qualche giorno, pare fosse domenica, dal locale Ospedale per le Malattie Infettive giunge al Servizio Epidemiologia dell'ASL di zona la segnalazione di un caso di sospetta meningite batterica di n.d.d. (natura da determinare, come dicono i medici), il medico di guardia del servizio si reca presso l'abitazione del paziente per le competenze profilattiche (=di profilassi, non pensate a male) e scopre che lavora presso il bel fabbricone; torna in ufficio e fa partire il fax per la UOPC competente per territorio sulla fabbrica -per inciso, stessa ASL- di avvisare in azienda. Il lunedì, la UOPC allerta il servizio sanitario aziendale, che l'indomani espone presso l'infermeria un avviso "tranquillizzante" sull'avvenuto episodio di meningite batterica e che invita i lavoratori interessati a sottoporsi eventuamente a terapia antibiotica.
Orbene, premettendo che a mio avviso il Servizio Epidemiologia non solo ha funzionato ma ha anche funzionato bene, l'episodio in questi termini ha creato un panico generale in fabbrica. Cosa alquanto sciocca, nei fatti, ma giustificabile per i termini e le modalità di comunicazione. Il giorno successivo, vista l'agitazione del personale e la pubblicazione della notizia su un quotidiano locale, l'azienda convoca in massima urgenza i RLS perchè ascoltino quanto esprime la locale UOPC nonchè il Direttore sel Servizio Sanitario Aziendale, e -ahinoi - il RSPP che candidamente pare abbia sostenuto che ormai sono passati più di 7 giorni da che il lavoratore si è assentato, e visto che i medici della UOPC hanno detto che i tempi di incubazione sono giustappunto da 5 a 7 giorni, siccome non si è ammalato più nessuno vuol dire che non c'è più pericolo di niente.
Non intendo entrare nel merito delle procedure interne (non sono nemmeno miei clienti, dico), ma secondo me sarebbe stato almeno opportuno avvisare i RLS della cosa prima che avessero questa notizia dalla stampa, che oltre tutto sappiamo bene come ci sguazza in queste cose.
Uno di questi RLS si è imbufalito assai, anche perchè per di più è compagno di reparto del malato (che comunque adesso è ancora ricoverato ma in via di guarigione) e minaccia fuoco, fiamme, fulmini e tuoni. Anche perchè, sempre a scopo tranquillizzante, il signore della UOPC ha affermato coram populi che mica era necessario, infatti quando si era scoperto un caso di tubercolosi polmonare mica ci avevano messo i cartelli (sigh...)... vi lascio immaginare che caos si è scatenato!
La mia domanda è: in casi come questo, dove a posteriori si può dire che forse non ci sia stato un pericolo grave ed immediato (di epidemia), a parere vostro il DdL ha violato l'art. 4 comma 5 lettere h) e l), nonchè m) (che è il punto dove si è attaccato il RLS) del 626/94, o no?
Accettiamo consigli, suggerimenti ed opinioni che, venendo da questo forum, sono dogmaticamente preziosi.
Nofer