vorrei conoscere un vostro parere su questo mio pensiero.
Sto elaborando una procedura di emergenza per un ufficio di grandi dimensioni (circa 300 mq) collocato al quarto piano di un palazzo storico nel centro di una grande città.
L'affollamento massimo ipotizzabile (ma davvero una / due volte all'anno in caso di riunioni plenarie) è di 30 persone mentre l'affollamento quotidiano è stimato in 3 o 4 persone al massimo in contemporanea.
Premettendo che la priorità è l'evacuazione, mi piacerebbe prevedere uno scenario alternativo ovvero le fiamme hanno già invaso i piani sottostanti per vari motivi (esempio non ha funzionato l'allarme e non ho quindi agito per tempo).
Vengo al dunque:
Quella che vedete in allegato è la foto dell' ingresso "doppio" di questo ufficio.
Il portone in legno esterno da sulle scale che fungono da unica via di fuga (ricordo che siamo al quarto piano).
Ho pensato di prevedere nel piano di emergenza, lo scenario emergenziale "sei quasi spacciato perché le fiamme hanno già dilagato sul pianerottolo
![:smt003](./images/smilies/003.gif)
Vorrei scrivere che la procedura in questo caso consiste nel chiudere il portone esterno, aprire la finestra che vedete fra le due porte (che da su cavedio interno al palazzo e che fungerebbe da camino per evacuazione dei fumi, almeno in buona parte), chiudere la porta a vetri e formare così una ulteriore barriera.
I lavoratori dovranno infine recarsi un uno specifico ufficio individuato nel PE che è molto lontano dalla porta che ha una finestra di ampie dimensioni che affaccia su una piazza molto grande.
Da li i lavoratori avviseranno i VVF sulla loro esatta collocazione nel palazzo (indicando il punto cardinale e dando info di massima ai soccorritori)
Questa scelta a vantaggio dei VVF stessi che possono qui arrivare agevolmente, posizionare ed utilizzare le autoscale per il recupero dei lavoratori.
Vi fila?