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Valutazione rischio criminalità

Archivio Documenti di Valutazione dei Rischi (DVR) attività varie/Mobbing/Discussioni Legislative/Tecniche di carattere generale.
Discussioni Legislative e Tecniche, non rientranti nelle categorie specifiche degli altri archivi, dove vengono affrontati gli aspetti di applicazione della legislazione e della normativa tecnica in materia di sicurezza e salute sul lavoro (assetti societari e relative conseguenze sulla sicurezza, documenti di valutazione dei rischi (DVR) di attivita' specifiche, mobbing, ecc...) (Riservato agli abbonati)
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Nofer
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catanga ha scritto:La valutazione dei rischi, a mio parere, va fatta per mansioni prendendo in cosiderazione le attività effettuate in condizioni:
1) normali,
2) straordinarie,
3) emergenza.

Al punto 2) vanno considerati anche i rischi, per personale a contatto con il pubblico, derivanti dalle aggressioni ed eventi similari.
chiedo sin d'ora umilmente scusa per quanto sto osando, ma... non sono d'accordo.
In linea teorica, se tale comunità di intenti tra safety e security fosse compito del DdL, e per lui o con lui del RSPP e del SPP in generale, perdonatemi il commento autolesionista, ma qua a napoli o in sicilia o in calabria o in puglia (ma anche nel lazio e in  lombardia) dovremmo forse tutti sancire il rischio "stress da |possibile| richiesta di pizzo"?  
Sempre in linea teorica, le ASL per i loro ispettori devono prevedere il rischio di "capata in bocca" da parte di DdL inc... per la multa?
Sono concorde sul fatto che una rapina o un'aggressione siano senza dubbio un'emergenza, ma a mio avviso il dovere del DdL in questo ambito può -al più- riferirsi all'emanazione di regolamenti interni di gestione della situazione: non certo alla prevenzione!
Sempre che negli ultimi giorni non stia cambiando altro, la c.d. pubblica sicurezza, e dunque la prevenzione di attività illecite e/o criminose, non è certo compito del singolo soggetto fisico o giuridico che di tali attività diventa oggetto e quindi vittima, ma delle forze di polizia, intendendo ovviamente la Polizia di Stato, i Carbinieri, la Guardia Forestale, la Guardia di Finanza, e ciascuno per il proprio ambito anche gli altri organi istituzionali o ad essi equiparabili. Il rischio di rapina, nelle banche, viene "prevenuto" con vari sistemi di filtro e con la presenza di guardie giurate. Mentre nelle stazioni minori delle FS sono ormai anni che non si vedono più in turno agenti della Polizia Ferroviaria: e anche il Capostazione che fa il turno di notte può essere aggredito da malvivente a scopo di rapina.
Dunque, mettiamoci una buona volta d'accordo, qualunque cosa dica Guariniello o altro magistrato: se accettiamo il principio del rischio di azioni criminali come rischio direttamente connesso con il lavoro, tanto vale eliminare il porto d'armi e giocare al libero far west come negli USA.
E, in tal caso, guai a chi si lamenta quando "scappano" i colpi di pistola.
Sempre a mio avviso, il tutto nella logica del "a ciascuno il suo mestiere" che in napoletano si esprime con il detto "chi nun sape fà 'o scarparo nun adda scassà sischio e semmenzelle" (NdT: chi non sa fare il ciabattino si deve astenere dal danneggiare inutilmente il poggiasuole e i chiodini fermasuola)
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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Delma
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Iscritto il: 12 ott 2004 09:02
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concordo in pieno e sottoscrivo.
Luca
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Stilo
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Iscritto il: 07 ott 2004 12:06
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Nofer ha effettuato un'analisi lucida e sorprendentemente concisa, rispetto ai suoi standard abituali.
Il tutto condivisibile, anzi da me condiviso e quotato.
L'intervento riprende anche concetti già espressi dal sottoscritto e da Marzio. Il quale ha centrato esattamente il punto focale quando afferma che in caso di rapina si chiama la polizia e non l'ASL. Ecco, secondo me la differenza tra safety e security sta proprio qua e questa linea delimita gli obblighi del ddl riguardo a 626 e dintorni. La quale 626, per inciso, indica come organi di vigilanza ASL, ISPLAV, VV.F ma non cita PS e CC. Il che, sempre a mio modesto parere, fa quadrare il cerchio.
Ben vengano repliche in quanto, come dicevo, l'argomento è caldo e qui tutti abbiamo da imparare.
Saluti
Stilo
Ut sementem feceris, ita metes.
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Ios
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Iscritto il: 06 mar 2005 23:15
Località: Crotone

Scusate, ma riflettendoci bene mi trovo a condividere quanto espresso da Nofer, il problema rapina credo sia riduttivo assogettarlo solo alla banca, alla tabaccheria o alla farmacia, si xchè qui in Calabria come anche in altre regioni la rapina la fanno anche al salumiere, se la bottega è in periferia o in una zona a poco traffico prima o poi qualcuno s'affaccia e ti rapina.
Pensate che d'estate vengono addirittura presi di mira i camioncini che trasportano gelati, in alcune zone anche loro vengono accoppati e rapinati.
Inoltre molte rapine vengono addirittura eseguite fuori dal negozio, aspettando che l'esercente chiudi l'attività, prende la macchina si fa i suoi belli km e arriva a casa, appena esce dalla macchina o quando sta per entrare nel portone di casa viene accoppato e rapinato, molte volte anche con conseguenze fatali.
Quindi nell'ipotesi di una eventuale analisi, questa andrebbe estesa anche oltre all'insediamento produttivo.

Molte rapine eseguite a benzinai e tabaccai producono ai rapinatori nella maggioranza dei casi un bottino inferiore a 200€.

Quanti di Voi vi trovate 200 o + € in ufficio?

Potenzialmente potremmo essere tutti rapinati.


Inoltre danni a persone, cose ed attrezzature possono essere provocati dalla possibile richiesta del pizzo, durante o extra orario lavorativo.
Occorrerà a questo punto eventualmente anche calcolare questo rischio, insieme allo stress non solo per il ddl, Nofer andrebbe esteso anche per i lavoratori che direttamente o indirettamente ne subbiscono le conseguenze.




PS. Ma i poliziotti i vigili di quartiere che fine hanno fatto?
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Marzio
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Iscritto il: 14 ott 2004 16:38
Località: Pordenone

Sottoscrivo quanto detto da Nofer, Stilo, Delma e Ios.

Ciao

Marzio
"Ogni soluzione genera nuovi problemi" (Corollario 7, Legge di Murphy)
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catanga
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Iscritto il: 17 nov 2004 19:44

Scusate ma non sono d'accordo.

Noi dobbiamo prendere in cosiderazione tutti i rischi che l'attività lavorativa può comportare.

Alcuni possono essere prevenuti mediante una serie di misure di vario tipo.

Per altri ci possono essere solo delle misure di contenimento.

Per altri non esistono misure in grado di eliminarli .

Ciò non vuol dire che io non debba valutarli.

Ad esempio, se io sono l'autista di un'azienda che consegna pacchi ed ho il mezzo con ABS, Airbag, condizionatore, ecc., non devo valutare il rischio di essere investito da un imbecille che fa un sorpasso invadendo la mia corsia?

Non lo devo fare perchè la competenza della vigilanza sulle strade è dei vigili urbani e della Polizia Stradale?

Quale saranno le misure preventive e protettive da adottare.
Sul mezzo, quelle che ho citato prima.
Sull'autista, corsi di sensibilizzazione alla guida sicura.

Naturalmente, non potrò adottare nessuna misura preventiva e protettiva sul veicolo e sul conducente dell'altro veicolo.

Allora, ribaltando la stessa cosa in banca, le misure di "Security" adottate (telecamere, bussole entrata, corsi di formazione al personale per i comportamenti da adottare in caso di rapina, ecc.) altro non sono che le uniche misure preventive e protettive che l'istituto bancario può adottare.

Altro non si può fare.
Renato

Vi invio la proposta di legge che invierò al governo :

Titolo VIII ter Dlgs 626/94
Il datore di lavoro valuta il rischio criminalità della propria azienda e redige il relativo documento DVRC.
Il DDL, sulla base dei dati forniti a livello provinciale delle questure, classifica le zone in : zona 30 = zona in cui la criminalità si manifesta spesso/lunghi periodi
zona 31 : zona in cui la criminalità è presente occasionalmente durante il normale orario di lavoro, zona 32 = zona in cui la criminalità si presenta raramente e per brevi periodi.
Una volta classificate le zone, il DDL valuta l'esposizione di ogni lavoratore al rischio criminalità ed adotta gli opportuni provvedimenti per limitare il rischio.
In quest'ambito il DDL fornirà gli opportuni DPI ai lavoratori a medio rischio di esposizione (maschere antigas, giubbotti antiproiettile, pistola personale).  Per i lavoratori ad alto rischio va predisposto quanto disposto per rischio medio + bunker personale o per raggruppamenti omogenei.
Per il lavoratori a basso rischio oppure in mobbing va prevista la sola formazione ed informazione.

E' solo uno scherzo, ogni tanto ne ho bisogno anch'io :-)
Adesso vado al mare a prendere un po' di sole, ciao
R
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Max DP
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renato... veneto ... al sole? mare? io sono a pordenone e piove!?!?!?

personalmente sono perfettamente d'accordo con Catanga.

il rischio c'e' e non si puo' trascurare... e non solo in banche, poste, biglietterie, ecc. ma anche in uffici con contatto al pubblico!

il rischio va valutato, poi le misure preventive e protettive le vedo molto piu' incentrate sulla formazione come ad esempio evitare che il dipendente reagisca con modi bruschi   :smt027   :smt021  o simili...
alcuni clienti ai quali ho proposto questo punto di valutazione mi hanno deriso altri invece (e per fortuna sono di piu') hanno detto: pero', pensarci prima ti prepari... e' come fare la prova di evacuazione: deve entrare in testa la procedura... poi e' tutto meno difficile non piu' semplice!

Max DP
Se non avete un amico che vi corregga i difetti
pagate un nemico perché vi renda questo servizio.
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manfro
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Località: Ascoli Piceno

:smt005 eh eh eh Reanto... hai tirato fuori dal cilindro un grande numero eh eh eh :smt005

anche io ribadisco di essere in sintonia più con catanga, munro e max  che con gli altri, soprattutto evidenzio con condivisione piena l'ultima parte dell'ultimo intervento di catanga:
posso solo prevenire e formare, questo è vero  ma il rischio c'è e lo devo valutare.
buona domenica amici.
manfro
"lasciate il mondo un po' migliore di come l'avete trovato." BP
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Nofer
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Iscritto il: 06 ott 2004 21:09

  :smt009  uffaaaaa......
è un po' che non mi riesce di farmi capire: e forse è proprio per la concisione semiacquisita che tanto è risultata gradita a stilo...
io, mica ho mai detto che non devo valutare il rischio di azioni criminali, nel senso che non ho mai detto che me ne devo fregare e ci pensasse la polizia. Ho invece detto piuttosto esplicitamente
a mio avviso il dovere del DdL in questo ambito può -al più- riferirsi all'emanazione di regolamenti interni di gestione della situazione: non certo alla prevenzione
e dopo ancora
se accettiamo il principio del rischio di azioni criminali come rischio direttamente connesso con il lavoro, tanto vale eliminare il porto d'armi (...)

E visto che non mi ero spiegata a sufficienza, tento di chiarire ulteriormente cosa intendo con la dicitura "direttamente connesso".
Il rischio c'è, e come ha -ahinoi- sottolineato Ios, a volte si vede pure chiaramente. Ma il DdL non può fare altro che dare indicazioni per la "gestione del rischio", perchè nel mio linguaggio alla femminile la parola prevenzione la riservo alle mie (del DdL) azioni concrete che comportino una riduzione del rischio alla fonte: installare una cabinatura fonoassorbente è una misura di prevenzione, predisporre turnazione in postazioni con posture scomode è una misura di prevenzione, ma formazione per la gestione delle emergenze criminalità è appunto "gestione". Perchè il DdL non è in grado di prevenire il rischio criminalità, nè - ripeto - gli compete. Anche se la modifica legislativa proposta da Renato di certo risulterebbe graditissima ai fautori delle "polizie locali" e/o ronde autonome paramilitari  :smt003 ...
Peraltro, che io sappia, nelle banche i cassieri fanno già questa formazione, e anche alcune catene di supermercati.
In questo senso, per le rapine un "mezzo di prevenzione" è senz'altro la possibilità di acquisto con bancomat e carte di credito: ma nessun gestore di supermercato, specie quaggiù, accetterebbe mai di limitare la clientela ai possessori di queste forme di transazione economica senza transito fisico di moneta. Per gli stupri, ammetterete che un bel burka o anche sharah + abayya e il chador sono senza dubbio un bel deterrente... naturalmente questo vale se accettate l'idea che una minigonna o un generoso décolleté siano una forma di "incentivazione".  
Vedo il "rischio criminalità" esattamente come il "rischio terremoto": se succede, non posso far nulla per non farlo succedere, ma posso fare in modo di limitare i danni, fisici e psichici alle persone nonchè materiali alle cose.
Ancora, posso cercare di ridurre e prevenire il rischio di incendio, ma non quello di alluvione.
Posso cercare di ridurre e prevenire il rischio di esplosione, ma non che mi cada un aereo addosso.
Posso cercare di ridurre e prevenire il rischio di broncopneumopatia da fumi di saldatura, ma non che il mio dipendente si suicidi con i gas di scarico nel garage di casa sua.
Vi prego, ditemi che mi sono spiegata o mi metto a piangere! :smt022
Nofer
P.S. solo se mi sono spiegata, poi che siate o meno concordi... qua ci stiamo appunto a scambiarci opinioni, per fortuna la libertà di opinione è ancora sancita costituzionalmente!
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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